5 ottobre 1992 Taurianova (RC). Rocco Corica, 53 anni, e Antonio Corica, 29 anni, padre e figlio, titolari di una attività commerciale, sono stati assassinati per non aver ceduto al ricatto del racket delle estorsioni

Rocco Corica, 53 anni, e Antonio Corica, 29 anni, padre e figlio, titolari di una attività commerciale a Taurianova (RC), sono stati assassinati il 5 ottobre del 1992 per non aver ceduto al ricatto del racket delle estorsioni.

 

 

Fonte: archiviolastampa.it
Articolo del 6 ottobre 1992
Non pagavano il «pizzo», uccisi. Padre e figlio ammazzati nel loro negozio
di Diego Minuti
Taurianova, il racket aveva già bruciato un deposito ai due commercianti ribelli

La legge violenta e sanguinaria del racket continua a pretendere e ad ottenere le sue vittime in Calabria, dove pure, per qualcuno, vige una «pax» tra cosche. Ieri è stata la volta di due commercianti, padre e figlio, massacrati in un agguato a Taurianova, il centro della Piana di Gioia Tauro che, ciclicamente, subisce i rigurgiti della violenza della ‘ndrangheta.

Rocco ed Antonio Corica, 53 e 29 anni, sono stati letteralmente massacrati a colpi d’arma da fuoco nel loro negozio, un locale poco appariscente che si trova in una strada secondaria del centro cittadino. Un negozio, avviato da qualche anno, dove i due vendevano prodotti per la casa.

Nessun testimone (almeno ufficialmente) all’agguato che, secondo i primi accertamenti eseguiti dai carabinieri, sarebbe stato messo a segno da almeno due persone armate di fucili di grosso calibro e di pistola. Rocco Corica ed il figlio si trovavano nel negozio. Il padre, com’era sua abitudine, si trovava al bancone, accanto alla cassa. Il figlio, invece, era nel retro dell’esercizio, intento a sistemare negli scaffali alcuni prodotti appena consegnatigli.

Poco dopo le 19 sono entrati in azione i killer. Gli assassini, quando hanno visto che nel negozio non c’erano che i due titolari, vi hanno fatto irruzione. Il primo a cadere sotto i loro colpi è stato Rocco Corica. L’uomo non ha avuto il tempo di abbozzare una reazione: centrato al petto ed alla testa da una rosata di pallettoni, è stato scaraventato contro uno scaffale ed è caduto, fulminato.

Nel retro Antonio Corica ha avuto solo la percezione di quanto stava accadendo. Udite le detonazioni non ha avuto nemmeno il tempo di tentare una fuga, peraltro impossibile: gli assassini gli avevano già tagliato la strada.

Anche per lui la fine è stata istantanea, colpito al petto da almeno tre colpi di pistola, resi mortali dal fatto d’essere stati esplosi da poco meno di un metro. Antonio Corica è caduto trascinandosi dietro alcune scatole. Gli assassini sono tornati sui loro passi e si sono dati alla fuga, lasciandosi dietro i due cadaveri.

I killer sono quindi usciti dal locale e si sono allontanati probabilmente a piedi poi, forse, in auto senza che nessuno li abbia visti o abbia tentato di fermarli. Un agguato in piena regola, comunque, compiuto con una ferocia che sembra ormai caratterizzare i fatti di sangue che accadono a Taurianova.

Antonio e Rocco Corica, però, e questo lo hanno confermato i carabinieri, non erano uomini in odore di mafia, né rientravano nella logica di chi di violenza e sulla violenza ha fondato la sua vita. Una logica che, purtroppo, sta alla base di tanti fatti di sangue che sono accaduti a Taurianova negli ultimi anni e hanno portato questa cittadina della Piana di Gioia Tauro all’attenzione dell’intero Paese. I due anzi avevano avuto la forza di ribellarsi quando nei mesi scorsi erano giunte loro delle richieste di carattere estorsivo. Le prime erano state blande, avanzate quasi con distacco da un anonimo interlocutorre telefonico.

Ai primi rifiuti dei due commercianti erano arrivate le altre richieste, queste però accompagnate da minacce, sempre più pressanti, sempre più assillanti, rivolte non solo contro Rocco Corica ed il figlio, ma anche contro i famigliari. Ma i due, probabilmente dopo aver discusso a lungo tra di loro, avevano deciso di tenere comunque duro, di non piegarsi al ricatto della ‘ndrangheta. Nei mesi scorsi il racket aveva deciso di alzare il tono delle richieste e quando i Corica avevano risposto, nuovamente, con un netto rifiuto era scattata implacabile la prima rappresaglia.

Il locale, alla periferia del paese, che Rocco ed Antonio utilizzavano come deposito per i loro prodotti, era stato incendiato con danni per decine di milioni. Un dramma per i due che però avevano ripreso la loro attività, come se nulla fosse accaduto, per far capire a «quelli» che non sarebbe bastato un attentato per piegarli. Ieri sera hanno pagato con la vita la loro opposizione alle regole dei signori del «racket».

 

 

 

Fonte:  ricerca.repubblica.it
Articolo del 6 ottobre 1992
PADRE E FIGLIO MASSACRATI NEL LORO NEGOZIO

TAURIANOVA – Padre e figlio sono stati uccisi in un agguato, poco dopo le 18,30 di ieri nel centro di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria. Le vittime sono Rocco Corica, di 53 anni, e il figlio Antonio, di 29. Sono stati uccisi, a colpi di fucile e pistola, all’interno di un negozio di detersivi che gestivano in società.

Secondo i carabinieri, a sparare sarebbero state almeno due persone. Il negozio si trova poco distante dalla piazza principale di Taurianova. Rocco ed Antonio Corica, che non avevano precedenti penali, sono stati feriti mortalmente alla testa. Il cadavere del padre è stato trovato dai carabinieri in prossimità dell’ingresso del negozio – dove c’è anche la cassa – e quello del figlio nell’interno. Nei mesi scorsi, sconosciuti avevano incendiato un capannone intestato a Rocco Corica.

 

 

 

 

da L’Unità del 6 ottobre 1992