11 giugno 1990 Partanna (TP). Rosario Sciacca, 37 anni, vittima innocente in un raid contro il vero obiettivo.

Rosario Sciacca, 37 anni, venne ucciso l’11 giugno del 1990 a Partanna. Era in compagnia di Giuseppe Piazza, un camionista con numerosi precedenti penali, che era il vero obiettivo dei killer.

Fonte: vivi.libera.it

 

Fonte: ricerca.repubblica.it 
Articolo del 12 giugno 1990
“TROPPA VIOLENZA DI MAFIA” IL VESCOVO BLOCCA LA PROCESSIONE

TRAPANI Non si ferma la faida mafiosa nel Trapanese un duplice omicidio e due persone ferite fra la folla e il vescovo blocca la processione in segno di lutto e di protesta per la violenza delle cosche. Monsignor Emanuele Catarinicchia, il presule della diocesi di Mazara del Vallo, ha deciso di sospendere la processione del Sacro Cuore prevista per domenica prossima: potrà essere esposto solo il Sacramento nelle chiese parrocchiali. Chiediamo perdono per la violenza ha detto il vescovo che mortifica la prestigiosa tradizione di fede e di cultura della popolazione del Trapanese. Monsignor Catarinicchia ha quindi invitato i fedeli a riunirsi in preghiera, nelle chiese della provincia, contro la piovra. Monsignor Catarinicchia era già stato protagonista di una forte denuncia contro Cosa nostra quando, come vescovo di Cefalù, aveva tuonato per indicare gli intrecci fra mafia, massoneria e politica. Il duplice omicidio è stato messo a segno a Partanna, nella valle del Belice, nella tarda mattinata di ieri. Nel centro della cittadina un commando di killer ha aperto il fuoco contro Giuseppe Piazza, un camionista con numerosi precedenti penali, e Rosario Sciacca. Una missione di morte compiuta fra la folla, così come era avvenuto con altri precedenti omicidi commessi a Partanna, e ai quali le indagini si ricollegano: l’assassinio del boss mafioso Stefano Accardo e quello dell’architetto Antonino Ingoglia, personaggio di spicco del paese. Nella sparatoria di ieri mattina sono rimaste ferite due persone, che si trovavano a passare da corso Vittorio Emanuele al momento dell’agguato: Antonino Gullo, 27 anni, e Vincenzo Trinceri, 39 anni, entrambi poi ricoverati presso l’ospedale di Castelvetrano. Trinceri è stato sottoposto ad un leggero intervento chirurgico per l’estrazione di alcuni pallini che lo hanno colpito ad una spalla. Più delicata l’operazione per l’altro ferito, colpito invece da grossi proiettili, ed operato alla spalla e ad un braccio. Sullo sfondo dell’agguato la pista degli appalti e quella della faida per il controllo del mercato della droga. Giuseppe Piazza era ritenuto il guardaspalle del padrino del paese, assassinato due anni fa. Lo scorso anno, infatti, era stato arrestato (in seguito rimesso in libertà) perché accusato di aver sparato ai due killer che assassinarono Antonino Ingoglia, 36 anni, architetto. Altri due componenti della famiglia Ingoglia, Filippo e Pietro, rispettivamente padre e zio dell’architetto, erano stati assassinati in precedenza. La seconda vittima dell’agguato di ieri mattina è Rosario Sciacca, 37 anni, un personaggio sul quale gli investigatori stanno adesso indagando perché, dai primi accertamenti, non sarebbero emersi legami sospetti. Ad entrare in azione sono stati almeno due killer, armati di fucile: uno caricato a lupara, l’altro probabilmente caricato a pallini. Le auto utilizzate sono state in seguito ritrovate. Due auto abbandonate e incendiate sulla provinciale che collega Partanna a Santa Ninfa: i killer hanno utilizzato una Peugeot 205 e un furgone Citroen che avevano rubato a Mazara del Vallo. Un duplice omicidio che gli investigatori inquadrano nella spietata faida in corso da alcuni anni a Partanna, e in tutta la Valle del Belice, con il recente omicidio del capomafia Stefano Accardo. Partanna, uno dei maggiori paesi del Belice, rappresenta un po’ il cuore dei traffici della zona. Ad oltre vent’ anni dal terremoto del 1968 i paesi della zona stanno ancora attendendo la ricostruzione, non tutti i lavori previsti sono stati completati, e sono ancora in corso di aggiudicazione appalti di opere pubbliche. Proprio alcuni giorni fa, sempre a Partanna, era stata cosparsa di benzina e incendiata la villa del sindaco, il democristiano Vincenzo Culicchia, che è anche deputato all’ assemblea regionale siciliana (presiede la commissione affari sociali). L’ onorevole Culicchia, in un’intervista, aveva denunciato il pericolo di collusioni tra affari e mafia, di intrecci con l’attività politica. u r

 

 

 

Fonte:  ilsole24ore.com
Articolo del 23 maggio 2009
Rostagno fu ucciso dalla mafia, Virga il mandante

Sarebbe stata la mafia trapanese a uccidere il sociologo Mauro Rostagno, fondatore della comunitá Saman di Trapani, la notte del 26 settembre del 1988. A distanza di 21 anni dell’omicidio la Squadra mobile di Trapani, guidata da Giuseppe Linares, ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare. Il gip del Tribunale di Palermo, Maria Pino, ha emesso provvedimenti accogliendo la richiesta dei pm della Dda, Antonio Ingroia e Gaetano Paci. I provvedimenti riguardano il boss mafioso Vincenzo Virga, giá capo del mandamento mafioso di Trapani, attualmente detenuto a Parma, indicato come il mandante, e Vito Mazzara, accusato di essere l’esecutore materiale, detenuto a Biella. I due indagati avrebbero proceduto in concorso con il vecchio capomafia trapanese, Francesco Messina Denaro, padre del boss latitante Matteo Messina Denaro, morto qualche anno fa. Ad aiutare la Squadra mobile trapanese è stato anche il supporto di nuovi accertamenti balistici del Gabinetto regionale di polizia scientifica di Palermo. L’analisi sui tre bossoli trovati sul posto dell’agguato ha accertato che erano stati sparati dalla stessa arma utilizzata all’epoca in altri delitti di mafia nel trapanese. In particolare, è stato riscontrato dagli inquirenti lo stesso modus operandi, compreso l’utilizzo di una Fiat Uno da parte dei killer, in altri tre casi: il duplice omicidio di Giuseppe Piazza e Rosario Sciacca, avvenuto l’11 giugno 1990 nel comune di Partanna; l’omicidio di Antonino Monteleone, commesso in contrada Marausa, nel trapanese, il 7 dicembre 1990. E ancora, l’omicidio dell’agente di custodia Giuseppe Montalto, il 23 dicembre 1995.

Il giornalista-sociologo Mauro Rostagno sarebbe stato ucciso, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, per l’attivitá giornalistica di denuncia che svolgeva presso l’emittente televisiva “RTC Radio Tele Cine” di Trapani.«Muovendo forti ed esplicite accuse nei confronti di esponenti di Cosa Nostra e richiamando in termini di speciale vigore l’attenzione dell’opinione pubblica – affermano gli inquirenti – Rostagno aveva toccato diversi uomini d’onore e generato un risentimento diffuso nell’ambito del contesto criminale in argomento. L’omicidio di Rostagno sarebbe stato quindi deliberato in seno a Cosa Nostra».