22 maggio 1945 Centuripe (EN). Assassinato Raffaele Miceli, 42 anni, direttore di una miniera. Vittima del racket delle estorsioni.

Raffaele Miceli era ingegnere minerario, direttore responsabile della miniera Marmora Gualtieri, una delle più importanti e avanzate del bacino zolfifero del nisseno. Dieci giorni prima dell’assassinio, il 12 maggio 1945, alle dieci del mattino, l’ingegner Miceli si era recato alla stazione dei carabinieri e aveva riferito di essere stato sottoposto a minacciosa richiesta ricattatoria di 500.000 lire. Dal momento che lui era solo il direttore e non il proprietario della miniera, Miceli non disponeva di una simile somma e dichiarava che, in ogni caso, anche avendoli, non avrebbe mai e poi mai ceduto al ricatto. Fu ucciso platealmente il 21 maggio del 1945 nella piazza di Centuripe (EN) per essersi rifiutato di pagare il pizzo.
Fonte: vivi.libera.it

 

 

 

Fonte: vivi.libera.it
Articolo del 21 maggio 2020
Il ricordo di Raffaele Miceli, 75 anni dopo il suo omicidio
di Italo Giannola

La sera del 22 Maggio 1945, sulla piazza principale di Centuripe, a meno di due anni dalla devastazione provocata dai combattimenti tra truppe tedesche e angloamericane (battaglie di Centuripe e del Simeto che avevano provocato ingentissimi danni alle abitazioni e numerosissime vittime tra i civili) un’orchestrina di dilettanti stava tenendo un concerto primaverile per i compaesani nella speranza di ritornare presto alla normalità della vita quotidiana.
Quella sera anche l’ing. Raffaele Miceli, 42 anni, direttore responsabile della miniera Marmora Gualtieri, una delle più importanti e avanzate del bacino zolfifero nisseno, prese parte al concerto. All’improvviso un uomo che nessuno vide da dove venisse piombò tra la gente e fece fuoco sulla sua vittima, fra il raccapriccio generale. Le cure non valsero a salvare l’ing. Miceli che morì di lì a poco.
Dieci giorni prima, l’ing. Miceli si era recato alla stazione dei carabinieri e aveva raccontato di avere ricevuto una richiesta ricattatoria del “pizzo”.

Mi si domandano, nientemeno, cinquecentomila lire. Non le posseggo. Io non sono il proprietario della miniera: sono semplicemente il direttore. Mezzo milione è una enormità. Ma non darei mai e poi mai ai banditi una somma simile, neanche se la possedessi
Raffaele Miceli – le sue parole ai carabinieri

Con questa frase Raffaele Miceli aveva pronunciato la sua condanna a morte: non aveva rinunciato alla sua libertà e aveva messo in crisi il potere dei criminali che non tollerano questo tipo di affronto.
Raffaele Miceli non ebbe mai giustizia. Il killer, identificato, morì durante un conflitto a fuoco con i Carabinieri e come conseguenza non venne mai celebrato un processo. Solo di recente il suo nome è stato inserito tra quelli delle altre mille vittime innocenti nell’elenco curato dall’associazione Libera. Il nostro impegno per restituire dignità a un uomo onesto.

 

 

 

rainews.it/tgr/sicilia/video
10 maggio 2021

Centuripe, belvedere intitolato ad una vittima di mafia
Assassinato, a 42 anni, per essersi rifiutato di pagare il pizzo. Raffaele Miceli, ingegnere, è stata la prima vittima di mafia di Centuripe, ucciso il 22 maggio del 1945. Settant’anni dopo intitolato il Belvedere.