19 Agosto 2010 Casoria (NA). Ucciso Antonio Coppola, edicolante di 40 anni, probabilmente per una vendetta dopo un banale litigio.
Un edicolante di 40 anni, Antonio Coppola, viene ucciso a Casoria, popoloso comune dell’area nord di Napoli, raggiunto da tre proiettili calibro 9.
Alle 6.30 di quel 19 agosto 2010, Antonio apre la saracinesca della sua rivendita in via Pietro Nenni e comincia a sistemare i giornali esposti all’esterno. La moglie è dentro l’edicola quando sente alcuni colpi di pistola. Subito dopo vede una persona scappare con la pistola ancora in mano e, a terra, il marito riverso in una pozza di sangue. La vittima, padre di tre gemelli di 14 anni, è stata sorpresa alle spalle. Il primo proiettile lo ha centrato alla schiena, gli altri due al volto e alla nuca.
L’omicidio potrebbe essere la vendetta per un banale rimprovero. La sera prima del delitto, il giornalaio aveva rimproverato aspramente un giovane che si era introdotto nella vigna di un conoscente per rubare grappoli d’uva.
La moglie dell’edicolante, è stata costretta a vendere l’edicola. “Il mio Antonio ha vissuto i suoi ultimi istanti lì, su quel marciapiede c’è l’impronta dell’anima di mio marito. Ma i conti da pagare sono molti, come le cure da dare ai tre gemelli. Non si può vivere, o meglio, sopravvivere solo con il cuore. La vita è dura e da quel 19 agosto lo è ancora più”.. A rendere la storia della famiglia Coppola ancora più dolorosa è stato poi l’assassinio di Andrea Nollino, proprietario di un bar a Casoria. Andrea, dopo la morte di Antonio, aveva “adottato” la famiglia di questi inserendo i tre gemelli nella comunità della parrocchia di San Mauro che Nollino e la sua famiglia frequentava quotidianamente.
Fonte: fondazionepolis.regione.campania.it
Foto ed Articolo del 20 Agosto 2010 da napoli.repubblica.it
Freddato con tre colpi alle spalle per un grappolo d’uva rubato
di Luigi Carbone Agguato a Casoria, grosso centro alle porte di Napoli. Un edicolante di 40 anni è stato ucciso davanti al suo chiosco. All’origine dell’omicidio un diverbio avvenuto qualche giorno fa. La vittima aveva rimproverato un uomo sorpreso a rubare nella vigna di un amico
Aveva difeso la vigna di un amico. Mercoledì sera, protestando contro un furto d’uva. È stato ucciso ieri mattina, poco prima delle sette, mentre apriva la sua edicola in via Pietro Nenni, a Casoria. Freddato alle spalle: il killer ha esploso tre colpi. Antonio Coppola, giornalaio di 40 anni, padre di tre gemelli di 14 anni, è stato colpito alla schiena, al collo e alla nuca mentre la moglie era all’interno dell’edicola. Ora, proprio a partire dalla testimonianza della donna, ascoltata subito dopo il delitto, indagano i carabinieri della compagnia di Casoria: sono sulle tracce di un uomo tra i 40 e i 50 anni, minuto, dal volto scarno, alto intorno al metro e sessanta, probabilmente del luogo. Questo l’identikit parziale dell’assassino.
L’agguato mentre Coppola sistemava i giornali all’esterno dell’edicola di cui era proprietario da sei anni. Tre proiettili calibro nove sparati da vicino, poi l’uomo si allontana a piedi. Dentro all’edicola c’è Rosaria Scialò, moglie di Antonio. Sente i colpi, è di spalle. Non vede l’assassino in faccia. È terrorizzata, non riesce a intervenire. Ma vede il killer allontanarsi a piedi, con la pistola in mano. Racconta agli investigatori che l’assassino veste in maniera simile all’uomo con il quale la sera prima Antonio ha litigato. Quindi la donna racconta il litigio. A scatenare il diverbio, intorno alle 18 di mercoledì, il furto di alcuni grappoli d’uva dalla vigna di fronte all’edicola, all’angolo tra via Pietro Nenni e via Principe di Piemonte. Un terreno che appartiene a un conoscente del giornalaio. Antonio interviene. Uno scambio d’insulti, forse di minacce. Il ladro d’uva se ne va imprecando.
La pista principale dunque porta a una vendetta spropositata per un rimprovero subito. I carabinieri del capitano Luigi Lubello però indagano a 360 gradi scavando nel passato del giornalaio che abitava in una strada a poche centinaia di metri dall’edicola. Al comando di Casoria hanno ascoltato, oltre alla moglie, anche gli altri parenti accorsi. Subito è partita la caccia all’assassino.
Quattro anni fa, il 4 settembre 2006, all’Arenella, in via Pietro Castellino, un giornalaio fu ucciso da alcuni rapinatori. Per l’omicidio di Casoria l’ipotesi di una rapina resta però la più debole: all’apertura dell’edicola non c’erano soldi in cassa. Oltre alle indicazioni fornite dalla moglie della vittima, preziose per stringere il cerchio intorno al killer potrebbero rivelarsi le immagini girate dalla telecamera di un sistema di videosorveglianza di un negozio vicino
Articolo del 20 Agosto 2010 da corrieredelmezzogiorno.corriere.it
Il killer gli spara in pieno volto
Ucciso un edicolante di Casoria
La vittima, Antonio Coppola, aveva 40 anni. Forse una lite all’origine dell’omicidio. La moglie: ho sentito tutto
NAPOLI – Tre spari al volto. È stato ucciso così Antonio Coppola, edicolante di 40 anni. Il drammatico episodio è avvenuto questa mattina a Casoria, in provincia di Napoli. L’uomo, incensurato (in un primo momento alle forze dell’ordine risultava con precedenti penali) è stato raggiunto da un killer armato di una pistola calibro 9 mentre era intento a sistemare i giornali, all’esterno del suo chiosco. I carabinieri della compagnia di Casoria stanno indagando sulle cause dell’omicidio, all’origine del quale potrebbe esserci stata una lite. Coppola era sposato e aveva tre gemelli.
LA LITE – Anche la moglie di Antonio Coppola al momento dell’agguato si trovava in edicola: la donna, che in mattinata è stata ascoltata dai carabinieri, avrebbe sentito gli spari che hanno poi ucciso il marito. Ed è proprio uno degli elementi del suo racconto ad aver accreditato, tra le possibili ipotesi investigative, la pista di una lite poi sfociata in omicidio. La moglie di Coppola, infatti, avrebbe riferito che ieri il marito aveva litigato con un uomo intento a rubare dell’uva da una campagna di proprietà di un conoscente, che si trova proprio di fronte all’edicola: Coppola l’avrebbe redarguito e l’uomo si sarebbe allontanando borbottando frasi incomprensibili. Ed è proprio nell’«uomo dell’uva» che la moglie di Coppola avrebbe riconosciuto l’assassino.
L’edicolante, secondo il racconto di una amico «era una persona che di fronte alle ingiustizie interveniva, sempre e comunque». «Antonio non era uno che si teneva la mosca sul naso, se c’era da dire qualcosa la diceva», ha spiegato il conoscente che abita poco lontano dal luogo dell’omicidio: «Questa è una strada pericolosa, soprattutto nelle prime ore del mattino. Ci sono stati diversi tentativi di rapina e ultimamente anche Antonio era un po’ più accorto».
L’IDENTIKIT – La moglie della vittima ha intanto rilasciato un identikit dell’assassino. Si tratterebbe di una persona minuta, alta circa un metro e 60 che indossava gli stessi abiti del ladro d’uva con il quale Coppola ieri aveva avuto un diverbio. La donna, secondo quanto raccontato ai militari, non ha visto l’omicida mentre sparava perché si trovava all’interno dell’esercizio e di spalle. Quando però ha sentito gli spari è uscita e ha visto un uomo che si allontanava a piedi mentre brandiva una pistola e parlava con un forte accento napoletano. A definire ancor meglio l’identikit dell’omicida, anche le immagini di alcune telecamere di un negozio della zona dove l’uomo sarebbe in parte visibile. Ma quella del litigio non è affatto l’unica ipotesi di movente al vaglio degli investigatori: in queste ore si scava nel passato e negli ultimi mesi di vita della vittima, per capire chi potrebbe aver voluto ucciderlo.
LA MADRE: «MI HANNO STRAPPATO IL CUORE» – Urla e sbatte i pugni l’anziana madre dell’edicolante, e sfoga il suo dolore accorsa sul luogo dell’omicidio: «Mi hanno strappato il cuore. Qui comanda chi sta sulla terra, non chi sta in cielo. Hanno ucciso una persona onesta». I cugini, la zia, invece, non vogliono parlare. Tutti ripetono che Coppola era «una brava persona, ed ora chi sa quante ne diranno sul suo conto, maledetti». Davanti all’edicola i vicini di casa hanno già poggiato una rosa. «Ti ricorderemo come una persona disponibile ed affettuosa», si legge nel biglietto, «sarai sempre nelle nostre preghiere».
IL PRECEDENTE – Coppola non è il primo edicolante a essere ucciso. Salvatore Buglione, di 51 anni, fu accoltellato a morte da tre giovani che volevano rapinarlo il 5 settembre 2006. Accadde intorno alle 20 in via Pietro Castellino, nel quartiere Vomero, una strada trafficata quanto buia. Durissime le accuse che il figlio Stefano, disperato, lanciò in ospedale ai poliziotti che volevano interrogarlo: «Dov’eravate, voi delle forze dell’ordine, quando è successo? Non ci siete mai, ma ora volete sapere com’è andata. Arrivate adesso che papà è insanguinato, ha gli occhi chiusi e sta in una bara».
Articolo del 22 Agosto 2010 da napoli.repubblica.it
La moglie dell’edicolante ucciso a Casoria
“Cercherò l’assassino fino alla morte”
di Adele Brunetti
La vedova di Antonio Coppola chiede giustizia durante i funerali, svoltisi nella chiesa di San Mauro alla presenza di centinaia di cittadini. I tre figli della vittima: “Ciao papà sei un eroe, non ti dimenticheremo”
Disperazione, lacrime ed incredulità, Casoria si riunisce intorno ai parenti di Antonio Coppola, il giornalaio quarantenne freddato giovedì all’alba. Tre colpi di pistola, accanto alla sua edicola in via Nenni e la morte in una pozza di sangue, sotto gli occhi esterrefatti della moglie. Un delitto ancora senza colpevole. “Troverò l’assassino ad ogni costo. Antò è finita, tutti i nostri sforzi restano inutili”. Rosaria Scialò urla il suo dolore al funerale del marito, accolto ieri nella chiesa di San Mauro, tra la folla affranta.
Familiari, amici, conoscenti e curiosi si confondono in un’unica voce: “Un brav’uomo, un lavoratore onesto”. Le urla accompagnano l’arrivo di Rosaria, sguardo disorientato, sul limite dello svenimento. “Dio se l’è preso, perché? Una famiglia spezzata…”. Accanto i tre figli, tre gemelli maschi senza padre, a tredici anni. Camicia nera, gli occhi smarriti, salgono sul pulpito per un ricordo emozionante: “Papà sei un eroe, il nostro gigante buono, nessuno merita una morte così orribile” e “non ti dimenticheremo mai, promesso. Ciao papà, non preoccuparti, non è un addio”.
Una funzione difficile, sull’altare il vescovo ausiliare Lucio Lemmo che accusa: “Oggi Cristo è morto di nuovo e si chiama Antonio, un fratello attratto da principi duraturi, sacrificio, responsabilità, senso di giustizia. Un esempio di moralità che rifiuta i compromessi e paga il prezzo di reazioni avventate, il risultato di un deserto di valori che dobbiamo trasformare, attraverso la solidarietà, in una sorgente di vita”. E lungo la processione che taglia le strade di Casoria, divisa tra compassione e omertà, è il lutto di Rosaria a rompere il silenzio dei vicoli. “Antò, dovevi “arrevotà” e andartene giovane, tu sei così. Guarda che sole, ti assomiglia, per questo ti hanno ucciso”.
Fonte: napoli.repubblica.it
Articolo del 20 novembre 2010
Delitto dell’edicolante
la Procura diffonde il video
Iniziativa della magistraqtura per identificare un passante ripreso sul luogo del delitto
Delitto dell’edicolante la Procura diffonde il video
La Procura di Napoli ha autorizzato i carabinieri del Comando provinciale alla diffusione di un video nell’ ambito delle indagini sull’ omicidio dell’ edicolante Antonio Coppola, 40 anni, avvenuto a Casoria (Napoli) il 19 agosto scorso.
Coppola fu ucciso con tre colpi di pistola calibro 9 al volto nella sua edicola in via Principe di Piemonte.
I carabinieri sono in possesso di immagini riprese da una telecamera collocata tra via Pietro Nenni e via Principe di Piemonte che mostrano un passante pochi minuti dopo sulla scena del delitto. Lo sconosciuto, che non è l’ omicida – secondo gli investigatori – potrebbe aver notato particolari utili alle indagini e gli inquirenti sperano di poterlo identificare.
L’omicidio. Antonio Coppola, 40 anni, venne ucciso con tre colpi di pistola alle spalle mentre apriva la sua edicola in via Pietro Nenni, a Casoria. Freddato alle spalle: il killer ha esploso tre colpi. L’edicolante, padre di tre gemelli di 14 anni, la sera prima dell’assassino aveva protestato per il furto di un grappolo d’uva avvenuto nelal vigna di un amico. Un banale rimprovero che avrebbe scatenato la furia omicida ancora senza un responsabile