18 Agosto 2004 Bacoli (NA). Ucciso Fabio Nunneri, 20 anni, per aver cercato di fare da paciere in una lite per futili motivi.
Fabio Nunneri, giovane di 20 anni, è stato ucciso a Bacoli (NA), il 18 agosto del 2004, con una coltellata al petto, per aver tentato di dirimere una rissa scoppiata per motivi di viabilità. L’omicida, identificato subito dai carabinieri, si è presentato negli uffici della questura di Napoli, accompagnato dal padre e dal suo legale, e si è costituito. Ai funzionari della polizia, il ragazzo ha fornito ulteriori dettagli sulla dinamica del litigio, scattato per motivi di viabilità e conclusosi con la morte di Fabio Nunneri.
Durante i funerali, che si sono svolti nella chiesa di Santa Marla degll Angeli a Napoli, il sacerdote ha lanciato un appello ai giovani: “Non andate via da Napoli: nessuno uccida i vostri sogni”.
Fabio è stato definito “guaglione napoletano, scugnizzo della bontà”.
Nel 2005 Ciro Paparcone è condannato in primo grado a 16 anni e sei mesi di reclusione. Nel 2006 la seconda Corte d’Assise D’Appello ha ridotto la condanna a 15 anni di reclusione.
La storia di Fabio Nunneri è raccontata nel libro di Antonella Mascali “Lotta civile”, edito da Chiarelettere nel 2009, e nel testo di Giuliana Covella “Otto centimetri di morte”, pubblicato da Guida nel 2010. Gli studenti della scuola media statale “Salvatore Di Giacomo”, frequentata dallo stesso Fabio, hanno presentato nel settembre 2005 il libro “Morire a vent’anni”. (Fond. Pol.i.s.)
Articolo di La Repubblica del 22 Agosto 2004
Mille per l’ addio a Fabio: ‘Giustizia’
di Conchita Sannino
Lo invocano in mille, per strada, con il nome dell’intima e giocosa amicizia: «Fa-bio-lo-ne, Fa-bio-lo-ne». Seguono la sua bara e alzano i pugni impotenti: «Giu-sti-zia, Giu-sti-zia». Ma lo gridano a uno Stato che non c’è – a parte quei due agenti della polizia municipale, diligenti sull’altare. Ai funerali di Fabio Nunneri – assassinato a venti anni con una coltellata al cuore, mentre difendeva un amico da un coetaneo balordo, martedì scorso, a Bacoli – lo Stato è la bella corona di rose bianche firmata dal sindaco Rosa Iervolino, appena partita per le vacanze; è la visita-lampo dell’assessore Giulia Parente in sacrestia che abbraccia i genitori e lascia la navata prima delle esequie; è un mesto picchetto d’onore nella chiesa gremita di Santa Maria degli Angeli, nel rione popolare del Paradisiello. è, anche: la promessa di un futuro torneo di calcio cittadino da intitolare a Fabio.
Può bastare? No, non basta, scuotono la testa tra i banchi. «Cordoglio formale, per chi ci hanno preso?», sbotta la signora Rita. E Giovanni, un operaio sulla sessantina: «Stanno tutti sulla spiaggia. I nostri ragazzi invece sono tornati per stare vicino al povero Fabio». E Antonio: «Che si aspettano, poi? Che crediamo ai loro programmi, alle chiacchiere?». Le istituzioni non si vedono a raccogliere questa esplosione di dilagante e rabbioso dolore: nella comunità che piange un innocente e nella città dove si muore sotto i venti anni per una pugnalata, o una pallottola o un’altra insensata insidia. è ancora settimana di ferragosto: così niente rappresentante di Provincia, Regione, o Parlamento. Ma solo un sacerdote, padre Federico de Candia – in tutto, tre preti a celebrare e a tener testa alle domande inespresse di un lutto civile – che fa pure il mestiere degli altri. E difatti padre Federico, la faccia contratta in una smorfia di smarrimento perché è lui il primo a sentire la mancanza di Fabio, esorta: «Il dolore non basta, ragazzi. Coraggio, impegnatevi». Oltre la retorica del «bravo ragazzo», colpisce ancora – come a Forcella, come a Pianura – il pungolo di una chiesa concreta e militante. Che va nei vicoli, sta con loro. Padre Federico ammonisce con dolcezza: «Il futuro è nelle vostre mani, sappiatelo. Non accontentavi di stare sulle panchinette del Paradisiello, non vi accontentate dei cori allo stadio. Impegnatevi. Chi nel lavoro, chi nello studio, chi in famiglia. Portate con voi quei valori che Fabio aveva dentro di sé. Scoprite anche voi di esser preziosi agli occhi di quel Gesù che tanto aveva affascinato Fabio, al punto da confidarmi alcuni mesi fa che si era sentito così vicino a Dio e aveva pensato di diventare sacerdote – aggiunge il giovane viceparroco – Io non voglio sentire parlare di vendette, né ascoltare sciocchezze tipo che era meglio se Fabio fosse stato cattivo. Coraggio. Impegnatevi». Fuori una città chiusa per ferie. L’ultimo addio si consuma proprio nella mattina in cui si chiude il cerchio sull’indagine. Ieri, il gip convalida il fermo per l’ assassino di Fabio, il rapinatore ventenne Ciro Paparcone. Intanto il suo presunto complice – un cugino, quindicenne – viene rintracciato a Prato dagli agenti del vicequestore Antonio De Jesu e si conferma del tutto estraneo a quell’aggressione. Notizie che rimbalzano a ridosso di quest’altare. Dove stanno seduti e immobili su quattro sedioline Carmine e Silvana, genitori di Fabio, le mani strette. E Francesco e Giuseppe, i fratelli prostrati. Ci sono più di mille persone. Troppi fiori bianchi. E tre sacerdoti – c’è anche parroco Gaetano Alfarano e il sacerdote di un’altra comunità parrocchiale, don Fabrizio Cristallini – sudano a contenere quel moto di sgomento e condurlo verso una consapevole riflessione: sulla violenza, sul senso della fede. Padre Gaetano introduce con fermezza: «La giustizia dovrà fare il suo corso. Come Fabio aveva dato a Dio ciò che doveva, e agli uomini affetto e simpatia; così la legge degli uomini deve a lui giustizia». Applausi scroscianti. Gli stessi che seguiranno l’omelia di padre Federico. «Costruite il vostro futuro». Poi il corteo nei vicoli è un fiume ondeggiante di centinaia e centinaia di ragazzi, teste rasate, tinte, piercing, tatuaggi, manovali e studenti, canottiere e t-shirt quasi tutte a lutto. «Giu-sti-zia. Giu-sti-zia». Lo grideranno fino alla fine nella città semideserta, cordoglio quasi chiuso per ferie.
Fonte: internapoli.it
Articolo del 13 maggio 2005
SEDICI ANNI ALL’OMICIDA DEL PACIERE, È POLEMICA
Il delitto di Bacoli: la vittima colpita con una coltellata al petto
BACOLI. Uccise con una coltellata al cuore il ragazzo che era intervenuto a metter pace durante una lite. Nove mesi dopo quel delitto che stroncò la vita di Fabio Nunneri, vent’anni appena, e spinse il prefetto di Napoli a vietare la vendita delle armi da taglio, arriva la sentenza di primo grado per l’unico imputato, Ciro Paparcone, coetaneo della vittima, precedenti per rapina. Il giudice Michele Ciambellini lo ha condannato a sedici anni di reclusione, ai quali vanno aggiunti sei mesi per la detenzione del coltello. Il magistrato ha fissato in 80mila euro la somma che dovrà essere versata alla parte civile a titolo di provvisionale, il risarcimento complessivo sarà determinato in un separato giudizio. Il processo è stato celebrato con rito abbreviato. Il pm Alba Zoppoli aveva chiesto trent’anni di reclusione, il massimo previsto dalla legge in casi come questo. Il verdetto è stato emesso intorno alle 17, dopo una camera di consiglio durata poco meno di quattro ore. L’imputato era difeso dall’avvocato Sebastiano Fusco, i familiari della vittima dall’avvocato Pino Pellegrino.
Alla lettura della sentenza la madre di Nunneri ha accusato un malore. I parenti del ragazzo auspicavano una pena più severa e non hanno nascosto la propria delusione per l’esito del processo. Il giudice ha fissato la condanna in sedici anni di reclusione dopo aver concesso a Paparcone, anche alla luce della confessione resa durante le indagini, le attenuanti generiche ritenute equivalenti all’aggravante del motivo futile. Senza la diminuzione di un terzo della pena, che scatta automaticamente in caso di giudizio abbreviato, all’imputato sarebbero stati inflitti ventiquattro anni di reclusione. Il rito non consente alla procura di proporre appello sull’entità della pena. Scuote il capo l’avvocato Pellegrino, difensore di parte civile: «A caldo la pena mi sembra piuttosto contenuta, il fatto era indubbiamente grave e meritava, a mio avviso, una considerazione diversa. Aspettiamo comunque di leggere le motivazioni». Il legale di Paparcone, l’avvocato Fusco, afferma: «Siamo anche noi addolorati per la morte di questo ragazzo e per un evento che si può senz’altro definire tragico. Sul piano processuale però è stata applicata la legge. Il giudizio abbreviato può non piacere, ma costituisce una scelta del legislatore che come tale va rispettata».
Fabio Nunneri fu assassinato la sera del 18 agosto, nella zona della Marina Grande di Bacoli, sotto gli occhi terrorizzati di bagnanti e visitatori che si trovavano nella zona per trascorrere al mare la giornata estiva. Gli animi si infiammarono nei pressi di un ristorante, quando due automobili, una Smart e una Toyota Yaris, si incrociarono lungo una strada stretta senza riuscire a passare. Sulla Yaris viaggiava un amico di Fabio, sulla Smart Paparcone. Il diverbio sfociò in una scazzottata nella quale Nunneri, un giovane senza grilli per la testa, appassionato di calcio, che lavorava come apprendista tipografo per cento euro alla settimana, intervenne nel tentativo di mettere pace. Invece finì con l’avere la peggio: Paparcone tirò fuori un coltello, un solo colpo, inferto «a ventaglio», raggiunse Fabio al petto provocandogli lesioni che neppure il tempestivo ricovero in ospedale furono in grado di curare. Così le vite di due ragazzi della stessa età, residenti più o meno nella stessa zona, nel quartiere San Carlo All’Arena Nunneri, a Materderi Paparcone, si incontrarono nel modo più tragico. L’assassino riuscì a fuggire ma le indagini si indirizzarono immediatamente sulla sua persona. Si costituì due giorni più tardi e ammise le proprie responsabilità. Da quel momento è in cella, la difesa non ha neanche presentato istanza di scarcerazione.
Fonte : cinquantamila.it
da: IL MESSAGGERO 06/01/2006
Nunneri Fabio, di anni 20. Napoletano, moretto, faccia da bambino, espressione seria ma sorriso pronto, un impiego come tipografo, due fratelli più grandi a lavorare al nord, abitava col papà operaio cinquantenne e la mamma casalinga in una casa di 50 metri quadrati nel cortile di un antico palazzo sui gradoni di vico Paradisiello, sotto il tufo della collina di Moiariello, rione d’artisti e povera gente nel centro storico della città.
Nunneri Fabio, di anni 20. Napoletano, moretto, faccia da bambino, espressione seria ma sorriso pronto, un impiego come tipografo, due fratelli più grandi a lavorare al nord, abitava col papà operaio cinquantenne e la mamma casalinga in una casa di 50 metri quadrati nel cortile di un antico palazzo sui gradoni di vico Paradisiello, sotto il tufo della collina di Moiariello, rione d’artisti e povera gente nel centro storico della città. Una passione per il calcio, Napoli squadra del cuore, canticchiava le canzoni di Gigi Finizio e andava regolarmente in chiesa, tanto d’aver pensato pure di farsi prete. Mercoledì scorso volle passare il pomeriggio in spiagga per distendersi al sole e fare il bagno. Al tramonto raccolse asciugamano e ciabatte e s’avviò verso la strada quando vide un Paparcone Ciro, di anni 20, litigare col suo amico Gino. Accorso subito per dividere i due, non s’accorse che quello sventolava un coltello e s’accasciò a terra con un buco nel petto. Intorno alle 19 di mercoledì 18 agosto davanti a un Bar della Marina Grande di Bacoli, litorale della costa flegrea, a Napoli, tutt’intorno decine di passanti, comitive di giovani, famiglie, il fratello del Nunneri, Giuseppe.
Articolo del 18 Agosto 2008 da napoli.blogolandia.it
Fabio Nunneri, ricordo a 4 anni dalla sua barbara uccisione
Fabio era un ragazzo solare, ucciso per futili motivi a Bacoli 4 anni fa.
Era uno dei tanti ragazzi che stava ritornando da una giornata di divertimento e mare.
E’ uno delle tante vittime innocenti che merita di essere ricordato.
Arrivederci Fabio!!
NAPOLI, 18 AGOSTO 2004 – E’ intervenuto per fare da paciere in una lite per motivi di viabilita’, ma tra i due contendenti è rimasto vittima di un gesto di violenza che gli è costato la vita: una coltellata al petto che non gli ha lasciato scampo. È questo lo scenario disegnato dai carabinieri che stanno indagando sull’omicidio di Fabio Nunneri, 20 anni, ucciso questa sera a Bacoli, località balneare del litorale flegreo a Nord di Napoli.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, che stanno cercando di risalire in queste ore agli automobilisti coinvolti nella lite in cui è intervenuto il giovane – entrambi si sono allontanati dopo l’accaduto – Fabio Nunneri era a Marina Grande, nel porticciolo di Bacoli. Per motivi di viabilità, ma le circostanze precise sono in corso di accertamento, due persone hanno cominciato ad insultarsi accanto alle loro vetture ferme nello spiazzo. Il giovane ventenne li avrebbe invitati alla calma, ma nonostante ciò i due hanno continuato a litigare e sono venuti alle mani.
Tra di loro ha cercato di inserirsi il ragazzo rimasto ucciso per dividerli, ma è spuntato un coltello: uno dei due protagonisti della zuffa ha sferrato una coltellata che ha colpito Fabio Nunneri al petto. Non è escluso che il colpo fosse invece diretto al rivale.
Il giovane è stato subito soccorso da alcuni passanti che lo hanno accompagnato all’ospedale di Pozzuoli Santa Maria delle Grazie dove è giunto in condizioni gravissime e dove è morto poco dopo il ricovero. Fabio Nunneri era residente a Napoli, nel popolare rione Sanità, da dove era partito questa sera per la vicina località turistica.
Dopo il delitto è scattata la caccia all’omicida. I carabinieri hanno raccolto le prime testimonianze per acquisire elementi utili alle ricerche. Contemporaneamente sono stati istituiti posti di blocco per tentare di intercettare i due automobilisti ed individuare il responsabile dell’aggressione.
fonte: LaNazione.it