16 marzo 1991 Napoli. Ucciso Antonio Nubile, guardia giurata, per non aver voluto consegnare l’arma in dotazione.

Antonio Nubile
Antonio Nubile fu massacrato, mentre era in servizio alla facoltà di Scienze dell’università Federico II di Napoli, per sottrargli l’arma di sevizio nel pomeriggio del 16 marzo del 1991.
Fonte:guardiegiurateincongedo.it

 

 

Fonte: fondazionepolis.regione.campania.it
Il 16 marzo 1991, Barnoffi e Mannalà uccisero la guardia giurata Antonio Nubile nel tentativo di sottrargli la pistola di ordinanza. In quel periodo le rapine ai danni di vigilantes erano divenute una pratica consolidata attraverso la quale i clan del centro storico usavano reperire armi. La vedova Nubile e i tre figli, all’epoca dei fatti appena maggiorenni, decisero di costituirsi parte civile nel procedimento penale.

Nel febbraio 2012 la Corte di Assise d’Appello di Napoli ha confermato la condanna a 24 anni per Gennaro Barnoffi, sicario del clan Giuliano accusato dell’omicidio di Antonio Nubile.

 

 

Fonte:  savip.it
Articolo del 2 febbraio 2012
CAMORRA: UCCISE GUARDIA GIURATA, CONDANNA DOPO 21 ANNI
Napoli, 2 feb. – Uccise senza pietà una guardia giurata per rapinarlo della pistola di ordinanza. Adesso a distanza di 21 anni è arrivata la condanna di secondo grado per il presunto assassino.

La vittima si chiamava Antonio Nubile e fu massacrato mentre era in servizio alla facoltà di Scienze dell’università Federico II. Nel pomeriggio del 16 marzo del 1991 venne avvicinato da due giovani e a un cenno di reazione fu assassinato con un colpo di pistola al petto. Ieri la terza Corte d’Assise d’Appello di Napoli ha condannato Gennaro Barnoffi, uomo del clan Giuliano di Forcella, a 24 anni di carcere. Il pm in primo grado aveva chiesto la pena dell’ergastolo ma, l’assassino del clan fu condannato a 26 anni per omicidio volontario e rapina. Lo sconto in Appello è dovuto al fatto che il reato di rapina è andato nel frattempo in prescrizione. A fare luce sul truce delitto sono stati i collaboratori di giustizia Raffaele Giuliano e il fratello Raffaele che ordinarono anche l’eliminazione del complice di Barnoffi, Luigi Mannalà: avevano paura che potesse pentirsi e raccontare del delitto.