4 Luglio 1986 Torre Annunziata (NA). Ucciso Luigi Staiano, giovane imprenditore, titolare di una impresa di costruzioni. Vittima del racket.

Foto da Un nome, una storia – Libera

Luigi Staiano, giovane imprenditore edile di Torre Annunziata (NA), venne ucciso il 4 luglio 1986, quando aveva 35 anni, mentre andava dal fruttivendolo. A sparare due giovani su una moto, i volti coperti dai caschi.
Luigi Staiano era sposato, padre di una bambina che all’epoca aveva tre anni. Fu il primo che ebbe il coraggio di dire no alla camorra delle estorsioni presentando denuncia in Questura.
La storia di Luigi Staiano è raccontate nel libro di Emanuele Boccianti e Sabrina Ramacci “Italia giallo e nera” edito da Newton Compton nel 2013. La vicenda di Luigi è anche ricordata nel “Dizionario Enciclopedico delle Mafie in Italia” pubblicato da Castelvecchi nel 2013.

(Fonte:  fondazionepolis.regione.campania.it )

 

 

 

Nota da Un nome, una storia – Libera

Giovane imprenditore edile di Torre Annunziata, venne ucciso il 4 luglio 1986, quando aveva 35 anni,mentre andava dal fruttivendolo. A sparare due giovani su una moto, i volti coperti dai caschi.
Luigi Staiano era sposato, padre di una bambina che all’epoca aveva tre anni. Fu il primo che ebbe il coraggio di dire no alla camorra delle estorsioni
presentando denuncia in Questura.
La sua famiglia vive ancora a Torre Annunziata.
A lui l’amministrazione comunale ha deciso di intitolare una strada .

 

 

 

 

casa solidarietà pompei.mov
CDRCampania  Pubblicato il 26 mag 2010

Inizia con una benedizione impartita da Don Tonino Palmese l’apertura della nuova casa della solidarietà di Pompei, ovvero la nuova sede dell’associazione antiusura e antiracket Alilacco, presieduta da Amleto Frosi. L’associazione antiracket ha ricevuto in comodato gratuito dal Comune di Pompei l’ultimo appartamento della palazzina che era ancora abitato da un luogotenente del ras Cesarano (tale Alfonso Cascone, detto Fonz Pezzanculo) affiliato “storico” del clan.

Presenti rappresentanti delle forze dell’ordine, i referenti regionali di Libera Campania Geppino Fiorenza ed il già citato Don Tonino Palmese, il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio, accompagnato dai suoi colleghi di Boscotrecase e Torre Annunziata, ma soprattutto sono presenti loro, i parenti dell’imprenditore di Torre Annunziata Luigi Staiano, vittima innocente della camorra, a cui è stata intestata la sede. Presenti sua moglie, sua sorella e sua figlia e sono loro i veri protagonisti, come ci insegna don Luigi Ciotti e come ripetono Geppino Fiorenza, e don Tonino Palmese.Amleto Frosi ricorda l’unaugurazione della precedente casa della solidarietà, nel 1998, alla presenza di don Luigi Ciotti, che, afferma Frosi: “Mi diede tre chiavi. E mi insegnò a non parlare di solidarietà, ma di andare oltre, mi insegno a parlare di reciprocità, ovvero mettersi nei panni dell’altro”. Geppino Fiorenza invita tutti a riappropriarsi dell’uso corretto delle parole, “Perchè le stesse parole che diciamo noi oggi, le possono dire anche altri, la differenza sta nel dirle con il cuore e nel metterle in pratica”.

La vedova di Luigi Staiano, commossa e commovente, ricorda la figura del marito, un uomo coraggioso ammazzato dalla camorra. Ricorda tutte le difficoltà incontrate, difficoltà anche culturali. Afferma che dopo aver sconfitto la mafia, occorrerà sconfiggere la mafiosità, ovvero la mentalità che ci spinge tutti a cercare scorciatoie illegali, e questa è la cosa più difficile. Le sue parole sono calde di rabbia ed arrivano dritte al cuore. Ci invita a riprenderci la nostra libertà, perchè questo è un paese libero solo sulla carta, almeno fino a quando non cambieranno anche la costituzione. Invita tutti a lottare, ringrazia alcuni imprenditori presenti che hanno denunciato il racket, perchè loro sono l’esempio, loro sono la cura. “La camorra è un fenomeno umano”- affermava il compianto Giovanni Falcone- ” E come tutti i fenomeni umani ha avuto un inizio, uno sviluppo ed avrà anche una fine”. La vedova Staiano ricorda queste parole ai presenti, sottolineando che questa fine potrebbe essere prossima. A proposito di chiavi, verrebbe da dire che don Ciotti, don Tonino e Geppino Fiorenza hanno proprio ragione: sono i parenti delle vittime di mafia ad avere la chiave giusta per il cuore della gente.

 

 

Fonte:  ildenaro.it

Fonte: torresette.news
Articolo del 2 luglio 2016
Libera ricorda un altro “eroe civile” morto per la legalità

Pubblichiamo la nota del presidio oplontino di Libera nella quale viene ricordato Luigi Staiano, imprenditore edile ucciso dalla camorra trent’anni fa, il 4 luglio 1986.

Staiano rifiutò di pagare il pizzo ai suoi aguzzini.

Era una afosa serata di luglio del 1986, quando in via Caravelli a Torre Annunziata il silenzio fu interrotto dagli spari dei killer che aspettavano l’imprenditore nei pressi del cantiere. Neanche il tempo di scendere dalla propria auto che fu freddato dai colpi di pistola di due giovani in sella ad una moto, con i volti coperti dai caschi.

Luigi Staiano aveva solo 35 anni, era sposato con Angela Villani, giovane e bella come lui, ed era padre di Fabiola, una bambina di appena tre anni.

Entrambe udirono i colpi da casa. Angela, che sapeva della denuncia del marito alla polizia, corse subito in strada e abbracciò Gigi per l’ultima volta. Fabiola non lo vide più ed è cresciuta nel ricordo di un sacrificio, che non ha mai dimenticato, neanche un giorno, ma con gli ideali e i sentimenti che quella privazione le ha trasmesso.

Gigi fu il primo impresario a rivolgersi alle forze dell’ordine. Lo fece senza tentennamenti, subito dopo aver ricevuto le prime minacce estorsive. Si ritrovò solo, sostenuto solo da Angela.

Fu quella solitudine a condannarlo a morte.

La gran parte dei torresi non comprese il profondo e nobile significato della decisione di Gigi e ancora adesso lo seppellisce come uno che ha osato sfidare un potere troppo radicato e accettato per essere sfidato.

E invece Libera, l’associazione antimafia, è intitolata proprio a Gigi! E a Lello Pastore, anch’egli ucciso per non aver voluto pagato il pizzo nel 1996.

Grazie a loro oggi è impossibile che la camorra uccida per estorsione. Potrebbe accadere solo se la città fosse ancora insensibile al richiamo dei morti ammazzati ed isolasse la sua parte che ha scelto di fare da scorta civile a imprenditori e commercianti. L’associazione Antiracket Oplonti non è ancora partita, occorre tempo, cautela, riservatezza per essere efficaci, ma l’impegno preso il 23 novembre 2015, il giorno dell’anniversario di Lello, procede.

Angela e Fabiola vivono ancora a Torre Annunziata ed hanno assistito alla sempre più intensa valorizzazione della figura di Gigi, tanto che il Comune di Torre Annunziata gli ha intitolato una strada.

Angela, pur malata, ha la forza di ricordarlo ancora, commossa e commovente: “Io e Fabiola, nella nostra vita di vedova e orfana, abbiamo incontrato tante difficoltà, anche culturali. Dopo aver sconfitto la mafia, occorrerà sconfiggere la mafiosità, ovvero la mentalità che ci spinge tutti a cercare scorciatoie illegali, e questa è la cosa più complicata. Dobbiamo prenderci la nostra libertà, perché questo è un paese libero! Dobbiamo lottare insieme e appoggiare gli imprenditori che hanno denunciato e denunciano il racket, perché loro sono l’esempio, loro sono la cura”. Le sue parole sono calde di rabbia ed arrivano dritte al cuore.

Libera oggi è vicinissima, abbracciatissima, ad Angela e Fabiola! E conferma loro che non si accontenta di essere solo Memoria, ma è anche Impegno: il 4 luglio 2015, nella giornata in Memoria di Luigi Staiano, prese l’Impegno di lottare contra la povertà, che favorisce l’espansione criminale, in quanto tutte le mafie utilizzano gli strati sociali più poveri per reclutare manovalanza. Ebbene in questo anno è nato il Coordinamento Antipovertà, formato da 18 fra enti, parrocchie, associazioni e si è sviluppata l’innovativa esperienza per Torre, e l’Italia, della raccolta serale delle eccedenze degli esercizi di alimentari e la distribuzione ai bisognosi; nel solo mese di maggio 2016 sono stati raccolti quasi 400 chili di cibo e distribuite circa 250 cene.

Caro Gigi, senza di te tutto questo non sarebbe stato possibile! Il tuo coraggio ci aiuti ad avere coraggio!

Michele Del Gaudio
referente Libera Torre Annunziata

 

 

 

La storia di Luigi Staiano è nel libro:

La sedia vuota. Storie di vittime innocenti della criminalità
di Raffaele Sardo

Dicembre 28, 2018

edito da IOD

Questo volume di Raffaele Sardo raccoglie le storie di 15 vittime innocenti della camorra, del terrorismo, del dovere. Poliziotti, carabinieri, imprenditori e semplici cittadini morti ingiustamente prendono di nuovo vita nei racconti che ne fanno i familiari. Straordinarie pagine di resistenza civile, dove i protagonisti sono per lo più persone normali, uccise solo per aver fatto il proprio dovere. A interrogare le nostre coscienze sono le parole di chi è rimasto, ma soprattutto i silenzi che ci arrivano da quelle sedie rimaste per sempre vuote attorno al tavolo della cucina e da quei letti dove nessuno più rimbocca le coperte. La compostezza e la dignità dei familiari delle vittime innocenti sono i valori fondanti per una nuova cultura dell’antimafia sociale culturale, dove i fatti di mafie e del terrorismo sono narrati a partire dalle storie delle vittime innocenti. Prefazione di Franco Roberti. Postfazione di Don Tonino Palmese.

 

 

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Articolo del 4 luglio 2020

4 luglio 1986: trentaquattro anni fa veniva ucciso l’imprenditore torrese Luigi Staiano

 

 

 

 

 

 

 

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