6 Giugno 2003 Bagnara Calabra (RC). Ucciso a coltellate Paolo Bagnato, proprietario di una pizzeria. Si era rifiutato di pagare il pizzo

Fonte  memoriaeimpegno.blogspot.it

Paolo Bagnato, cinquantuno anni, proprietario di una pizzeria a Bagnara Calabra (RC), muore la sera del 6 giugno 2013, dopo essere stato accoltellato da dei clienti che non volevano pagare il conto.

“Tre individui, dopo aver consumato due arancini, un sandwich e bevuto tre birre, avvisano la cameriera di non aver alcuna intenzione di pagare il conto. La ragazza informa il proprietario. Bagnato si avvicina al tavolo, chiede spiegazioni. La discussione si fa accesa, i quattro si allontanano e vanno a discutere davanti alla porta d’ingresso. La situazione degenera e i tre clienti lo accoltellano, colpendolo quattro volte all’addome e al torace. Paolo, sottovalutando le ferite, si ferma a riprendersi presso la casa di un vicino, nelle vicinanze della pizzeria. Dopo un’ora, improvvisamente, le sue condizioni peggiorano.”

 

Fonte  memoriaeimpegno.blogspot.it
Paolo Bagnato
di Carmelo Tripodi

Ci sono voluti dieci anni perché qualcuno si ricordasse di Paolo Bagnato. Dieci anni in cui tranne la commozione iniziale, l’intera vicenda, anche quella processuale, è caduta nel dimenticatoio.

Paolo Bagnato era un onesto lavoratore, portava avanti il suo sogno, che era quello di poter lavorare nella sua terra. Così come tanti, aveva creduto fortemente all’idea di dare un contributo fattivo allo sviluppo del paese e voleva farlo come meglio sapeva, preparando per i numerosi clienti del suo locale una delle migliori pizze della Costa Viola.

Non avrebbe mai immaginato che questo suo desiderio si sarebbe scontrato con la ferocia di chi, quella sera, con spavalderia e arroganza, aveva deciso di imporre la legge della prepotenza e del sopruso. Nessun timore, nessuna remora a mettere in pratica un disegno criminoso e perverso, fino al punto di arrivare a spezzare una giovane vita, e senza preoccuparsi delle drammatiche conseguenze che quell’infausto gesto avrebbe causato.

“Tre individui, dopo aver consumato due arancini, un sandwich e bevuto tre birre, avvisano la cameriera di non aver alcuna intenzione di pagare il conto. La ragazza informa il proprietario. Bagnato si avvicina al tavolo, chiede spiegazioni. La discussione si fa accesa, i quattro si allontanano e vanno a discutere davanti alla porta d’ingresso. La situazione degenera e i tre clienti lo accoltellano, colpendolo quattro volte all’addome e al torace. Paolo, sottovalutando le ferite, si ferma a riprendersi presso la casa di un vicino, nelle vicinanze della pizzeria. Dopo un’ora, improvvisamente, le sue condizioni peggiorano. Cinquantuno anni, Paolo Bagnato muore la sera del 6 Giugno 2003.” Racconta così quella drammatica serata Gianmarco Iaria, giovane esponente di Libera, nel corso del’incontro che si è tenuto a Bagnara il 6 Giugno scorso, e che ha visto tutti gli aderenti all’associazione fondata da Don Luigi Ciotti, unanimi, nell’intitolare il Presidio a Paolo Bagnato, vittima innocente della violenza mafiosa.

Tre persone sono finite in carcere per l’omicidio del “Pizzaiolo di Bagnara”. Ancora oggi i parenti e gli amici non sanno darsi pace per una morte così assurda. Una tragedia che ha gettato nello sconforto l’intero paese, soprattutto per la facilità con cui i tre malviventi hanno tolto la vita ad un uomo.

E dopo anni di oblio, grazie a Libera, il nome di Paolo Bagnato torna ad essere ricordato come merita, a testimonianza che l’associazione, nata da poco nella cittadina della Costa Viola, vuole lanciare un messaggio di speranza e di impegno civico, rivolto soprattutto a chi fa della prevaricazione e della violenza mafiosa il proprio credo di vita.

 

 

 

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