28 gennaio 1988 Sarno (SA). Ucciso Aniello Cordasco, imprenditore edile, per essersi opposto a richieste estorsive
Aniello Cordasco era un costruttore edile, fu assassinato a Sarno, in provincia di Salerno, il 28 gennaio del 1988. Nel 1992 il pentito di camorra Pasquale Galasso rivelò di essere stato il mandante dell’omicidio dell’imprenditore. Per anni, infatti, le indagini furono indirizzate sulla pista del movente passionale. In realtà, Aniello si era opposto alle richieste estorsive: questo il motivo della “punizione”.
Fonte: memoriaeimpegno.it
Ringraziamo amicidilibera.blogspot.com per l’aiuto nella ricerca di nomi e storie da non dimenticare
Fonte: adnkronos.com
Articolo del 25 novembre 1998
FORLEO: ASSOLTO VICEQUESTORE, ACCUSATO DI DEPISTAGGIO IN OMICIDIO
Dopo 6 anni, riconosciuta dal Tribunale innocenza Giuseppe Arace
Salerno, 25 nov. – (Adnkronos) – Accusato di aver depistato le indagini nell’omicidio di un imprenditore edile, un funzionario di polizia è stato assolto ieri dal Tribunale di Nocera Inferiore dopo una vicenda giudiziaria durata sei anni. Si tratta del vicequestore aggiunto Giuseppe Arace, già dirigente del commissariato di Sarno, in provincia di Salerno, che nel 1992 fu sospeso dalle funzioni dal ministero dell’Interno in seguito all’inchiesta aperta sul suo conto dalla Direzione distrettuale antimafia di Salerno. Il sostituto procuratore Ennio Bonadies imputo’ ad Arace l’accusa di favoreggiamento e falso nell’inchiesta per l’assassinio del costruttore Aniello Cordasco, avvenuta a Sarno il 28 gennaio 1988, poiché avrebbe indirizzato le indagini in modo errato. A conclusione delle indagini, il Gip dispose il rinvio a giudizio, inviando gli atti al dibattimento.
Subito dopo l’omicidio di Cordasco, il vicequestore Arace, all’epoca dirigente del commissariato di Sarno, indirizzò le indagini sulla pista del delitto passionale. A sostegno di questa ipotesi, Arace aveva dalla sua il rinvenimento di sperma sui pantaloni del cadavere del costruttore. Dopo tre anni di indagini, il caso fu archiviato dalla magistratura perché non erano stati identificati gli esecutori. Nel ’92 il pentito della camorra Pasquale Galasso dichiarò ai magistrati della Procura di Salerno di essere stato il mandante dell’omicidio Cordasco, per cui quel delitto non aveva niente a che fare, come avevano riportato i giornali, con vicende di donne e sesso. Da quelle dichiarazioni del boss camorristico nacquero i guai giudiziari di Arace, che sono finiti ieri con l’assoluzione perché ”il fatto non sussiste”. Sul piano amministrativo, invece, la vicenda del vicequestore aggiunto è ancora aperta, rimanendo sospeso dalle funzioni. (segue)
(Sin/Zn/Adnkronos)
Fonte: ricerca.gelocal.it
Nell’88 gli uccisero il fratello Aniello
5 giugno 1998
MONTECATINI – …Dice Cordasco: L’inizio della mia rovina fu il 28gennaio 1988. Mio fratello Aniello che non sopportava più il pesante taglieggiamento dei Galasso, li affrontò. Disse che non avremmo più pagato una lira. Fu trovato morto con 5 colpi di pistola in testa. Denunciai la vicenda a polizia e carabinieri ma commissario e maresciallo archiviarono l’omicidio come delitto passionale, per via di una relazione sentimentale di mio fratello.