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20 Dicembre 1996 Gela (CL). Ucciso Rosario Ministeri, proprietario di un bar, sospettato di avere relazioni di amicizia con un pentito.
Rosario Ministeri fu ucciso a Gela il 20 dicembre 1997, all’interno del suo bar denominato “Caposoprano”, in via Palazzi. Secondo la ricostruzione data dall’omicida, ora pentito, Rosario fu ucciso perché continuava ad intrattenere rapporti di amicizia con il fratello del mandante dell’omicidio, che nel frattempo era diventato collaboratore di giustizia. Rosario Ministeri Era un commerciante che non aveva nessun legame con la mafia. Fu ucciso il 20 dicembre del 1996 a Gela. (Fonte: liberanet.org ) Ringraziamo gli AmiciDiLiberaCaravaggio (amicidilibera.blogspot.it) per il prezioso aiuto nella ricerca di nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie. Articolo dell’8 Marzo 2012 da tg10.it Pentito gelese si accusa di due…
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16 Dicembre 1996 Lamezia Terme (Cz). Scompare Gennaro Ventura, 28 anni, fotografo, ex carabiniere, il corpo ritrovato nel 2008. Fu ucciso perché da carabiniere aveva contribuito all’arresto di un esponente di spicco di una cosca mafiosa lametina.
“Da carabiniere, qualche anno prima aveva contribuito a individuare un giovane picciotto del clan come responsabile di una rapina. Era il luglio del ’91 e il giovanissimo Gennaro Ventura era in servizio a Tivoli. Lontano dalla Calabria delle faide, la famiglia lo pensava al sicuro. Eppure, proprio lì, ha incrociato il destino di Raffaele Rao, giovanissimo compaesano, che “studiava” da picciotto. Per ordine del clan, il 15 luglio del ‘91 aveva rapinato un perito chimico del Tribunale di Roma di un importante quantitativo di eroina e cocaina. Ma proprio mentre si allontanava dall’appartamento dell’uomo, Rao si è scontrato con Ventura, la cui testimonianza è stata fondamentale per arrivare all’individuazione e…
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29 Novembre 1996 Palizzi (RC). Antonino Moio e Celestino Fava, trucidati senza pietà.
Antonino Moio e Celestino Fava sono stati uccisi la mattina del 29 novembre del 1996 nelle campagne intorno a Palizzi (RC). Antonino (Nino) Moio, 27 anni, era un contadino e ogni giorno andava ad accudire gli animali in contrada Guni. Quella mattina cerca compagnia, suona a casa Fava e chiede di Antonino. Il ragazzo non c’è ma trova Celestino, il fratello gemello, che si offre di accompagnarlo. Celestino Fava era uno studente universitario impegnato nel volontariato. Aveva 22 anni. Antonino Moio era la vittima designata di una vendetta trasversale e, secondo gli inquirenti, Celestino sarebbe stato eliminato proprio perché testimone oculare dell’agguato. Le famiglie attendono ancora giustizia. …
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23 Novembre 1996 Torre Annunziata (NA). Ucciso il commerciante Raffaele Pastore “per aver osato denunciare e fatto imprigionare chi gli chiedeva il pizzo sui suoi onesti guadagni”.
Il 23 novembre 1996 Raffaele Pastore, 35 anni, piccolo commerciante all’ingrosso di prodotti alimentari, venne ucciso nel suo negozio di Torre annunziata (NA) con otto colpi di arma da fuoco da due uomini con il volto coperto da passamontagna perché si era rifiutato di pagare il pizzo ed aveva denunciato i suoi taglieggiatori. Con lui c’era anche la mamma, Antonietta Auricchio di 66 anni, rimasta ferita. I due malviventi scapparono senza lasciare alcuna traccia dopo aver raggiunto il loro obiettivo. Raffaele Pastore, precedentemente, aveva subito continue minacce senza mai cedere e senza mai denunciare nulla fino al giorno in cui un esponente del clan camorristico dei Gionta lo minacciò pesantemente.…
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18 Novembre 1996 Trapani. Maria Antonietta Savona e il suo bambino, di appena 1 mese, Riccardo Salerno, restano uccisi in uno scontro con l’auto di un magistrato.
Maria Antonietta Savona e Riccardo Salerno – Trapani Si può morire a causa della mafia in tanti modi, anche per una banale accidentalità legata alle azioni per combatterla. È il caso di Maria Antonietta Savona, 36 anni, e del suo bambino, Riccardo Salerno, di appena un mese. In un incrocio, lungo la circonvallazione che collega Trapani all’autostrada per Palermo, la donna e suo figlio muoiono in un incidente provocato da un’auto di scorta che passa col rosso. L’auto viene centrata in pieno sulla fiancata dove è seduto Riccardo che resta intrappolato nel seggiolino. A bordo della scorta c’è il procuratore di Sciacca. Maria Antonietta lascia il marito Antonino Salerno e…
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16 Ottobre 1996 Niscemi (CL). Uccisi Salvatore Frazzetto e il figlio Giacomo durante una rapina, tragico epilogo di mesi di estorsioni, minacce ed intimidazioni, che continuarono anche sulla signora Agata che, lasciata sola dalle istituzioni, si suicidò.
Salvatore Frazzetto, 46 anni, e il figlio Giacomo, 21, sono stati uccisi con colpi di arma da fuoco durante una rapina nel loro negozio di Niscemi (CL) il 16 Ottobre 1996. Due malviventi, poco prima della chiusura, sono entrati nel negozio, la pellicceria gioielleria “Papillon” in via Terracini, con il volto scoperto e armi alla mano, tentando una rapina. I due banditi avrebbero cominciato a picchiare la moglie della vittima, Agata Azzolina, di 42 anni, che si trovava alla cassa. A questo punto sarebbe intervenuto il marito, accorso dal retrobottega. L’ uomo avrebbe inveito contro i due e sarebbe tornato nel retrobottega a prendere una pistola. Al suo ritorno i…
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12 Ottobre 1996 Giugliano (NA). Resta uccisa Concetta Matarazzo, 37 anni casalinga, in un incidente provocato da una imboscata tra malavitosi.
Giugliano (NA) 12 Ottobre 1996. Ha avuto una sola “colpa”, Concetta Matarazzo: trovarsi a passare in auto sulla statale Domiziana mentre due malviventi venivano massacrati durante un inseguimento sulla corsia opposta della strada. La macchina con i due malviventi è sbandata, travolgendo il guardrail e finendo per schiantarsi contro la vettura su cui la donna, una casalinga di 37 anni, viaggiava assieme ad un amico. Concetta è morta all’ istante. Articolo di La Stampa del 12 Ottobre 1996 Vittima innocente in un agguato di Fulvio Milone GIUGLIANO. L’auto correva veloce nel silenzio della notte. Poco distante, sulla strada che costeggia il mare, era in agguato la morte:…
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30 Settembre 1996 Varapodio (RC). Antonino (Nino) Polifroni, imprenditore, ucciso per non essersi piegato alle richieste di pagare il pizzo.
A Varapodio (RC), dopo una lunga scia di atti vandalici e attentati intimidatori, l’imprenditore Antonino Polifroni viene assassinato a 49 anni per il suo ostinato “no” ai tentativi di estorsione mafiosa. L’impresa edilizia che aveva fondato tra mille sacrifici e che aveva suscitato l’interesse degli uomini dei clan è ora gestita dai tre figli. La famiglia ricorda annualmente Nino Polifroni, vittima della criminalità organizzata, attraverso un concorso scolastico per il conferimento di 20 assegni di studio ad altrettanti studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado di Varapodio. (Fonte: dasud.it) Articolo del 24 Marzo 2009 di Gazzetta del Sud VARAPODIO/ L’imprenditore ucciso 12 anni fa per…
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27 Agosto 1996 Catania. Uccisa Santa Puglisi, 22 anni e il nipote Salvatore Botta, 14 anni, mentre erano in visita alla tomba del marito di lei.
Santa Puglisi aveva ventidue anni ed era la figlia di Antonino Puglisi, capo della cosiddetta cosca “Da Savasta”. È stata uccisa il 27 agosto del 1996 davanti alla tomba del marito. Insieme a lei, al cimitero quella mattina, c’erano anche i suoi nipoti di 12 e 14 anni. Salvatore Botta, il più grande dei due, è stato colpito mentre cercava di scappare, forse perché aveva riconosciuto il killer e preso a calci prima del colpo decisivo. (liberanet.org) Articolo del Corriere della Sera del28 Agosto 1996 Massacrata sulla tomba del marito di Alfio Sciacca Era figlia di un boss, ucciso anche il cugino della donna. Risparmiata dodicenne CATANIA .…
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20 Luglio 1996 San Giorgio a Cremano (NA). Ucciso Davide Sannino, 19 anni, il giorno del suo diploma, per uno sguardo.
Davide Sannino non ha avuto paura di guardare dritto negli occhi chi, con la violenza, gli ha portato via lo scooter. Il 19 luglio 1996 a Massa di Somma, in provincia di Napoli, Giorgio Reggio intima con la pistola a Davide di cedere il proprio scooter. Davide rimane calmo, consegna le chiavi al delinquente ed ha il coraggio di guardarlo negli occhi. Davide e gli amici erano andati a festeggiare in pizzeria il diploma di odontotecnico appena conseguito. La settimana prima il ragazzo si era anche diplomato maestro di solfeggio e, superati i quiz, era stato chiamato alla visita medica per entrare nell’Arma dei Carabinieri. Davide è stato ucciso soltanto…