“Francesco Marcone: colpevole di onestà” graphic novel di Remo Fuiano
Francesco Marcone: colpevole di onestà
graphic novel di Remo Fuiano
Fonte: lameridiana.bigcartel.com
Francesco Marcone: colpevole di onestà
graphic novel di Remo Fuiano
20 anni fa la mafia decise che Francesco Marcone dovesse pagare con la vita la sua colpa di essere onesto e di esercitare questa onestà nel suo ruolo di Direttore dell’Ufficio del Registro di Foggia. Fu ammazzato la sera, mentre rincasava, nel portone di casa con due colpi alle spalle. Era il 31 marzo del 1995.
In questa graphic novel l’eroe non ha poteri speciali e nemmeno costumi colorati. Ha un volto, uno sguardo di marito, di padre, di cittadino onesto. Una graphic novel per riscattare l’onestà con la speranza che diventi un valore normale non eccezionale.
Fonte: tarantoeventi.it
“FRANCESCO MARCONE, COLPEVOLE DI ONESTÀ”
Pubblicato da MATTEO SCHINAIA in LETTURE 22 aprile 2015
Libreria Laterza, via Dante 49/53, Bari
Martedì 28 aprile alle ore 18.30, presso la libreria Laterza di Bari, Libera Puglia in collaborazione con la casa editrice “La meridiana”, presenta la graphic novel “Francesco Marcone, colpevole di onestà”. Il libro nasce da un’idea di Daniela Marcone, figlia di Francesco e vice presidente nazionale di Libera, ed è affidato ai disegni di Remo Fuiano. La prefazione è stata scritta da Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera.
Francesco Marcone era il direttore dell’Ufficio del Registro di Foggia. Serviva lo Stato e credeva che farlo onestamente fosse un dovere. Di tutti. 20 anni fa a Foggia si costruiva, molto e facilmente. E qualcosa di strano accadeva nei suoi uffici. Il direttore Marcone cominciò a osservare, a capire, scelse di intervenire e anche di denunciare pubblicamente. Fu isolato e poi ammazzato. Di sera, mentre rincasava, nel portone di casa, due colpi alle spalle misero fine alla sua vita. Era il 31 marzo del 1995.
Nel fumetto il protagonista “Marcone”, non ha poteri speciali e nemmeno costumi colorati, ma ha il volto di un cittadino onesto. La graphic novel dunque riscatta l’uomo, la sua integrità, con la speranza che diventi un valore normale e non eccezionale.
Alla presentazione parteciperanno Daniela Marcone, vice presidente nazionale Libera, Remo Fuiano, disegnatore graphic novel, Elvira Zaccagnino, direttrice editoriale “La meridiana”, Gianmarco De Francisco, disegnatore e presidente “Grafite”, Titti Potito, presidente Anm Bari, modera Alessandro Cobianchi, referente regionale Libera. (in allegato l’invito)
“Nel ventennale della morte di Francesco Marcone, unico funzionario dello Stato (a eccezione di magistrati e poliziotti) che, nella storia della nostra Repubblica, sia stato ucciso dalla criminalità organizzata – spiega Alessandro Cobianchi, referente regionale Libera – crediamo che la graphic novel sia uno degli strumenti più efficaci per raccontare un esempio di dedizione al dovere e di cittadinanza piena e responsabile, ma al contempo anche un modo per leggere con attenzione le vicende di una città come Foggia e della nostra stessa regione.”.
Francesco Marcone era un cittadino che amava profondamente il territorio in cui viveva. Era un uomo con ideali e sogni. “Ma era anche mio padre”, dice nella postfazione della graphic novel la figlia Daniela. “Mi ha lasciato – aggiunge – il ricordo forte e indelebile di un uomo che decise di non piegare la testa, un funzionario dello Stato che ebbe il coraggio di fare la giusta scelta. Ecco, questo è l’amore che mi ha salvata”.
Francesco Marcone è stato definito dalla stampa nazionale “l’Ambrosoli del sud”. I suoi meriti sono stati riconosciuti, negli anni, in vari modi. Uno dei riconoscimenti più prestigiosi è sicuramente la Medaglia d’oro al merito civile conferitagli, alla memoria, “per la salda preparazione professionale e l’alto rigore morale, costantemente impegnato a garantire il rispetto delle leggi e a contrastare ogni possibile tentativo di illegalità. Fulgido esempio di elette virtù civiche, di elevato spirito di servizio e di incondizionato senso del dovere.”
Francesco Marcone viene ricordato dall’associazione Libera tra le circa 1000 vittime di mafia cadute in Italia. “Occorre fare di quelle vite scomode – scrive nella prefazione Don Luigi Ciotti – le scomode interlocutrici della nostra coscienza, delle nostre scelte, dei nostri comportamenti. Non sono morte per essere ricordate, ma perché altri condividessero le stesse speranze di giustizia e s’impegnassero a realizzarle”.