10 Giugno 2000 Acerra (NA). Ucciso Hamdi Lala per un posto di lavoro precario da tre connazionali albanesi.

Hamdi Lala, bracciante albanese in Italia con un regolare permesso di soggiorno, perde la vita ucciso a coltellate da alcuni suoi connazionali. I fatti si sono svolti ad Acerra, città nel cui circondario si concentra un alto numero di immigrati clandestini alla ricerca di lavoro. Roberto e Kastriot Hoxa avevano imposto a Lala di lasciare al fratello più piccolo, Fidajet Hoxa, il suo lavoro nei campi di tabacco. A questa prepotenza Hamdi risponde però con un secco rifiuto, gesto di coraggio che purtroppo gli costerà la vita. La discussione degenera infatti in violenza e il giovane bracciante viene colpito con forza al petto. Un amico che era con lui riesce fortunatamente a cavarsela con una lieve ferita. Dopo il delitto, i tre assassini trovano rifugio nell’appartamento di alcune amiche romene e proprio qui gli inquirenti li sorprendono e catturano. Il gruppo di fratelli aveva cercato di nascondere sotto i letti le magliette intrise del sangue di Lala. (Fond. Pol.i.s.)

 

 

Articolo del Corriere della Sera del 12 Giugno 2000
Ucciso per un posto da stagionale
di Enzo D’Errico

Napoli, immigrato massacrato a coltellate da tre connazionali. Ucciso per un posto da stagionale.

NAPOLI – Tre fratelli albanesi hanno ucciso un connazionale al termine di una lite per un posto di lavoro. Gli avevano chiesto di lasciare ad uno di loro il suo impiego stagionale nella raccolta del tabacco. Hamdi Lala, però, ha rifiutato ed è stato ammazzato a coltellate. Il fatto è avvenuto ad Acerra, nell’ hinterland vesuviano, una delle zone dove si concentra un alto numero di immigrati clandestini a caccia di lavoro nelle campagne. Gli investigatori sono riusciti a ricostruire in breve tempo la dinamica dell’ accaduto e, grazie alle testimonianze raccolte, hanno rapidamente individuato ed arrestato gli assassini.

Si tratta di Fidajet Hoxa, 23 anni, e dei suoi fratelli Roberto e Kastriot, di 24 e 27 anni, provenienti dalle città di Diber e Peshkopi. Dopo il delitto, s’ erano nascosti nell’ appartamento di tre amiche romene, dove gli inquirenti li hanno sorpresi e catturati. Gli albanesi erano a torso nudo: sotto il letto avevano nascosto le t-shirt inzuppate di sangue. Hamdi Lala era in Italia con un regolare permesso di soggiorno e sbarcava il lunario con lavori saltuari. Adesso guadagnava qualche quattrino con la raccolta del tabacco: un impiego stagionale, nulla di più, ma l’ uomo non aveva alcuna intenzione di mollarlo. Per questo ha resistito alle minacce e agli insulti dei tre albanesi, che volevano a tutti i costi quel lavoro per Fidajet, il più giovane dei fratelli. La discussione è presto degenerata e per Hamdi Lala non c’ è stato scampo. L’ uomo è stato colpito con violenza al petto ed è morto poco dopo. Un amico che era con lui, fortunatamente, se l’ è cavata con una ferita lieve.

 

 

 

Articolo di La Repubblica del 14 Giugno 2000
Acerra: caccia ai clandestini della mafia albanese

CLANDESTINI, in Italia in cerca di lavoro ma senza storia e senza documenti. Un mondo a sé nel cuore di tre centri della provincia di Napoli e ancora tutto da scoprire dove, secondo gli investigatori, è altissimo il rischio di infiltrazioni della potentissima mafia albanese. Ieri duecentotrenta uomini tra polizia e carabinieri sono piombati nei loro quartieri, negli appartamenti dove vivono in dieci in una stanza persone arrivate in Italia già perdenti lungo le rotte fuorilegge che tagliano l’Adriatico senza chance di un lavoro regolare e di un permesso di soggiorno. Il bilancio: centoquaranta albanesi fermati durante il blitz cominciato ieri mattina all’ alba tra Acerra, Afragola e Caivano. Polizia e carabinieri avevano già da tempo attuato un coordinamento dell’ attività di controllo (al lavoro il comando provinciale dei carabinieri e la questura di Napoli) e hanno infine completato il monitoraggio della situazione sulla presenza dei clandestini, allo scopo di contrastare le infiltrazioni della mafia dell’Est. Le forze dell’ ordine hanno agito anche a seguito del notevole allarme sociale provocato in tutta la zona dell’ entroterra napoletano dall’ omicidio di un clandestino albanese. Domenica scorsa Hamdi Lala era stato ucciso a coltellate da un connazionale, aiutato da due complici, che stava cercando di sostituirsi alla vittima per ottenere un posto fisso nella lavorazione dei tabacchi. Disposto a tutto pur di rimanere in Italia. Segnale inquietante, che potrebbe essere soltanto la punta dell’iceberg del racket esercitato dai più forti all’interno delle comunità clandestine più deboli. Ieri dopo il blitz, polizia e carabinieri hanno assicurato ai clandestini assistenza medica, con sanitari, medici ed ambulanze a disposizione di chi ne avesse eventualmente bisogno. Gli albanesi saranno espulsi, con un provvedimento del prefetto di Napoli Giuseppe Romano, dal territorio nazionale e accompagnati nel porto di Brindisi dove si imbarcheranno per tornare nel territorio di origine.

 

 

 

 

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