-
30 gennaio 1988 Pomigliano D’arco (NA). Muore Irene Foglia, 27 anni, colpita da un proiettile destinato ad un boss.
È morta senza quasi accorgersene Irene Foglia, 27 anni laureata in giurisprudenza, sposata da otto mesi appena e che non nascondeva le proprie ambizioni di diventare notaio. Un proiettile vagante di un commando della camorra che aveva come obiettivo un boss, presente anche lui all’inaugurazione di una concessionaria di auto, l’ha raggiunta ad un rene. È deceduta durante il trasporto in ospedale. Fonte: archivio.unita.news Fonte: archivio.unita.news Articolo del 1 febbraio 1988 Ragazza uccisa per errore di Vito Faenza Fulminata durante una azione camorrista contro un boss che è morta sul colpo È morta senza quasi accorgersene Irene Foglia 27 anni laureata in giurisprudenza sposata da otto mesi appena…
-
28 gennaio 1988 Sarno (SA). Ucciso Aniello Cordasco, imprenditore edile, per essersi opposto a richieste estorsive
Aniello Cordasco era un costruttore edile, fu assassinato a Sarno, in provincia di Salerno, il 28 gennaio del 1988. Nel 1992 il pentito di camorra Pasquale Galasso rivelò di essere stato il mandante dell’omicidio dell’imprenditore. Per anni, infatti, le indagini furono indirizzate sulla pista del movente passionale. In realtà, Aniello si era opposto alle richieste estorsive: questo il motivo della “punizione”. Fonte: memoriaeimpegno.it Ringraziamo amicidilibera.blogspot.com per l’aiuto nella ricerca di nomi e storie da non dimenticare Fonte: adnkronos.com Articolo del 25 novembre 1998 FORLEO: ASSOLTO VICEQUESTORE, ACCUSATO DI DEPISTAGGIO IN OMICIDIO Dopo 6 anni, riconosciuta dal Tribunale innocenza Giuseppe Arace Salerno, 25 nov. – (Adnkronos) – Accusato…
-
2 ottobre 1987 Staiti (RC). Ucciso Domenico Zappia, 18 anni, colpevole di aver chiesto un passaggio al vero obiettivo dell’agguato.
Lo studente Domenico Zappia, 18 anni, di Staiti in provincia di Reggio Calabria, fu ucciso il 2 ottobre del 1987. Non era lui l’obiettivo dei killer bensì Antonio Stelitano, di 33 anni, al quale il ragazzo casualmente aveva chiesto un passaggio per tornare a casa dopo la scuola. I due, a bordo di una Fiat 127, furono raggiunti da numerosi colpi di lupara, Stelitano morì sul colpo mentre Mimmo Zappia si spense dopo 5 giorni di agonia in ospedale. Questo duplice omicidio venne inserito nella faida di Motticella che in 7 anni anni, dal 1983 al 1990, lasciò sul campo oltre 50 vittime tra cui gli studenti Pietro e Fortunata…
-
20 maggio 1987 Torino. Ucciso Roberto Rizzi, impiegato di 31 anni, per uno scambio di persona
Uno scambio di persona. Una vittima innocente. Questa è la storia di Roberto Rizzi che, nel 1987, aveva solo 31 anni, una moglie, un lavoro da impiegato. Una vita come tanti, lontana dal crimine. Raggiunto a bruciapelo da due colpi di pistola, in un bar di via Pollenzo a Torino, da un killer, per tanto tempo sconosciuto. Vincenzo Pavia, ex collaboratore di giustizia e grande accusatore del cognato Domenico Belfiore, mandante del delitto di Bruno Caccia, ammette di aver assassinato per errore Roberto Rizzi: il suo obiettivo era Francesco di Gennaro, uomo legato al crimine organizzato della Torino degli anni ’80. Fonte: vivi.libera.it onte: archiviolastampa.it…
-
9 maggio 1987 Aosta. È morto suicida Giovanni Selis, 50 anni, pretore di Aosta; non si era mai ripreso da un attentato di cui era stato vittima.
Giovanni Selis era pretore ad Aosta e stava indagando sul Casinò di Saint Vincent quando un’autobomba distrusse la sua 500, lasciandolo miracolosamente incolume. Giovanni Selis indicò ai magistrati di Milano come possibile movente dell’attentato ai suoi danni, proprio le indagini sulla casa da gioco, e in particolare sull’ambiente dei prestasoldi e il rapporto tra questi e l’Ufficio Fidi. Si uccise alcuni anni dopo, impiccandosi nella sua cantina. Soffriva di un forte esaurimento nervoso, non si era mai ripreso dall’attentato. Era il 9 maggio 1987. (vivi.libera.it) Fonte: aostasera.it Articolo del 25 ottobre 2015 Il casinò di Saint Vincent tra mafia, depistaggi e casi insoluti Saint-Vincent – Incontro pubblico a…
-
16 aprile 1987 Bova di Reggio (RC). Paolo Ficara, 48 anni, operaio della forestale. Ucciso insieme al vero obiettivo dell’agguato.
Paolo Ficara fu ucciso a Bova di Reggio (RC) il 16 aprile del 1987. Sono gli anni in cui la Calabria è insanguinata da guerre intestine tra diversi clan per la spartizione del territorio. Paolo Ficara, 48 anni, operaio della forestale, aveva accettato un passaggio in auto dal vero obiettivo dei killers, Salvatore Morabito. Fonte: vivi.libera.it Fonte: archiviolastampa.it Articolo del 17 aprile 1987 GIORNATA DI KILLER. CINQUE DELITTI A REGGIO CALABRIA Gli uccisi erano tutti operai forestali. «Regolamento» di sangue tra i superstiti d’una banda di rapitori? REGGIO CALABRIA — Cinque persone uccise in 24 ore in agguati della ‘ndrangheta. La guerra tra le cosche ha insanguinato…
-
24 marzo 1987 Saluzzo (CN). Ferito gravemente, in un agguato, Amedeo Damiano, amministratore nel servizio sanitario pubblico locale. Aveva denunciato delle irregolarità. Morì il il 2 luglio successivo per un’embolia polmonare, mentre era ancora ricoverato per le ferite riportate.
Amedeo Damiano è stato un amministratore nell’ambito della sanità pubblica; presidente dell’U.S.S.L. N.63 di Saluzzo fu ferito mortalmente in un agguato intimidatorio il 24 marzo 1987 a opera di un gruppo criminale. Amedeo Damiano aveva avviato due inchieste per gravi irregolarità all’interno della USSL che dirigeva. Dopo un lungo calvario in diverse strutture ospedaliere, morì mentre era ricoverato presso il centro riabilitativo di Montecatone a Imola. Erano trascorsi quattro mesi dall’agguato. I sicari condannati risultano legati alla famiglia ‘ndranghetista dei Belfiore. Fonte: vivi.libera.it Fonte: archiviolastampa.it Articolo del 25 marzo 1987 INDAGINE SULL’AGGUATO DI SALUZZO E’ GRAVE IL PRESIDENTE DELL’USL di alberto Gedda Sono proseguite per tutta la…
-
19 dicembre 1986 Lamezia Terme (CZ). Antonio De Fazio, bambino di 4 anni, viene ucciso con un colpo di pistola mentre si trova in casa.
Antonio De Fazio, un bambino di 4 anni, viene ucciso mentre si trovava in casa, a Lamezia Terme il 19 dicembre ’86, con un colpo di pistola, una Magnum 357, poi trovata nell’abitazione, con la matricola abrasa, di proprietà dello zio del bambino. Non sappiamo se qualcuno è stato condannato e se è stato realmente un omicidio accidentale, come sembrerebbe dagli articoli riportati, ma noi vogliamo ricordare un bambino, ennesima vittima innocente di un contesto sicuramente mafioso. Fonte: archiviolastampa.it Articolo del 20 dicembre 1986 UN BIMBO DI QUATTRO ANNI UCCISO A LAMEZIA TERME CATANZARO — Un bambino di quattro anni, Antonio De…
-
30 novembre 1986 Brindisi. Muore Francesco Ciccio Guadalupi, presidente di Assindustria, ferito in un tentativo di rapina in data 11 ottobre.
Francesco Ciccio Guadalupi, allora presidente di Assindustria Brindisi, ferito in un tentativo di rapina messo in atto l’11 ottobre del 1986 all’interno dello stabilimento di pastorizzazione del latte che aveva sede nel rione Casale, morì dopo una lunga agonia il 30 novembre dello stesso anno. È il primo omicidio di Vito Di Emidio, sicario della Scu, allora diciannovenne. Di Emidio negli anni successivi fu pluricondannato per 416bis, per omicidi e altri reati. Una carriera criminale da boss riconosciuto. Fonte: vivi.libera.it Fonte: brindisireport.it Articolo del 28 gennaio 2015 Omicidi Scu: definitivi i tre ergastoli per il gruppo di fuoco. Per Bullone la pena è da ridurre di Roberta Grassi…
-
17 Novembre 1986 Palermo. Rosario Pietro Giaccone, Carabiniere Ausiliario in congedo, fu ucciso in un agguato mafioso.
Rosario Pietro Giaccone, aveva 26 anni, quando, il 17 novembre 1986 fu ucciso con un’azione da guerriglia in via Verga a Palermo. Il movente starebbe in un episodio di sei anni prima, quando Giaccone, carabiniere ausiliario, si era ritrovato in un conflitto a fuoco con una banda che aveva assaltato la cassa del mercato ortofrutticolo di Palermo. A terra era rimasto il cadavere di un bandito, ucciso da un colpo della pistola d’ordinanza di Giaccone. Quel rapinatore era nipote di Armando Bonanno (successivamente vittima della lupara bianca). Solo nel 1993 la Corte d’Assise di Palermo ha confermato la sentenza che riconosceva la matrice mafiosa dell’omicidio. Nel 2006 gli è stata…