13 Dicembre 1919 Barrafranca (EN), ucciso Alfonso Canzio, fondatore della locale Lega di Miglioramento dei Contadini

Foto dal Video Youtube

Alfonso Canzio Sindacalista di Barrafranca (EN). Nel secondo decennio del ‘900, fondò la locale Lega di Miglioramento dei Contadini e venne eletto consigliere comunale. Nel 1911 iniziava la sua battaglia contro l’Amministrazione comunale guidata da Luigi Bonfirraro che aveva imposto, tra l’altro, l’obbligo di servirsi delle carrozze comunali per il trasporto dei defunti aumentando i costi di servizio. Nel primo dopoguerra guidò le lotte contadine riuscendo a imporre contratti favorevoli ai lavoratori della terra. Ma la reazione degli agrari e della mafia locale non si fece attendere. In un agguato davanti alla sua abitazione fu ferito gravemente. Morì una settimana dopo, il 13 dicembre 1919.
vivi.libera.it

 

 

 

Fonte: it.wikipedia.org

Alfonso Canzio nacque il 30 luglio 1872 a Barrafranca. Nel secondo anni venti, fu il fondatore della locale Lega di Miglioramento dei Contadini e l’anima del movimento socialista barrese. Fu anche consigliere comunale. Nel 1911 lo troviamo alla guida della lotta contro l’Amministrazione comunale guidata da Luigi Bonfirraro che aveva imposto, tra l’altro, l’obbligo di servirsi delle carrozze comunali per il trasporto dei defunti e ne aveva aumentato i costi di servizio. Nel primo dopoguerra guidò le lotte contadine riuscendo ad imporre contratti favorevoli ai lavoratori della terra. Ma la reazione agraria, a Barrafranca come in tutta la Sicilia, non si fece attendere: il 29 gennaio 1919 venne assassinato Giovanni Zangara, segretario della sezione socialista di Corleone, il 22 settembre Giuseppe Rumore, segretario della “Lega di Miglioramento” e della sezione del PSI di Prizzi, il 13 dicembre toccò ad Alfonso Canzio, il 29 febbraio 1920 cadde Nicola Alongi, il 14 ottobre chiuse la lunga serie di attentati mortali l’omicidio di Giovanni Orcel, segretario della FIOM di Palermo. Esecutrice di questi efferati delitti fu la mafia agraria che si vedeva gravemente minacciata dall’impegno radicale di questi dirigenti del movimento contadino. Gli agrari e la mafia locale non avevano perdonato al Canzio il suo coraggioso ruolo dirigente svolto nel movimento e così gli tesero un vile agguato, ferendolo gravemente con pallettoni unti d’aglio davanti alla sua abitazione. Una settimana dopo l’attentato, la sopraggiunta cancrena lo condusse alla morte.

 

 

Una storia siciliana fra Ottocento e Novecento
di Salvatore Vaiana

 

Fotocopertina e nota da:  canicattimia.it

“Vaiana dedica questo suo libro alla memoria di Alfonso Canzio, ultimo protagonista del riscatto di Barrafranca il cui assassinio conclude l’interessante periodo esaminato e pieno d’iniziative e di realizzazioni per il progresso sociale. Un martirio senza quel tributo di gloria che spetta a chi dà la vita a conclusione di una sfiancante guerra di liberazione.
Alfonso Canzio, vicepresidente della Lega di miglioramento, stimato per la sua irreprensibile condotta e per l’intransigenza nell’affermare la legalità viene descritto dall’Autore come la figura più autorevole del movimento contadino. Egli nacque il 3 luglio 1872. Socialista componente della Congregazione di carità, fece aderire la Lega di Barrafranca alla “Federazione delle cooperative agricole siciliane”.
La data del suo assassinio è significativa, il 27 Dicembre 1919, quando aveva appena cinquant’anni. Come avvenne per Alongi e Rumore a Prizzi, l’attività di Canzio fu stroncata da mano omicida in una piccola strada di Barrafranca.”

books.google.it

 

 

Fonte:  salvatorevaiana.blogspot.com
Articolo del 17 novembre 2009
SALVATORE VAIANA, Alfonso Canzio, martire socialista
di Mario Vaiana

Alfonso Canzio nacque il 30 luglio 1872 a Barrafranca (CL). Nel secondo decennio del ‘900, fu l’anima del movimento contadino e socialista della sua città. Un movimento che affondava le sue radici nei Fasci Siciliani (1892-1894).

Nel 1911 lo troviamo alla guida della lotta dei cittadini barresi contro l’impopolare Amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Bonfirraro, che aveva imposto «l’obbligo di servirsi delle carrozze comunali per il trasporto dei defunti» e che ne aveva aumentato i costi di servizio, incidendo, così, pesantemente sulle precarie condizioni economiche delle famiglie proletarie.

Canzio ricoprì la carica di consigliere comunale e fu il fondatore e l’anima della locale “Lega di Miglioramento dei Contadini”. In questa associazione a carattere mutualistico i «soci trovavano possibilità di aiuto e sollievo, specie attraverso il “monte frumentario” cui ogni socio coltivatore contribuiva e da cui poteva avere anticipi di grano per sementi e per uso familiare» (S. Ciulla).

Nel primo dopoguerra, inserendosi nel generale clima di lotte sociali per la terra del cosiddetto “biennio rosso” (1919-1920), guidò le lotte contadine nel barrese, riuscendo «ad imporre contratti favorevoli a braccianti e mezzadri» (Licata e Orofino). Il 1919, che a Barrafranca si concluse con l’efferato omicidio di Canzio, fu un anno in cui alla questione agraria siciliana venne data una precaria risposta legislativa con il decreto Visocchi, che prevedeva la concessione delle terre incolte ai contadini nelle forme dell’enfiteusi, dell’affitto temporaneo, del rapporto di miglioria con possibilità di acquisto, ecc.

Esso innescò una sequenze di dure lotte e di diffuse occupazioni di terre che si prolungò fino al 1920. Ma la reazione agraria, a Barrafranca come in tutta la Sicilia, non si fece attendere: il 29 gennaio venne assassinato Giovanni Zangara, segretario della sezione socialista di Corleone; il 22 settembre lo seguì sulla strada del martirio Giuseppe Rumore, segretario della “Lega di Miglioramento” e della sezione del PSI di Prizzi; il 13 dicembre toccò ad Alfonso Canzio; il 29 febbraio cadde il socialista rivoluzionario Nicola Alongi, che per 25 anni aveva diretto il movimento contadino nel prizzese; il 14 ottobre 1920 chiuse la lunga serie di attentati mortali l’omicidio di Giovanni Orcel, segretario della FIOM di Palermo, che riuscì incredibilmente a realizzare con Nicola Alongi «un’alleanza operativa tra operai e contadini» nell’area palermitana (G. C. Marino). Esecutrice di questi efferati delitti fu la mafia agraria che si vedeva gravemente minacciata dall’impegno radicale di questi dirigenti del movimento contadino.

Gli agrari e la mafia locale non perdonarono al Canzio il suo ruolo dirigente svolto nel movimento e così gli tesero un vile agguato, ferendolo gravemente, scrivono gli storici locali Licata e Orofino, «con pallettoni unti d’aglio davanti alla sua abitazione. A causa di una sopraggiunta cancrena, morì una settimana dopo l’attentato, il 13 dicembre 1919. Si crede che il sicario, che agì probabilmente su ordine del cav. Giuseppe Bartoli da Mazzarino, fosse tale Luigi Paternò, detto “u surdu”». (Salvatore Vaiana)

 

 

 

Fonte: radioluce.it
Articolo del 30 luglio 2017
Il 30 luglio 1872 nasceva a Barrafranca Alfonso Canzio
di Rita Bevilacqua

Grande personaggio della storia di Barrafranca, che sacrificò la propria vita per il movimento contadino barrese, fu Alfonso Canzio.

Alfonso Canzio nacque a Barrafranca il 30 luglio 1872 da Alfonso (classe 1836) e da Concetta Marchì (classe 1842). Secondo di sei figli. Di professione contadino. Già giovinetto s’interessò ai problemi della classe contadina, impegnandosi in prima persona nelle lotte politiche e sociali. Il 25 ottobre 1900 sposò Giustizia Alfonsa Bonasia (abitante al quartiere Costa), di anni 19. Dall’ufficio anagrafe di Barrafranca non risulta che avessero avuto figli.

Fu uno dei fondatori della locale “Lega di Miglioramento dei Contadini”, sita in via Convento, l’attuale Via Umberto, nata a Barrafranca agli inizi del 900, nella quale i soci, con l’aiuto del Monte Frumentario cui ogni socio contribuiva e da cui potevano attingere per avere in anticipo grano da utilizzare sia per semenza sia per uso familiare, trovavano una risposta anche parziale ai loro bisogni. Alfonso fu l’anima del movimento socialista barrese e una delle guide più autorevole del movimento contadino barrese nel primo decennio del 1900.

Nel marzo 1912 lo troviamo alla guida della lotta contro l’Amministrazione comunale guidata da Luigi Bonfirraro che aveva imposto, tra l’altro, l’obbligo di servirsi delle carrozze comunali per il trasporto dei defunti e ne aveva aumentato i costi di servizio. Nel luglio del 1914 il Canzio fu eletto come consigliere comunale (nel frattempo era diventato vice presidente della Lega di miglioramento), assieme al presidente della Lega Salvatore Gagliano.

Il 26 Luglio il Consiglio comunale di Barrafranca elegge sindaco il Cav Onofrio Virone che guiderà una Giunta in cui Canzio venne scelto come assessore supplente. Nel primo dopoguerra guidò le lotte contadine riuscendo a imporre contratti favorevoli ai lavoratori della terra. Nel maggio 1918 in Sicilia si costituì la “Federazione delle Cooperatrice Agricole Siciliane”, cui aderì anche la Lega di Barrafranca. Lo scopo della Federazione era di risolvere il problema del latifondo siciliano attraverso la divisione delle terre ai contadini, mediante le loro cooperative.

Il 1918 fu caratterizzato da aspre lotte contadine. La reazione dei latifondisti, sia a Barrafranca come in tutta la Sicilia, non si fece attendere. A Barrafranca i latifondisti individuarono in Alfonso Canzio il maggiore nemico, il difensore dei contadini. Così ne decisero l’eliminazione. I primi di dicembre del 1919 un certo Luigi Paternò, detto “U Surdu” amico del Canzio gli tese, ferendolo gravemente a un braccio con pallettoni unti d’aglio, un agguato davanti alla sua abitazione.

Morirà per sopraggiunta cancrena il 13 dicembre 1919. Allora si pensò che il mandante dell’omicidio fosse stato il Cav. Giuseppe Bartoli, proprietario terriero di Mazzarino. Successivamente l’omicida Luigi Paternò fu trovato morto a Barrafranca in via Carcerati. Anche il cav. Bartoli in seguito morì avvelenato.

Esecutrice di questi efferati delitti fu la mafia agraria che si vedeva gravemente minacciata dall’impegno radicale di questi dirigenti del movimento contadino. Gli agrari e la mafia locale non avevano perdonato al Canzio il suo coraggioso ruolo dirigente svolto nel movimento.

Di lui ci rimane il ricordo delle sue gesta e un firma autografa rilevata da un documento dell’Archivio di Stato di Caltanissetta e riportata dal prof. Salvatore Vaiana nel suo volume: Una storia siciliana tra Ottocento e Novecento, edito nel 2000 da Bonfirraro Editore.

Fonti: Salvatore Vaiana: Una storia siciliana tra Ottocento e Novecento, edito nel 2000 da Bonfirraro Editore; Ufficio Anagrafe di Barrafranca: Stato di Famiglia originario dei Canzio e Certificato di matrimonio di Alfonso Canzio.

 

 

 

 

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