10 Agosto 1976 Siculiana (AG). Muoiono Annalisa Angotti, 4 anni, e la mamma Carmela Milazzo, 36 anni, nell’incendio provocato dall’esplosione di un’auto bomba. Vittime innocenti di una vendetta contro un’altra persona.

Annalisa Angotti, 4 anni, e la mamma Carmela Milazzo, 36 anni, stavano dormendo, nella casa presa in affitto per le vacanze, presso Siculiana (AG), insieme al papà e ai tre fratellini. Erano circa le due di notte del 10 agosto del 1976 quando una Ford 2000 con targa tedesca, parcheggiata davanti all’abitazione, di proprietà di un emigrato appena rientrato dalla Germania, fu fatta saltare in aria. Si dice per vendetta.
La deflagrazione sfondò la porta d’ingresso portandosi dietro pezzi di automobile e anche le fiamme che in un baleno trasformarono quell’abitazione in un inferno. I due genitori, svegliati di soprassalto, ebbero appena il tempo di intuire il pericolo, prendere i figli per mano e cercare di conquistare disperatamente l’uscita. Ci riuscì con difficoltà l’uomo che portò in salvo tre dei quattro figli. Ma Carmela e la piccola Annalisa ebbero meno fortuna. La piccola morì dopo una straziante agonia, per le tremende ustioni in tutto il corpo, la mattina dopo; la mamma ha lottato per altri sei giorni ma non ce l’ha fatta.

Nomi citati nel libro Senza Storia di Alfonso Bugea e Elio Di Bella

 

 

Articolo da L’Unità del 12 Agosto 1976 
AUTO MINATA SCOPPIA: BIMBA BRUCIATA VIVA
Orribili conseguenze di un attentato al tritolo in un paese dell’Agrigentino
L’esplosione violentissima ha fatto propagare l’incendio alle case vicine – In una di esse è stata sorpresa a letto Annalisa Angotfi, di 4 anni – Ustioni di terzo grado
Una disperata corsa all’ospedale di Caltanisselta e quindi al reparto di rianimazione del nosocomio di Palermo – Spirata all’alba – Altre dieci persone ferite.

PALERMO 11. Raggiunta dalle fiamme causate da un criminoso attentato dinamitardo, una bimba di 4 anni, che stava trascorrendo un breve periodo di vacanze con la famiglia nel centro agrigentino di Siculiana, a due passi dal mare, è morta dopo una straziante agonia, per le tremende ustioni in tutto il corpo.
La piccola, Annalisa Angotti, stava dormendo l’altra notte in una delle due stanzette di cui si compone la minuscola casa che il padre Ugo, un modesto impiegato comunale, 46 anni, aveva preso in affitto pe la “villeggiatura” nella centralissima via Marconi, quando una fortissima esplosione ha fatto tremare tutte le finestre.
Una carica di tritolo ad alto potenziale deposta sotto una «Ford 2000» parcheggiata proprio dirimpetto a casa Angotti, di proprietà dell’operaio 45enne Francesco Frenda (un emigrato tornato solo da due giorni a casa dalla Germania), era scoppiata distruggendo l’auto, danneggiandone un’altra e appiccando il fuoco tutto intorno.
L’esplosione è stata violentissima: l’altra auto danneggiata  addirittura è stata trascinata dallo spostamento di aria per una ventina di metri, per poi sfasciarsi contro un muro. Dai balconi delle case che danno sulla strada si sono affacciate decine di persone. Traa esse quasi tutti i componenti della famiglia Angotti, il padre, Ugo, la madre Carmela Milazzo, di 38 anni i piccoli Raffaella 13 anni, Francesca 16 anni, Renato 9 anni. Solo la piccola Annalisa, profondamente addormentata, e rimasta nel lettino che divideva con le due sorelline.
Intanto, la benzina che era sprizzata dai serbatoi delle due auto, infiammata, ha trovato esca nel legno del piccolo portoncino della casa che ospitava la famiglia Angotti, innalzando nel volgere di pochi secondi una vera e propria cortina di fuoco davanti all’uscita di questa casa e di quella adiacente, abitata da Mario Bruno di 37 anni, dalla moglie Virgilia Pantano, di 38 anni e dalla loro nipotina, Giuseppina La Novara, di 11 anni.
Mentre questi ultimi si salvavano attraversando in preda al terrore la barriera di fiamme, e riportando qualche lieve ustione, gli Angotti sono tornati dentro per cercare di portare con sé le proprie cose e la bimba. Ma l’incendio, presumibilmente per effetto del vento, si era esteso anche dentro casa e aveva avvolto il letto di Annalisa.
Da questo momento gli avvenimenti hanno preso una piega convulsa e drammaticissima: c’è voluto qualche minuto prima di riuscire a spegnere le fiamme. E poi, ancora tempo prezioso per trovare il coraggio di oltrepassare il fuoco che si era fatto più alto. Quando, finalmente, il gruppo di famigliari è venuto fuori da questo scenario d’incubo, il corpo della piccola, tra i brandelli del pigiama bruciato, non era più che una orribile piaga. Alla fine, si è trovato un medico che ha dato alla bimba qualche dose di calmante contro il dolore.
Due ore dopo, non essendoci nelle vicinanze nemmeno un pronto soccorso — ed è questa, certamente, un’altra delle cause del tragico sbocco dell’episodio — Annalisa è stata trasportata in macchina nell’ospedale di Caltanissetta. Ma all’alba anche i sassi nisseni hanno dichiato forfait. Una nuova, convulsa corsa in autoambulanza alla volta di Palermo e ieri, a tarda ora, al reparto rianimazione dell’Ospedale Civico; ma la bambina, che aveva il corpo ricoperto da ustioni di primo, secondo e terzo grado, è spirata.
Altre dieci persone coinvolte nell’incendio sono state giudicate guaribili in pochi giorni. Nessuna di esse, con ogni probabilità, non aveva nulla a che vedere con l’obiettivo dell’attentato. E’ questo un punto fermo delle indagini condotte dai carabinieri.
L’operaio era tornato per un breve periodo di ferie tre anni addietro a Siculiana. Tutto il resto della sua vita, da sedici anni a questa parte, l’ha passata fuori dai confini d’Italia, per cui è risultato assai difficile per gli inquirenti trovare, nei suoi pochissimi legami col paese di origine, una qualche matrice del criminoso attentato.
v. va.

 

 

 

Articolo da La Stampa del 12 Agosto 1976
Agrigento: bimba muore ustionata nell’attentato all’auto di un operaio
Altre dieci persone rimaste ferite – La vittima aveva 4 anni – La deflagrazione ha incendiato la casa dove la famiglia si trovava in vacanza.

PALERMO, 11 agosto.
E’ morta nel centro rianimazione dell’ospedale civile di Palermo la bambina Annalisa Angotti, di quattro anni. Aveva riportato gravissime ustioni, di secondo e di terzo grado diffuse nel settanta per cento del corpo, nell’incendio sprigionatosi in un edificio a due piani dopo l’esplosione che ha distrutto con una carica di tritolo e di dinamite, a Siculiana, l’auto di un emigrato, Francesco Frenda.
La bambina stava trascorrendo alcuni giorni in casa di parenti a Siculiana. Nell’incendio sono rimaste ferite altre dieci persone. annalisa Angotti, appena estratta dalle fiamme dai carabinieri e da alcuni congiunti, era stata condotta d’urgenza all’ospedale di Palermo. Dopo una sosta nel centro ustionati a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni, era stata trasfeita nel centro rianimazione dove però è morta.
I carabinieri del nucleo investigativo di Agrigento hanno interrogato durante la notte, nella caserma di Siculiana, Francesco Frenda ed alcuni familiari della piccola morta, che, dopo una medicazione nell’ospedale “San Giovanni di Dio”, nel capoluogo, hanno potuto collaborare alle indagini.
Francesco Frenda che ha 45 anni, ha detto di essere emigrato 16 anni fa in Germania per motivi di lavoro. L’uomo ha aggiunto che, durante questo lungo periodo, è venuto solo saltuariamente a Siculiana, e che l’ultima visita ai familiani in Sicilia, durata poco più di una settimana, risale a tre anni fa.
I familiari di Annalisa Angotti, che risiedono a Caltanissetta, hanno detto ai carabinieri di avere preso in affitto, per la stagione estiva, la casetta di Siculiana, una piccola abitazione di due vani, uno al piano terreno, l’altro al primo, e di non conoscere nessuno nell’Agrigentino.
Secondo gli investigatori, chi ha collocato la carica di esplosivo sotto l’automobile dell’emigrato, intendeva soltanto danneggiare gravemente la vettura. Ma la grossa quantità di splosivo ha provocato, oltre l’incendio del serbatoio di carburante della vettura, un violento spostamento d’aria, che ha trascinato le fiamme venso l’abitazione degli Angotti, infrangendone anche i vetri delle finestre.
Le persone che si trovavano in casa, impaurite dalla deflagrazione e dal fuoco, hanno cercato di mettersi in salvo attraversando una vasta chiazza di combustibile infiammato, che si trovava proprio davanti alla porta.
Pigiami ed indumenti intimi hanno protetto dalle ustioni la maggior parte dei componenti della mamiglia Angotti, mentre la piccola Annalisa, che dormiva seminuda, nell’uscire all’esterno è stata investita, senza protezione, dai vapori incandescenti.

 

 

 

Articolo da La Stampa del 17 Agosto 1976
Morta anche la madre della bambina uccisa

Palermo, 16 agosto.
Maria Milazzo Angotti, di 38 anni, la donna rimasta ustionata nell’attentato di Siculiana (Agrigento) e nel quale ha perduto la vita la figlioletta Annalisa Angotti, di 4 anni, è deceduta al Centro ustionati di Palermo. Inutili sono risultati i tentativi dei sanitari per salvare la vita alla donna, le cui condizioni venivano giudicate disperate già da alcuni giorni.

 

 

Dal libro: Dead Silent  Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018 di Robin Pickering Iazzi University of Wisconsin-Milwaukee, rpi2@uwm.edu      –     !N.B. la foto qui pubblicata non appartiene a Carmela Milazzo (stopviolenzadonne.wordpress.com )

 

 

 

 

 

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