• 8 giugno 1994 Cosenza. Francesco Bruno, imprenditore di 50 anni, ucciso da una pallottola che colpì l’arteria femorale. Volevano intimorirlo.

    Francesco Bruno, era un imprenditore di 50 anni. Fu ucciso la sera dell’8 giugno 1994 davanti alla sua abitazione di Cosenza a colpi d’arma da fuoco. I due assassini furono catturati poco dopo la sparatoria da una pattuglia di carabinieri. Francesco Bruno (titolare con il fratello dei mulini intestati al padre, Angelo) è morto in ospedale, dove era stato portato da un’ambulanza subito dopo il ferimento. Le prime ipotesi investigative non esclusero che l’intenzione dei killer fosse quella di ferire Bruno e non di ucciderlo. Infatti, i proiettili colpirono l’uomo alle gambe e a un gomito. A provocare il decesso fu il proiettile che colpì Bruno nella regione dell’arteria femorale.…

  • 16 marzo 1994 Reggio Calabria. Scompare Angela Costantino, 25 anni, madre di quattro figli, uccisa per aver tradito il marito boss della ‘ndrangheta

    Angela Costantino, venticinque anni e madre di quattro figli, scomparve dalla sua casa di Reggio Calabria il 16 marzo 1994. Era moglie del boss della ‘ndrangheta Pietro Lo Giudice, detenuto nel carcere di Palmi. Dopo 18 anni, grazie alle rivelazioni di alcuni pentiti si è saputa la verità. Angela Costantino è stata strangolata in casa ed il suo corpo fatto sparire, condannata a morte dalla famiglia del marito per averlo tradito mentre lui era in carcere.       Fonte:  repubblica.it  Articolo del 14 aprile 2012 Tradì il marito boss mentre era detenuto Così madre di 4 figli fu uccisa dai parenti Operazione contro la cosca Lo Giudice a Reggio…

  • 2 marzo 1994 Vittoria (RG). Assassinato in un agguato Raffaele Blanco 18 anni. Stava viaggiando in auto con quello che a breve sarebbe dovuto diventare suo cognato.

    Raffaele Blanco, 18 anni è stato assassinato in un agguato il 2 marzo del 1994, a Vittoria (RG), in località Scoglitti, mentre era in auto con quello che, a breve, sarebbe diventato suo cognato. Il cognato, ferito, riuscì a fuggire; il corpo di Raffaele fu ritrovato, dietro segnalazione anonima, dopo qualche giorno in fondo ad un pozzo. Il fidanzato della sorella, 17 anni, ignara della situazione,  era “un uomo legato ai clan criminali della zona che, proprio negli anni dell’adolescenza di Raffaele, stava conducendo una sua guerra personale per conquistarne i vertici. In quegli anni Vittoria usciva da una guerra di mafia violentissima”. Dopo alcuni mesi i colpevoli dell’omicidio sono…

  • 18 febbraio 1994 Rosarno (RC). Ucciso Mourou Sinan Kouakau, immigrato della Costa D’Avorio, bracciante agricolo, con un colpo di fucile.

    Mourou Sinan Kouakau era venuto in Italia per cercar fortuna, vi ha trovato invece la morte sotto i colpi dei sicari mandati da una qualche organizzazione criminale. Arrivato dalla Costa d’Avorio, fa il bracciante agricolo nelle campagne di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, raccoglie arance e ortaggi. La sera del 18 febbraio 1994 è ucciso con una fucilata in pieno petto esplosa da un calibro 12, mentre due immigrati del Burkina Faso che sono con lui – Bama Moussa, 29, e Homade Sare, 31 – restano lievemente feriti. Con la vittima abitavano in contrada Zippone, a Rosarno, in una casa diroccata dove hanno trovato precaria sistemazione una quindicina di…

  • 22 settembre 1993 Altofonte (PA) ucciso Antonino Vassallo accusato dai capimafia di avere commesso furti senza autorizzazione.

    Antonino Vassallo fu ucciso il 22 Settembre 1993. Accusato dai capimafia di avere commesso furti senza l’autorizzazione dei boss. (Fonte: vivi.libera.it)     Fonte: ricerca.repubblica.it Articolo del 28 febbraio 2003 Morì per una telefonata alla donna del boss Una telefonata di pochi minuti alla fidanzata di un boss mafioso è costata la vita ad un giovane di San Giuseppe Jato; la decisione di assassinare un pregiudicato a pochi giorni dal suo matrimonio, è stata invece presa dai capimafia per evitare che la futura sposa diventasse subito vedova. Sono i retroscena di due delitti compiuti fra il ’93 e il ’94, raccontati dal pentito Enzo Brusca. Il collaboratore è stato interrogato…

  • 25 agosto 1993 Oria (BR). Decedute Maria Dell’Aquila, Antonia Carbone e Maria Marsella in un incidente; erano in 18 su un furgone omologato per 9 persone.

    Maria Dell’Aquila, 31 anni, Antonia Carbone, 39 e Maria Marsella di 25 –  erano tutte di Oria, piccolo centro del Brindisino, dove il fenomeno del caporalato è diffusissimo. Quando avvenne l’incidente, albeggiava appena. Il pulmino, stipato di braccianti cui era stata promessa una paga di 23mila lire per lavorare nei campi un’intera giornata, uscì di strada dopo l’urto con il braccio-gru di un camion. Altre dieci donne rimasero ferite e finì in ospedale anche l’autista-caporale, con una prognosi di quindici giorni. Saltò fuori, poi, che il furgone era abilitato al trasporto di nove persone: al momento dell’incidente, invece, ne ospitava diciotto, esattamente il doppio. Fonte: archivio.unita.news     Fonte: archivio.unita.news…

  • 1 agosto 1993 Santa Maria di Licodia (CT). Fabio Garofalo, 18 anni, ucciso perché testimone di una sparatoria

    La sera dell’1 agosto 1993 Fabio Garofalo , 18 anni, impegnato in servizi di volontariato a favore degli anziani per conto dell’Azione cattolica del paese, si trovava all’interno della sala giochi Papillon di Santa Maria di Licodia (CT. Fu ucciso perché testimone di una sparatoria per una resa di conti tra due estorsori in cui rimase ferito il figlio del gestore dell’esercizio commerciale, vero obiettivo del killer.     Fonte:  ricerca.repubblica.it  Articolo del 3 agosto 1993 AGGUATO AL BILIARDO DICIOTTENNE UCCISO PER ERRORE CATANIA – Era andato a fare una partita a biliardo nella sala-giochi del paese, ma è stato ucciso dal killer che poco prima aveva sparato ad un…

  • 30 luglio 1993 Barcellona Pozzo di Gotto (ME). Antonio Mazza, imprenditore, proprietario della Tv locale “Telenews”

    Antonio Mazza, ucciso il 30 luglio 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto (ME). Antonio Mazza era un imprenditore, direttore della tv locale “Telenews”, la tv privata in cui il giornalista Beppe Alfano trasmetteva i suoi servizi. Dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo D’Amico nelle fasi del processo Gotha III, l’ordine di uccidere l’ingegner Antonio Mazza fu la famiglia mafiosa dei Barcellonesi. Fu lo stesso D’Amico a eseguire l’efferato crimine, una delle azioni più cruente della mafia. Gli esecutori materiali che entrarono in azione poco prima della mezzanotte di quel tragico 30 luglio del 1993, erano due persone in sella a una moto di grossa cilindrata e indossavano dei caschi…

  • 21 giugno 1993 Roma Scompare Domenico Nicitra, bambino di 11 anni, ucciso per vendetta trasversale o perché testimone dell’omicidio dello zio.

    Domenico Nicitra, undici anni, era il figlio del boss di Palma di Montechiaro Salvatore Nicitra. Scomparve a Roma il 21 giugno del 1993 insieme allo zio Francesco. Al momento del rapimento, il padre del piccolo, siciliano di nascita ma da quasi sempre a Roma, era già in carcere. Era considerato il re delle bische ed era legato ad ambienti criminali. Il corpo di Domenico non è stato mai ritrovato. Due le ipotesi sulla sua morte: una vendetta trasversale o la sua eliminazione per evitare potessero sopravvivere testimoni dell’omicidio dello zio. (Fonte:  memoriaeimpegno.it )     Fonte: ricerca.repubblica.it Articolo del 10 luglio 1993 UN RAPIMENTO DI SERIE B di Guglielmo Pepe…

  • 18 giugno 1993 Pedara (CT). Assassinato Giuseppe Sapienza, 54 anni, commerciante di mobili; aveva denunciato i suoi estorsori.

    Giuseppe Sapienza, titolare di un negozio di mobili a Viagrande (CT) aveva denunciato l’estorsione subita da parte del clan Laudani e fatto condannare, in primo grado, i propri estorsori, poi assolti in appello. Lo stesso clan mafioso per gli stessi motivi aveva decretato l’omicidio di un altro commerciante, tale Licciardello (1989/1990). Fu ucciso a Pedara il 18 giugno 1993. Fonte:  vivi.libera.it           Fonte:   facebook.com/dedicatoallevittimedellemafie Post del 18 giugno 2020     Ricordiamo Giuseppe Sapienza, assassinato a Pedara (Ct) il 18 giugno 1993. Era titolare di un negozio di mobili a Viagrande (Ct) aveva denunciato l’estorsione subita da parte del clan Laudani e fatto condannare, in…