10 Aprile 1987 Cittanova (RC) Ucciso Rosario Iozia, Comandante Squadriglia Carabinieri, in uno scontro a fuoco con dei malviventi.
Rosario Iozia, Comandante Squadriglia Carabinieri, viene ucciso in uno scontro a fuoco con dei malviventi, il 10 aprile 1987 a Cittanova (RC).
” … in data 10 aprile 1987, alle ore 19.00 circa, in agro del comune di Cittanova, sulla strada provinciale che unisce quest’ultimo centro abitato a quello di Polistena, in località Petrara veniva rinvenuto il cadavere del vice brigadiere Rosario Iozia attinto da colpi di fucile caricato a pallettoni. Dalla ricostruzione dei fatti, si poteva poi stabilire che il vice brigadiere, poco prima, trovandosi libero dal servizio alla guida della propria autovettura, con direzione di marcia Cittanova Polistena, all’uscita di una curva, proseguendo con un lungo rettilineo, notava alcuni individui attraversare un oliveto armati di fucili a canne mozze. Il Vice brigadiere Rosario Iozia, buon conoscitore di luoghi e persone della giurisdizione, intuendo l’anomalia che si presentava ai suoi occhi, fermava la propria macchina lasciandola in moto e, benché solo, prontamente, impugnando la propria pistola d’ordinanza, si poneva all’inseguimento dei malviventi intimando l’alt e qualificandosi. Quest’ultimi anziché ottemperare, altrettanto repentinamente, alzavano le canne dei fucili ad altezza uomo ed esplodevano, all’indirizzo del sottufficiale, due colpi di lupara lasciando al militare soltanto la possibilità di esplodere, contemporaneamente, un solo colpo con l’arma che impugnava. Però, la disparità esistente tra le parti era fatale al Vice Brigadiere che, attinto da numerosi pallettoni, cadeva esanime al suolo. Poco dopo il corpo del sottufficiale veniva rinvenuto da un automobilista di passaggio che lo trasportava presso l’Ospedale civile di Polistena, ove giungeva cadavere”. (ancispettoratosicilia.it)
A Lui dedicato un paragrafo del libro Dimenticati di Danilo Chirico e Alessio Magro
Cap. IX “Il senso della divisa”
Pag. 213
“Angela Mittica è libera!”: Il 10 aprile 1987 la notizia a Oppido Mamertina, un piccolo centro della provincia di Reggio Calabria, si diffonde in un battito di ciglia. Sono stati gli specialisti dei carabinieri a fare il blitz in Aspromonte che la stavano trasferendo da un rifugio a un altro. Un conflitto a fuoco chirurgico ed Angela riconquista la sua vita.
[…]
C’è anche un giovante carabiniere nello squadrone che riporta a casa Angela Mittica. E’ il brigadiere Rosario Iozia, ha venticinque anni, comanda la squadriglia di Cittanova, specializzata nelle ricerche in Aspromonte. E’ fiero di quello che ha fatto. In fondo è il senso più profondo del suo lavoro.
[…]
Sono quasi le sette di sera e Rosario ha finalmente finito. Parte da Cittanova e va verso Cinquefrondi, a pochi chilometri da lì. E’ alla guida della sua Fiat Regata bianca e pensa che finalmente può stare un po’ insieme alla sua ragazza, riposare, divertirsi. E’ un ragazzo Rosario.
La sua Regata esce dal paese, supera il bivio Barco, percorre ancora quasi un chilometro, poi all’altezza del ristorante La Petrara gira a destra: E’ di lì a pochi metri che succede qualcosa. Attraverso la strada degli uomini e cercano di nascondersi nell’uliveto che c’è dall’altro lato. Hanno un atteggiamento strano. Movimenti furtivi che non passano inosservati all’occhio esperto di un carabiniere abituato a cercare latitanti e sequestrati in mezzo all’Aspromonte.
[…]
Riceve dal Capo dello Stato la medaglia d’argento al valor militare alla memoria:
“Comandante di squadriglia operante in zona a elevato indice di criminalità organizzata, pur essendo consapevole dei gravi rischi cui si esponeva, solo e a diporto, affrontava con altissimo senso del dovere e cosciente sprezzo del pericolo un latitante che, armata di fucile a canne mozze, si accompagnava ad altri malviventi. Fatto segno a violenta azione di fuoco, benché mortalmente ferito, reagiva con l’arma in dotazione, in difesa dello Stato e delle Istituzioni. Fulgido esempio di attaccamento al dovere, spinto fino all’estremo sacrificio”
L’11 aprile l’Italia si sveglia e scopre che hanno ucciso Rosario Iozia. E che il grande scrittore Primo Levi s’è suicidato.
Articolo da L’Unità del 11 Aprile 1987
Agguato mafioso, ucciso in Calabria sottufficiale dei CC
di Aldo Varano
Nei pressi di Cittanova, in provincia di Reggio.
La vittima è il brigadiere Rosario Iozia, di 25 anni – Assassinato da un commando – Ha tentato di difendersi – cercava i latitanti.
CITTANOVA (RC) – Un brigadiere dei carabinieri, Rosario Iozia, 25 anni è stato ammazzato nella tarda serata di ieri a colpi di pistola, in provincia di Reggio. Il sottoffucciale, originario di Catania a bordo della sua macchina, stava percorrendo la strada che da Cittanova conduce a Polistena, due grossi centri che sorgono nel cuore della Piana di Gioia Tauro. Il commando che lo ha colpito era formato da diverse persone come dimostra il fatto che è stato colpito da numerosi proiettili. La dinamica dell’agguato non è ancora stata ricostruita con precisione. Di certo Iozia ha tentato di difendersi ed è riuscito, prima di essere ucciso, ad estrarre la pistola di ordinanza con cui ha sparato un solo colpo.
Era in borghese. Prestava servizio presso la stazione dei carabinieri di Cittanova solo dallo scorso giugno ed aveva un incarico di grande delicatezza. Suo compito era quello di dirigere una squadriglia di carabinieri impegnata nella caccia ai numerosissimi latitanti che utilizzano i contrafforti aspromontani per nascondersi, restando però in zona da dove continuano a dirigere le loro attività criminose. Un lavoro di pazienza certosina perché la cattura dei latitanti è affidata ad un complesso lavoro che implica appostamenti, contatti con informatori, penetrazione in ambineti più svariati e pericolosi. Ed è questa l’attività complementare alle batture in Aspromonte alla ricerca mirata dei nascondigli o delle prigioni dell’anonima sequestri.
Nulla è trapelato sui motivi alla base dell’omicidio. Nè si sa dove il militare fosse diretto. Le strade in quella zona formano una fitta ragnatela. La direzione della macchina potrebbe non significare nulla. Forse il sottuffuciale stava lavorando ad una grossa pista ed aveva visto o capito tanto da essere diventato pericoloso per qualche grosso personaggio mafioso. Ma si tratta solo di ipotesi non avallate da alcun riscontro significativo.
Rosario Iozia è il secondo sottufficiale dell’arma dei carabinieri ucciso in Calabria in un agguato in poco più di due anni. Il 6 febbraio ’85 fu assassinato il brigadiere Carmine Tripodi.
Proprio ieri è arrivato ad Oppido Mamertina, ad un tiro di schippo dal punto in cui è stato ucciso l’agente, il comandante dell’arma dei carabinieri Gen. Roberto Jucci. I carabinieri di tutta la zona erano in festa per l’operazione che aveva portato alla liberazione della studentessa Angela Mittica, strappata ai banditi dopo un conflitto a fuoco nella notte di giovedi. Il generale Jucci era volato fin quaggiù per congratularsi personalmente per il successo ottenuto dall’Arma. Era da poco decollato l’aereo del generale, quando è arrivata la notizia dell’assassinio di Iozia che ha improvvisamente trasformato in dramma e tensione nervosa la soddisfazione per l’operazione Mittica.
Nota da ancispettoratosicilia.it
Rosario Iozia , nato a Catania il 19 agosto 1962, deceduto a Cittanova (RC), frazione Petrrara il 10 aprile 1987. A soli 18 anni entra a far parte dell’Arma dei Carabinieri, correva l’anno 1980 ove, presso la scuola allievi Carabinieri di Chieti, ha frequentato il corso di Allievo Carabiniere Ausiliario al termine del quale è stato destinato a prestare servizio dal 1981 al 1983 presso la Stazione Carabinieri di Roma Salaria. Dal 1983 al 1985 ha frequentato il 36° corso Allievi Sottufficiali Arma dei Carabinieri a Velletri e successivamente a Firenze, con destinazione al Nucleo Operativo di Reggio Calabria e per un brevissimo periodo periodo Comandante interinale della Stazione Carabinieri di San Giorgio Morgeto (RC). Ha partecipato a un corso di specializzazione per Comandanti di Squadriglie al termine del quale è stato assegnato presso il reparto dell’Arma di Cittanova quale Comandante della Squadriglia Carabinieri Calabria (cosidetti cacciatori d’Apromonte). Medaglia d’Argento al Valore Militare, concessa dal Presidente della Repubblica, sottoscritta dall’allora Ministro della Difesa, On.Valerio ZANONI
” … in data 10 aprile 1987, alle ore 19.00 circa, in agro del comune di Cittanova, sulla strada provinciale che unisce quest’ultimo centro abitato a quello di Polistena, in località Petrara veniva rinvenuto il cadavere del vice brigadiere Rosario Iozia attinto da colpi di fucile caricato a pallettoni. Dalla ricostruzione dei fatti, si poteva poi stabilire che il vice brigadiere, poco prima, trovandosi libero dal servizio alla guida della propria autovettura, con direzione di marcia Cittanova Polistena, all’uscita di una curva, proseguendo con un lungo rettilineo, notava alcuni individui attraversare un oliveto armati di fucili a canne mozze. Il Vice brigadiere Iozia, buon conoscitore di luoghi e persone della giurisdizione, intuendo l’anomalia che si presentava ai suoi occhi, fermava la propria macchina lasciandola in moto e, benché solo, prontamente, impugnando la propria pistola d’ordinanza, si poneva all’inseguimento dei malviventi intimando l’alt e qualificandosi. Quest’ultimi anziché ottemperare, altrettanto repentinamente, alzavano le canne dei fucili ad altezza uomo ed esplodevano, all’indirizzo del sottufficiale, due colpi di lupara lasciando al militare soltanto la possibilità di esplodere, contemporaneamente, un solo colpo con l’arma che impugnava. Però, la disparità esistente tra le parti era fatale al Vice Brigadiere che, attinto da numerosi pallettoni, cadeva esanime al suolo. Poco dopo il corpo del sottufficiale veniva rinvenuto da un automobilista di passaggio che lo trasportava presso l’Ospedale civile di Polistena, ove giungeva cadavere”.
Calabria Nera delitti irrisolti | Il Delitto di Rosario Iozzia
TeleMiaLaTv
Pubblicato il 9 maggio 2017
Il toccante discorso del colonnello dei carabinieri: “Ragazzi, questa è la ‘ndrangheta”
Sostenitori Delle Forze Dell’Ordine – 12 apr 2017
Rivolgendosi ai ragazzi della Piana di Gioia Tauro e ai loro insegnanti presenti alla commemorazione del Brigadiere Rosario Iozia, ucciso 30 anni fa dalla ‘ndrangheta a Cittanova, il colonnello Giancarlo Scafuri, comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, ha detto: “Ragazzi, questi sono gli effetti della ‘ndrangheta: c’è una mamma che dopo trent’anni ancora piange suo figlio. Insegnanti, spiegate bene ai ragazzi che cosa sia la ‘ndrangheta e non abbiate paura di usare questa parola. Ditela. Non l’ha detta nessuno oggi in chiesa. C’è solo una strada, non ce ne sono altre. Spiegatelo bene ai ragazzi in modo che lo possano spiegare ai loro genitori”. E ha aggiunto: “La Calabria merita di più”.
One Comment
Madonia Mario Pio
Carissimo Commiitone Rosario adesso non fai più parte di questo mondo crudele, assassino vigliacco ed esecrabile ma vivi in una dimensione celestiale colma di Angeli dove nesunno mai più piuo’ farti male.
Ti voglio immensamente bene e prego. Un Collega del tuo stesso corso Vicebrigadierte Carabinieri Madonia Mario Pio in Congedo; con immensa deferenza e rispetto ti voglio molto bene in una immensità indelebileM/mp.