5 Dicembre 2008 Napoli. Ucciso Antonio Metafora, avvocato di 70 anni. Aveva notificato un’ingiunzione di sfratto alla madre del suo assassino.

Antonio Metafora, 70 anni, avvocato civilista di Napoli, è stato ucciso nel suo studio il 5 dicembre 2008. Aveva rifiutato, insieme al suo cliente, per cui stava seguendo l’ingiunzione di sfratto di un garage, la somma di 50 mila euro in contanti che con tono definito «minaccioso» l’assassino, alcuni giorni prima dell’omicidio gli aveva messo sul tavolo come saldo delle morosità, accompagnato dalla richiesta di rifare il contratto di affitto del garage. L’assassino, imparentato per parte di moglie con la famiglia malavitosa dei Licciardi di Secondigliano, aveva preso in affitto il locale a nome della madre, semplice prestanome, e voleva obbligare il professionista a bloccare la procedura di sfratto. Al rifiuto aveva chiesto un nuovo appuntamento, col pretesto di una nuova proposta, al quale si presentò in compagnia di un complice, che non è stato ancora individuato, ed eseguì la sentenza di morte con quattro colpi di pistola. È stato condannato all’ergastolo.

 

 

 

Articolo da La Stampa del 6 Dicembre 2008 
NAPOLI, LA VITTIMA AVEVA 70 ANNI
di Antonio De Lorenzo
«Sfratti mia madre? E io ti uccido». Il figlio della donna spara quattro colpi all’avvocato del padrone di casa.

NAPOLI Lo ha ammazzato nel suo studio nel centro di Napoli perché lo riteneva responsabile della disperazione della madre. Salvatore Altieri, 24 anni, ha impugnato una pistola e ha sparato contro l’avvocato Antonio Metafora, 70 anni, che qualche giorno prima aveva fatto notificare un’ingiunzione di sfratto alla donna.

Molte le pallottole esplose all’indirizzo del legale che si è accasciato sotto gli occhi inorriditi del figlio, anch’egli avvocato. Altieri è riuscito a fuggire ed è ricercato in tutta la città. Il raid di morte è scattato poco prima delle 20 in un palazzo antico. Lo studio dell’avvocato Metafora è situato al quarto piano, al secondo un altro studio legale, quello del penalista Antonio Briganti.

Il legale si era trasferito in quell’appartamento da circa tre anni, lasciando la vecchia sede in piazza San Pasquale a Chiaia. Il penalista era aiutato dal figlio Vincenzo che ieri sera era con lui nello studio a sbrigare le ultime pratiche. Altieri aveva un appuntamento con l’avvocato Metafora.

Il giovane ha bussato alla porta e ha chiesto di parlare con l’avvocato. I toni della discussione si sono accesi quasi subito. Il tema del contendere era la causa di sfratto che l’avvocato Metafora curava proprio contro la famiglia del giovane residente nel quartiere Secondigliano. Causa che aveva visto vincitore il cliente del legale, che aveva preparato e fatto attivare la pratica di sfratto esecutivo.

Il litigio ha messo in allarme il figlio della vittima, dall’altra parte dello studio, che si è precipitato nell’ufficio del genitore. Il resto sono i pochi fotogrammi che il testimone oculare ha raccontato ai poliziotti: il giovane ha estratto una pistola e ha fatto fuoco quattro volte, stando ai primi rilievi della Scientifica. Tre pallottole hanno centrato al petto l’uomo che è caduto, senza vita. Un quarto proiettile è stato ritrovato conficcato nel muro.

Dopo aver compiuto la sua missione di morte, il killer è fuggito, scendendo di corsa lungo le scale. La portiera dello stabile – stando a una prima ricostruzione delle forze dell’ordine – si era allontanata dalla guardiola e non ha potuto fornire elementi utili agli investigatori.

È stato Vincenzo Metafora a chiamare gli agenti della questura partenopea e i soccorsi. E alle forze dell’ordine ha fatto il nome e il cognome del killer. Antonio Metafora abitava nel quartiere Chiaia, salotto del capoluogo partenopeo. Di aspetto giovanile, ex pallanuotista, era abituato a spostarsi a bordo di una Vespa.

I suoi amici lo descrivono come somigliante all’attore hollywoodiano Gregory Peck. Sconcerto, intanto, non solo nello stabile, ma anche tra i colleghi del noto professionista napoletano: Metafora infatti era un avvocato apprezzato nel foro partenopeo e il suo portafoglio clienti era molto ricco. «Era una persona squisita», spiega il penalista Antonio Briganti il cui studio professionale si trova proprio nello stesso edificio del corso Umberto I.

La polizia è sulle tracce dell’omicida anche se ancora non è stato rintracciato. Lo studio professionale dispone di un sistema di telecamere che potrebbero aver ripreso la fuga del giovane, volto noto alle forze dell’ordine per rapina e gioco d’azzardo. La videocassetta contenente le registrazioni è ora visionata dagli inquirenti.

Con l’omicidio di ieri sera sale a 55 il numero delle persone uccise dall’inizio dell’anno nel capoluogo e nel suo vasto hinterland. In questi primi cinque giorni di dicembre sono già due gli omicidi, cinque invece negli ultimi quindici giorni.

 

 

 

 

Articolo del 7 Aprile 2009 da  napoli.repubblica.it  
Omicidio avvocato Metafora, arrestato Salvatore Altieri

E’ stato arrestato Salvatore Altieri, 24 anni, genero del boss Pietro Licciardi, ritenuto l’autore dell’omicidio, la sera del 5 dicembre 2008, dell’avvocato Antonio Metafora. Altieri è accusato di aver ucciso Metafora perché il legale aveva notificato alla madre un’intimazione di sfratto da un garage di Secondigliano. E proprio oggi è stato eseguito lo sfratto, alla presenza del sottosegretario agli interni Alfredo Mantovano
E’ stato arrestato alle prime ore del mattino Salvatore Altieri, di 24 anni, pregiudicato, ritenuto l’autore dell’omicidio dell’ avvocato Antonio Metafora, ucciso a colpi di pistola nel suo studio, al Corso Umberto I, nel centro della città, la sera del 5 dicembre 2008.

Altieri è il genero del boss della camorra Pietro Licciardi che sta scontando in carcere una condanna all’ergastolo. Il giovane uccise l’avvocato Metafora perché il legale aveva notificato alla madre un’intimazione di sfratto e, subito dopo il delitto, fece perdere le sue tracce.
A poche ore dall’arresto di Altieri, e a quattro mesi dall’omicidio di Antonio Metafora, si è svolta a Corso Secondigliano una cerimonia per la riconsegna dell’immobile occupato dalla camorra, per il quale il legale assassinato aveva intrapreso la procedura di reintegro nel possesso del legittimo proprietario.

A eseguire lo sfratto del garage è stato il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Francesco Caia. Allo sfratto ha assistito il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano che ha annunciato che lo Stato potrebbe costituirsi parte civile al processo contro Salvatore Altieri, 24 anni. Certamente si costituirà parte civile al processo l’Ordine degli Avvocati di Napoli, ha annunciato il presidente Caia.

Il garage al corso Secondigliano, circa 700 metri quadri di estensione, è stato riconsegnato al rappresentante legale della “Rom srl che lo gestiva. Ma gli emissari del clan Licciardi lo avevano preso in fitto e la madre di Salvatore Altieri, che faceva da prestanome, per due anni non aveva pagato l’affitto mensile di 4.000 euro. Al tentativo dell’avvocato Metafora di sfrattare la locataria il clan Licciardi rispose prima con le minacce e poi con l’omicidio dell’avvocato Metafora.

 

 

 

 

Foto da: calabriaindipendente.wordpress.com

Fonte:  calabriaindipendente.wordpress.com
Articolo del 7 aprile 2009
NAPOLI, ARRESTATO IL KILLER DELL’AVVOCATO METAFORA. UCCISO PER LO SFRATTO DELLA MADRE
PRESO L’ASSASSINO DEL LEGALE Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli hanno arrestato la scorsa notte Salvatore Altieri, 24enne pregiudicato, in un appartamento di via Bari, nella zona dell’Arenaccia, a Napoli. L’uomo è accusato per l’omicidio del legale Antonio Metafora

NAPOLI – La squadra mobile di Napoli ha arrestato la scorsa notte Salvatore Altieri, 24enne pregiudicato, in un appartamento di via Bari, nella zona dell’Arenaccia, a Napoli. Altieri e’ accusato di avere ucciso il 5 dicembre scorso l’avvocato Antonio Metafora, 70 anni. L’avvocato è stato freddato a colpi di pistola nel suo studio legale la sera del 5 dicembre scorso.

Altieri è il genero del presunto boss della camorra Pietro Licciardi, attualmente detenuto in carcere per scontare una condanna all’ergastolo. Uccise l’avvocato Metafora perché il legale aveva notificato alla madre un’intimazione di sfratto e, subito dopo il delitto, fece perdere le sue tracce. La polizia lo ha trovato in casa di parenti, dove la sera Altieri si recava per cenare e dormire.

REDAZIONE NAPOLI

Il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Francesco Caia ha eseguito questa lo sfratto del garage nel quartiere Secondigliano che costò la vita all’avvocato Antonio Metafora.

Allo sfratto ha assistito il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano che ha annunciato che lo Stato potrebbe costituirsi parte civile al processo contro Salvatore Altieri.

Certamente si costituirà parte civile al processo l’Ordine degli Avvocati di Napoli, ha annunciato il presidente Caia. Il garage al corso Secondigliano, circa 700 metri quadri di estensione, è stato riconsegnato al rappresentante legale della «Rom srl» che lo gestiva. Ma gli emissari del clan Licciardi lo avevano preso in fitto e la madre di Salvatore Altieri, che faceva da prestanome, per due anni non aveva pagato l’affitto mensile di 4.000 euro.

Al tentativo dell’avvocato Metafora di sfrattare la locataria il clan Licciardi rispose prima con le minacce e poi con l’omicidio dell’avvocato Metafora.

REDAZIONE ILMATTINO.IT

 

 

 

Articolo del 9 Marzo 2010 da ilmattino.it 
Napoli, uccise l’avvocato Metafora per sfratto garage: condannato a 24 anni

NAPOLI (9 marzo) – Ventiquattro anni di reclusione è la condanna inflitta a Salvatore Altieri, 25 anni, pregiudicato, per l’omicidio del settantenne avvocato Antonio Metafora, ucciso a colpi di pistola nel suo studio al corso Umberto a Napoli il 5 dicembre 2008. La sentenza è stata emessa oggi dalla terza sezione della Corte di Assise (presidente Eugenia Del Balzo).

Il pm Giuseppina Loreto, al termine della requisitoria, aveva chiesto l’ergastolo per omicidio premeditato. Movente del delitto, secondo la ricostruzione dei giudici, una controversia giudiziaria in atto tra il civilista e i familiari dell’imputato, ai quali poco prima dell’omicidio il professionista aveva fatto notificare una ingiunzione di sfratto di un garage nel quartiere Secondigliano. Altieri è pregiudicato e imparentato con un esponente della camorra. L’Ordine degli avvocati di Napoli si è costituito parte civile.

Altieri è genero del boss della camorra Pietro Licciardi che sta scontando in carcere una condanna all’ergastolo. Difeso dall’avvocato Giuseppe Ricciulli, il giovane, nel corso di una dichiarazione resa in aula nelle scorse settimane, ha affermato di essere innocente e di trovarsi altrove al momento del delitto. L’omicidio avvenne sotto gli occhi del figlio della vittima, anch’egli avvocato.

Identificato subito dagli investigatori, Altieri si rese irreperibile e fu catturato dalla polizia il 7 aprile 2009 in un’abitazione al rione Vasto dove si era rifugiato. La Corte di Assise ha ritenuto le attenuanti generiche equivalenti alla aggravante della premeditazione, una valutazione che ha evitato la condanna all’ergastolo. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 60 giorni.

 

 

 

 

Articolo del 23 Novembre 2010 da  diritto-oggi.it
AVVOCATI: A NAPOLI PREMIO PER RICORDARE LEGALE VITTIMA CLAN

(AGI) – Napoli, 23 nov. – Un premio alla Legalità intitolato alla memoria di Antonio Metafora, avvocato vittima della criminalità cinque anni dopo il suo omicidio. A crearlo l’assessore al Patrimonio del Comune di Napoli Marcello D’Aponte con il presidente dell’ordine degli avvocati Francesco Caia, il presidente della Corte d’Appello di Napoli Antonio Bonajuto, il presidente del tribunale di Napoli Carlo Alemi, il componente del consiglio nazionale forense Bruno Piacci.

«Per l’amministrazione è doveroso testimoniare forte attenzione al tema della legalità così come avviene nell’attività quotidiana – dice D’Aponte – di fronte a episodi come quello di cui fu vittima Metafora, vogliamo essere in prima linea al fianco di quanti sono impegnati affinché la diffusione del sentimento di legalità divenga elemento il più possibile condiviso e irrinunciabile per la vita della nostra città».

Il premio è destinato ai laureati in giurisprudenza, sociologia, scienze politiche, scienze sociali e della formazione presso le università napoletane; agli studenti delle scuole medie superiori di Napoli e provincia; agli avvocati e praticanti avvocati abilitati al patrocinio forense iscritti presso il consiglio dell’ordine degli avvocati di Napoli di età inferiore a 32 anni.

«Con questo premio vogliamo fare in modo che il sacrificio di Antonio non sia stato vano», conclude Caia. (AGI) Lil

 

 

 

 

Fonte  fondazionepolis.regione.campania.it

Premio Legalità dedicato ad Antonio Metafora
Data pubblicazione: 24-11-2010
È dedicato all’avvocato Antonio Metafora, barbaramente ucciso da un cliente nel suo studio di Corso Umberto a Napoli il 5 dicembre 2008, il premio alla Legalità indetto dall’Ordine degli Avvocati e dal Comune di Napoli. L’obiettivo è di contribuire alla diffusione e condivisione del principio di legalità nella vita della nostra città.

Il premio intende premiare i migliori elaborati di tre distinte categorie di partecipanti (giovani laureati, studenti di Scuole superiori, giovani Avvocati e Praticanti iscritti al Consiglio dell’Ordine di Napoli) sui temi della tutela e della promozione dei valori e dei principi della legalità e della convivenza civile, e di tutela e salvaguardia dei diritti dell’uomo.

Il premio è stato presentato ieri 23 novembre dall’assessore al Patrimonio Marcello D’Aponte, dal presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Francesco Caia, dal componente del Consiglio Nazionale Forense Bruno Piacci, dal Rettore dell’Università di Napoli ”Federico IÌ’ Massimo Marrelli, dal preside della Facoltà di Giurisprudenza Lucio de Giovanni, dal presidente della Corte d’Appello di Napoli Antonio Buonajuto, dal presidente del Tribunale di Napoli Carlo Alemi, dal direttore del quotidiano ”Il Mattino” Virman Cusenza, dall’avvocato Vincenzo Metafora e dal presidente della Fondazione Pol.i.s. Paolo Siani.

 

 

 

 

Articolo del 12 Gennaio 2012 da  ricerca.repubblica.it
Ergastolo al killer dell’ avvocato Metafora ‘Ucciso perché non si piegò alle pressioni’
di Dario Del Porto

SALVATORE Altieri uccise l’avvocato Antonio Metafora non solo perché mosso da «intento punitivo e vendicativo». Ma anche perché il giovane, imparentato per parte di moglie con la famiglia malavitosa dei Licciardi di Secondigliano, intendeva con quei quattro colpi di pistola «affermare il suo “valore” messo in discussione» dall’ anziano civilista che «nonostante gli avvertimenti e le pressioni» subite non aveva voluto «accettare le condizioni» dettate da Altieri per rientrare nella disponibilità di un garage. Per questa ragione, scrive la Corte d’Assise d’Appello nella sentenza che ha condannando Altieri all’ergastolo inasprendo la pena di 24 anni di reclusione decisa in primo grado, l’avvocato Metafora «andava eliminato con un gesto eclatante e dimostrativo».

Le motivazioni del verdetto sono state depositate nei giorni scorsi in cancelleria. Il collegio (presidente Pietro Ramundo, giudice a latere Rosa Maria Caturano) ha accolto il ricorso presentato dal pm Giuseppina Loreto. Secondo la Corte, Altieri non può ottenere le attenuanti generiche anche alla luce della «estrema gravità e riprovevolezza» della sua azione. E viene ritenuta sussistente, come già in primo grado, l’aggravante della premeditazione. Il professionista fu assassinato nel suo studio la sera del 5 dicembre 2008.

Pochi giorni prima, Metafora aveva rifiutato insieme al suo cliente la somma di 50 mila euro in contanti che con tono definito «minaccioso» Altieri gli aveva messo sul tavolo come saldo delle morosità e accompagnata dalla richiesta di rifare il contratto di affitto del garage. L’8 gennaio successivo era previsto il “rilascio” dell’immobile. Dopo il diniego, Altieri passò all’ azione fissando tra l’altro l’appuntamento con l’avvocato «in un momento come il tardo pomeriggio di venerdì, con poche presenze nello studio, prospettando falsamente di avere una nuova proposta». All’incontro si presentò in compagnia di un complice che non è mai stato individuato.

Nel suo appello il pm aveva ipotizzato che Altieri avesse deciso di uccidere l’avvocato «non in totale autonomia ma condizionato dalle famiglie Licciardi e Lo Russo», ricostruzione ritenuta però non condivisa dalla Corte anche alla luce di un’intercettazione della moglie dell’imputato dalla quale emergerebbe che la famiglia Licciardi non aveva «gradito» il delitto, ma anzi ne aveva preso le distanze. L’assassino sparò subito dopo essere entrato nella stanza del professionista. «Tanto da far dedurre – scrive la Corte – che tra i due non venne iniziata alcuna discussione».

 

 

 

Articolo del 9 Febbraio 2012 da  ricerca.repubblica.it  
Metafora, spunta Lo Russo jr
di Dario Del Porto

LA PROCURA lavora al secondo capitolo dell’inchiesta sull’omicidio dell’avvocato Antonio Metafora, il civilista assassinato il 5 maggio 2008 nel suo studio di corso Umberto. Dopo la condanna all’ergastolo di Salvatore Altieri, riconosciuto colpevole in primo e secondo grado come esecutore materiale del delitto, gli investigatori vogliono risalire all’identità dell’uomo che quella sera lo accompagnò allo studio dell’avvocato. E spunta una pista che porta ad Antonio Lo Russo.

Altieri, imparentato con la famiglia malavitosa dei Licciardi, cercava di rientrare nella disponibilità di un garage per il quale l’avvocato Metafora, nell’interesse del proprietario dell’immobile, stava curando la procedura di rilascio. Pochi giorni prima dell’omicidio, il civilista aveva rifiutato insieme al suo cliente la somma di 50 mila euro in contanti che, con tono definito «minaccioso», Altieri gli aveva messo sul tavolo a titolo di saldo delle morosità.

Come ripercorso nella sentenza d’appello depositata il 20 dicembre scorso, Altieri aveva provato ad indicare al proprietario anche nuovi possibili affittuari. Uno dei nominativi, è emerso dal processo, è risultato essere quello della moglie di Antonio Lo Russo, il figlio dell’ex boss di Secondigliano (oggi pentito), latitante dal maggio 2010 e assurto agli onori delle cronache per la foto che lo ritraeva ai bordi del campo dello stadio San Paolo durante la partita di calcio Napoli Parma 2-3 del 5 aprile 2010.

La comparsa di quel nome, scrive la  Corte d’Assise d’Appello, «si inserisce nel tentativo di Altieri di individuare un ennesimo contraente da indicare al proprietario come nuovo formale titolare del rapporto». Da qui, adesso, partono i nuovi approfondimenti disposti dal pm Giuseppina Loreto, che ha condotto le indagini e sostenuto l’accusa durante il dibattimento di primo grado concluso con la condanna di Altieri a 24 anni.

Nel ricorso in appello presentato per chiedere (come poi accaduto) l’inasprimento della pena dell’imputato, il pm Loreto aveva ipotizzato che Altieri avesse agito «non in totale autonomia ma condizionato dalle famiglie Licciardi e Lo Russo». Tesi però non accolta dalla Corte d’Assise d’Appello, convinta che la famiglia Licciardi abbia invece preso le distanze dal gesto del congiunto. Nessun dubbio invece sul fatto che l’assassino si fosse recato all’appuntamento con un uomo mai identificato, che chiese di andare in bagno mentre Altieri entrava nella stanza di Metafora e, pochi minuti dopo, gli sparava quattro colpi di pistola. Un complice senza nome, che la Procura vuole scoprire.

 

 

 

Omicidio Avvocato Metafora (parte 1) – Verità Imperfette 10/05/13

 

 

 

 

 

 

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