6_novembre_1992. Il coraggio di un uomo – Giovanni Panunzio – di Michela Magnifico Edito da La Meridiana
6_ novembre_ 1992. Il coraggio di un uomo
di Michela Magnifico
Edito da La Meridiana 2017
Con la collaborazione di Giovanna Belluna
Prefazione a cura di Agostino De Paoli
Una data può segnare una fine, una svolta, un nuovo inizio.
La data del 6 novembre del 1992 rappresenta per la città di Foggia tutto questo insieme.
La fine è quella della vita di Giovanni Panunzio, l’imprenditore edile che non si era limitato a dire no al pizzo, ma da subito aveva reso pubblico il suo rifiuto rompendo lo schema che vedeva l’imprenditoria del mattone nella Capitanata
sotto scacco della mafia. Un sistema solido e perverso, condizione necessaria per costruire a Foggia. La mafia controllava e assicurava. Panunzio sceglie di farsi proteggere dallo Stato. Denuncia. Collabora. Per questo deve morire ammazzato.
E muore.
L’omicidio Panunzio è stato un punto di svolta per polizia e magistratura, la conferma che la mafia foggiana esisteva e che i primi segnali risalivano a un decennio prima.
Una mafia che, per scelta, aveva tenuto, fino all’assassinio dell’imprenditore, un profilo basso, tessendo tutta una serie di legami con la parte sana della società civile. La stessa che non si era mai ribellata al potere mafioso, che non aveva mai creato uno spartiacque preciso tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Il salto di scala fatto dalla mafia negli anni, con l’omicidio Panunzio diviene manifesto.
Come anche diviene manifesto che qualcosa di sano è possibile nella società civile.
Panunzio, imprenditore sano viene ucciso e Mario Nero, cittadino che per caso assiste alla fuga dell’assassino, racconta ciò che ha visto divenendo testimone di giustizia.
Per questo il 6 novembre del 1992 è una data che segna un nuovo inizio ancora possibile per Foggia.
Grazie alla testimonianza di Mario Nero, il processo viene non solo celebrato ma anche concluso arrivando a condanne definitive.
La fine di Giovanni è l’inizio anche di una costante, attiva, continua testimonianza della famiglia e di quanti intorno a lei hanno fatto del no alla mafia di Giovanni la ragione per immaginare una città diversa che parla e non tace, che spezza catene di omertà e disegna legami con la società civile sana. Che anche a Foggia c’è e ha bisogno di riconoscersi e ritrovarsi.
Vent’anni dopo ricordare con un libro Giovanni è non rendere vano il coraggio di un uomo.
E ripartire ancora.
Fonte: spaziosociale.it
Articolo del 30 nov 2016
Foggia, ’6 novembre 1992: il coraggio di un uomo’. Un libro per ricordare Giovanni Panunzio
Il lavoro della giornalista Michela Magnifica per ricordare l’imprenditore edile ucciso dalla mafia
Foggia, ’6 novembre 1992: il coraggio di un uomo’. Un libro per ricordare Giovanni Panunzio
La sera del sei novembre 1992 il Consiglio Comunale di Foggia era impegnato in una vera e propria maratona per l’adozione del piano regolatore generale. Poco prima della mezzanotte il sindaco dell’epoca, Salvatore Chirolli, annunciò in Aula l’omicidio dell’imprenditore edile Giovanni Panunzio da tempo vittima di richieste estorsive miliardarie e autore di un memoriale che aveva portato all’arresto di una dozzina di presunti mafiosi. La sua figura è stata al centro di un nuovo incontro dell’Associazione Qualità della Vita dedicato alla presentazione del libro della giornalista Michela Magnifico ‘6 novembre 1992: il coraggio di un uomo’. “Una data può segnare una fine, una svolta, un nuovo inizio. La data del 6 novembre del 1992 rappresenta per la città di Foggia tutto questo insieme. La fine è quella della vita di Giovanni Panunzio, l’imprenditore edile che non si era limitato a dire no al pizzo, ma da subito aveva reso pubblico il suo rifiuto rompendo lo schema che vedeva l’imprenditoria del mattone nella Capitanata sotto scacco della mafia. Un sistema solido e perverso, condizione necessaria per costruire a Foggia. La mafia controllava e assicurava. Panunzio sceglie di farsi proteggere dallo Stato. Denuncia. Collabora. Per questo deve morire ammazzato. E muore”.
Il lavoro di ricerca di Michela Magnifico ha sottratto la figura di Giovanni Panunzio dall’oblio delle vecchie pagine di giornale. Il suo libro, infatti, consente a chi non l’ha conosciuto, specialmente i più di giovani, di ripercorrere una pagina drammatica della storia recente di Foggia ricordando al contempo la figura umana e professionale di Panunzio e la sua vicenda giudiziaria. Il Presidente dell’Associazione ‘Giovanni Panunzio-Eguaglianza, Legalità e Diritti’ Dimitri Lioi ha ricordato, dopo Panunzio, il testimone dell’omicidio Mario Nero che ha pagato un alto prezzo personale per il suo coraggio, costretto ad abbandonare i suoi affetti, il suo lavoro e la sua terra. Lioi ha chiesto che le Istituzioni di Foggia e della Capitanata attribuiscano una benemerenza civica a questo testimone di giustizia. Toccante il ricordo di Giovanna Belluna, nuora dell’imprenditore assassinato, che ha vissuto in prima persona l’intera vicenda, a partire dalla prima telefonata estorsiva – raccolta da lei stessa – e che non ha mai smesso di chiedere verità e giustizia per Giovanni Panunzio e la sua famiglia. Giovanna Belluna ha collaborato alla stesura del libro di Michela Magnifico insieme ad Agostino de Paolis, allora Capo della Squadra Mobile di Foggia e attuale Primo Dirigente della Polizia di Stato, che ne ha scritto la prefazione. Giornalista televisiva, schiva e preparata, Michela Magnifico ha firmato un testo rigoroso nelle fonti, e partecipato. La figura di Panunzio ne emerge come quella di un uomo sincero e coerente, attaccato al lavoro e alla famiglia, che ha rifiutato i compromessi a costo della vita.