2 Luglio 1990 Milazzo. Ucciso Giuseppe Sottile, 13 anni. Vittima innocente di un regolamento di conti.

Foto da gazzettadelsud.it   

Giuseppe Sottile, un ragazzino di 13 anni, aveva appena trascorso, in paese, una serata serena con la propria famiglia, il papà, la mamma e le due sorelline, quando un commando, appostato davanti alla loro abitazione, al loro rientro, ha aperto il fuoco senza pietà. Il padre ha tentato di proteggerlo con il proprio corpo ma una pallottola lo ha colpito al petto e quando è arrivato in ospedale ormai non c’era più nulla da fare. Il padre, anche se gravemente ferito, si è salvato.

 

 

 

Fonte:  archiviolastampa.it
Articolo del 3 luglio 1990
Ucciso a tredici anni dalla mafia Ma l’obiettivo dell’agguato era il padre, solo ferito
di Nino amante
Milazzo: l’omicidio causato dalla guerra tra clan per il controllo del traffico di droga

MESSINA. È morto alla maniera dei boss. Con tre colpi di pistola al torace, riverso in una pozza di sangue. Ma aveva solo tredici anni, era studente di terza media, e la mafia non sapeva neppure chi fosse.

Eppure l’ha ucciso l’altro ieri notte alla periferia di Milazzo, mentre rincasava assieme al padre.

Un agguato in piena regola, portato a termine da due o tre sicari. Un inferno di fuoco ha investito padre e figlio. Il ragazzo, Giuseppe Sottile, è morto sul colpo, l’uomo è in gravi condizioni in ospedale. Doveva essere lui, Felice Sottile, 34 anni, pluripregiudicato, la vittima predestinata.

Ma i killer non hanno avuto pietà nemmeno per il ragazzo. Lo hanno ucciso con fredda determinazione, forse per tappargli la bocca, per togliere di mezzo un pericoloso testimone che avrebbe potuto riconoscerli e denunciarli.

Giuseppe Sottile era un bel ragazzo, alto, mostrava più dei suoi tredici anni. È l’ultima vittima, in ordine di tempo, di una guerra feroce che sta decimando i clan mafiosi della costa tirrenica messinese. Dall’inizio dell’anno, gli omicidi sono stati una decina.

Sono caduti boss e gregari, pregiudicati e personaggi insospettabili. «È arrivata la droga e con essa i delitti», dice un sottufficiale dei carabinieri e traccia i confini di questo nuovo campo di battaglia: Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto, Capo d’Orlando. Nuovi terreni di conquista della malavita messinese che, considerata inoffensiva, fino a pochi anni fa, ha assunto adesso connotati di vera e propria organizzazione mafiosa, collegandosi con i clan palermitani e catanesi.

Così, la via della droga parte da Messina e si allunga verso i paesini della costa tirrenica. Segue percorsi noti e meno noti. Da Milazzo partono i traghetti per le Eolie e il mercato della droga, nell’arcipelago, è piuttosto attivo in questi giorni d’estate, con le isole invase dai turisti.

L’uccisione del giovane Giuseppe sembra riconducibile a questo scenario di guerra. Felice Sottile, il padre del ragazzo, fu arrestato lo scorso anno, assieme ad altre sei persone per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Era in libertà provvisoria, doveva periodicamente presentarsi ai carabinieri.

L’agguato è scattato qualche minuto dopo la mezzanotte. La famiglia Sottile (composta da padre, madre e tre figli) aveva trascorso la serata a Fiumarella, una località di villeggiatura a poca distanza da Milazzo. Una serata tranquilla: la passeggiata, una pizza e poi il ritorno a casa.

L’abitazione dei Sottile si trova alla periferia di Milazzo. È una costruzione a piano terra, ancora incompleta, circondata dalla campagna.

La madre, Patrizia Vitale, 33 anni, e le due figlie più piccole, Marika di dieci anni e Tania di 6, scendono per prime dalla macchina e si dirigono verso la porta di casa. Giuseppe e il padre si attardano, posteggiano l’auto nel garage, poi, anche loro si dirigono verso casa. Dinanzi alla porta, protetti dall’oscurità sono appostati i killer. Armati di pistole fanno partire un gran numero di colpi.

Giuseppe viene raggiunto al torace e allo stomaco, il padre alla spalla sinistra e alla schiena. Entrambi si accasciano a terra. I killer, convinti di avere compiuto la loro missione di morte si allontanano indisturbati. La madre del ragazzo, richiamata dagli spari, fa appena in tempo a scorgere la macchina dei sicari che si allontana a tutto gas. Si precipita per portare soccorso al figlio e al marito.

Ma per Giuseppe non c’è nulla da fare. Felice Sottile viene invece accompagnato con un’ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale di Milazzo. È in stato di choc, ha perso molto sangue, i medici si riservano la prognosi.

Scattano le indagini. «Difficilissime», tengono a precisare gli investigatori. Eppure, nonostante il pessimismo, una pista da seguire forse esiste già: tre giorni fa, la polizia, su ordine Giuseppe Sottile della procura della Repubblica di Messina, ha arrestato quattro persone, quattro grossi pregiudicati di Barcellona Pozzo di Gotto ritenuti coinvolti in alcuni omicidi. Da loro si attendono indicazioni importanti.

C’è la consapevolezza che questa catena di omicidi è destinata purtroppo ad allungarsi.

È una guerra senza quartiere che ha già fatto due vittime innocenti: ieri Giuseppe Sottile, otto mesi fa una ragazza di sedici anni, Anna Cambria, uccisa mentre camminava per strada da un commando di killer incaricato di assassinare Franco Alioto, noto mafioso della zona.

 

 

Articolo da L’Unità del 3 Luglio 1990
Giuseppe, tredici anni ucciso al posto del padre
di WALTER RIZZO
Un ragazzino di soli tredici anni è stato ucciso in un agguato mafioso a Milazzo, un grosso comune in provincia di Messina. Il vero obiettivo dei killer era il padre del ragazzo, Felice Sottile, un pregiudicato di 34 anni, coinvolto nel traffico degli stupefacenti.
L’uomo, sorpreso mentre rientrava a casa con la famiglia, è rimasto ferito ed è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Milazzo.

MILAZZO (Messina). Hanno sparato per ammazzare, senza stare a guardare chi c’era sulla linea di tiro. Non si sono fermati neppure davanti all’ipotesi che sotto il piombo delle loro armi potesse cadere una giovanissima vittima innocente.

Gli assassini, che l’altra notte volevano togliere la vita a Felice Sottile, 34 anni, pregiudicato per associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di stupefacenti, non potevano mancare il bersaglio e cosi hanno scelto di sparare contro qualunque cosa si muovesse davanti alla casa della loro vittima, al civico 80 di via Fiumarella, all’estrema periferia di Milazzo.

I fatti si sono svolti in rapida successione. Felice Sottile, stava rientrando in casa assieme alla famiglia, erano stati tutti ad assistere ad una festa rionale e quindi in pizzeria fino a mezzanotte e mezza. La moglie dell’uomo, Patrizia Vitale di 33 anni e le due figliolette Marika e Tania, rispettivamente di dieci e sei anni, avevano appena varcato la soglia di casa, mentre Felice Sottile e il figlio Giuseppe di tredici anni si sono attardati per  posteggiare e chiudere l’auto. Ad un tratto da dietro i cespugli che circondano la casa sono sbucati fuori i due killer. L’uomo non ha neppure fatto in tempo ad accennare ad un minimo tentativo di fuga. I due sicari hanno aperto immediatamente il fuoco con un revolver di grosso calibro e con un fucile calibro dodici, caricato a pallettoni. È stata una pioggia di piombo assolutamente micidiale. Il piccolo Giuseppe è stato raggiunto da due scariche alla schiena, ed è stramazzato al suolo, mentre anche il padre, vero obiettivo del commando di morte, è stato raggiunto dai colpi dei sicari.

Convinti di aver portato a termine il loro compito, i due assassini si sono dileguati a bordo di una fiat Uno,  guidata da un complice. Immediatamente è scattato l’allarme e in pochissimi minuti sul posto è giunta un’ambulanza che ha trasportato le due vittime dell’agguato verso l’ospedale. Ma per il piccolo Giuseppe ormai non c’era nulla da fare: i colpi avevano raggiunto organi vitali ed il bambino è giunto in ospedale ormai cadavere. Il padre, colpito alla gamba destra e al gluteo sinistro è stato sottoposto ad un intervento chirurgico e i sanitari si sono riservati la prognosi.

Felice Sottile non era un personaggio molto conosciuto in paese. Ufficialmente era disoccupato, ma a giudizio degli inquirenti, la sua attività principale sarebbe il traffico degli stupefacenti, svolta però lontano da Milazzo. L’uomo era stato arrestato dalla polizia nello scorso febbraio, assieme ad altre sei persone, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
Dopo poco tempo però era stato scarcerato e si trovava sottoposto a misure cautelari.

I fatti di Milazzo, a giudizio degli Inquirenti, potrebbero essere ricondotti alla feroce  guerra di mafia che sta  insanguinando Barcellona e le zone della costa tirrenica della provincia di Messina.

 

 

 

Articolo del 03 luglio 1990 da  ricerca.repubblica.it
A 13 ANNI UCCISO DAI KILLER

di FRANCESCO VIVIANO

MILAZZO Doveva essere un’estate indimenticabile tra le verdi e boscose colline del messinese: così aveva detto agli amici quando aveva saputo, pochi giorni fa, di essere stato promosso alla terza media. Ma per Giuseppe Sottile, 13 anni appena compiuti, non ci saranno vacanze: il suo cuore è stato fermato da un colpo di pistola che avrebbe dovuto uccidere il padre, Felice, di 34 anni, un piccolo boss che cercava di compiere la sua scalata nella mala di Milazzo.

L’uomo, rimasto ferito alle spalle ed ai glutei, ha disperatamente abbracciato il suo ragazzo cercando di proteggerlo dalle pallottole. Quattro colpi lo hanno raggiunto, il quinto ha però colto in pieno petto il ragazzo. Padre e figlio sono stati raccolti in un lago di sangue, davanti all’ingresso della loro villetta, in contrada Fiumarella, a quattro chilometri da Milazzo, in provincia di Messina.

Atterrite hanno assistito alla feroce esecuzione le due sorelline di Giuseppe, Marika e Tania, di 10 e 6 anni, con le mani strette in quelle della madre, Patrizia di 33 anni che inebetita non ha lanciato nemmeno un urlo tentando solo di avvicinare a sè il più possibile le due piccine. Patrizia Sottile e le sue figliolette erano davanti l’uscio di casa, erano appena scese dalla loro automobile per aprire la porta, precedendo Giuseppe e Felice che, posteggiata l’automobile, dovevano chiudere il cancello del giardino.

Nascosti dietro un muretto. Ma i killer incappucciati, sono spuntati da dietro il muretto di cinta puntando le armi attraverso l’inferriata. Felice Sottile ha fatto appena in tempo ad accorgersi della pistola (una calibro 38) e del fucile (calibro 12) puntati contro di lui. Si è girato verso il figlio e lo ha stretto tra le braccia. Subito dopo i colpi. Quando Patrizia si è sbloccata e si è chinata sui due corpi riversi a terra, per Giuseppe non c’era più nulla da fare. Così li hanno trovati i primi soccorritori, accorsi quando hanno capito che i killer si erano dileguati.

Patrizia Sottile li ha visti fuggire a bordo di una Fiat Uno bianca, sulla quale erano saliti con calma, sicuri di avere portato a termine la loro missione di morte. Le ambulanze sono arrivate dopo pochi minuti, avvertite dai carabinieri che avevano ricevuto la solita telefonata anonima, ripartendo a sirene spiegate per l’ospedale di Milazzo con a bordo padre e figlio. Di fronte al corpo esangue di Giuseppe i medici hanno dovuto alzare le braccia in segno di resa: la pallottola aveva devastato il petto del bambino.
Felice Sottile, invece se la caverà. È stato portato immediatamente in sala operatoria e sottoposto ad intervento chirurgico. L

a famiglia Sottile era reduce da una giornata domenicale al mare, terminata con una tappa al bar della piazza di Milazzo e con la consueta passeggiata sul lungomare. Poco prima di mezzanotte Marika e Tania hanno cominciato a dar segni d’impazienza, avevano sonno e volevano tornare a casa. E i genitori le hanno accontentate, inconsapevoli di quanto di lì a poco sarebbe accaduto.

Felice Sottile aveva la fedina penale tutt’altro che pulita. Tra i suoi precedenti c’erano accuse di associazione per delinquere e spaccio di stupefacenti. Alcuni mesi fa era finito in galera insieme ad altre nove persone che gli investigatori ritenevano responsabili di aver organizzato un giro per lo spaccio di eroina e cocaina, in una zona dove i tossicodipendenti sono sempre più numerosi e la criminalità è in rapida espansione. Sullo sfondo ci sono i lucrosi appalti per i numerosi lavori pubblici: dal raddoppio della tratta ferroviaria agli svincoli autostradali. Una vera e propria faida in cui gli omicidi a Milazzo, Barcellona, Capo d’ Orlando, sono ormai sempre numerosi.

A Barcellona, un grosso centro vicinissimo a Milazzo, negli ultimi mesi sono stati compiuti otto omicidi. L’ ultimo è di due giorni fa. La vittima era un imprenditore edile, Francesco Foti, assassinato a bordo della sua Volvo 740 a colpi di lupara.

Una faida sanguinosa Foti aveva precedenti penali per associazione mafiosa. Anche questo omicidio per gli investigatori è da inquadrare nella sanguinosa faida tra bande armate del messinese che si contendono il controllo degli affari illeciti ed il racket delle estorsioni.

L’agguato contro Felice Sottile ha provocato al tempo stesso paura e commozione a Milazzo ed ha riportato alla memoria un analogo, sanguinoso episodio, accaduto nel novembre scorso. Anche allora, i killer non esitarono ad uccidere una studentessa di 16 anni, Anna Cambria, che sfortunatamente si trovava vicino alla vittima predestinata, il pregiudicato Antonio Alioto, di 30 anni. I killer non mancarono il loro bersaglio, ma un proiettile colpì alla gola la ragazza che si trovava davanti ad un bar di Milazzo, mentre prendeva un gelato.

Oggi sul corpo di Giuseppe sarà eseguita l’ autopsia, disposta dal sostituto procuratore della Repubblica di Messina, Antonio Marino. Dopo l’ esame necroscopico si celebreranno i funerali. Fino a ieri sera i carabinieri di Milazzo hanno continuato ad ascoltare parenti ed amici di Felice Sottile nel difficile tentativo di poter risalire ai mandanti e agli autori dell’ agguato.

 

 

 

Fonte:  tempostretto.it
Articolo del 16 gennaio 2009
L’uomo che uccise per errore il tredicenne Giuseppe Sottile
Per questo omicidio De Pasquale è stato condannato a 30 anni di reclusione

Era in attesa di giudizio. Sperava in una riduzione della condanna a 37 anni che gli era stata inflitta nel primo grado del maxiprocesso Mare Nostrum. Era a piede libero dal gennaio dell’anno scorso quando fu scarcerato per decorrenza dei termini. Ma aveva subito cercato di riorganizzare le sue attività anche se con un gruppo autonomo.

Era molto giovane De Pasquale quando agli inizi degli anni 80 iniziò la sua carriera criminale. Dapprima fu affiliato alla cosca barcellonese di Carmelo Milone e prese parte alla sanguinosa guerra di mafia che insanguinò la zona.

Poi passò con i vincenti del boss Giuseppe Gullotti e divenne uno dei killer più affidabili del gruppo.

I problemi per De Pasquale iniziarono nel 1995 quando fu arrestato nella maxioperazione antimafia Mare Nostrum che mise con le spalle al muro i clan mafiosi della provincia di Messina. De Pasquale si diede alla latitanza e fu arrestato dai Carabinieri il 28 novembre del 96.

Intanto cominciarono a fioccare le sentenze. Nel primo grado della Mare Nostrum fu assolto per gli omicidi di Carmelo Pagano e Franco Emilio Iannello ma gli furono inflitti 37 anni di reclusione. Trenta dei quali per aver ucciso per errore Giuseppe Sottile, figlio tredicenne del boss di Milazzo Felice.

Una delle più gravi tragedie della guerra di mafia barcellonese avvenne il primo luglio del 1990. Quella sera un gruppo di fuoco attese l’arrivo di Felice Sottile davanti alla sua casa di contrada Fiumarella a Milazzo. Quando l’auto si fermò scesero la moglie del boss e due figli. Giuseppe rimase in auto con il padre e proprio in quel momento il commando iniziò a sparare contro la vettura. Il ragazzino fu centrato in pieno e morì mentre Felice Sottile, unico obiettivo dei sicari, rimase leggermente ferito.

 

 

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