Al posto sbagliato di Bruno Palermo

Al posto sbagliato di Bruno Palermo

Rubettino Editore, 2015

Le mafie hanno sempre ucciso i bambini. Le regole per le quali donne e bambini non vanno toccati sono un falso mito. Un mito smentito dai 108 nomi racchiusi nelle storie di minori vittime innocenti di mafia contenute in questo lavoro. Storie che servono per fare e costruire memoria. Conservarla, tramandarla. Storie note e meno note che diventano veri e propri simboli della barbarie umana. Ogni nome, ogni racconto diventa parte di un dolore collettivo. Un moto di resistenza civile che nasce dal sangue innocente delle vittime e dal dolore dei loro familiari.
Non esiste né un posto sbagliato, né un momento sbagliato per i bambini vittime di mafia: un campo di calcetto, il portone di casa, la pizzeria in cui si lavora, la piazza sotto casa, l’auto dei genitori. Al posto sbagliato ci sono sempre assassini e mafiosi.
Prefazione di Luigi Ciotti

 

 

Fonte:  store.rubbettinoeditore.it
pubblicato il 30 marzo 2016
da Il Venerdì di Repubblica del 25 marzo
La strage dei bambini uccisi dai mafiosi
di Giuseppe Baldassarro

La prima della lista è Emanuela Sansone, aveva 17 anni. Cosa Nostra l’ha ammazzata a Palermo due giorni dopo Natale. Era il 1896. L’ultimo, Domenico Petruzzelli, è morto in un agguato sulla Statale 106, a Taranto, il 17 marzo del 2014. Lui di anni ne aveva solo 2. In mezzo ci sono le storie di Michele e Domenico Facchineri, di 9 e 19 anni. Quella di Saverio Purita, di 10 anni. Di Rocco Gallace, 12 anni. E, assieme a tante altre anche la tragedia di Giuseppe Piccolo, di 14 anni. Erano bambini. Le mafie ne hanno uccisi tanti, da sempre. In 120 anni di storia criminale italiana i ragazzini assassinati risultano almeno 108. Un numero impressionante, forse arrotondato per difetto visto che di molti episodi potrebbero essersi perse le tracce. Un numero che dimostra come l’antica credenza secondo cui gli uomini d’onore non toccano donne e bambini è sempre stata falsa.
Lo dimostra uno studio di Bruno Palermo, pubblicato da Rubbettino editore in coincidenza con la Giornata della Memoria per le vittime innocenti delle mafie (era organizzata per il 21 marzo da Libera). Una sorta di dizionario degli orrori perpetrati da killer senza scrupoli che per ordine dei boss hanno coperto di sangue innocente le strade dell’intera Penisola. Da Nord a Sud, senza soluzione di continuità, i mammasantissima non hanno mai esitato ad eliminare testimoni, a cancellare prove, a sparare nel mucchio o a vendicarsi dei propri nemici, eliminando anche bambini e adolescenti. Certo ci sono stati gli errori i «danni collaterali», ma il libro al Al posto sbagliato mette nero su bianco decine e decine di casi in cui le «creature» erano tra gli obiettivi dei sicari.
E d’altra parte ha ragione Bruno Palermo quando afferma: «Che onore c’è nel prendere una bambina di due mesi e sbatterla contro un muro, che onore c’è nello sparare in fronte a un bambino di 11, che onore c’è nello strangolare, nello sciogliere nell’acido o nel far esplodere la testa a creature che ancora non sanno neppure cosa è il male?».
Una lista infinita di orrori che contiene vicende note che hanno fatto indignare gli italiani, ma soprattutto storie di provincia sconosciute o dimenticate. Molti ricorderanno l’omicidio di Giuseppe Di Matteo, 12 anni, figlio del pentito Santino, sciolto nell’acido per ordine di Giovanni Brusca. Pochi sanno di Claudio Domino, 11 anni, ammazzato con un colpo in fronte perché il padre aveva osato vincere l’appalto delle pulizie all’aula bunker di Palermo. Tanti ricordano la vita stroncata di Annalisa Durante, 14 anni, uccisa durante una sparatoria a Napoli. Quasi nessuno sa di Paolo Rodà, 13 anni, vittima dei killer a Ferruzzano, nella Locride. Morti, tanti morti. Troppi. Esistenze spazzate via da un colpo di pistola o da una sventagliata di mitra. Senza colpa, innocenti e spesso anonimi. Colpevolmente sconosciuti.

 

 

 

Fonte: linformazione.eu
Articolo dell’11 dicembre 2018

108 BAMBINI UCCISI DALLA MAFIA RACCONTATI IN UN LIBRO
Di Barbara Contrafatto

Bambini sciolti nell’acido. Bambini uccisi casualmente. Bambini inghiottiti dalla faccia della terra. Sono 108 e tutti sono stati uccisi dalla mafia. Un libro del giornalista Bruno Palermo (“Al posto sbagliato”. Prefazione di Luigi Ciotti. Postfazione di Francesca Chiavacci) fa a pezzi il luogo comune secondo il quale Cosa nostra non tocca i bambini e le donne.

Questo volume ci racconta la crudeltà dei mafiosi e ci descrive, con dovizia di particolari, le vicende di questi 108 innocenti che hanno avuto l’unica colpa di essere o figli di “infami pentiti” su cui consumare vendetta, oppure figli di gente perbene, ma che per una incredibile coincidenza del destino, si sono trovati al posto sbagliato nel momento sbagliato, magari durante una rappresaglia mafiosa.

Il volume sarà presentato giovedì 13 Dicembre alle 10 nella Chiesa Madre di Capaci (Palermo), città simbolo dove il 23 maggio 1993 Cosa nostra attentò alla vita di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta.

L’iniziativa è promossa da BCsicilia, dal Comune di Capaci e dall’I.C. Biagio Siciliano.
Alla presentazione interverranno l’autore del libro, oltre a Mariella Santangelo, Coordinatrice, Docente di lettere, Don Pietro Macaluso, parroco della Chiesa Madre di Capaci, la Preside dell’Istituto Comprensivo Biagio Siciliano, Iolanda Nappi, con una rappresentanza di professori ed alunni, l’Assessore alla Pubblica Istruzione Rita Di Maggio e Graziella Accetta, madre del piccolo Claudio Domino ucciso dalla mafia il 7 Ottobre 1986.

Modera l’evento Libero Genovese, Docente di lettere. Curatrice della presentazione Agata Sandrone, Presidente di BCsicilia Sede di Isola delle Femmine.

 

 

 

Fonte:  mafie.blogautore.repubblica.it
Articolo del 28 febbraio 2019
Al posto sbagliato 108 bambini
di Bruno Palermo

“Al posto sbagliato – storie di bambini vittime di mafia” (ed. Rubbettino) è il titolo di un libro che per la prima volta in Italia raccoglie le storie di 108 bambini e minori uccisi da tutte le mafie. Un lavoro lungo e difficile che è una sorta di “coscienza tascabile” da portarsi dietro ogni giorno perché nessun altro debba piangere e straziarsi dietro una bara bianca”.
Nella straordinaria prefazione di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera – di cui il libro si pregia di portare il marchio – l’essenza di un lavoro unico e indispensabile, nonostante il dolore raccontato.
Così scrive Ciotti: «Senza parole. Così restiamo quando la realtà è tanto terribile da non poter essere commentata o anche solo raccontata. Quando i fatti sembrano indicibili, e inesprimibile l’orrore che suscitano. Invece mai come in quei momenti, di fronte a quel disorientamento, abbiamo il dovere di trovarle, le parole. Non parole al vento però, quelle dell’indignazione facile, della commozione senza conseguenze.
Ci servono invece parole autentiche: misurate ma ferme, inequivocabili, capaci di mordere le coscienze, e di esprimere a un tempo il dolore, la compassione, la condanna, ma sempre anche la speranza.
Sono le parole che ho cercato per questo libro così difficile da scrivere e persino da immaginare. Un libro che raccoglie 108 storie di bambini e adolescenti uccisi dalla violenza mafiosa, in Italia, dalla fine dell’Ottocento a oggi. Le ho raccontate senza fare sconti al dramma, spero con grande delicatezza, nel rispetto del dolore delle famiglie e del ricordo delle giovanissime vittime, di cui apprendiamo non solo le circostanze tragiche della morte, ma anche i dettagli che ne hanno reso unica la vita: una passione, un’aspirazione, un tratto speciale del carattere, per quanto acerbo.
Non ci sono solo le storie note, nel volume, quelle che in molti già conoscono perché salite alla «ribalta» delle cronache. Ed ecco il suo secondo grande merito: restituire alla memoria collettiva anche vicende poco o per nulla conosciute, che hanno segnato il destino delle famiglie ma non la coscienza dei cittadini”.
“Al posto sbagliato” ribalta una serie di concetti e falsi sulle mafie come l’onore e come i luoghi comuni delle mafie che non uccidono i bambini, ma ribalta anche alcune considerazioni troppo spesso usate e abusate per descrive avvenimenti come la morte di innocenti in agguati di mafia. Uno su tutti proprio nel titolo: «Non c’è un posto sbagliato, non c’è un momento sbagliato, semplicemente perché non esiste un luogo sbagliato per una vittima innocente. Al posto sbagliato, al momento sbagliato ci sono sempre e comunque gli assassini, i mafiosi, i criminali.
È questa la grande lezione di vita di Francesca Anastasio e Giovanni Gabriele, genitori di Domenico “Dodò”, ferito a morte da colpi di lupara alla periferia di Crotone il 25 giugno 2009 e morto il 20 settembre successivo, senza aver mai ripreso conoscenza. Da qui prende le mosse questo lavoro, da Crotone, da una delle tante periferie del mondo, da una storia che diventa simbolo e assume i connotati di universalità proprio perché a essere colpito è un bambino di undici anni in uno degli atti per lui più naturali, giocare al pallone».
Un libro duro, ma necessario che parte dal dolore dei familiari delle piccole vittime che spesso si trasforma in impegno quotidiano per combattere i delinquenti e gli assassini mafiosi. Un libro nel quale ogni capitolo ha per titolo nomi e cognomi delle vittime, nel quale ad essere raccontata è anche la vita, i sogni e i desideri di chi poi, invece, non avrà la possibilità di continuare a vivere perché mafiosi, ‘ndranghetisti, camorristi hanno deciso di sparare, di mettere fine a quei sorrisi.
E come dicono molti familiari delle vittime innocenti: «Quando hanno sparato su di loro è come se avessero sparato su tutta una famiglia».
“Al posto sbagliato – storie di bambini vittime di mafia” è un libro che bisogna leggere poco alla volta, ma che restituisce dignità ai bambini uccisi, memoria che si trasforma in impegno quotidiano e voglia di lottare per cambiare le cose al Sud come al Nord, in una piccola città come nelle metropoli, tenendo sempre ben presente il dolore dei famigliari e per farlo occorre portarsi dentro gli sguardi, i sorrisi, le smorfie delle piccole vittime.