30 Gennaio 1988 Taranto. Giulio Capilli, 28 anni, pubblicitario, ucciso in una sparatoria fra clan mentre passeggiava con la fidanzata.

Il 30 gennaio 1988, a Taranto, Giulio Capilli, 28 anni, procacciatore di pubblicità per conto di un’emittente televisiva locale era uscito di casa in compagnia della fidanzata quando fu centrato da un proiettile che gli recise un’arteria. Cadde sussurrando: «Maledetti», poi perse conoscenza. La vittima predestinata era un pregiudicato. Il killer è stato condannato a 14 anni di carcere. Un delitto punito, caso fortunato. (tratto da La Stampa)

 

 

 

Fonte: La Stampa articolo del 24 Aprile 1990

[…]

Il trenta gennaio dell’88, in pieno centro cittadino, venne ucciso Giulio Capilli, 28 anni, colpito da una pallottola destinata a un pregiudicato.

 

Fonte: La Stampa articolo del 30 Dicembre 1991

Altri innocenti sono caduti sotto il fuoco di killer spietati. L’ultimo omicidio somiglia alla tragica fine di Giulio Capilli, 28 anni, procacciatore di pubblicità per conto di un’emittente televisiva locale. Il 31 gennaio dell’88, uscito di casa in compagnia della fidanzata, a poche centinaia di metri dal luogo in cui ieri è stata uccisa Giovanna Stranieri, Capilli fu centrato da un proiettile che gli recise un’arteria. Cadde sussurrando: «Maledetti», poi perse conoscenza. La vittima predestinata era un pregiudicato. Il killer, Enrico Urgesi, è stato condannato a 14 anni di carcere. Un delitto punito, caso fortunato. Perché degli altri non si è saputo più nulla.

 

 

Ringraziamo  amicidilibera.blogspot.com per l’aiuto nella ricerca di nomi e storie da non dimenticare

Fonte: ponliberacafiero.altervista.org
PROGETTO LEGALITÀ AL SUD – LICEO SCIENTIFICO “C. CAFIERO” – BARLETTA
Giulio Capilli
22 marzo 2012
Giulio Capilli era un giovane pubblicitario di ventotto anni, semplice ed onesto. La sera del 30 gennaio del 1988 era una classica sera invernale, Giulio passeggiava con la sua fidanzata nel centro cittadino; di lì a poco in quelle strade si sarebbe tenuto un regolamento di conti fra due clan mafiosi della città. La vittima predestinata sarebbe dovuta essere un pregiudicato tarantino e il sicario di turno l’avrebbe ucciso a sangue freddo, come avviene in questi casi.
Quella sera non tutto andò come era stato programmato: un proiettile vagante colpì l’innocente, a poche centinaie di metri dal luogo in cui due anni più tardi sarebbe stata uccisa Giovanna Stranieri, recidendogli un’arteria. Prima di svenire fra le braccia della sua fidanzata sussurò: «Maledetti».
La morte di uomo ambizioso, con grandi sogni e progetti ha bisogno di essere spiegata. Il nome ed il cognome del killer non tardò ad arrivare: Enrico Urgesi fu condannato a quattordici anni di carcere.

Ai famigliari della vittima non si può chiedere comprensione per l’atto, seppur involontario, che ha portato via un figlio, un cugino o un nipote, ma si spera che il loro dolore continui ad essere motivo di perseveranza nella lotta contro la mafia.

 

 

 

 

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