14 Novembre 2010 Palmi (RC). Ucciso per errore Martino Luverà, operaio di 33 anni, mentre stava rincasando. Era sulla linea di fuoco del vero obiettivo.
Era una tragica sera di autunno, il 13 novembre del 2010, quando Martino Luverà, operaio 33enne originario di San Martino di Taurianova, ma da tempo residente in provincia di Imperia, andò incontro, suo malgrado, all’appuntamento con la morte. Un destino baro e assassino lo attendeva mentre stava rincasando nell’abitazione di alcuni parenti presso i quali stava trascorrendo un periodo di vacanza. Quella stessa sera, secondo l’ipotesi accusatoria, Paolo Chiappalone, stava invece per portare a compimento i suoi propositi punitivi nei confronti dell’avvocato Francesco Nizzari, reo di seguire per la moglie la causa di separazione. Secondo gli inquirenti, Luverà avrebbe trovato la morte poiché si trovava sulla linea di fuoco, a circa 20 metri di distanza dal Nizzari, che era il reale obiettivo dell’agguato consumatosi a Palmi (RC) in via Antonino Fondacaro. Luverà sarebbe morto quindi solo per uno sfortunatissimo caso. (GazzettadelSud.it)
Articolo del 16 novembre 2010 da Mediterraneonline.it
SIAMO TUTTI MARTINO LUVERÀ…
di Luigi Palamara
“L’unica colpa di Martino (se colpa possiamo definirla) è stata essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. 33 anni, una vita di fronte, una famiglia umile e dedita al lavoro distrutta per mano dell’uomo.”
Taurianova (Reggio Calabria) 16 novembre 2010. L’unica colpa di Martino (se colpa possiamo definirla) è stata essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. 33 anni, una vita di fronte, una famiglia umile e dedita al lavoro distrutta per mano dell’uomo.
Al posto di Martino ci sarebbe potuto essere chiunque di noi, un nostro parente, un nostro amico ecco il perché dello striscione ” Siamo tutti Martino Luverà” perché vogliamo gridare il nostro sdegno e la nostra rabbia verso coloro che si sono resi protagonisti di una simile barbarie che ha colpito l’intera comunità Palmese e le famiglie delle due vittime.
Purtroppo la storia non si cambia e nessuno restituirà Martino alla sua famiglia, ma essere vicino ai suoi familiari in questo momento è un dovere di TUTTE le persone che si definiscono civili proprio perché come già detto: SIAMO TUTTI MARTINO LUVERA’.
É per questi motivi che il giorno delle esequie saremo presso la Chiesa di San Martino di Taurianova, in silenzio ma con tanta tristezza rabbia e indignazione dentro. Sentimenti che dovrebbero gridare vendetta, ma che speriamo si tramutino momenti di riflessione e pentimento per gli autori di tale gesto.
Invitiamo anche te ad essere assieme a noi il giorno 17 Novembre alle ore 15 presso la Chiesa di San Martino di Taurianova.
Associazione Città di Palmi ONLUS
Articolo della Gazzetta del Sud del 18.11.2010
L’ultimo saluto a Martino Luverà: grazie per il candore dei tuoi occhi
Sabato una fiaccolata per non dimenticare il giovane ucciso a Palmi
di Domenico Zito
Arrestato il presunto autore dell’omicidio di Martino Luverà
di Carlo Giordano
L’operaio del Comune di Isolabona, ucciso per errore il 13 novembre del 2010 a Palmi
ISOLABONA. I carabinieri della Compagnia di Palmi (Reggio Calabria) hanno arrestato il presunto autore dell’omicidio di Martino Luverà, l’operaio del Comune di Isolabona, ucciso per errore il 13 novembre del 2010 nel città calabrese. Nel corso dell’agguato era stato ferito l’avvocato Francesco Nizzari, che secondo gli inquirenti era l’obiettivo del killer. L’identità nell’arrestato non è stata ancora resa nota. I particolari saranno forniti dal procuratore di Palmi, Giuseppe Creazzo, che insieme al pm Andrea Papalia ha coordinato le indagini. Sin dalle prime indagini, i carabinieri hanno accertato che l’obiettivo dell’agguato era l’avvocato Nizzari, rimasto gravemente ferito. L’assassino, infatti, sparò quattro colpi di fucile caricato a pallettoni, mentre Luverà, incensurato, fu raggiunto da un colpo mentre era intento a rincasare solo perchè si trovava sulla linea di fuoco dei colpi sparati contro Nizzari ed è quindi morto per caso. L’avv. Nizzari si occupava, prevalentemente, di cause civili ma faceva anche il penalista. Il legale era impegnato anche in politica, visto che era il responsabile della sezione di Palmi della Lista Scopelliti Presidente. Le indagini non si sono fermate con l’arresto. Gli investigatori, infatti, vogliono chiarire ulteriori eventuali responsabilità.
Articolo del 5 Maggio 2013 da gazzettadelsud.it
Avvocato ferito, subito il giudizio
di Ivan Pugliese
Paolo Chiappalone, barbiere, 49 anni, dovrà rispondere dell’imboscata al legale Francesco Nizzari. Nell’agguato la tragedia di Martino Luverà colpito a morte dalle fucilate.
È stato disposto il giudizio immediato dinanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Palmi per il barbiere Paolo Chiappalone. Il 49enne originario di Palmi dovrà rispondere del tentato omicidio dell’avvocato Francesco Nizzari, tentativo nel corso del quale provocò la morte del 33enne Martino Luverà, finito tragicamente sulla traiettoria di tiro del fucile impugnato dal Chiappalone. Tra le accuse che la Procura della Repubblica di Palmi muove nei confronti di Paolo Chiappolone, c’è anche il porto e detenzione di arma da fuoco (fucile calibro 12 caricato a pallettoni) in luogo pubblico senza giustificato motivo e le minacce che l’uomo avrebbe rivolto nei confronti di un dentista di Palmi, nel cui studio lavorava la compagna del Chiappalone, che nel frattempo aveva avviato le pratiche di separazione assistita proprio dall’avvocato Nizzari. Compagna che, secondo la ricostruzione d’accusa, avrebbe dovuto essere licenziata dal professionista per evitare conseguenze alla sua persona. Il barbiere finito agli arresti lo scorso 26 ottobre del 2012, dopo lunghe indagini, comparirà in giudizio nel prossimo mese di giugno come stabilito dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palmi, Fulvio Accurso. In aula sarà assistito dagli avvocati di fiducia Guido Contestabile e Girolamo Curti. Era una tragica sera di autunno, il 13 novembre del 2010, quando Martino Luverà, operaio 33enne originario di San Martino di Taurianova, ma da tempo residente in provincia di Imperia, andò incontro, suo malgrado, all’appuntamento con la morte. Un destino baro e assassino lo attendeva mentre stava rincasando nell’abitazione di alcuni parenti presso i quali stava trascorrendo un periodo di vacanza. Quella stessa sera, secondo l’ipotesi accusatoria, Paolo Chiappalone, stava invece per portare a compimento i suoi propositi punitivi nei confronti dell’avvocato Francesco Nizzari, reo di seguire per la moglie la causa di separazione. Secondo gli inquirenti, Luverà avrebbe trovato la morte poiché si trovava sulla linea di fuoco, a circa 20 metri di distanza dal Nizzari, che era il reale obiettivo dell’agguato consumatosi in via Antonino Fondacaro. Luverà sarebbe morto quindi solo per uno sfortunatissimo caso. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi, diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo e seguite dal pubblico ministero Andrea Papalia, sono state svolte dalla Compagnia dei Carabinieri di Palmi, retta dal capitano Maurizio De Angelis. Francesco Nizzari, gravemente ferito, finì ricoverato in prognosi riservata per diverso tempo anche fuori Regione, prima di poter riprendere, seppur con i segni di quel tragico giorno, la sua attività professionale. Per Martino Luverà non ci fu nulla da fare, colpito da due pallettoni, uno dei quali gli perforò la cassa toracica con gravi conseguenze al cuore ed a un polmone, morì in poco tempo per arresto cardiocircolatorio.
Articolo del 24 Giugno 2013 da gazzettadelsud.it
Agguato a un avvocato, operaio morì per errore
E’ iniziato il processo nei confronti di Paolo Chiappalone.
È stato incardinato nella giornata di ieri, dinanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Palmi (Silvia Capone presidente con a latere la togata De Liguori), il procedimento a carico di Paolo Chiappalone. Il 49enne originario di Palmi è chiamato a rispondere del tentato omicidio dell’avvocato Francesco Nizzari, tentativo nel corso del quale cagionò la morte del 33enne Martino Luverà, finito tragicamente sulla traiettoria di tiro del fucile impugnato dal Chiappalone.
Tra le accuse che la Procura della Repubblica di Palmi muove nei confronti di Paolo Chiappolone, c’è anche il porto e detenzione di arma da fuoco (fucile calibro 12 caricato a pallettoni) in luogo pubblico senza giustificato motivo e le minacce che l’uomo avrebbe rivolto nei confronti di un dentista di Palmi, nel cui studio lavorava la compagna del Chiappalone, che nel frattempo aveva avviato le pratiche di separazione assistita proprio dall’avvocato Nizzari. Compagna che, secondo la ricostruzione d’accusa, avrebbe dovuto essere licenziata dal professionista per evitare conseguenze alla sua persona.
È stato incardinato nella giornata di ieri, dinanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Palmi (Silvia Capone presidente con a latere la togata De Liguori), il procedimento a carico di Paolo Chiappalone. Il 49enne originario di Palmi è chiamato a rispondere del tentato omicidio dell’avvocato Francesco Nizzari, tentativo nel corso del quale cagionò la morte del 33enne Martino Luverà, finito tragicamente sulla traiettoria di tiro del fucile impugnato dal Chiappalone. Tra le accuse che la Procura della Repubblica di Palmi muove nei confronti di Paolo Chiappolone, c’è anche il porto e detenzione di arma da fuoco (fucile calibro 12 caricato a pallettoni) in luogo pubblico senza giustificato motivo e le minacce che l’uomo avrebbe rivolto nei confronti di un dentista di Palmi, nel cui studio lavorava la compagna del Chiappalone, che nel frattempo aveva avviato le pratiche di separazione assistita proprio dall’avvocato Nizzari. Compagna che, secondo la ricostruzione d’accusa, avrebbe dovuto essere licenziata dal professionista per evitare conseguenze alla sua persona.
Fonte: reggio.gazzettadelsud.it
Articolo del 12 Gennaio 2016
Chiappalone assolto. Chi ha ucciso Martino Luverà?
Assoluzione. Sono passate da poco le 13,30 quando il presidente della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria dà lettura del dispositivo di sentenza nel processo a carico del barbiere di Palmi, Paolo Chiappatone. È bastata una camera di consiglio di un’ora per sciogliere i dubbi sul fatto di sangue che resta senza un colpevole.
Si è chiuso così il secondo grado del procedimento per l’omicidio di Martino Luverà e il tentato omicidio dell’avvocato palmese Francesco Nizzari. Davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Luccisano (Crucitti a latere), a rispondere delle pesanti accuse Paolo Chiappalone difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Mimmo Curti. Chiappalone, nel luglio del 2014, era stato già assolto in primo grado dalla Corte d’Assise del Tribunale di Palmi che non aveva accolto la richiesta di condanna avanzata dalla locale Procura della Repubblica.
Fonte: newz.it
Articolo del 14 febbraio 2018
La cassazione ha assolto Paolo Chiappalone: non fu lui ad attentare alla vita dell’avvocato Nizzari e a uccidere Martino Luverà
Non è stato Paolo Chiappalone ad attentare alla vita dell’avvocato Francesco Nizzari ed a uccidere Martino Luverà, avvenuto nel 2010 a Palmi. La prima sezione della Corte di Cassazione oggi ha messo fine ad una triste vicenda ci cronaca assolvendo il barbiere palmese Paolo Chiappalone, difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Girolamo Curti, dei gravissimi reati del tentato omicidio commesso ai danni dell’avvocato Nizzari e dell’omicidio (quale evento non voluto) di Martino Luverà.
Dopo la relazione del Dott. Siani, Giudice relatore del Collegio, è intervenuto il Procuratore generale che ha argomentato con veemenza le proprie ragioni per circa 1 ora chiedendo l’annullamento della sentenza assolutoria con rinvio alla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria per una nuova valutazione.
Le medesime conclusioni hanno rappresentato gli avvocati delle Parti Civili intervenuti, Francesco Cardone e Domenico Infantino mentre l’avvocato Guido Contestabile, intervenuto in difesa del Chiappalone, ha richiesto il rigetto di tutti i ricorsi proposti chiedendo, pertanto, che avessero seguito le due sentenze assolutorie già pronunciate dalla Corte di Assise di Palmi e dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria.
Ebbene, la Corte di Cassazione, all’esito di una complessa camera di consiglio ha dato ragione a Chiappalone confermando la sentenza assolutoria.