25 Febbraio 1997 a Palma di Montechiaro (AG) muore Giulio Giuseppe Castellino, dirigente del Servizio d’igiene della Usl di Agrigento.

Foto dalla pagina Facebook Dedicato Alle Vittime Delle Mafie

Giulio Giuseppe Castellino, 53 anni, dirigente del Servizio d’igiene pubblica presso la Usl di Agrigento morì in ospedale il 25 febbraio del 1997.
Il 12 febbraio, mentre tornava a casa con la propria auto, in contrada “Mosella”, ad Agrigento, fu ferito con tre colpi d’arma da fuoco di cui uno alla testa. Aveva già ricevuto minacce, nel mese di novembre qualcuno aveva sparato un colpo di lupara contro il portone di casa. Era un dirigente serio e scrupoloso; aveva ordinato la chiusura del mercato ortofrutticolo della città, perché troppo sporco, il quale rimase fermo qualche giorno. Aveva revocato autorizzazioni sanitarie ed era restio a concederle con facilità. Tuttora non si conoscono le motivazioni di questo grave atto.

Fu ferito alla testa in un agguato di stampo mafioso, il 12 Febbraio, mentre con la sua utilitaria attraversava la località Mosella.

 

 

Biografia da Wikipedia

Giulio Giuseppe Castellino

(Palma di Montechiaro, 2 settembre 1942 – Palermo, 25 febbraio 1997) è stato un politico italiano, vittima di mafia.

Laureatosi in Medicina e Chirurgia all’Università di Catania, durante il servizio militare partì volontario come medico nell’isola di Linosa. Eletto consigliere comunale già a 19 anni, in seguito divenne assessore diverse volte. Fu anche Ufficiale Sanitario del comune di Palma di Montechiaro per circa 20 anni

Nel 1995 divenne Capo Servizio dell’Igiene Pubblica della Provincia di Agrigento, incarico che ricoprì per due anni fino all’agguato. Durante tale incarico furono molte le sue prese di posizione importanti, a volte impopolari, tra le quali la chiusura del mercato ortofrutticolo di Agrigento. Castellino promosse anche diverse iniziative di interesse sociale come una campagna di prevenzione, la prima in questo senso, presso l’accampamento degli zingari in contrada “Gasena” ad Agrigento dove coinvolgendo alcuni sanitari e la Croce Rossa Italiana portò medicine ed indumenti ed iniziò la vaccinazione rivolgendola a tutti gli occupanti. La sua attenzione verso i più deboli, si svolgeva puntualmente ogni anno, quando, dopo aver raccolto scatole di farmaci le inviava o a volte le portava direttamente in alcuni paesi sottosviluppati.

Il suo carattere forte, sincero e libero lo portava spesso ad avere scontri dialettici e formali con chi in quel tempo dirigeva la sanità agrigentina. Secondo Castellino, chi aveva dei riferimenti politici riusciva a vincere i concorsi, a ricoprire cariche sanitarie importanti, che andavano a condizionare i programmi a discapito della collettività. Cominciò quindi in quel periodo una mirata e circostanziata denuncia di tutti quegli atti ritenuti illegittimi, inviando la documentazione raccolta alla procura di Agrigento. In alcune occasioni affrontò direttamente i politici agrigentini che avevano avallato alcune nomine. Fu protagonista con l’ausilio dell’arma dei carabinieri di un blitz all’ospedale di Licata per combattere il fenomeno dell’assenteismo.

Fu protagonista anche di un blitz al mercato ortofrutticolo di Agrigento dove, riscontrando serie e continue inadempienze, chiese ed ottenne la sospensione dell’attività, attirandosi il disappunto degli agricoltori e di altri operatori del settore.

Giulio Castellino morì a seguito di un attentato di stampo mafioso avvenuto il 12 febbraio 1997 in contrada “Mosella”, ad Agrigento.

Il movente dell’omicidio è tuttora ignoto, ma l’opinione pubblica e parte delle istituzioni lo considerano un omicidio di mafia, visto il carattere di Castellino, a volte duro, ma sempre integerrimo e ossequioso delle leggi dello Stato.

 

 

Articolo da La Stampa del 13 Febbraio 1997    
ULTIMA ORA Agguato a dirigente Usl

AGRIGENTO. Ferito con tre colpi d’arma da fuoco di cui uno alla testa, è stato trovato ieri sera agonizzante lungo la strada di contrada Mosella alla periferia di Agrigento Giuseppe Giulio Castellino di 53 anni, di Palma di Montechiaro, responsabile del servizio di igiene pubblica della Usi di Agrigento. Il dirigente già in passato aveva subito minacce. L’uomo è stato soccorso da un automobilista di passaggio che lo ha trasportato all’ospedale «San Giovanni di Dio» ad Agrigento. Di qui il medico è stato trasferito presso il reparto di neurologia dell’ospedale civico di Palermo dove è stato sottoposto ad intervento chirurgico. Le sue condizioni sono gravi. Gli investigatori della squadra mobile di Agrigento stanno lavorando per chiarire il perchè l’uomo si trovasse in quella zona all’estrema periferia della città dei templi. Persona irreprensibile, Castellino era anche componente della commissione edilizia del comune di Agrigento e aveva bloccato alcuni progetti non in regola. [Ansa]

 

 

Articolo da L’Unità del 14 Febbraio 1997
Aveva chiuso mercato ortofrutticolo perché non era in regola
Agguato a Agrigento a medico antimafia
È in fin di vita 

di Ruggero Farkas

«È in gravi condizioni nel Civico di Palermo il dirigente del servizio di igiene pubblica della Usl di Agrigento Giulio Castellino. L’altra sera alcuni sicari gli hanno teso un agguato ferendolo alla testa e al collo mentre si trovava sulla propria auto alla periferia di Agrigento. Ieri doveva andare in vacanza a Cuba. Nel novembre scorso aveva aveva ordinato la chiusura dell’ortofrutticolo agrigentino. Gli avevano sparato nel portone di casa. Si era messo in aspettativa.»

— PALERMO. Può un medico retto, irreprensibile, puntiglioso, vivere in santa pace tra Agrigento e Palma di Montechiaro? Può svolgere il proprio lavoro senza paura, senza pressioni esterne, seguendo norme e coscienza? Può un medico, figlio di medico e fratello di medico, con un buon conto in banca che gli viene dalla famiglia e dal lavoro, andare su e giù tra Agrigento e Palma senza temere che qualcuno prima o poi gli chieda: o paghi o muori?

Tre colpi di fucile
Giulio Castellino, 54 anni, dirigente del servizio igiene pubblica della Usl di Agrigento l’altro ieri sera stava percorrendo una strada buia del villaggio Mosè, nella periferia agrigentina, sulla sua piccola Innocenti. Stava andando verso la provinciale per tornare a casa a Palma. Gli hanno sparato tre colpi di fucile caricato a pallettoni, forse da un’auto forse da una moto in corsa. Lo hanno colpito nella testa, sul collo.

Condizioni gravissime
I sicari non lo hanno finito perchè forse è arrivata qualche altra auto o perchè erano convinti di aver portato a termine l’ordine.Ma non è stato così. Il medico è sceso dall’auto, non si sa con quale forza, ha allargato le braccia, è riuscito a fermare un automobilista generoso. Quindi è svenuto. L’hanno portato nell’ospedale di Agrigento. Poi, considerata la gravità delle ferite, lo hanno trasportato a Palermo nel reparto Rianimazione del Civico. Lo hanno operato due volte alla testa. Le condizioni sono gravi ed i medici non potendo dire altro affermano che sono «stazionarie».

I killer
Scapolo, serio nel lavoro, benestante. Perché uccidere Giulio Castellino? Le indagini si spostano tra Palma e Agrigento, lungo l’itinerario professionale del medico. Da qualche mese era responsabile del servizio igienico della Usl agrigentina. Aveva ordinato la chiusura dell‘ ortofrutticolo della città. Troppo sporco. Il mercato era rimasto fermo qualche giorno. Aveva revocato autorizzazioni sanitarie. Era restio a concederle con facilità nella città dell’abusivismo, del «faccio ciò che voglio». Basta non concedere un permesso per decretare la propria morte? Evidentemente sì, e infatti il medico già altra volte era stato per così dire «avvertito» da chi da lui si aspettava un comportamento docile.

Gli avvertimenti
Per dieci anni era stato ufficiale sanitario a Palma di Montechiuaro, per tanto tempo simbolo della sporcizia e del degrado siciliani. E proprio lì, nella palazzina dove abita con i fratelli il 3 novembre scorso qualcuno gli mandò un segnale inequivocabile: un colpo di lupara sul portone di casa. Denunciò l’episodiomadisse di non aver avuto richieste particolari. Non era tranquillo, però. Si mise in congedo. Aveva deciso di allontanarsi per un pò concedendosi una vacanza a Cuba. Avrebbe dovuto prendere l’areo ieri mattina per Roma e poi l’altro per i Caraibi.

Indagini
Ieri, subito dopo la notizia dell’attentato, si è riunito in prefettura il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica su un tema ristretto: l’agguato a Castellino. I poliziotti ed i carabinieri indagano partendo dagli atti amministrativi del medico. Sono stati sequestrati tutti i documenti nel suo ufficio per tentare di capire a chi il medico possa aver dato fastidio con la sua intransigenza negli ultimi tempi. Castellino aveva accentrato il lavoro: tutte le richieste dovevano passare il suo esame. Dicono Agata Petralia e Ida Arnone, colleghe del medico: «Il nostro è un ufficio che subisce molte pressioni. Con la disoccupazione che c’è la gente s’inventa mille commerci e noi siamo i primi a doverci pronunciare».

Altri medici nel mirino
Ma il rompicapo investigativo è allargato anche al paese del Gattopardo dove in quattro mesi sono avvenuti tre attentati intimidatori: tutti contro medici. Quattro colpi di pistola sparati, a metà novembre, contro le finestre di casa di Pasquale Pace, medico chirurgo. Quindici giorni dopo fu la volta del portone di Castellino. Quattro giorni fa un incendio ha distrutto l’auto di Mario Cutaia, medico condotto. E allora non è certamente fantasticare affermare che una delle piste seguite dagli investigatori è quella di un racket delle estorsioni nuovo nel paese dei terribili fratelli Ribisi, un racket operato con precisione chirurgica, che colpisce professionisti costretti a pagare tangenti per proteggere la famiglia. E tra i professionisti in primo piano i medici. E chi non ha famiglia? Se dice «no» muore, ed è un esempio per tutti. Quindi gli investigatori non escludono neanche l’ipotesi che Giulio Castellino possa essere stato una vittima del racket e che la «punizione» possa essere dovuta al suo «no» alle richieste dei boss.

 

 

 

Articolo da La Sicilia del 24/02/2007 
«Non smettete mai di sognare»
Messaggio ai giovani palmesi affisso sui muri dal fratello del sanitario scomparso
di Filippo Bellia

PALMA DIMONTECHIARO – Seguire  l’esempio di un uomo coraggioso, onesto e leale.

Nel decennale della tragica scomparsa del dott. Giulio Castellino, l’ex ufficiale sanitario del Comune palmese ed ex caposettore del servizio di igiene pubblica dell’Azienda sanitaria locale n. 1 di Agrigento, ferito mortalmente in un agguato di stampo mafioso mentre con la sua utilitaria attraversava località Mosella, nei pressi della città dei Templi, un nobile e coraggioso messaggio è stato lanciato ai giovani palmesi e non solo, da Angelo Romeo Castellino. Il fratello dello scomparso Giulio è attualmente aiuto del reparto di medicina generale dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata.

Con un manifesto fatto affiggere a sue spese sui muri della città, infatti, il congiunto del dirigente sanitario assassinato, da lui definito «funzionario incorruttibile che alla giustizia, all’osservanza della legge e allo Stato, senza paura, sacrificò la sua giovane esistenza» ha scritto testualmente:

«Cari bambini, giovani e ragazzi di Palma di Montechiaro, come ogni anno

vi chiedo di non smettere mai di sognare, di creare una città migliore.

Anch’io sono un sognatore e oggi desidererei ancora sognare insieme a voi.

Immagino un’isola dove, con il sottofondo delle nostre storie siciliane, dei

nostri paladini, circondata dal suo mare azzurro, ricca di colline, piccole pianure,

valli verdeggianti attraversati da piccoli fiumi verdastri, in cui tutti, dagli animali

all’uomo, si guardano fra di loro ringraziando il Signore della sua creazione,  una

Sicilia ricca di speranza e di libertà.

L’isola che c’è vivrà nei nostri cuori fino all’ultimo respiro.

Essa  non è contrassegnata dalla facile, gratuita, sanguinaria violenza ed è lontana

da ogni forma di criminalità organizzata che vi possa facilmente offrire il contatto con il male.

Miei cari giovani,  i vostri occhi ancor puri, che non seguono i falsi miti degli uomini capaci di comandare con crudele forza criminale, salvaguardate la vostra libertà, il vostro animo ed il vostro spirito da ogni ingerenza culturale materialista e da ogni crimine organizzato per distruggere l’uomo, creatura di Dio».

Come si può notare sono parole commoventi e ricche di significato, scritte da un uomo come Angelo Romeo Castellino che è un fervente osservante della religione cattolica, che crede nel perdono ma nel cui animo alberga ancora, a distanza di dieci anni dal martirio dell’amato fratello, un dolore che certamente sarà incancellabile ed è per questo che il ricordo di quel terribile giorno di dieci  anni fa rimarrà in lui sempre struggente e inconsolabile.

I familiari dell’ex dirigente sanitario assassinato commemoreranno il loro congiunto con una messa che sarà celebrata in forma privata da don Carmelo Lo Bue, domani alle ore 19 nella chiesa della Sacra Famiglia. Ma nonostante la forma privata, sono in molti a Palma che parteciperanno alla funzione religiosa per ricordare Giulio Castellino.

 

 

Fonte e foto da:   canicattiweb.com
Articolo del 26 febbraio 2011
Palma di Montechiaro ricorda il dottor Giulio Giuseppe Castellino


Questo è il manifesto che abbiamo fatto affiggere per le vie della città di Palma di Montechiaro, in occasione del 14° anniversario della morte di mio fratello Dott. Giulio Giuseppe Castellino.

Aiutateci a NON DIMENTICARE!

Dott. Angelo Romeo Castellino

Brevissimo ritratto: Giulio Giuseppe Castellino (Palma di Montechiaro, 2 settembre 1942 – Palermo, 25 febbraio 1997) è stato un politico italiano, vittima di mafia. Laureatosi in Medicina e Chirurgia all’Università di Catania, durante il servizio militare partì volontario come medico nell’isola di Linosa. Eletto consigliere comunale già a 19 anni, in seguito divenne assessore diverse volte. Fu anche Ufficiale Sanitario del comune di Palma di Montechiaro per circa 20 anni Nel 1995 divenne Capo Servizio dell’Igiene Pubblica della Provincia di Agrigento, incarico che ricoprì per due anni fino all’agguato. Durante tale incarico furono molte le sue prese di posizione importanti, a volte impopolari, tra le quali la chiusura del mercato ortofrutticolo di Agrigento. Il suo carattere forte, sincero e libero lo portava spesso ad avere scontri dialettici e formali con chi in quel tempo dirigeva la sanità agrigentina. Secondo Castellino, chi aveva dei riferimenti politici riusciva a vincere i concorsi, a ricoprire cariche sanitarie importanti, che andavano a condizionare i programmi a discapito della collettività. Cominciò quindi in quel periodo una mirata e circostanziata denuncia di tutti quegli atti ritenuti illegittimi, inviando la documentazione raccolta alla procura di Agrigento. In alcune occasioni affrontò direttamente i politici agrigentini che avevano avallato alcune nomine. Fu protagonista con l’ausilio dell’arma dei carabinieri di un blitz all’ospedale di Licata per combattere il fenomeno dell’assenteismo. Giulio Castellino morì a seguito di un attentato di stampo mafioso avvenuto il 12 febbraio 1997 in contrada “Mosella”, ad Agrigento. Il movente dell’omicidio è tuttora ignoto, anche se nel marzo 2007 il pentito di mafia Di Gati ha dichiarato che è stato ucciso perché dava fastidio per la sua onestà sia alla mafia che ad un certo tipo di politica, l’opinione pubblica e parte delle istituzioni lo considerano un omicidio di mafia da subito, visto il carattere di Castellino, a volte duro, ma sempre integerrimo e ossequioso delle leggi dello Stato.

Angelo Cottitto vice sindaco del comune di Palma di Montechiaro vuole ricordare a tutta la collettività il nostro concittadino Dott. Giulio Castellino Capo Servizio dell’Igiene Pubblica della Provincia di Agrigento che sacrificò la propria vita per servire e non tradire lo stato. “Abbiamo l’obbligo di ricordare a tutta la cittadinanza “le vittime del dovere”, quelle vittime che si sono sacrificate per il bene dello stato e della società civile, per non venir meno ai propri ideali di libertà e ai propri principi morali; Commemorare per scolpire e preservare nell’anima dei giovani la memoria di chi si è immolato per un futuro migliore . Noi tutti, istituzioni e semplici cittadini, dobbiamo dimostrare la capacità di trasmettere i valori che edificano, momento per momento la legalità in primis non obliando questi grandi uomini i quali devono essere i modelli ispiratori delle future generazioni affinché possano operare sempre nel pieno e totale rispetto della legalità, unico strumento di libertà e progresso .

 

 

 

 

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