Cesare Terranova, il primo giudice cha ha fatto paura alla mafia.

Foto di Letizia Battaglia – Fonte editorialedomani.it

Cesare Terranova, il primo giudice cha ha fatto paura alla mafia.
di Attilio Bolzoni e Francesco Trotta

Fonte:  editorialedomani.it

Articolo del 24 settembre 2021

Cesare Terranova fra il 1955 e il 1960 era stato il primo a mandare a processo per associazione a delinquere la famigerata cosca di Corleone.
Dopo il suo omicidio si è diffusa l’idea che a volere la sua morte fosse stato solo Luciano Liggio. Una lettura semplicistica e riduttiva, banale. Il giudice Terranova è stato ucciso per quello che aveva fatto, ma soprattutto per quello che avrebbe potuto ancora fare.
a Roma, due legislature in Parlamento come “indipendente di sinistra” nelle file del Partito Comunista. È Cesare Terranova che firma, insieme a Pio La Torre e a Emanuele Macaluso, quella relazione di minoranza che farà storia. Ed è sempre lui che con Pio La Torre elabora quella legge che sarà approvata nel settembre del 1982, che abbiamo ancora oggi, strumento decisivo per la lotta al crimine.

Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata a Cesare Terranova, il primo giudice a mandare a processo per associazione a delinquere la cosca di Corleone.

A gennaio avevano ucciso il giornalista Mario Francese, a marzo il segretario provinciale della Democrazia Cristiana Michele Reina, a luglio il capo della squadra mobile Boris Giuliano. A settembre è toccata a lui, Cesare Terranova, il giudice che aveva “scoperto” i Corleonesi. L’anno è il 1979, quello che apre la stagione dei delitti eccellenti di Palermo.

Mattina, fra i palazzi della città nuova la segnalazione di una sparatoria, nessun testimone ha visto o sentito nulla, dentro un’auto all’incrocio fra due vie ci sono Cesare Terranova e il maresciallo Lenin Mancuso, il suo angelo custode, amico e poliziotto. “Omicidio preventivo e dimostrativo”, dissero subito gli esperti di cose di mafia.

Cesare Terranova, uomo colto, magistrato intransigente, fra il 1955 e il 1960 era stato il primo a mandare a processo per associazione a delinquere la famigerata cosca di Corleone. Personaggi che al tempo sembravano solo piccoli boss di paese, boss che negli anni a venire avrebbero comandato Cosa Nostra e fatto conoscere la mafia siciliana al mondo intero: Luciano Liggio e Totò Riina, Bernardo Provenzano e Leoluca Bagarella. Processati a Bari – il dibattimento si celebrò in quella città per legittima suspicione, legittimo sospetto – nel giugno del 1969 furono tutti assolti per insufficienza di prove. Ma la mafia di Corleone al giudice l’aveva giurata.

Dopo Palermo lo sbarco a Roma, due legislature in Parlamento come “indipendente di sinistra” nelle file del Partito Comunista. È il 1972, la prima Commissione Parlamentare antimafia è al lavoro da un anno. È Cesare Terranova che firma, insieme a Pio La Torre e a Emanuele Macaluso, quella relazione di minoranza che farà storia. Il “sacco” edilizio di Palermo, i rapporti fra mafia e politica, le mani sulla città di Salvo Lima e Vito Ciancimino. Ed è sempre lui che con Pio La Torre elabora quella legge che sarà approvata nel settembre del 1982, una settimana dopo l’omicidio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa. La legge sull’associazione mafiosa e sulla confisca dei beni che abbiamo ancora oggi, strumento decisivo per la lotta al crimine.
Ma Cesare Terranova voleva tornare a fare il magistrato. Era appena sceso in Sicilia, da lì a qualche giorno sarebbe stato nominato consigliere istruttore del Tribunale di Palermo. L’hanno fermato prima.

Dopo il suo omicidio si è diffusa l’idea che a volere la sua morte fosse stato solo Luciano Liggio. Una vendetta personale. Una lettura semplicistica e riduttiva, banale. Il giudice Terranova è stato ucciso per quello che aveva fatto, ma soprattutto per quello che avrebbe potuto ancora fare. Dopo di lui hanno assassinato anche il Presidente della Regione Piersanti Mattarella (6 gennaio 1980) e il procuratore capo Gaetano Costa (8 agosto 1980), poi l’onorevole Pio La Torre (30 aprile 1982) e il generale-prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa (3 settembre 1982) e poi ancora Rocco Chinnici (29 luglio 1983) che era diventato consigliere istruttore dopo Cesare Terranova. Una strategia della tensione, una mattanza. Non c’era certo solo l’odio di Luciano Liggio.

Da oggi, sul Blog Mafie, pubblichiamo ampi stralci della sentenza della Corte d’Assise di Reggio Calabria (Presidente Pasquale Ippolito) che ha portato alla condanna della Cupola di Cosa Nostra per il delitto Terranova. Era il 2000, ventuno anni dopo l’agguato contro il primo giudice che ha fatto paura alla mafia.

 

 

Tutti gli articoli su questa serie del blog Mafie:

 

editorialedomani.it
Articolo del 24 settembre 2021
Quel delitto eccellente che fa tremare la giustizia a Palermo
A cura dell’Associazione Cosa Vostra
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editorialedomani.it
Articolo del 23 settembre 2021
Troppi silenzi e troppa paura, nessuno ha visto o sentito niente
A cura dell’Associazione Cosa Vostra
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editorialedomani.it
Articolo del 23 settembre 2021
L’agguato contro Terranova, un omicidio preventivo e “dimostrativo”
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

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editorialedomani.it
Articolo del 24 settembre 2021
Corleone, l’omicidio del giudice Cesare Terranova e l’odio di Luciano Liggio
di Attilio Bolzoni

 

editorialedomani.it
Articolo del 27 settembre 2021
Era il nemico numero uno di Luciano Liggio, il boss di Corleone
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

 

editorialedomani.it
Articolo del 28 settembre 2021
Il processo e l’assoluzione di “Lucianeddu” per insufficienza di prove
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

 

editorialedomani.it
Articolo del 29 settembre 2021
Una lunga e tortuosa strada per avere giustizia contro la Cupola
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

 

editorialedomani.it
Articolo del 30 settembre 2021
La “cantata” di Gaspare Mutolo e le rivelazioni degli altri pentiti
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

 

editorialedomani.it
Articolo del 1 ottobre 2021
L’odio dei “Corleonesi” per il giudice che li aveva portati alla sbarra
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

 

editorialedomani.it
Articolo del 2 ottobre 2021
Le riunioni alla masseria dei Greco per decidere quando uccidere Terranova
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

 

editorialedomani.it
Articolo del 3 ottobre 2021
Le confidenze del capomafia Giuseppe Di Cristina ai carabinieri
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

 

editorialedomani.it
Articolo del 4 ottobre 2021
L’incontro segreto con il boss di Riesi che raccontò tutto sui Corleonesi
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

 

editorialedomani.it
Articolo del 5 ottobre 2021
Il maresciallo Mancuso aveva intuito che il giudice era in grave pericolo
A cura dell’Associazione Cosa Vostra
Franco Mancuso non era a conoscenza di episodi specifici di minacce in danno del giudice Terranova. Poteva però testimoniare che dopo l’assassinio del capo della Squadra Mobile Boris Giuliano, il padre era molto preoccupato per l’incolumità del magistrato.

 

editorialedomani.it
Articolo del 6 ottobre 2021
Tutte le piste investigative sul delitto eccellente che fa tremare Palermo
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

editorialedomani.it
Articolo del 7 ottobre 2021
Giovanna Giaconia, la vedova del giudice: «Responsabilità ad alto livello»
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

editorialedomani.it
Articolo del 8 ottobre 2021
Terranova, omicidio strategico in una Palermo alla vigilia della guerra
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

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Articolo del 9 ottobre 2021
L’indagine del giudice che aveva svelato tutti i rapporti mafia-politica
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

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Articolo del 10 ottobre 2021
E la Cupola “approva” all’unanimità l’uccisione di Cesare Terranova
A cura dell’Associazione Cosa Vostra

 

editorialedomani.it
Articolo dell’11 ottobre 2021
Le riunioni nella tenuta di Michele Greco, “il Papa” della mafia
A cura dell’Associazione Cosa Vostra