• 22 maggio 1956 Campofiorito (PA). Assassinato Vincenzo Leto, contadino e militante politico.

    Vincenzo Leto – 22 maggio 1956 – Campofiorito (PA) da “Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza” 53 anni, ex consigliere comunale di Campofiorito (PA), già presidente della locale cooperativa agricola, militante comunista. Passa la serata ad ascolatre i comizi del sindaco uscente capolista della DC alle imminenti elezioni municipali, della baronessa Maria Antonietta Lasagna e del candidato di sinistra che si alternano nella piazza gremita del paese. Alle 11:00 si allontana per rincasare, in contrada Conte Ranieri, nei pressi della stazione ferroviaria: a 800 metri dall’abitazione, dove lo aspettano la moglie e i 2 figli, i sicari aprono il fuoco da dietro un muretto. Raggiunto da 2 colpi di…

  • 9 dicembre 1949 Partinico. Resta ucciso Vincenzo Sapuppo, carabiniere di 26 anni, in un agguato della banda Giuliano.

    Nella sera del 9 dicembre 1949 il carabiniere Vincenzo Sapuppo, di 26 anni, di Acireale (CT), restò ucciso in un agguato della Banda Giuliano. Vincenzo Sapuppo faceva parte di una pattuglia che, alle dipendenze del Comando Forze Repressione Banditismo, effettuava un servizio di perlustrazione nel territorio compreso fra Partinico e Alcamo.       Fonte:  archiviolastampa.it Articolo del 11 dicembre 1949 Un carabiniere caduto in conflitto coi banditi LA LOTTA CONTRO GIULIANO di Giulio De Benedetti Una pattuglia attaccata fra Alcamo e Partinico – Vasto rastrellamento della zona diretto dal colonnello Luca Palermo, 10 dicembre. Il colonnello Luca dalle prime ore di stamane dirige sul posto una operazione di polizia…

  • 3 settembre 1947 Rocca di Monreale (PA). Morirono, in una azione contro un pericoloso latitante, il carabiniere Biagio Frugarello, il Commissario aggiunto di P.S. Aurelio Spampinato e il Vice Commissario di P.S. Aurelio Rinaldi

    La Questura di Palermo, d’intesa con la Tenenza dei Carabinieri, aveva condotto complesse indagini per la cattura di un pericoloso latitante. Avendo appreso che questi aveva preso dimora in un casolare isolato in una zona rurale compresa fra il Sanatorio “G. Ingrassia” e la Caserma del Centro Addestramento Reclute dell’Esercito “Ciro Scianna”, organizzarono un servizio di appostamento. Il commissario Aurelio Spampinato insieme al commissario Armando Rinaldi ed al carabiniere Biagio Frugarello, intorno alle 4,10 del mattino, a bordo di una camionetta si fermarono in una trazzera, nel luogo dove già un buon numero di carabinieri ed agenti aveva provveduto a circondare la casa sospetta. Improvvisamente i cani iniziarono a latrare…

  • 1 maggio 1947 Monreale (PA). Emanuele Busellini, campiere di 39 anni, fu ucciso dalla banda Giuliano di ritorno dall’avvenuta Strage di Portella della Ginestra.

    Emanuele Busellini aveva 39 anni quando il 1° maggio del 1947 venne ucciso dalla banda di Salvatore Giuliano e gettato in una foiba. Quel giorno ebbe la sventura di imbattersi nel gruppo di fuoco che poco prima aveva sparato sulla folla di contadini radunati a Portella della Ginestra. I banditi in fuga passarono da contrada “Presto”, dove si trovava Busellini, che era campiere per conto dei piccoli proprietari del feudo Strasatto. “Giuliano, ben conoscendo la sua correttezza morale e civile, decise di sopprimerlo per eliminare un testimone scomodo”, racconta Francesco Petrotta nel libro “Salvatore Giuliano, uomo d’onore”. Fonte: cittanuove-corleone.net       Fonte: misteriditalia.it Il bandito Giuliano La strage di…

  • 13 febbraio 1947 Villabate (PA). Assassinato Vincenzo Sansone, Nunzio, sindacalista impegnato nella lotta per la riforma agraria

    Il 13 febbraio 1947 muore a Villabate (PA) ucciso a colpi di lupara da parte di sicari mafiosi VINCENZO SANSONE (detto Nunzio) sindacalista, militante comunista e insegnante di lettere impegnato nella lotta per la riforma agraria. Aveva anche cercato di fondare una cooperativa agricola. Inoltre con la sua attività didattica voleva riscattare le masse operaie e contadine dalla loro miseria e dall’abiezione materiale e morale in cui esse vivevano nei latifondi. La sua intensa attività sindacale e culturale portò alla decisione di ucciderlo. Nella sua gioventù aveva tanto lottato contro la povertà, sopportando dure prove e umilianti privazioni. Egli conosceva, quindi, la triste indigenza degli ultimi. (Fonte:  gruppolaico.it )  …

  • 13 febbraio 1947 Burgio (AG). Assassinato Matteo Palazzolo, carabiniere di 36 anni, in uno scontro con componenti della banda Giuliano.

    Matteo Palazzolo, carabiniere di 36 anni, cadde nelle campagne di Burgio per mano, sembra, di alcuni componenti della banda Giuliano il 13 febbraio 1947. Le circostanze della morte vengono ben descritte dalla motivazione della concessione della Medaglia d’argento al valor militare: Il carabiniere scelto Matteo Palazzolo, partecipando volontariamente ed unitamente ad altri militari del luogo in un servizio notturno diretto all’arresto di un uomo resosi responsabile di tentato omicidio, e rifugiatosi in una casa colonica, perdeva la vita colpito al petto da un colpo di moschetto esplosogli da un altro pericoloso malfattore che in quel momento si rifugiava nella stessa casa. Fonte:  salvofuca.blogspot.com       Fonte:  carabinieri.it NOTIZIARIO STORICO…

  • 10 luglio 1945 San Giovanni a Teduccio (NA). ucciso Mattia Di Giacomo, 55 anni, guardia di P.S. durante un tentativo di rapina.

    Di Giacomo Mattia, 55 anni, appuntato delle Guardie di P.S., il 10 Luglio 1945 a San Giovanni a Teduccio (NA) durante un conflitto a fuoco con un gruppo di rapinatori. L’appuntato Di Giacomo affrontò da solo un gruppo di malfattori che stava rapinando una tabaccheria, riuscendo a sventare l’assalto ma venendo colpito da numerosi colpi di arma da fuoco. Per tale eroico gesto venne insignito della Medaglia di Bronzo al V.M. alla memoria. Gli venne dedicata l’intitolazione della caserma sede del Compartimento Polizia Stradale di Napoli. Fonte: lista nominativa per il conferimento di onorificenze alla memoria del 15 settembre 1955 in sito intranet Infocamere; Memorie Storiche – Albo d’Oro dei…

  • 22 maggio 1945 Centuripe (EN). Assassinato Raffaele Miceli, 42 anni, direttore di una miniera. Vittima del racket delle estorsioni.

    Raffaele Miceli era ingegnere minerario, direttore responsabile della miniera Marmora Gualtieri, una delle più importanti e avanzate del bacino zolfifero del nisseno. Dieci giorni prima dell’assassinio, il 12 maggio 1945, alle dieci del mattino, l’ingegner Miceli si era recato alla stazione dei carabinieri e aveva riferito di essere stato sottoposto a minacciosa richiesta ricattatoria di 500.000 lire. Dal momento che lui era solo il direttore e non il proprietario della miniera, Miceli non disponeva di una simile somma e dichiarava che, in ogni caso, anche avendoli, non avrebbe mai e poi mai ceduto al ricatto. Fu ucciso platealmente il 21 maggio del 1945 nella piazza di Centuripe (EN) per essersi…

  • 14 novembre 1923 Canicattì (CL). Biagio Pistone, maresciallo dei Carabinieri, fu ferito mortalmente durante l’arresto di un latitante

    Il Maresciallo dei Carabinieri, Biagio Pistone fu ucciso mentre era in servizio nel tentativo di arrestare un latitante. Nonostante fosse stato colpito da un colpo di rivoltella, bloccò comunque al suolo il mafioso latitante Peppino Giacona fino all’arrivo dei rinforzi. Fonte:  vivi.libera.it           Fonte: salvofuca.blogspot.com Tratto da “I Carabinieri ad Agrigento” Eroico il gesto del maresciallo Biagio Pistone di 34 anni, caduto nell’adempimento del dovere. Il sottufficiale prestava servizio a Canicattì ed in quel centro il 13 novembre 1923 si pose all’inseguimento di un malfattore che da tempo era ricercato dalle forze dell’ordine. Finalmente lo raggiunse, ma il malvivente estrasse di tasca una rivoltella e sparò…

  • 20 aprile 1922 Bolognetta (PA). Ucciso Carmelo Lo Brutto, 23 anni, sindacalista.

    Carmelo Lo Brutto, ucciso a Bolognetta (PA), il 20 aprile 1922, guidava l’associazione dei reduci ed ex combattenti che, pur dichiarandosi di carattere apolitico, si muoveva in molte parti d’Italia al grido di “La terra ai contadini”. CarmeloLo Brutto aveva svolto il servizio militare a Torino e poi era ritornato in Sicilia, figlio di un possidente terriero per tanti anni sindaco. Aveva organizzato anche manifestazioni di protesta in piazza contro l’Amministrazione comunale. Fu freddato il 20 aprile davanti alla sua abitazione, all’incrocio tra via Baucina e via Roma, sul corso principale. Le indagini sul delitto di Carmelo Lo Brutto portarono all’arresto, nella notte tra il 9 ed il 10 maggio…