13 Agosto 2005 Sant’Ilario dello Ionio (RC). Scompare Renato Vettrice, operaio presso un’azienda vivaistica.

Foto da: chilhavisto.rai.it

Renato Vettrice, di 40 anni, dipendente presso l’azienda florovivaistica di S.Ilario dello Jonio (RC), scomparve nel nulla il 13 agosto 2005; intorno a mezzogiorno telefonò alla moglie Antonella per avvisarla che da lì a poco avrebbe fatto rientro a casa per il pranzo ma di lui sono rimaste solo alcune gocce di sangue rinvenute nel suo ufficio, all’interno dell’azienda, e sulla sua macchina, ritrovata il giorno seguente alla scomparsa nei pressi della stazione di Locri.
Antonella, la moglie, e i suoi tre figli, Giovanni, Gabriele ed Emanuele, nato dopo la sua scomparsa, stanno ancora aspettando, nel dolore, di conoscere la verità sulla sua scomparsa.

 

 

 

Articolo del 13 Agosto 2006 da ilpaese.info
AD UN ANNO DALLA SCOMPARSA DI RENATO VETTRICE SI FA IL PUNTO SULLA QUESTIONE “SICUREZZA” ED ORDINE PUBBLICO.

Ad un anno dalla scomparsa di Renato Vettrice, il giovane operaio di Bosco Sant’Ippolito misteriosamente  scomparso, il Cids (Comitato Interprovinciale per il Diritto alla Sicurezza) e l’Amministrazione Comunale hanno inteso coinvolgere le cittadinanze del comprensorio locrideo  “non soltanto per ricordare Renato, padre affettuoso, lavoratore integerrimo ma per parlare dell’ordine pubblico e dei 28 omicidi che hanno insanguinato questa nostra terra magno-greca” come ha ricordato Francesco Zappavigna, sindaco di Bovalino, nel porgere il suo saluto e quello dell’Amministrazione comunale. All’incontro erano presenti, tra gli altri: l’onorevole Maria Grazia Laganà moglie del compianto Vice Presidente del consiglio regionale Francesco Fortugno, ucciso barbaramente il giorno delle “primarie” dell’”Unione”, il neo sindaco di Locri Macrì, la criminologa Maria Grazia Santucci dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, autorità civili e militari. Un incontro, quindi, di testimonianza e di impegno civile che non ha però soddisfatto pienamente la signora Antonella moglie di Renato che ha interrotto bruscamente il sindaco di Locri proprio mentre stava ricordando i gravi fatti di sangue che continuano a succedersi nella Locride: “Non abbiamo bisogno di parole. Siamo stanchi di sentire parlare. Voglio sapere che fine ha fatto mio marito. E’ un mio diritto conoscere a che punto sono le indagini. Sono stanca di parole. Cosa debbo dire al mio piccolo Emanuel, a Giovanni, agli anziani suoceri. Dobbiamo terminarla con i discorsi” e così via dicendo con un tono di voce forte e disperato. L’intervento inatteso ha azzittito i presenti, scuotendo le coscienze di ciascuno. A nulla è valso l’intervento di un’altra mamma col vestito nero, come tante donne della nostra terra, la mamma di Massimiliano Carbone il giovane assassinato due anni fa la quale ha cercato di calmarla dicendole parole di conforto. Poi, le forze sono venute meno e la signora Antonella, rincuorata dai parenti si è lasciata andare in un pianto lento e colmo di tristezza.
Tra gli interventi successivi, dobbiamo sottolineare quello del consigliere comunale dell’UDC Tommaso Mittiga il quale ha chiesto che da parte dell’Amministrazione Comunale venga fatta richiesta al governo per il conferimento al Vettrice dello status di vittima del terrorismo e della criminalità. La deputata Maria Grazia Laganà ha, con forza, sostenuto  che il suo impegno sarà totale per fare chiarezza su “questa triste vicenda” alla quale lo Stato deve dare una risposta liberatrice. Il Presidente del Cids Demetrio Costantino ha sostenuto la necessità di coinvolgere il Presidente della Repubblica affinché non solo si faccia chiarezza sui tanti delitti  mai chiariti ma perché si mettano insieme le idee per gettare basi solide, finalizzate alla crescita di una generazione nuova e ricca di valori positivi. “Non è demagogia e non ci interessa la demagogia. Come  cittadini e figli di questa terra ci sentiamo impegnati per costruire su nuove basi di legalità una società sana e quindi più civile e rispettosa dell’uomo”. Il Sindaco Zappavigna nel concludere l’incontro e nel ringraziare  i presenti e gli intervenuti al dibattito ha avuto parole di conforto per la signora Antonella Vettrice, confermandole il totale impegno personale e dell’Amministrazione per coinvolgere sempre più i vari stadi delle istituzioni per venire a capo “di questa triste storia che ha sconvolto in modo indelebile tutta la famiglia Vettrice ma anche l’intera comunità”. “Bovalino, ha concluso Zappavigna è stata severamente segnata da episodi delittuosi e non chiariti. Ci sono stati omicidi crudeli, come quello dei fratelli Cristarella della contrada Pozzo che attende risposte concrete e c’è questa scomparsa misteriosa di Renato Vettrice. Noi ci auguriamo che questo incontro sia servito a tenere alta l’attenzione  per una definitiva risposta e perché fatti inquietanti come questi non abbiano mai a ripetersi”.

 

 

 

Foto da: strill.it

Foto e Articolo del 28 Maggio 2008 da  strill.it
Giovanbattista Vettrice ha perso la sua lotta contro il tempo. Lo Stato quella per la dignità
di Annalisa Costanzo

Giovanbattista Vettrice ha trascorso questi ultimi due anni e mezzo della sua vita, con una speranza nel cuore: Ritrovare suo figlio Renato.

Tre giorni fa però, proprio quel cuore pieno di speranza e dolore non ha retto ed ha smesso di battere, per sempre.

Ieri, presso la chiesa San Nicola di Bari di Bovalino si sono svolti i funerali di questo padre che è morto senza aver avuto prima alcuna notizia del figlio Renato, l’uomo di Bovalino scomparso il 13 agosto 2005.

Renato Vettrice oggi quarantatrenne, era dipendente presso l’azienda florovivaistica di S.Ilario dello Jonio, quando è scomparso misteriosamente nel nulla, proprio là, sul posto di lavoro.

Di lui si sono perse le tracce dopo che, quel sabato 13 agosto 2005 intorno alle ore 12:15, telefonò alla moglie per avvisarla che da lì a poco avrebbe fatto rientro a casa per il pranzo.

Dopo quell’ultima conversazione con la congiunta, Renato, è come inghiottito nel buio.

Di lui sono rimaste soltanto alcune gocce di sangue rinvenute nel suo ufficio all’interno dell’azienda e sulla sua macchina, ritrovata il giorno seguente alla scomparsa nei pressi della stazione di Locri.

Antonella e Renato vivevano nella loro casa, a Bosco S.Ippolito, piccola frazione di Bovalino.

Erano fino a quel 13 agosto una famiglia come ogni altra, con due figli, Giovanni e Gabriele ed un terzo in arrivo, Emanuele, nato dopo la scomparsa del padre, e che oggi anche lui, come i suoi fratelli più grandi, chiede costantemente del suo papà mai conosciuto.

Quanto dolore si leggere negli sguardi della famiglia Vettrice.

Quanto mistero avvolge questa scomparsa.

Tanti infatti sono i punti oscuri di questo caso.

Tante sono le domande che i Vettrice, quotidianamente, nel dolore più grande, si fanno, senza però trovare, almeno sino ad oggi, una risposta.

Dopo quasi tre anni, di silenzio e dolore, sembra però che il tempo delle risposte, forse, stia per giungere: «Le indagini sono incorso – dichiara Giuseppe Serranò, avvocato della famiglia Vettrice – Fino a quando non ci sarà la conclusione delle stesse il fascicolo è secretato, e questa è una cosa normale quando ci sono delle indagini. Lo scorso mese di aprile, abbiamo avuto un incontro con il pubblico ministero, il quale ci ha informato ed rassicurato che le indagini a breve verranno chiuse, anche se, al momento non ci è dato sapere a che punto sono. Abbiamo fiducia negli inquirenti».

Qualcosa, dunque, finalmente sembra si sta muovendo per il verso giusto: «Qualche nuova pista ce l’hanno – dice il legale di Vettrice – anche se non sappiamo che genere di pista sia. Obbiettivamente sono molto fiducioso in quanto vedo, che effettivamente c’è un notevole impegno da parte dei Carabinieri della stazione di Locri che stanno seguendo le indagini del caso di Vettrice e che stanno effettivamente lavorando con grande impegno. Ripeto, ci hanno assicurato che le indagini sono agli sgoccioli e che andranno a concludersi prima dell’inizio dell’estate. Dunque per quella data dovremmo avere qualche notizia in più sulla scomparsa di Renato».

Di questa inspiegabile scomparsa è tornata ad occuparsi lunedì sera anche la nota trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”.

La famiglia Vettrice, come sempre in questi anni, spera ancora nella coscienza di qualcuno, di chi sa qualcosa, che si decida a liberarsi la coscienza dal peso del silenzio ed anche in forma anonima, far sapere qualcosa, anche perché adesso le indagini sembra siano arrivate ad una svolta.

 

 

 

Articolo del 12 Agosto 2010 Fonte: telereggiocalabria.it
Scomparso nel reggino: Costantino, non dimenticare caso

“E’ grave che a 5 anni di distanza dalla scomparsa di un stimato lavoratore di Bovalino, Renato Vettrice, non si sia riusciti a individuare movente, mandante ed esecutori”. A sostenerlo, in una nota, è Demetrio Costantino, presidente del Cids, il Comitato interprovinciale per il diritto alla sicurezza in merito alla scomparsa dell’impiegato dell’azienda florovivaistica Sud Exsotica di Sant’Ilario dello Jonio, in provincia di Reggio Calabria, di cui non si hanno più notizie dal 13 agosto 2005. “Questa scomparsa, considerata anche da altissimi esponenti delle forze dell’ordine pubblico la vicenda criminale più oscura della Locride – ha aggiunto – è avvenuta il 13 agosto del 2005, alle ore 13 circa, quando lo stesso è stato visto per l’ultima volta dai suoi due colleghi di lavoro uno di nazionalità tunisina, tale Nassar Hamadi Ben Arbi, e l’altro packistano di nome Bansal di giovanissima età. Vettrice rispondendo poco prima delle ore 13 alla moglie Antonella Mazzaferro, appariva sereno e assicurandola che sarebbe rientrato a casa appena terminato il proprio lavoro. Recentemente, nell’incontro avuto con il Procuratore di Locri Giuseppe Carbone per manifestare rammarico per l’archiviazione del fascicolo riguardante un feroce omicidio avvenuto nel 1999 nella vicina Benestare ai danni di un imprenditore Antonio Musolino, assicurava che, in presenza di qualunque elemento nuovo, le indagini per quanto riguarda tutti i delitti avvenuti vengono riprese”. “Ma il problema – ha sostenuto Costantino – è che nella Locride, e non solo nella Locride, l’80% dei reati resta ad opera di ignoti e che si pongono con urgenza interventi per coprire gli organici e dare mezzi, strutture, risorse sufficienti per contrastare la criminalità. Sulla scomparsa di Vettrice bisogna scoprire cosa sia avvenuto nelle tre ore successive alla telefonata con la moglie. Questa non può essere una scomparsa avvolta nella fitta coltre del mistero o considerare un fatto tragico di serie B avvenuto pochi mesi prima dell’omicidio eccellente nei confronti del vice presidente del Consiglio regionale Franco Fortugno”. “Per questo, nel quinto anniversario della tragica scomparsa di Vettrice – conclude Costantino – strappato con violenza dal suo posto di lavoro e trascinato per un lungo tratto come accertato dalle gocce di sangue repertate dalle forze dell’ordine, l’appello a non abbandonare questo tragico caso. Ma occorre, in primo luogo un forte impegno dello Stato, ma anche di quanti, nei diversi modi, possono contribuire a risolvere questo caso e rendere giustizia alla famiglia e alla società”. (ANSA).

 

 

Articolo del 18 Gennaio 2011 da  gazzettadelsud.it
Renato Vettrice, lupara bianca senza luce Archiviata l’inchiesta sui fratelli Ilario e Giuseppe Tallariti. Il difensore: «Riabilitate due persone perbene» di Rocco Muscari

Locri. Dopo cinque anni di ricerche, che hanno portato gli inquirenti anche in Olanda, il gip di Locri ha archiviato le indagini sulla misteriosa scomparsa di Renato Vettrice, il 40enne operaio di Bovalino sparito il 13 agosto 2005. Il decreto di archiviazione è stato disposto ieri mattina dal giudice Andrea Amadei, dopo che la Procura della Repubblica nei giorni scorsi aveva depositato la richiesta a firma del procuratore capo Giuseppe Carbone e del sostituto Rosanna Sgueglia. La magistratura inquirente aveva iscritto nel registro degli indagati due fratelli, Ilario e Giuseppe Tallariti, nei confronti dei quali erano stato ipotizzati i reati di omicidio e occultamento di cadavere. Le indagini avevano seguito la pista dei due ardoresi a seguito di alcune intercettazioni telefoniche in cui pareva emergere un collegamento con la scomparsa di Vettrice, che lavorava con l’ex moglie di uno dei due indagati. L’ipotesi era stata legata dagli investigatori alla circostanza che il 40enne il giorno della scomparsa si era recato regolarmente sul posto di lavoro, da dove si sono perse le tracce.
Il giorno dopo la denuncia, presentata la sera stessa dalla moglie, nell’ufficio di Renato Vettrice, a Sant’Ilario dello Jonio, i carabinieri avevano ritrovato un grande disordine: la vetrina di un mobile, che serviva da base di appoggio per il computer usato dall’operaio, era rotta e con tracce di sangue appartenenti al 40enne. Altre tracce di sangue furono trovate all’esterno dell’auto di Vettrice, che gli investigatori rinvennero nei pressi della stazione ferroviaria di Locri. Le ricerche successive, nonostante l’ipotesi di reato per i due fratelli ardoresi, non avevano sortito alcun risultato, tanto che nel dicembre del 2009 la Procura di Locri aveva inoltrato richiesta di archiviazione alla quale i familiari di Vettrice, assistiti dall’avvocato Giuseppe Serranò, si erano opposti.
Il gip Andrea Amadei disponeva un’integrazione di indagini che hanno varcato anche i confini nazionali, approdando in Olanda dove, nel settembre 2005, esattamente a Huizen, era stato rinvenuto un cadavere. Su quei resti la Procura inoltrava richiesta di rogatoria internazionale ai fini della comparazione tra il profilo di Vettrice e quello del cadavere, che ha avuto esito negativo. E nessun indizio è emerso nel corso delle ulteriori testimonianze, rese davanti alla polizia giudiziaria, da persone ritenute informate sui fatti.
Quindi la Procura, non rilevando alcun riscontro per avvalorare l’ipotesi accusatoria ha chiesto l’archiviazione del procedimento penale. Richiesta che ieri il gip Amedei ha accolto, disponendo l’archiviazione ed ordinando la restituzione degli atti al pubblico ministero, rilevando che allo stato non risulta possibile un ulteriore sviluppo ed approfondimento investigativo, stante la completezza delle indagini che non hanno trascurato alcun elemento prospettabile per la verifica dei sospetti che si sono addensati nei confronti degli indagati.
In merito all’archiviazione l’avvocato Eugenio Minniti, difensore di Ilario e Giuseppe Tallariti, ha dichiarato. «Finalmente si è conclusa la triste vicenda processuale che ha ingiustamente coinvolto i miei assistiti, laboriosi cittadini, assolutamente avulsi, da qualsivoglia torbido contesto funzionale all’asserito evento delittuoso».
Si chiude così la vicenda processuale sulla scomparsa di Renato Vettrice, descritto da tutti come gran lavoratore e persona scrupolosa sul piano pubblico e privato. Inghiottito nel nulla in un caldo giorno d’estate di cinque anni fa.
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Articolo del 18 Gennaio 2011 da  gazzettadelsud.it
Antonella Mazzaferro non getta la spugna: «Chiedo nuove indagini, ho ancora fiducia»
Bovalino. «Non ci fermeremo davanti all’archiviazione, continueremo a cercare la verità su mio marito Renato Vettrice affinché si conosca tutta la verità sulla sua scomparsa». Antonella Mazzaferro, moglie dell’operaio di Bovalino inghiottito nell’agosto di cinque anni fa senza che ad oggi vi sia una traccia da seguire, è una donna forte. Stringe con insistenza il fazzoletto che tiene in mano, che dalla sera del 13 agosto 2005 racchiude, come fosse un silenzioso scrigno di dolore, le lacrime seguite ai dubbi sulla sorte di suo marito, il padre dei suoi tre figli che lo cercano attraverso gli occhi della solitudine di una donna coraggiosa.
«La scomparsa di Renato è archiviata ma non per questo la sua e la nostra storia si conclude con un pezzo di carta – dice la signora Antonella – perché siamo pronti a sostenere la nostra richiesta di giustizia con tutti i mezzi a nostra disposizione, fino a raggiungere la verità».
«Vogliamo avere una risposta», ripete la donna, incoraggiata dai familiari presenti e dall’avvocato Giuseppe Serranò che li assiste fin da quella triste sera d’estate. «Non vogliamo e non possiamo arrenderci – continua – perché se ad oggi i risultati investigativi non hanno portato ad alcuna certezza, fin da subito chiediamo alla magistratura di ripartire da zero e indagare in tutte le direzioni». Antonella Mazzaferro dice di non riuscire a trovare pace per quanto è successo al marito: «Siamo persone che hanno sempre lavorato, non mi spiego come sia potuto succedere. Ma voglio sottolineare che continueremo ad avere fiducia nella giustizia, perché abbiamo percepito, anche attraverso il nostro legale, avvocato Serranò, l’impegno profuso dai magistrati e ci auguriamo che, al più presto, si possa giungere a delle novità investigative».
«Quando abbiamo appreso degli esami del dna di mio marito con quello di un soggetto trovato in Olanda – rileva la moglie di Vettrice – da un lato abbiamo sperato di avere un risultato positivo perché, anche se con dolore, si sarebbe aperto uno spiraglio per comprendere cosa sia avvenuto; però dall’altro lato abbiamo sperato in un risultato negativo, come è stato, perché ci consente di sperare in un ritrovamento di Renato».
«Io e miei figli, tutti i nostri familiari e le tante persone che continuano a sostenerci – sottolinea ancora la signora – abbiamo il diritto di sapere se Renato è vivo. O se così non è, voglio avere una tomba dove portare un fiore e pregare».
L’avvocato Giuseppe Serranò ribadisce la corretta interpretazione dei magistrati alle risultanze delle indagini: «Non ci opponiamo all’archiviazione – sottolinea il legale – perché su quel fronte, ad oggi, è stato approfondito ogni elemento possibile e tutte le circostanze esaminate non sono assolutamente sufficienti per una richiesta di rinvio a giudizio».
C’è un dubbio che circonda la famiglia di Renato Vettrice, ed è quello che richiama alla mente i primi accertamenti effettuati sul luogo di lavoro e sulla macchina: «Forse in quei primi momenti l’indagine non è stata pienamente accurata, forse è stata sottovalutata la probabile scena del misfatto, riteniamo ci sia stato un ritardo che, speriamo, non incida nella ricerca nel tentativo, sempre attuale, di arrivare alla verità».(r.m.)
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Articolo del 7 Agosto 2011 da gazzettadelsud.it
Indagini su Vettrice la Dda ha sentito la signora Antonella
di Rocco Muscari
Locri. Dopo sei anni dalla scomparsa di Renato Vettrice, avvenuta il 13 agosto 2005, la Procura distrettuale antimafia di Reggio si è attivata con le indagini. Nei giorni scorsi il pm Federico Perrone Capano ha sentito la signora Antonella Mazzaferro, moglie dell’allora 40enne operaio, su fatti e circostanze antecedenti e successive la scomparsa del marito. «Sono soddisfatta per la grande sensibilità che ho trovato nel magistrato e confido nel lavoro dell’intera Procura guidata dal dottor Giuseppe Pignatone – ha sottolineato la signora Vettrice – per conoscere la verità su quanto sia successo al mio Renato. Oggi è rinata in me quella speranza che avevo perso in questi anni di dolore e rabbia, nei quali, nonostante la professionalità dimostrata dalla Procura di Locri, tutto era rimasto fermo a quel triste giorno di sei anni fa».
La prima ipotesi formulata dagli inquirenti, si concentrò su un possibile collegamento a una relazione extraconiugale finita male. Relazione che, però, non è mai stata provata, né tantomeno furono mai acclarate circostanze riconducibili a questioni di natura personale, anche in riferimento ad alcuni soggetti indagati e poi scagionati, per cuil’inchiesta si concluse con l’archiviazione. «Siamo fermamente convinti che Renato non si è allontanato volontariamente – dice la signora Mazzaferro – né che dietro alla sua scomparsa si celi una qualsivoglia relazione sentimentale. C’è dell’altro e lo vogliamo conoscere. In questi anni sono stata abbandonata insieme ai miei tre figli, senza alcun sostegno se non dalla vecchia Amministrazione di Bovalino e, per fortuna ancora oggi, da un’azienda privata nella quale ho trovato occupazione».
Nella richiesta di ulteriori indagini promossa alla Dda, formulata nel febbraio scorso dalla famiglia Vettrice attraverso l’avv. Giuseppe Serranò, si chiedeva un intervento per capire le dinamiche della sparizione, che appare riconducibile a un caso di lupara bianca, messo in atto da ambienti riconducibili alla criminalità organizzata. «Con l’indagine che ricomincia da zero – ha rilevato l’avv. Serranò -, siamo convinti che si possa investigare a 360 gradi, con l’opportunità di inserire la sparizione di Vettrice in un contesto più ampio, grazie alle indagini globali che la Dda effettua in più territori. Da qui la nostra fiducia per il futuro». «Confido nella giustizia – ha concluso la signora Mazzaferro – e spero che al più presto si possa giungere alla verità. E nella possibilità, nella malaugurata ipotesi che Renato non sia più vivo, di avere una tomba sulla quale portare un fiore».

 

 

 

Calabria Nera – Delitti irrisolti – Il caso Renato Vettrice
Ital Video90Tube
Pubblicato il 15 mar 2016

 

 

 

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Antonella Mazzaferro: «Ancora oggi non spiego che fine abbia fatto Renato»

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