26 Giugno 2005 Bovalino (RC). Ucciso Pepe Laykovac Tunevic, 36 anni, slavo, in mezzo a innumerevoli persone in un mercato. Nessuno ha visto e sentito.
Il 26 Giugno 2005 a Bovalino (RC) viene ucciso Pepe Laykovac Tunevic, 36 anni, slavo. L’uomo da anni viveva nel campo nomadi di Gioia Tauro. Al momento dell’agguato Tunevic era in compagnia della moglie e dei figli e stava cercando di vendere ai commercianti del mercato alcune miniature in legno. La vittima è stata avvicinata da due persone che, secondo quanto si è appreso, hanno sparato diversi colpi di pistola e sono poi fuggite a bordo di uno scooter. Nessuno ha visto e sentito.
Fonte: Liberanet.org
Agguato nella Locride, un morto: La vittima è Pepe Laykovac Tunevic, 36 anni, di nazionalità slava e privo del permesso di soggiorno. L’uomo da anni viveva nel campo nomadi di Gioia Tauro. Al momento dell’agguato Tunevic era in compagnia della moglie e dei figli e stava cercando di vendere ai commercianti del mercato alcune miniature in legno. La vittima è stata avvicinata da due persone che, secondo quanto si è appreso, hanno sparato diversi colpi di pistola e sono poi fuggite a bordo di uno scooter
Tratto da Dimenticati – Vittime della ‘ndrangheta di Danilo Chirico ed Alessio Magro
Cap. XVI La Terra Promessa pag. 357
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Il 26 giugno del 2005 è domenica. E la mattina di domenica in piazza a Bovalino, nella Locride, c’è il mercato. Tra le bancarelle c’è anche quella di un ragazzo slavo di treantasei anni, si chiama Pepe Laykovac Tunevic. Pepe vive nel campo nomadi di Gioia Tauro e di mestiere lavora il legno. È molto bravo a fare delle miniature e in occasione dei mercati allestisce il suo stand per venderle. Ha una moglie e cinque figli, che lo seguono sempre.
Lo seguono anche quella domenica. Pepe è insieme a uno di loro, un bambino sordomuto. La mamma invece è con gli altri e sta facendo un giro tra gli stand. A un certo punto arrivano due persone a bordo di uno scooter. Si fermano, scendono, si avvicinano a Pepe. I tre iniziano a parlare. C’è tensione, la concitazione è palpabile. A un certo punto, uno dei due uomini tira fuori il suo revolver e spara contro il ragazzo slavo numerosi colpi di pistola. Davanti agli occhi increduli e terrorizzati del bambino. Pepe resta ferito, cerca di scappare. Percorre alcuni metri con tutte le forze che ha in corpo, il bambino lo sorregge. Non ce la fa. Si accascia al suolo, morto. Il bambino si dispera. Il killer e il suo complice risalgono sullo scooter e spariscono, prima mimetizzandosi nella folla del mercato e poi per le vie del paese.
Si sentono gli spari, la gente svanisce nel giro di pochi istanti. Si crea solo un piccolo capannello di persone. Arrivano anche la moglie e gli altri figli di Pepe. Quasi immediatamente spuntano gli uomini della polizia, fanno rilievi, sentono le persone presenti al mercato. Chiedono notizie, informazioni, indizi, particolari utili alle indagini. Erano a centinaia in quel posto, nessuno però si è accorto di nulla. soltanto il figlio sordomuto di Pepe ha visto quegli uomini in volto: la sua testimonianza serve a capire che i killer erano in due e che sono scappati a bordo di uno scooter. L’omicidio di Pepe Tunevic resta irrisolto. Come troppo spesso in Calabria.
Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it
Articolo del 25 giugno 2005
Slavo ucciso davanti al figlio nella Locride
Pepe Laykovac Tunevic, 36 anni, è rimasto vittima di un agguato compiuto stamane a Bovalino da due persone. Tunevic non aveva il permesso di soggiorno, ma da anni viveva nel campo nomadi di Gioia Tauro.
BOVALINO (REGGIO CALABRIA) – È stato ucciso davanti al figlio sordomuto Pepe Laykovac Tunevic, 36 anni, il cittadino slavo vittima di un agguato compiuto stamane a Bovalino da due persone.
Tunevic, che non aveva il permesso di soggiorno, ma da anni viveva nel campo nomadi di Gioia Tauro, è giunto a Bovalino stamane con la moglie ed i suoi cinque figli. L’uomo ed i suoi familiari hanno raggiunto la zona dove si svolge il mercato settimanale per vendere ai commercianti ambulanti delle miniature in legno di sua produzione. Tunevic era in compagnia di uno dei figli, mentre la moglie era con gli altri suoi bambini e stava visitando il mercato, quando è stato avvicinato da due persone con le quali si è appartato per parlare.
Mentre i tre stavano scambiando alcune parole uno dei due sconosciuti ha impugnato una pistola ed ha iniziato a sparare a distanza ravvicinata contro Tunevic il quale ha cercato di scappare. Dopo aver percorso alcuni metri lo slavo si è accasciato ed è morto. Il rumore degli spari ha provocato paura tra le numerose persone che erano tra le bancarelle del mercato che sono scappate.
Sul luogo dell’agguato sono poi giunti gli agenti della polizia di Stato che hanno avviato le indagini. Nonostante la presenza di numerose persone gli investigatori non hanno trovato nessun testimone che potesse raccontare la dinamica dell’omicidio. Solamente il foglio sordomuto di Tunevic ha indicato agli agenti della polizia che gli autori del delitto erano fuggiti a bordo di un ciclomotore non riuscendo poi ad aggiungere altri particolari utili alle indagini.
Sul luogo dell’omicidio gli investigatori non hanno trovato nessun bossolo e questo fa ipotizzare che per il delitto sia stato utilizzato un revolver. Dopo l’omicidio gli agenti del commissariato di Bovalino hanno compiuto numerose perquisizioni e controlli.
Gli investigatori hanno sentito anche i familiari e gli amici della vittima per ricostruire i suoi ultimi spostamenti e per accertare se l’uomo stamane doveva incontrare qualcuno. Nelle prossime ore il sostituto procuratore presso il tribunale di Locri, Giorgia De Ponte, affiderà l’incarico al medico legale per l’autopsia.
Gli investigatori, che per il movente del delitto non escludono nessuna ipotesi, ritengono che l’agguato possa essere riconducibili a contrasti nell’ambito della criminalità locale.