2 Luglio 1962 Bagheria (PA) Ucciso il bracciante agricolo Giacinto Puleo.
2 luglio 1962 a Bagheria (PA): “Giacinto Puleo era bracciante. Come tanti era emigrato in Germania. Con una idea fissa in testa. Risparmiare abbastanza per tornare al paese, comprare un pezzo di terra e mettersi per conto suo. C’era quasi riuscito. Con un amico aveva preso un pezzo di limoneto a mezzadria. Era mancato anni. Non sapeva che in quel limoneto non raccoglieva più il padrone, ma un mafioso. Non glielo dissero subito, ma solo alla vigilia del raccolto. Vattene! Gli consigliarono. Giacinto non ci volle sentire: troppi sacrifici gli era costato quel pezzetto di giardino. Lo aspettarono di primo mattino, mentre andava a lavorarci e gli spararono due colpi di lupara”.
Articolo del 28 Febbraio 2012 da bagherianews.com
Si dicono le ville per civetteria intellettuale…
di Biagio Napoli
Con gli anni Sessanta il carrettiere, espressione soprattutto dell’economia agricola, dovette trasformarsi in autista; la terra coltivata a limoni, nel dopoguerra, aveva intanto avuto un notevole incremento raggiungendo poi i 1507 ettari del 1970 (momento di massima espansione) dai 680 ettari del 1943. La caratteristica principale dei fondi agricoli era tuttavia la loro eccessiva parcellizzazione che scontava Il peccato originale della frammentazione della proprietà baronale dei decenni precedenti.
(1) E, tuttavia, la piccola proprietà, pur nella variabilità delle annate, assicurava un rendimento elevato; il reddito contrapponeva piccoli proprietari e braccianti, democristiani e comunisti, esistenza stentata e senza prospettiva per chi viveva di solo lavoro e possibilità di condurre vita agiata per gli altri.
Bene quel tempo viene descritto in una recente testimonianza di Ferdinando Scianna: “Io sono figlio di quel boom del limone che determinò anche la psicologia e la cultura di Bagheria in quegli anni. Io la chiamavo Lemon City. Vi si viveva una specie di febbre dell’oro e, come in un paese del west, anche da noi c’erano giocatori professionisti, killer professionisti, personaggi di forte carattere. Forse mancavano solo gli sceriffi buoni. Era un tempo di violenti contrasti sociali”.
(2) Il bracciante, con il possesso di un piccolo limoneto, poteva riuscire a fare il salto sociale. E’ in questo contesto che il 2 luglio del 1962 un bracciante verrà ucciso. Ancora Ferdinando Scianna ce ne racconta la storia: “Giacinto Puleo era bracciante. Come tanti era emigrato in Germania. Con una idea fissa in testa. Risparmiare abbastanza per tornare al paese, comprare un pezzo di terra e mettersi per conto suo. C’era quasi riuscito. Con un amico aveva preso un pezzo di limoneto a mezzadria. Era mancato anni. Non sapeva che in quel limoneto non raccoglieva più il padrone, ma un mafioso. Non glielo dissero subito, ma solo alla vigilia del raccolto. Vattene! Gli consigliarono. Giacinto non ci volle sentire: troppi sacrifici gli era costato quel pezzetto di giardino. Lo aspettarono di primo mattino, mentre andava a lavorarci e gli spararono due colpi di lupara”.*
(3) La mafia, anche se non si voleva vedere, dunque c’era; cambierà pelle e continuerà ad esserci. Ma, allora, c’erano i giardini la cui superficie in ettari, finchè l’agrumicoltura fu redditizia, si incrementò. Questa espansione si realizzò però fuori del paese la cui crescita, invece, avvenne a spese dei girati dei nobili che, seguendo “l’esempio della sfrenata speculazione che si verifica nella vicina Palermo”, verranno guardati non più “come una fonte permanente di reddito”, ma come “una occasione per lo sfruttamento a scopo edificatorio”.
4) Furono, a partire dalla metà degli anni cinquanta, gli anni del sacco edilizio e quando, nel febbraio del 1965, fu nominata e si insediò una commissione d’inchiesta, i guasti più grandi e irreparabili erano stati compiuti. Venne accertato come lo stesso Comune, e il suo ufficio tecnico con i suoi dirigenti, fossero in larga misura responsabili dello scempio, di quello che fu un vero e proprio massacro urbanistico.
* Quelli di Bagheria Libro di Ferdinando Scianna
Ed. Fondazione Galleria Gottardo, 2002
In un articolo su L’Unità del 3 Luglio 1962 Giacinto Puleo viene descritto come giovane mafioso. (archiviostorico.unita.it).
Il piombo della lupara gli ha troncato la vita
Anche il cognato della vittima e rimasto ferito nell’imboscata
Giacinto Puleo è sulla lista delle vittime innocenti di mafia dell’ Ass. Libera.
Fonte: vivi.libera.it
Giacinto Puleo era un bracciante agricolo. Emigrato in Germania, aveva continuato a sperare di rientrare al paese. Col tempo, il suo sogno si era trasformato in realtà. Così, dopo aver preso un pezzo di limoneto a mezzadria insieme a un amico a Bagheria, si era rimesso al lavoro. Purtroppo però non sapeva che quel limoneto era in realtà nelle mani di un mafioso. Al momento del raccolto gli fu consigliato di andarsene. Ma Giacinto decise di non abbassare la testa. Fu ucciso il 2 luglio del 1962 con due colpi alla testa mentre di primo mattino si recava nel suo limoneto.
Fonte: gruppolaico.it
Articolo del 2 luglio 2017
Il bracciante che disse no: GIACINTO PULEO
Il 2 luglio 1962 muore ucciso da Cosa Nostra con due colpi di lupara a Bagheria (PA) GIACINTO PULEO bracciante agricolo.
Puleo era un bracciante che come tanti altri suoi paesani era emigrato in Germania. Con una idea fissa in testa: risparmiare abbastanza per tornare al paese, comprare un pezzo di terra e mettersi per conto suo. Col tempo il suo sogno si era trasformato in realtà. Così dopo aver preso un pezzo di limoneto a Bagheria ( nel latifondo dei potenti costruttori Notaro) a mezzadria insieme ad un amico si era rimesso al lavoro.
Però non sapeva che quel limoneto era stato in realtà concesso ad un mafioso. Al momento del raccolto gli fu “consigliato” di consegnarlo ed andarsene. Ma Giacinto decise di non abbassare la testa per la propria dignità pur sapendo cosa rischiasse: troppi sacrifici gli era costato quel pezzetto di giardino. Lo aspettarono di primo mattino mentre andava a lavorarci e gli spararono due colpi di lupara alla testa.
Dell’uccisione di Puleo fu accusato il mafioso Tommaso Scaduto ma non verrà perseguito e il delitto è rimasto impunito. I resti di Puleo riposano nel cimitero di Bagheria.