6 Luglio 1919 Resuttano (CL). Muore Costantino Stella, arciprete, dopo essere stato accoltellato. Aveva dato il via ad importanti attività in campo sociale e nel sostegno dei contadini siciliani

Costantino Stella, Arciprete di Resuttano (Cl) si batteva contro i soprusi esercitati dai clan della zona sulla popolazione e aveva dato il via ad importanti attività in campo sociale e nel sostegno dei contadini siciliani. Venne accoltellato il 19 giugno da un membro di una potente famiglia mafiosa locale. Morì, dopo diciotto giorni di agonia, il 6 luglio 1919 a Resuttano (Cl).

Fonte: liberanet.org

 

 

 

 

Fonte: it.wikipedia.org

Costantino Stella (Resuttano, 19 maggio 1873 – Resuttano, 6 luglio 1919) è stato un presbitero italiano ucciso dalla mafia.

Nacque a Resuttano (provincia di Caltanissetta) il 19 maggio 1873 da una famiglia della borghesia locale. Entrato nel seminario di Caltanissetta, studiò sotto la guida del rettore, poi divenuto cardinale, mons. Giuseppe Francica-Nava de Bondifè. Fu consacrato sacerdote il 30 maggio 1897 e l’anno dopo fu nominato arciprete del suo paese natale.

Fu definito uno dei cosiddetti preti sociali per il suo impegno al miglioramento delle condizioni delle campagne e degli abitanti del suo paese. Tra le sue attività di rilievo si ricordano: la costruzione, durante il primo anno da arciprete, del Monte Frumentario, per la distribuzione in anticipo dei concimi ai contadini. L’anno successivo fondò la cassa rurale per l’organizzazione delle affittanze collettive dal 1906 in poi e la Cooperativa di consumo per l’acquisto a prezzi bassi dei viveri per le famiglie dei soci. Cercò anche di entrare in consiglio comunale attraverso le elezioni amministrative del 1902 e del 1904. Fu inoltre corrispondente per il periodico de L’Aurora oltre che collaboratore per innumerevoli testate giornalistiche della Sicilia dove successivamente riuscì a fondare insieme ad un gruppo di vescovi l’Associazione Regionale del Clero che ottenne numerose adesioni fino all’insorgere della Prima guerra mondiale che ne placò l’attività.

Molto amato dal popolo e forse per questo mal visto da chi si vedeva danneggiato dalla sua attività per gli umili e i bisognosi, la sera del 28 giugno 1919 rimase ucciso dalla mafia, venendo accoltellato davanti a casa sua. Ricoverato d’urgenza, morì dopo 8 giorni di agonia. Aveva 46 anni. I suoi assassini non furono mai scoperti così come i mandanti.

Collegamenti esterni:
bccresuttano.it
vittimemafia.it

 

 

 

Fonte: reginamundi.info

Costantino Stella, arciprete parroco di Resuttano ( Caltanissetta), 46 anni accoltellato sulla porta di casa il 6 luglio 1919. Muore dopo un’agonia durata diciotto giorni. L’assassino è rimasto ignoto. È uno dei “preti sociali” impegnato in varie attività, in una notte con l’autorità provinciali e in polemiche giornalistiche per migliorare la condizione delle campagne e degli abitanti della sua zona. il suo nome e quello di altri sacerdoti rimasti vittime della mafia siciliana sono ricordati della rassegna di Umberto Santino intitolata la Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia per la democrazia dal 1893 al 1994 (Palermo 1995). Nel volumetto è riportata anche una poesia “ricordo di ricordare” composta da Santino in memoria di questi martiri, una delle strofe è dedicata ai preti:

Ricordati di Giorgio
di Costantino
di Stefano
di Pino
preti di un Cristo quotidiano
fratello degli ultimi
crocifisso dai potenti.

Giorgio è Giorgio Gennaro (ucciso nella borgata palermitana di Cianciulli, nel febbraio del 1916, per ordine dei mafiosi Salvatore e Giuseppe Greco), Costantino è Costantino Stella,Stefano è Stefano Caronia (ucciso a Gibellina, Trapani, il 27 novembre 1921, per aver contrastato il capomafia Ciccio Serra), Pino è Giuseppe Puglisi.
(dizionario del movimento cattolico,III/2. Umberto Santino, Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia per la democrazia dal 1893 al 1994, Palermo 1995)

 

 

 

 

Costantino Stella

Lettere e scritti

Centro Studi sulla Cooperazione “A. Cammarata”

Don Costantino Stella, arciprete di Resuttano tra la fine dell’Ottocento e il primo dopoguerra, fu prete «sociale» esemplare, ma non isolato. Fece parte dell’ampia schiera di sacerdoti della diocesi nissena che ascoltarono l’invito di Leone XIII ad uscire fuori dalla sagrestia.

La raccolta dei suoi scritti (articoli, opuscoli, corrispondenza) documenta l’esemplarità della sua vicenda umana e sacerdotale.

 

 

 

 

Monumento Sepolcrale – Foto da: ilfattonisseno.it

Fonte: ilfattonisseno.it
Articolo del 10 luglio 2019
Resuttano, “Ha pagato con la vita la libertà dei suoi concittadini”: celebrato dal Vescovo il centenario del martirio di Don Costantino Stella

Cento anni dopo il suo martirio Don Costantino Stella è stato ricordato nella sua Resuttano con una celebrazione solenne presieduta dal Vescovo, Mons. Mario Russotto, con il Vicario generale Mons. Giuseppe La Placa e l’arciprete parroco don Ignazio Carrubba, in quella stessa Chiesa Madre che ha retto per un ventennio, negli anni difficili tra ‘800 e ‘900, protagonista del movimento cattolico che ha riscattato dalla schiavitù dell’usura e della violenza mafiosa generazioni di contadini poveri, schiacciati dalla società del latifondo.

Presenti il Sindaco e l’amministrazione comunale, che ha conferito alla memoria di Don Costantino una Benemerenza Civica consegnata al termine della funzione, “Con unanime sentimento di gratitudine e di riconoscenza, per l’esempio di vita ispirata ai fondamentali valori umani della solidarietà, dell’amore e dell’aiuto al prossimo, specialmente in favore dei più deboli e bisognosi”.

Proprio per difendere i contadini Don Costantino era diventato il leader del movimento cattolico che nella Diocesi di Caltanissetta aveva segnato conquiste fondamentali in quello scorcio di secolo: la Cassa Rurale, il Monte frumentario, la cooperativa di consumo, per sottrarre il popolo lavoratore dalla morsa dei gabelloti-usurai che sul latifondo imponevano la legge della mafia e dello sfruttamento.

Aveva combattuto perché l’acqua fosse portata nel suo paese, perché fosse costruita una strada che lo collegasse al resto del mondo, aveva conquistato alle elezioni la guida dell’amministrazione comunale, nel 1902 e nel 1904, costringendo la mafia, come aveva scritto a Sturzo, «a prestare soldi senza chiedere alcun interesse in concorrenza con la Cassa cattolica».

«Ha lottato, e ha pagato col martirio la libertà di voi resuttanesi!» ha affermato il Vescovo nella sua appassionata omelia. «Si è davvero adoperato perché Resuttano venisse fuori dalla palude della schiavitù ai potenti, agli usurai, ai mafiosi, e divenisse un popolo di uomini e donne liberi, capaci, con serenità e speranza, di scrivere un presente di solidarietà e di costruire un orizzonte di futuro possibile per i propri figli.

Resuttano deve molto a don Costantino: in lui questo popolo ha trovato un modello di uomo, un modello di credente, un modello di sacerdote. Fino all’abnegazione, e questo dà fastidio. Ma Gesù lo ha detto: “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi!” e spesso i lupi circolano in mezzo a noi con una facciata apparente di signorilità, di borghesia, ma con una falsità nel cuore che è simile a un covo di serpenti. Il cristiano vero dà fastidio”.

Don Costantino era un vero prete – ha proseguito il Vescovo Mario – un vero uomo di Dio, che sapeva unire spiritualità e verità, fede e vita, religione e giustizia, devozione e solidarietà.

E non faceva distinzioni fra quelli che frequentavano la chiesa e quelli che invece vivevano un po’ sulla soglia della vita ecclesiale: sentiva la responsabilità per ogni anima, per ogni persona, ogni uomo, ogni donna, ogni bambino, ogni anziano. Era prete perché uomo di Dio, e dunque un uomo che intesseva relazioni con tutti e si faceva carico di tutti».

Anticipatore anche nel campo dell’organizzazione ecclesiale. Ha proseguito il Vescovo: «Don Costantino era un uomo profondamente innamorato di Dio, amava immensamente la Chiesa e per questo amava l’essere umano in quanto tale. E come si industriava perché la comunità trovasse sempre le sorgenti della sua fede, così si adoperava perché il presbiterio trovasse il senso della sua fraternità e anche le vie della tutela dei propri diritti.

Per tale ragione si è adoperato perché nascesse la FACI, la Federazione a tutela del clero, ed è stato presidente della FACI qui, in Diocesi, fino alla morte».

Al termine della celebrazione religiosa è stata scoperta una lapide in Chiesa Madre e poi, al cimitero di Resuttano, l’omaggio alla tomba di Don Costantino Stella, recentemente restaurata, che è stata benedetta dal Vescovo alla presenza delle autorità cittadine e dei dirigenti della BCC “Don Costantino Stella”, fondata 120 anni dal sacerdote martire della mafia, che ancora oggi ne tramanda la memoria di impegno sociale.

Proprio nel giorno anniversario della morte (accoltellato sulla soglia di casa senza che mai si conoscessero mandanti ed esecutori) è stata costituita, per iniziativa della parrocchia chiesa madre e dell’arciprete di oggi, Don Ignazio Carrubba, una cooperativa sociale di giovani intitolata a Don Stella, che si propone di “rivalutare nel miglior modo gli immobili sequestrati alla mafia, e di accogliere i minori, le ragazze madri, i giovani che vivono in condizioni di disagio, gli anziani sempre più soli”.

L’esempio di don Stella, un secolo dopo, si ripropone attualissimo, sulla nuova frontiera della difesa della dignità e dei diritti di chi non può contare sui privilegi del potere, che soltanto nella capacità di produrre lavoro produttivo e servizi sociali efficaci può tutelare i valori della Costituzione che proprio sul lavoro fonda la cittadinanza democratica del nostro Paese.

 

 

 

 

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