8 luglio 1991 Castelvolturno (CE). Resta ucciso Cristiano Festa, cameriere di 21 anni, in una incursione contro un boss della camorra.
Cristiano Festa, 21 anni, era cameriere presso un bar di Castelvolturno, un tempo gestito dal padre, che fu ucciso anche lui il novembre precedente mentre tentava di sventare un furto.
La sera dell’8 luglio 1991 stava servendo ad un tavolo, posto all’esterno del bar, Salvatore Bianco, un boss emergente della camorra, quando all’improvviso da un’auto, fermatasi lì davanti, scese un uomo armato di fucile a canne mozze che iniziò a sparare su di loro.
Salvatore Bianco morì sul colpo, Cristiano Festa e un altro avventore, seduto allo stesso tavolo con Salvatore Bianco, morirono in ospedale.
Fonte: archivio.unita.news
Articolo del 9 luglio 1991
Strage di camorra al bar 3 morti
di Mario Ricci
A Castelvolturno un killer ha fatto irruzione in un locale facendo fuoco con una lupara.
Uccisa la vittima designata, un pregiudicato, un cameriere di 21 anni ed un avventore.
Ancora una strage di camorra nel Casertano. Un killer ha fatto irruzione in un bar di Castelvolturno facendo fuoco con la lupara. Unico bersaglio dei sicari, un pregiudicato del posto, Salvatore Bianco, di 34 anni, morto sul colpo. Ma sotto i proiettili sono caduti anche due estranei al regolamento di conti: il barista Cristiano Festa, di 21 anni, e Francesco Di Costanzo, che si trovava in compagnia del boss.
CASTELVOLTURNO (Caserta). Cocaina, racket del cemento, appalti pubblici e, soprattutto, la costruzione del nuovo aeroporto del Lago Patria, hanno riacceso le ostilità malavitose lungo il litorale flegreo. Ma a scatenare la «guerra» tra bande rivali ci sarebbe anche il tentativo della camorra di mettere le mani sul servizio di rimozione dei rifiuti urbani nel comune di Castelvolturno. Un business miliardario, cui le «famiglie» non vogliono rinunciare.
Nel Casertano, dall’inizio dell’anno, il numero dei morti ammazzati è salito a venticinque, alcuni dei quali inermi cittadini. Come Cristiano Festa, di appena ventuno anni, cameriere del bar «Paradise», ucciso l’altra notte a colpi di lupara dai killer mentre stava servendo una bibita al vero obiettivo dei sicari, Salvatore Bianco, 34 anni, una lunga sfilza di precedenti penali, legato al gruppo di fuoco capeggiato da Nunzio De Falco, da mesi in lotta con gli ex alleati, i fratelli lovine.
Particolare inquietante: a novembre scorso, nello stesso locale, Luigi Festa, padre del giovane barista, fu ammazzato da un balordo mentre tentava di sventare una rapina.
Anche la terza vittima della strage, Francesco Di Costanzo, di 32 anni, potrebbe risultare estraneo alla faida in corso fra le due cosche. L’uomo, che aveva piccoli precedenti penali, al momento del mortale agguato, era seduto allo stesso tavolino di Bianco, con il quale stava chiacchierando.
La zona dei «Mazzoni», una volta regno del boss Antonio Bardellino, morto in Sudamerica tre anni fa (il corpo, però, non è stato mai ritrovato), è ora contesa dai suoi ex gregari: da una parte gli uomini di Mario lovine, ucciso in Spagna sette mesi fa, dall’altra i De Falco. Una «guerra» che negli ultimi trentasei mesi ha provocato 81 morti ammazzati. Secondo gli investigatori, Salvatore Bianco, recentemente passato al clan di Nunzio De Falco, era diventato il punto di riferimento per l’organizzazione camorristica nel comune di Castelvolturno e nella zona a nord di Napoli, fra Licola e Lago Patria, dove la malavita organizzata ha enormi interessi economici. Proprio qui, venti giorni fa, nel corso di un mega blitz anticamorra, sono stati sequestrati in base alla legge antimafia, ristoranti, alberghi, negozi e fabbricati per un valore di sessanta miliardi di lire, e denunciate sessantasette persone.
La strage è stata compiuta l’altra notte, poco dopo l’una, davanti al bar «Paradise», in via Consortile. Un gruppo dì persone era seduto ai tavolini per godersi un po’ di brezza. All’improvviso, davanti al locale, si è fermata un’automobile con quattro persone a bordo. Dalla vettura è sceso un giovane che impugnava un fucile a canne mozze, che ha cominciato a sparare all’impazzata contro Salvatore Bianco, uccidendolo all’istante. Proprio in quel momento il cameriere Cristiano Festa stava servendo una bibita al pregiudicato, vittima designata dei killer. Il giovane si è trovato così nella traiettoria dei proiettili, uno dei quali l’ha colpito all’addome, ammazzandolo.
Anche Francesco Di Costanzo, che era allo stesso tavolo di Bianco, è stato centrato al volto e al petto. Dopo aver eseguito la strage, il commando si è allontanato imboccando la statale Domitiana, verso Pozzuoli. Solo a questo punto alcune delle persone presenti nel bar hanno potuto soccorrere Francesco Di Costanzo. L’uomo è stato portato alla vicina clinica «Pinetagrande». Qui i medici, dopo aver constatato le sue gravissime condizioni, ne hanno disposto il trasferimento all’ospedale «Cardarelli» di Napoli, dove il Di Costanzo è morto ieri pomeriggio alle 15.
Per la squadra mobile della questura di Caserta – che sta svolgendo le indagini – non ci sono dubbi: l’unico bersaglio dell’agguato era Salvatore Bianco, che alcuni mesi fa si era scisso dal clan degli lovine, aderendo a quello di Nunzio De Falco fino a diventarne un apprezzato collaboratore. Ieri sono state interrogate a lungo le persone che al momento della sparatoria si trovavano nel locale. Le loro testimonianze, però, si sono rivelate lacunose: la paura, evidentemente, è più forte dell’indignazione per la morte di un ragazzo che con la camorra non aveva mai avuto a che fare. Ora gli investigatori temono che il litorale Domiziano venga macchiato da altro sangue: «In casi come questi, purtroppo, scatta sempre la vendetta».
Fonte: archiviolastampa.it
Articolo del 9 luglio 1991
Nella strage al bar un morto innocente
di Fulvio Milone
Caserta: assassinato per errore, come il padre
CASERTA. Cristiano Festa era un ragazzo di 21 anni. Ma aveva perso la gioia di vivere, da quando il ricordo di quella notte aveva cominciato a perseguitarlo, con le immagini del padre ucciso a fucilate mentre tentava di sventare una rapina. L’altro ieri, appena ha visto un giovane con l’espressione crudele prendere la mira con la lupara, non ha neanche avuto il tempo di gridare: i pallettoni gli hanno squarciato il petto, e lui è scivolato al suolo, pochi metri dal luogo dove nove mesi fa morì il genitore, anch’egli vittima innocente di una malavita che non conosce più regole.
Accanto a lui sono caduti Francesco Di Costanzo, 32 anni, e Salvatore Bianco, di 34. La polizia crede che nel mirino dei sicari ci fosse quest’ultimo, camorrista emergente nella zona di Castelvolturno, sconvolto da una faida per il controllo degli appalti pubblici: da un lato c’è la banda dei fedelissimi di Mario lovine, boss ucciso in Spagna un anno fa; dall’altro Nunzio De Falco.
Salvatore Bianco era un uomo di «don» Nunzio. L’altro ieri notte, all’una, sedeva tranquillo al tavolo del bar dove Cristiano Festa, nipote del proprietario, lavorava come cameriere: il «Paradise», in via Consortile, una palazzina dipinta a calce, sovrastata da una grande insegna al neon. Bianco non era solo: gli teneva compagnia Francesco Di Costanzo, un napoletano trapiantato da anni a Castelvolturno. «Aveva qualche precedente penale. Ma non sappiamo ancora se fosse socio in affari o, più probabilmente, un semplice conoscente del camorrista preso di mira», spiegano gli inquirenti.
L’agguato è scattato proprio mentre Cristiano serviva le consumazioni. I sicari giunti a bordo di un’auto blu erano quattro. Uno solo ha sparato, con un fucile a canne mozze. Le scariche di pallettoni hanno colpito in pieno Salvatore Bianco, che si è accasciato sul pavimento. Cristiano Festa e Francesco Di Costanzo, agonizzanti, sono stati trasportati in ospedale, ma sono morti dopo il ricovero.
Gli investigatori hanno pochi dubbi sul movente del triplice omicidio, che è un altro anello della lunga catena di delitti che da sette mesi insanguina il litorale casertano. «Fino all’inizio di quest’anno – spiegano in Questura -, il territorio era controllato da una sola organizzazione, quella di Mario Iovine. Ma la morte del boss e l’omicidio di Vincenzo Di Falco, Fratello di Nunzio, hanno provocato un dissidio apparentemente insanabile». Lo scenario è una terra dove la camorra ha messo radici profonde, fino ad infiltrarsi nelle amministrazioni locali. Ultimamente, gli uomini un tempo legati a Iovine sarebbero riusciti a mettere le mani su un affare che vale miliardi: l’appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. L’impresa sarebbe stata considerata come una sfida dal clan De Falco.
Cristiano Festa era nato a Acerra, un Comune dell’hinterland napoletano. Si era trasferito a Castelvolturno cinque anni fa, quando il padre Luigi aveva rilevato il «Paradise». A novembre dall’anno scorso, una tragedia si abbatté sulla famiglia. Accadde di notte, quando Luigi fu svegliato dalle grida di un passante: un automobilista aggredito dai rapinatori. Luigi, che abitava in un appartamento sopra il bar, lanciò un vaso contro i banditi che lo uccisero con una fucilata, sotto gli occhi del figlio. Gli amici di Cristiano dicono che il ragazzo non si era mai ripreso dal trauma subito quella notte.
Fonte: ricerca.repubblica.it
Articolo del 9 luglio 1991
SPARATORIA DAVANTI AL BAR TRE UCCISI A CASTELVOLTURNO
CASTELVOLTURNO La camorra spara ancora nel mucchio, usando per le esecuzioni killer pronti a tutto. Tre morti a Castelvolturno, nel casertano. La sparatoria davanti a un bar della riva destra del Volturno, ritrovo serale della mala del posto, il Paradise. Sotto i colpi del sicario, che voleva uccidere Salvatore Bianco, 34 anni, ex fedelissimo di Bardellino, è caduto anche il barista di 20 anni, Cristiano Festa. Più tardi, all’ ospedale Cardarelli dove era stato trasportato, è morto Francesco Costanzo, 32 anni, anche lui esponente della microcriminalità casertana, finito però per caso nel mirino del killer. Dopo una breve tregua, torna a colpire il feroce clan dei casalesi, che ha raccolto l’ eredità del capo di Nuova famiglia Bardellino, ma ora è frantumato dalla lotta per il controllo della Terra di lavoro. Una faida senza fine fra due tronconi della cosca della zona dei Mazzoni, che faceva capo a Mario Iovine, ucciso a Cascais in Portogallo qualche mese fa. Salvatore Bianco, l’ obiettivo del sicario, apparteneva al gruppo di fuoco dei De Falco, contrapposto al killer Francesco Schiavone, detto Sandokan.
Citato in Clan dei Casalesi
fonte: it.wikipedia.org
Cristiano Festa: ventunenne ucciso l’8 luglio 1991 in Castel Volturno, cameriere, coinvolto nell’omicidio del boss Salvatore Bianco.