5 Luglio 1998 Acerra (NA). Antonio Ferrara, 21 anni, ucciso da due ragazzi diciassettenni (uno figlio di un camorrista) che hanno sparato al termine di una lite, a cui lui era estraneo.
Antonio Ferrara giovane ucciso ad Acerra in Piazza Falcone e Borsellino, la piazza principale del paese, il 5 luglio del 1998. Due ragazzi diciassettenni (uno figlio di un camorrista) al termine di una lite organizzarono un raid punitivo, ma sbagliarono mira, colpendo la persona sbagliata: Antonio Ferrara. I due saranno arrestati il 9 luglio.
Fonte: Liberanet.org
Fonte: fondazionepolis.regione.campania.it
Antonio Ferrara
Il 5 luglio 1998 due diciassettenni aprono il fuoco nella piazza principale di Acerra, quella dedicata a Falcone e Borsellino. I minorenni, di cui uno appartenente a famiglia camorrista, volevano vendicarsi dell’offesa subita la sera precedente da parte di un loro coetaneo. In realtà, nulla più di una futile questione legata ad una festa di compleanno finita in rissa.
I due sbagliano tuttavia obiettivo e colpiscono Antonio Ferrara, un giovane di 21 anni, assolutamente estraneo all’intera vicenda.
Tratto da un articolo del Corriere della sera del 10 Luglio 1998
E il figlio di un boss organizza un raid dopo una lite, ma ammazza il ragazzo sbagliato
di Fulvio Bufi
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Non resta che aspettare che lo sappia anche la polizia. Che, nel frattempo, ha chiarito un’altra storia, finita domenica sera con un ragazzo di 21 anni, Antonio Ferrara, ucciso nella piazza principale di Acerra, quella dedicata a Falcone e Borsellino. Pareva un regolamento di conti, invece era un agguato per una festa di compleanno andata male, e per di più la vittima non era nemmeno il bersaglio di chi ha sparato. E chi ha sparato sono due diciassettenni, il festeggiato (anch’egli figlio di un camorrista) e un suo amico, che avevano appena litigato con un altro ragazzo colpevole, la sera precedente, di aver scatenato una rissa nel pieno della festa, rovinando brindisi, taglio della torta e tutto il resto. Dopo il litigio, in cui avevano rimediato anche qualche cazzotto, i due minorenni sono andati ad armarsi e sono tornati in piazza per vendicarsi. Antonio Ferrara era lì: solo che non c’entrava nulla. Ma al momento di sparare, quei due hanno sbagliato mira e hanno preso lui. Ieri li hanno arrestati.
Fonte: archiviolastampa.it
Articolo del 10 luglio 1988
Ammazzato per errore
Lite tra ragazzi per una festa rovinata
NAPOLI. Era il figlio di un pregiudicato, un esponente della camorra che detta legge ad Acerra, un paesone dell’hinterland napoletano. Ma con il suo omicidio la malavita organizzata non c’entra nulla. Antonio Ferrara, 21 anni, assassinato domenica scorsa nella piazza del paese, è la vittima innocente di una lite tra ragazzi poco più piccoli di lui. Nel mirino del diciassettenne che ha premuto il grilletto, pure lui figlio di un camorrista, c’era un altro giovane, colpevole di avergli rovinato la festa di compleanno. È il retroscena del delitto che stava per essere archiviato come l’ennesimo agguato di camorra. La polizia ha arrestato Roberto S. e Dario A, tutti e due di 17 anni: il primo è accusato di aver fatto fuoco, il secondo di averlo accompagnato in sella a un motorino nella «spedizione punitiva» costata la vita a Ferrara.
Sabato sera, quando Roberto organizza una festa per il suo imminente diciottesimo compleanno. Nell’appartamento arrivano tanti ragazzi di Acerra, amici e conoscenti del futuro maggiorenne, tra due gruppi scoppia improvvisamente una lite. Il giorno dopo a mezzanotte il festeggiato incrocia uno dei coetanei che avevano partecipato al litigio scoppiato per motivi di poco conto. Alza la voce, lo accusa di avergli rovinato la festa, ma per tutta risposta l’altro gli si scaglia contro e lo colpisce con pugni e schiaffi. Roberto si allontana, ma già medita la vendetta: torna infatti poco dopo con un motorino guidato dall’amico, Dario, e questa volta impugna una pistola. Fa fuoco tre volte, e sbaglia bersaglio. Nella traiettoria dei proiettili finisce Ferrara, che alla festa non aveva partecipato: cade fulminato. La polizia ha trovato la pistola, era nascosta in un forno a legna nel cortile dell’abitazione di Roberto. [m. e]
Ucciso da due ragazzi diciassettenni (uno figlio di un camorrista) che hanno sparato al termine di una lite, a cui l’ucciso era estraneo. I due saranno arrestati il 9 luglio. |