11 ottobre 2001 Scalea. Ucciso Salvatore Arcuri, 24 anni, ed il corpo dato alle fiamme. Un bravo ragazzo. La famiglia aspetta verità e giustizia.
Salvatore Arcuri è stato assassinato e bruciato vivo all’età di 24 anni nella notte dell’11 ottobre del 2001 nella spiaggia di Scalea nei pressi del fiume Lao.
Un caso irrisolto, un delitto senza colpevoli, una “cocente sconfitta per investigatori e magistrati”.
Salvatore era un bravo ragazzo. Questo lo sapevano tutti coloro che lo conoscevano. Un bonaccione, sempre pronto a regalarti un sorriso, eppure, nonostante la brutale fine che gli è stata inflitta, nel 2010 il caso è stato archiviato senza un colpevole.
Articolo dell’11 ottobre 2007 da calnews.it
Scalea (Cs): 11 ottobre 2007 , sesto anniversario dell’uccisione di Salvatore Arcuri.
SCALEA: 17/10/2007: Un caso irrisolto, un delitto senza colpevole, l’omicidio del giovane Salvatore Arcuri avvenuto nel 2001 a Scalea che per magistrati ed investigatori rappresenta una cocente sconfitta. L’omicidio di mio fratello è la dimostrazione lampante di quanto sia opinabile il pressapochismo con cui spesso vengono condotte le indagini. Cosa stanno facendo gli investigatori in merito al brutale e crudele omicidio di mio fratello? Ignorato, dimenticato e fatto dimenticare.
Se lo chiede, a distanza di 6 anni, Stefano Arcuri fratello di Salvatore assassinato e bruciato vivo all’età di 24 anni nella notte dell’11 ottobre del 2001 nella spiaggia di Scalea nei pressi del fiume Lao. Non posso non rammaricarmi del fatto – scrive Stefano – che a distanza di sei anni sia stata necessaria una iniziativa personale per ricordare mio fratello e per riportare a galla, seppur momentaneamente, un brutale omicidio irrisolto che sembra non appartenga più a nessuno e invece è una eredità dolorosa e pesante di un intero paese che non può e non deve dimenticare. Stefano, dunque, continua a chiedere giustizia per la morte di Salvatore. L’assassino non solo ha ucciso Salvatore ma ha deciso anche di martoriarlo fino in fondo distruggendone il corpo bruciando l’auto e tutto ciò che era attribuibile alla vittima. Un delitto come questo non può e non deve rimanere impunito.
Articolo del 12 ottobre 2011 da wscalea.blogspot.it
Salvatore Arcuri e la giustizia negata
di Monica De Carlo
Ieri si è svolto l’incontro dibattito “risvegliamo le coscienze” riguardante il brutale assassinio di Salvatore Arcuri, dieci anni fa.
L’evento voluto dal consigliere con delega alla cultura del Comune di Scalea, Fabio Ferrara, e dal fratello della vittima Stefano è stato interessante e toccante. Un grazie per averci “scosso le coscienze” va riconosciuto proprio al consigliere Ferrara che, dopo dieci anni di oblio, finalmente ha fatto in modo di rompere il silenzio che si era creato intorno a questa vicenda.
Salvatore era un bravo ragazzo. Questo lo sapevano tutti coloro che lo conoscevano. Un bonaccione sempre pronto a regalarti un sorriso e a salutare pure “le pietre” come si usa dire da noi. Eppure, nonostante la brutale fine che gli è stata inflitta, nel 2010 il caso è stato archiviato senza un colpevole. Le parole di Stefano, il fratello, sono state dure e pesanti. Con grande dignità questo ragazzo, a cui la vita ha inflitto tanto dolore, ha evidenziato come sia stato lasciato SOLO. Solo dalle forze dell’ordine, solo dai magistrati, orfano dell’intera famiglia e orfano dello Stato e della Giustizia. Nessuna giustizia per Salvatore. Nessun colpevole su cui riversare il proprio dolore- Un dolore che si è portato via anche la mamma, Rosalia.
Parole cariche di verità che hanno fatto tremare i cuori dei presenti.
Non meno pesanti sono state poi le parole di Don Mario Spinicci che ha sottolineato come ci sia un forte distacco fra le Istituzioni e i giovani, anche quelli più buoni. Don Mario ha fatto notare che c’è troppa diffidenza della popolazione nei confronti di chi invece è preposto alla tutela proprio della gente.
Molto interessante anche l’intervento del generale Pezzotti che ha evidenziato come le carenze sociali abbiano origine in primo luogo dalla famiglia e che il fallimento dell’istituzione “famiglia” genera situazioni di disagio e problematiche sociali.
Hanno parlato anche il giornalista Troya autore del libro “mani assassine” i 7 delitti irrisolti dell’alto Tirreno e l’on. Magarò. Il giornalista ha ricordato i particolari più scabrosi dell’omicidio di Salvatore fornendo dettagli sul modo in cui sia stato letteralmente annientato, non semplicemente ucciso.
L’on. Magarò, Presidente della commissione contro la ‘ndrangheta si è ancora una volta dimostrato sensibile e attento alla nostra zona. Il fatto che confermi numerose volte la sua presenza agli inviti dell’amministrazione è un segno positivo dal punto di vista istituzionale.
Legalità e Giustizia sono parole prive di consistenza quando si pensa a Salvatore Arcuri. Un ragazzo di Scalea, semplice e per bene. È solo un caso che si chiami Arcuri e non porti invece un qualsiasi altro cognome, di una qualsiasi altra famiglia di Scalea. Salvatore non era un delinquente, non era un mafioso non era, o almeno non sembrava, “a rischio”. Allora perché è morto? Perché è morto così?
Finché non ci saranno risposte a queste domande Scalea non dovrebbe darsi pace. Mi auguro che quella di ieri sia la prima di tante iniziative volte a fare “rumore” e a spingere a riaprire il caso e a far perdere il sonno a chi si porta sulla coscienza questo ragazzo.
Fonte: lurlodiminerva.it
Articolo del 17 aprile 2019
Skalea solidale: l’impronta sociale in ricordo di Salvatore Arcuri
Skalea Solidale è una realtà associativa che, pur essendo nata da pochi mesi, è già in grado di esprimere idee e progetti di ampio respiro.
L’inaugurazione della sede a Scalea, intitolata a Salvatore Arcuri, è avvenuta pochi giorni fa. Tantissimi i cittadini intervenuti che hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa.
All’incontro, introdotto da Matteo Longo presidente dell’Associazione Skalea Solidale, hanno partecipato anche Angelo Serio, referente del Punto Luce di Scalea, Eleonora Aloise, presidente dell’Associazione Allegramente Insieme e Antonello Troya, giornalista che si è occupato del caso di cronaca nera relativo a Salvatore Arcuri scrivendone, tra l’altro, nel libro “Mani assassine”.
Nel corso degli interventi è emerso un messaggio di speranza, accompagnato dalla voglia di fare rete e di essere inclusivi.
Ne abbiamo parlato con Matteo Longo, presidente dell’Associazione Skalea Solidale.
Com’è nata l’idea di creare questa associazione e quali sono i principi a cui vi ispirate?
Skalea Solidale nasce dalla passione civile degli associati e dalle riflessioni su ciò che ci circonda. Il progetto è nato in modo quasi parallelo a quello dello Skalea Cosenza Fans, gruppo “ultras” presente nuovamente da tre anni allo stadio S.Vito-Marulla di Cosenza.
L’associazione, prendendo spunto da progetti già sviluppati sul territorio calabrese, oltre che nazionale ed internazionale (come, ad esempio, quelli d’inclusione sociale realizzati dall’associazione Terra di Piero di Cosenza non solo a Cosenza ma anche in Italia ed in Africa), ispirerà la propria attività ai principi di solidarietà e di accoglienza.
Skalea solidale è formata – tengo a precisarlo – da volontari lontani da logiche e finalità politiche. La nostra unica finalità politica è l’Umanità. L’idea di fondo è quella di realizzare un’accoglienza senza discriminazioni e con l’intento di non lasciare alcuno indietro.
Sono passati molti anni dalla scomparsa di Salvatore Arcuri. Una pagina tristissima per la comunità di Scalea, un ferita aperta. Intitolare la sede a quest’ultimo aiuterà la comunità a non dimenticare?
Salvatore rappresenta una ferita mai chiusa per varie cause. Riteniamo incredibile che dopo quasi venti anni i familiari, tristemente colpiti dall’evento, non abbiano mai avuto una risposta su un delitto di tale brutalità.
Il nostro contributo sarà quello di preservare la memoria di un ragazzo ucciso in una terra in cui non è solo la mafia ad uccidere. Dimenticare significherebbe commettere un altro delitto. Siamo certi che la giustizia, prima o poi, chiarirà l’accaduto.
Skalea Solidale, pur essendo sorta da pochissimo tempo, ha già alcune proposte all’attivo. Di cosa si tratta?
Pur essendo all’inizio del nostro percorso, abbiamo già avviato una raccolta fondi per l’acquisto di un pulmino attrezzato per la disabilità motoria. Questo progetto ha preso avvio anche grazie alla collaborazione intrapresa con altre realtà associative presenti oltre i confini italiani. Inoltre, puntiamo a realizzare un parco inclusivo, un’area giochi (peraltro già individuata) che sia accessibile a tutti i bambini e, quindi, anche a chi ha difficoltà motorie. Siamo coscienti delle difficoltà che incontreremo, ma confidiamo nel sostegno della comunità.
Tra gli obiettivi dell’associazione c’è anche quello di porsi quale punto di riferimento per coloro che vivono situazioni di disagio socio-economico, realizzando inclusione ed integrazione. Insieme è possibile migliorare le cose?
In un momento storico di grandi trasformazioni non possiamo permetterci di non essere “umani”, non possiamo rimanere in silenzio e non agire. Percorreremo la strada dell’inclusione e dell’accoglienza, per migranti e non. La nostra sede è anche centro raccolta vestiario e cibo da ridistribuire a categorie disagiate. Da ottobre, inoltre dovrebbero partire corsi di lingua italiana e non solo, con l’aiuto di volontari. Accoglienza, per noi, significherà anche lavorare per migliorare la condizione sociale di chi ha deciso di rimanere in questo territorio. Riteniamo importante e fondamentale resistere nel nostro territorio. L’integrazione se fatta bene (si pensi a Riace) rivitalizza i territori.
Quanto è importante “fare rete” con le altre associazioni che operano già sul territorio?
“Fare rete” è imprescindibile per la realizzazione dei vari progetti. Tanti sono i rapporti già intrecciati con le associazioni presenti sul territorio. Dal confronto derivano una migliore individuazione delle problematiche presenti ed una visione d’azione più chiara. Oltre che nel territorio italiano, stiamo interagendo, tramite lo Skalea Cosenza Fans, con associazioni in Spagna ed in Germania. Si tratta di associazioni sportive inclusive e favorevoli all’idea dell’integrazione di migranti e rifugiati. Grazie a questa collaborazione siamo entrati in un circuito chiamato “Il Manifesto ” dello Sport Popolare ed anti Razzista, che prevede scambi, tornei, eventi da realizzare in collaborazione con altre associazioni presenti sia in Italia che all’estero
I cittadini come potranno sostenere le iniziative che l’associazione porterà avanti?
Abbiamo avviato una campagna di tesseramento. La quota è di € 15. Quanto raccolto sarà destinato all’acquisto pulmino attrezzato per chi è affetto da disabilità. In seguito avvieremo una raccolta tramite donazione e 5xmille.
Abbiamo creato una pagina Facebook attraverso la quale forniremo aggiornamenti sugli eventi e sui progetti.
Per chi volesse maggiori informazioni sull’associazione e/o condividere la passione per i colori rossoblu del Cosenza Calcio, potrà recarsi presso la nostra sede, dedicata a Salvatore Arcuri, in Scalea alla Via Martiri XVI marzo, 28.
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