“Assassinio sull’omnibus 3” di Fernando Riccardi e Ornella Massaro

Assassinio sull’omnibus 3
di Fernando Riccardi e Ornella Massaro
Arte Stampa Editore (2022)

Il libro ricostruisce il primo delitto di mafia dell’Italia unita.

Il commendatore Emanuele Notarbartolo, già sindaco di Palermo e direttore generale del Banco di Sicilia, viene ucciso sul treno da due misteriosi sicari mentre rientra a casa da una tenuta di campagna con ventisette coltellate: è il primo febbraio del 1893.

Per lunghi anni le indagini brancolano nel buio tra depistaggi, “deviazioni e traslochi”, connivenze e atteggiamenti omertosi, che coinvolgono anche le forze dell’ordine e la magistratura.

Il primo processo si tiene a Milano nel 1899, a sei anni dal delitto. Ne seguono poi altri due a Bologna e a Firenze.

Alla fine, dopo ben undici anni, gli imputati, tra i quali c’è anche un parlamentare del Regno d’Italia, l’onorevole Raffaele Palizzolo, accusato di essere il mandante dell’orrendo crimine, sono tutti assolti per insufficienza di prove, il verdetto tipico dei delitti di mafia.

 

 

ilgiornaledellazio.it
Articolo del 11 settembre 2022
“Assassinio sull’Omnibus 3”, l’uccisione di Emanuele Notarbatolo
di Danilo Ambrosetti
Riccardi e Massaro ricostruiscono il primo delitto di mafia, in un’Italia post unitaria

È stata recentemente pubblicata l’ultima opera dei giornalisti Fernando Riccardi e Ornella Massaro dal titolo “Assassinio sull’omnibus 3”. Il libro ricostruisce il primo delitto di mafia dell’Italia unita, si tratta dell’uccisione di Emanuele Notarbartolo , il cui assassinio avvenne il primo Febbraio 1893 per mano di due sicari della mafia, che lo colpirono con 27 coltellate mentre viaggiava sul treno che lo riportava da Termini a Palermo. L’omicidio venne considerato il primo delitto di mafia, termine fini ad allora sconosciuto. Notarbartolo ricoprì diversi incarichi pubblici nel neonato Regno d’Italia, fino ad essere eletto sindaco di Palermo nel 1873. Era un uomo di grande integrità morale, e ciò lo portava a scontrarsi con una realtà politica già allora corrotta e asservita agli interessi di forze esterne, tra cui la rampante mafia siciliana, in seguito nota come “Cosa Nostra”. Nel 1876 fu nominato direttore del Banco di Sicilia, in un periodo di grande crisi del Banco, conoscendo le dinamiche il suo approccio fu chiaro per risollevare il bilancio del Banco, e cioè era fondamentale esigere subito la restituzione dei prestiti e richiedere congrue garanzie a fronte delle numerose richieste di credito. Azione che scatenò grandi antipatie da parte di imprenditori, mafiosi, ministri e colleghi, tutti interessati ad ottenere fondi in maniera semplice, senza dover dare troppe giustificazioni. Sebbene, osteggiato, rimosso dal suo incarico, e subendo anche un sequestro, l’integrità di quest’uomo non si piegò, tanto che il 1 febbraio del 1893 sul treno di rientro a Palermo venne aggredito ed ucciso brutalmente. Il libro scritto in modo chiaro, fluido e minuzioso nei particolari dai due giornalisti con l’immancabile acutezza che contraddistingue Fernando Riccardi, ripercorre il procedimento giudiziario, con vari colpi di scena, con schiaccianti prove, fantomatici suicidi di testimoni, che poi rappresentano il metodo mafioso ad oggi conosciuto. Una triste storia italiana, dal contenuto attuale.

 

 

 

CASSINO: ASSASSINIO SULL’OMNIBUS 3
TeleuropaWebTv 29 set 2022
IL NUOVO TESTO DI FERNANDO RICCARDI