21 Novembre 1990 Melilli (SR). Resta ucciso Pietro Caruso, 30 anni. Vittima “per caso”

Pietro Caruso, trentenne originario di Augusta, è stato ucciso il 21 novembre del 1990 in contrada Moncino, a due chilometri di distanza da Villasmundo, frazione di Melilli (SR). Viaggiava in sella alla sua motoretta quando un’auto, senza controllo in quanto il guidatore era stato colpito a morte da due sicari, lo ha investito causandone la morte.

 

 

 

Tratto da L’Unità del 22 Novembre 1990

Cinque morti in poche ore tra Caltanissetta e Siracusa. Ferito anche un carabiniere

Cinque morti e tre feriti si vanno ad aggiungere all’elenco sterminato delle esecuzioni mafiose in Sicilia. Stragi che si consumano sotto gli occhi di tutti, sempre di più nei luoghi pubblici, come le piazze dei paesi, e che inevitabilmente finiscono per coinvolgere anche spettatori innocenti.

Ieri, tra Siracusa e Caltanissetta, a distanza di poco tempo tra loro, due agguati mafiosi sono andati ancora a segno, e hanno seguito tecniche ormai note.

A Riesi, un piccolo centro a 40 chilometri da Caltanissetta, Luigi Volpe, 38 anni, Filippo Marino di 37 e Giuseppe Lauria di 40 (questi ultimi due erano pregiudicati), sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco davanti al “Bar della gioventù”, in viale don Bosco, a pochi passi dalla piazza principale del paese.
Marino e Lauria sono stati inseguiti dagli assassini che hanno sparato con fucili a canne mozze e pistole. Secondo le prime testimonianze si tratterebbe di due killer.

Nella sparatoria sono stati coinvolti anche alcuni passanti; tra i feriti figura un carabiniere che, accorso sul posto al rumore dei colpi, ha tentato di inseguire gli assassini che, continuando a sparare, sono fuggiti a bordo di una Fiat Uno verso la periferia del paese. Il militare ha riportato una lieve ferita al braccio.

Due invece i morti in provincia di Siracusa. Vincenzo Gibilisco, 50 anni, di Carlentini e Pietro Caruso, di 30, originario di Augusta, sono stati uccisi ieri pomeriggio in contrada Moncino, a due chilomettri di distanza da Villasmundo, frazione di Melilli, che dista una trentina di chilometri dal capoluogo siciliano. Secondo la versione dei carabinieri, l’agguato era stato teso a Vincenzo Gibilisco, Caruso era completamente estraneo al fatto. Gibilisco viaggiava a bordo di una Fiat Tipo di sua proprietà insieme con Giuseppe Pistritto (rimasto ferito nell’agguato).

Poco fuori il piccolo centro, di Villasmundo, è sopraggiunta un’automobile con due sicari che hanno sparato ripetutamente contro i due. Vincenzo Gibilisco è morto all’istante e l’auto, ormai senza controllo, ha continuato a muoversi per alcune decine di metri, investendo e uccidendo Pietro Caruso che, in sella alla sua motoretta, procedeva in direzione inversa.
Le indagini sono state affidate ai carabinieri.

 

 

 

 

Fonte: archiviolastampa.it
Articolo del 22 novembre 1990
Strage di mafia in Sicilia: 5 morti
di Antonio Ravidà
Due agguati, fra le vittime un passante travolto dall’auto di un boss ammazzato
Ferito un crabiniere che inseguiva gli assassini

PALERMO. Strage di mafia in Sicilia: cinque morti e tre feriti in due agguati avvenuti a Riesi, un paese minerario nell’entroterra di Caltanissetta svuotato dall’emigrazione negli Anni Cinquanta e oggi alle prese con una dilagante criminalità e con un altissimo tasso di speculazione edilizia; e a Villasmundo, poco distante dalla zona industriale di Priolo, una ventina di chilometri da Siracusa.

Due delle vittime erano passanti, che non avevano nulla a che vedere con i regolamenti di conti, ma diventati testimoni scomodi. Carabinieri e polizia sono immediatamente entrati in azione, effettuando posti di blocco, ma degli assassini fuggiti subito dopo gli agguati nessuna traccia. Le prime indagini, come sempre, sono difficili, ostacolate dall’omertà molto diffusa. Le testimonianze sono apparse vaghe e imprecise e anzi molti che hanno assistito alle sparatorie hanno dichiarato di non aver visto nulla o quasi.

A Riesi la prima delle due sparatorie con vittime i pregiudicati Filippo Marino di 37 anni, e Giuseppe Lauria di 40, che sono stati inseguiti dai killer che li hanno sorpresi in viale Don Bosco davanti al bar della Gioventù affollato. I due hanno tentato la fuga, correndo, ma sono stati raggiunti e uccisi dagli assassini armati di fucili e pistole. I killer, per essere certi di avere ammazzato, hanno sparato un colpo in testa alle vittime. Il terzo ucciso è Luigi Volpe, 38 anni, un passante, raggiunto al torace da un proiettile. Soccorso quando era ancora in vita, Volpe è stato trasportato immediatamente nell’ospedale di Mazzarino dove però è giunto cadavere. Al medico di turno non è rimasto che stilare il referto sull’avvenuto decesso. Nello stesso ospedale i carabinieri hanno accompagnato Giuseppe Toscano di 36 anni, loro commilitone, che ha cercato di impedire la fuga degli assassini ma, ferito a un braccio, è stato costretto a desistere, e Pietro Pecoraro di 32 anni, che passava da viale Don Bosco diretto a casa proprio mentre il commando incominciava a sparare un colpo dopo l’altro.

Per gli investigatori non vi sono dubbi: l’agguato rientra nella guerra di mafia che da alcuni anni sta insanguinando il quadrilatero Gela-Niscemi-Mazzarino-Riesi. E’ una lotta all’ultimo sangue per il controllo del traffico degli stupefacenti, del racket delle estorsioni, degli appalti di opere pubbliche nella zona, dei pascoli e della macellazione clandestina di animali rubati.

Quest’anno, nel circondario, sono stati commessi oltre cinquanta delitti. À Villasmundo, vittima designata era il pregiudicato Vincenzo Gibilisco, di cinquant’anni, residente a Carlentini, che è stato sorpreso sulla sua Fiat Tipo insieme con Giuseppe Pistritto, di 38 anni, abitante ad Augusta. Il primo è morto all’istante, l’altro è rimasto ferito. Dopo aver perso il controllo della guida, Gibilisco e Pistritto hanno travolto, uccidendolo, Pietro Caruso, di 30 anni, che in motocicletta percorreva la strada in senso inverso, all’altezza di un incrocio. Anche in questo caso, i killer sono poi fuggiti ben prima che arrivassero carabinieri e polizia.

Gli investigatori sono certi che, come a Riesi, si sia davanti ad una vendetta tra elementi della malavita organizzata che nel Siracusano, qui ai margini con la provincia di Catania, sta diventando sempre più determinata, sempre più spietata. La personalità di Gibilisco è oggetto di attenta analisi da parte degli inquirenti. Una delle prime ipotesi è che l’agguato sia stato deciso per la spartizione dei proventi di un affare illecito, probabilmente di soldi «sporchi» che arrivano dal traffico di stupefacenti.

 

 

 

Fonte: ricerca.repubblica.it
Articolo del 22 novembre 1990
AGGUATO MAFIOSO MUOIONO DUE BOSS E UN PASSANTE
di Umberto Rosso

RIESI. Tre morti, un carabiniere ferito, un altro passante colpito in maniera grave: è il tragico bilancio di un agguato mafioso e di un successivo conflitto a fuoco tra i killer e una pattuglia che li ha intercettati. Tra le vittime anche un passante, un uomo che si è ritrovato del tutto casualmente in mezzo alla sparatoria.

Una serata di sangue a Riesi, un paese a 40 chilometri da Caltanissetta, da tempo al centro di una feroce faida fra le cosche. Le vittime designate dell’agguato, scattato poco dopo le 19.45 davanti al Bar della Gioventù, erano Filippo Marino, 39 anni, e Giuseppe Laurino, 41 anni. Due pregiudicati che facevano parte di uno dei clan che a Riesi sono in guerra per il controllo del territorio. I killer, tre o quattro a bordo di una Fiat Uno scura, hanno aperto il fuoco uccidendo Laurino. Marino ha tentato una disperata fuga durata solo pochi metri.

I carabinieri, richiamati dagli spari, sono giunti proprio nel momento in cui stavano esplodendo il colpo di grazia. Dalla Uno partono subito i primi colpi e cade nella piazza un uomo di 32 anni, Luigi Volpe, vittima innocente della furia omicida. I carabinieri rispondono al fuoco dei banditi con le loro pistole di ordinanza. Un conflitto fra la folla che cerca disperatamente un riparo alla tempesta di pallottole.

I banditi colpiscono al braccio sinistro il carabiniere Pietro Pecoraro, 32 anni, una ferita per fortuna non grave. Ma anche uno dei componenti del commando potrebbe essere rimasto ferito, l’auto infatti è stata ripetutamente centrata dai colpi esplosi dalla pattuglia. E intanto stramazza al suolo, fra i tavolini del bar, una quarta persona: Giuseppe Toscano, 36 anni, anche lui coinvolto del tutto casualmente nella sparatoria. Le sue condizioni sono piuttosto gravi. Alla fine i banditi riescono a sganciarsi, imboccando le stradine del centro, mentre il carabiniere rimasto illeso lancia via radio l’allarme.

Poco prima a Siracusa, lungo la provinciale che collega Augusta a Villasmundo, altre due vittime. Obiettivo dell’agguato, scattato poco dopo le 18, un pregiudicato di 50 anni, Vincenzo Gibilisco. Raggiunto da numerosi colpi di pistola e fucile caricato a pallettoni, Gibilisco ha perso il controllo della sua Tipo ed ha investito in pieno Pietro Caruso di 30 anni, che stava transitando lungo la provinciale. Nell’ agguato è rimasto ferito leggermente anche un uomo che viaggiava assieme alla vittima.

 

 

 

 

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