• LA BESTIA di Raffaele Sardo

    LA BESTIA CAMORRA Storie di delitti, vittime e complici di Raffaele Sardo Ed. Melampo Macina profitti, devasta città e campagne, corrompe i poteri. Lasciando dietro di sé una striscia di sangue che non si asciuga mai. Il libro consegna un ritratto sconvolgente della violenza della camorra, delle impunità e anche delle complicità quotidiane. E offre al tempo stesso un affresco denso di pietas del mondo delle vittime, nomi e cognomi ingiustamente dimenticati. Uomini uccisi per punire, per intimidire o semplicemente per sbaglio. Don Peppe Diana, sacerdote. Salvatore Nuvoletta, carabiniere. Federico Del Prete, sindacalista. Franco Imposimato, impiegato. Attilio Romanò, informatico. Alberto Varone, commerciante. Domenico Noviello, imprenditore. Sono questi i nomi simbolici…

  • QUANDO RIMASERO SOLI – Emanuele Basile e Mario D’Aleo. Eroi dimenticati. di Michela Giordano

    QUANDO RIMASERO SOLI – Emanuele Basile e Mario D’Aleo. Eroi dimenticati. di Michela Giordano Ed. Paoline Fonte:  paoline.it Emanuele Basile, 30 anni, sposato e padre di una bimba di quattro anni: ucciso dalla mafia nel 1980 mentre passeggiava con la moglie e la sua piccola tra le braccia. Mario D’Aleo, 29 anni, fidanzato: ucciso dalla mafia nel 1983 insieme a due carabinieri: Giuseppe Bommarito, marito e padre di due bambini e Pietro Morici. Due destini incrociati: il capitano Basile era alla guida della Compagnia dei carabinieri di Monreale e stava indagando su alcuni accordi criminali per il controllo del territorio da parte dell’organizzazione mafiosa. Alla sua morte era subentrato Mario…

  • FIGLIA METRONOTTE UCCISO CHIEDE RICONOSCIMENTO VITTIMA MAFIA

    FIGLIA METRONOTTE UCCISO CHIEDE RICONOSCIMENTO VITTIMA MAFIA Articolo del 28 Febbraio 2012 da ansa.it (ANSA) – PALERMO, 28 FEB – Ignazio Aloisi, guardia giurata di 44 anni, fu ucciso con tre colpi di pistola il 27 gennaio del 1991 a Messina. L’uomo avrebbe pagato con la vita la collaborazione data agli investigatori per identificare gli autori di una rapina al casello autostradale di Tremestieri. Tra i banditi c’era anche Pasquale Castorina, condannato per mafia, che ordinò l’omicidio. Nonostante siano passati 21 anni la figlia del metronotte, Daniela Aloisi, non ha ottenuto il riconoscimento lo status di vittima di mafia. ”Chiedo che dopo tanti anni di ritardi – ha detto –…

  • 23 Febbraio 2012 Gioia Tauro (RC). Scompare Fabrizio Pioli, elettrauto di 38 anni. «Morire per un incomprensibile “senso dell’onore” tradito da Facebook».

    L’unica colpa di Fabrizio Pioli, ragazzo di Gioia Tauro (RC), è stata di essersi innamorato di Simona, una ragazza di 24 anni, separata, con un bambino di 4 anni. Un amore, nato su Facebook, non gradito dai parenti di lei. Fabrizio fu fermato il 23 febbraio del 2012, all’uscita dall’abitazione della ragazza, che chiamò le forze dell’ordine per cercare di salvarlo, e per più di un anno non se ne è saputo più nulla, nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine per ritrovarlo. Il corpo ritrovato il 2 marzo 2013 grazie alle indicazioni del padre della ragazza, autoaccusatosi dell’omicidio, sorvegliato speciale di ps e in passato coinvolto e poi prosciolto nell’inchiesta…

  • “8 marzo anti ‘ndrangheta: sfidiamo le cosche che odiano le donne” di Alessio Magro

    8 marzo anti ‘ndrangheta: sfidiamo le cosche che odiano le donne di Alessio Magro Articolo del 14 Febbraio 2012 Fonte stopndrangheta.it Stopndrangheta.it aderisce all’appello del direttore del Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza, perché il prossimo 8 marzo sia la festa delle donne che hanno sfidato la ‘ndrangheta, la festa di chi vuole sfidare le cosche che odiano le donne. Cetta Cacciola, insieme a Giuseppina Pesce e Lea Garofalo, insieme a Tita Buttafusca e alle altre donne che hanno detto basta alle cosche – ai loro padri, fratelli, mariti, figli, zii, cugini e nipoti – tutte loro sono un pugno nello stomaco della Calabria indifferente. Non eroine, si badi bene, ma…

  • Maria Concetta, testimone di giustizia e suicida in terra di ‘ndrangheta

    Maria Concetta, testimone di giustizia e suicida in terra di ‘ndrangheta di Francesca Chirico – Linkiesta (10/02/2012) Foto e Articolo del 10 Febbraio 2012 da  stopndrangheta.it Rosarno, sono le sette di sera di un sabato di agosto e Maria Concetta si chiude in bagno, mandando giù a sorsate, come fosse acqua, l’acido muriatico. Madre di tre figli in terra di ‘ndrangheta, qualche mese prima aveva iniziato a collaborare con la giustizia. Da un luogo protetto diceva: «Non me li hanno mandati i figli e non me li mandano perché loro hanno capito che se mi mandano i figli è finita non torno più». Tornata per rivederli, aveva anche ritrattato la…

  • “Il ruolo della testimonianza” di Stefania Grasso

    Il ruolo della testimonianza di Stefania Grasso Pubblicato su Narcomafie Dicembre 2011 21 dic 2011 Libera Memoria L’esperienza che molti di noi, famigliari delle vittime delle mafie, vivono attraverso la testimonianza è davvero straordinaria. Perché attraverso il racconto della propria esperienza si instaura una forte relazione con coloro che ascoltano, una relazione sincera che permette all’ascoltatore di vivere quel racconto senza alcuna barriera, sentendolo in maniera profonda, interiorizzandolo e facendosi a sua volta portavoce di quella testimonianza. Tutto questo lo verifichiamo quando, dopo un incontro pubblico, noi famigliari riceviamo moltissimi ritorni positivi e richieste di restare in contatto. Sono parole di forte coscienza volte al cambiamento, parole di speranza, parole…

  • Gli insabbiati – Storie di giornalisti uccisi dalla mafia e sepolti dall’indifferenza di Luciano Mirone

    Gli insabbiati – Storie di giornalisti uccisi dalla mafia e sepolti dall’indifferenza di Luciano Mirone Editrice Castelvecchi – Ristampa del 2008 L’autore, a sua volta giornalista, ha ricostruito i casi di otto colleghi uccisi (o scomparsi misteriosamente in Sicilia) per mano mafiosa. Una ricerca condotta non solo sulle cronache giornalistiche, ma sulle testimonianze dirette e su decine di migliaia di pagine di atti processuali, da cui emergono inspiegabili “distrazioni” e “dimenticanze” di inquirenti e testimoni, e in cui la ricerca della verità si impantana nelle sabbie mobili di una cultura lenta, silenziosa, implacabile. Dai grandi casi di Mauro De Mauro e Giuseppe Fava ai casi di eroici cronisti di provincia…

  • “Locri, il coraggio di essere Liliana Carbone” di Giuseppe Tumino

    Locri, il coraggio di essere Liliana Carbone di Giuseppe Tumino Fonte: Gazzetta del Sud Sabato 24 Dicembre 2011 La maestra cui nel 2004 la ’ndrangheta uccise il figlio Massimiliano parla della “sua” antimafia. Molto diversa da quella delle semplici parole. «La speranza è una fiammella che non spegnerò mai. E Buon Natale a chi ancora ha la forza di indignarsi» REGGIO CALABRIA In mezzo a tante parole, sovente ipocrite vista l’inattendibilità dei relativi pulpiti, questa intervista è in sé “Antimafia”. Liliana Esposito Carbone non usa sintassi estratte da formulari, non sgrana rosari di mali né suggerisce futuribili panacee. Nella Locri della faida e degli squali, in cui regnano i Cordì…

  • “L’altra metà della luna”: il ruolo della donna nelle associazioni mafiose. Di Danielle Sansone

    L’altra metà della luna: il ruolo della donna nelle associazioni mafiose. di Danielle Sansone Articolo dell’8 gennaio 2012 e foto da controlemafie.wordpress.com Da sempre, il ruolo della donna all’interno delle cosche è oggetto di studio prediletto da sociologi e magistrati  i quali attraverso le loro acute analisi hanno potuto osservare come la posizione della donna nelle organizzazioni si sia sviluppata ed evoluta nel corso degli anni. Anche dal mio punto di vista, che è la posizione di una studentessa di legge, la figura femminile all’interno delle associazioni mafiose ha costituito oggetto di una prima analisi e di contatto con il mondo mafioso. Parlare della figura femminile, non significa solo affrontare lo…