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12 Febbraio 1993 – Secondigliano (NA) Ucciso Vincenzo D’Anna, proprietario di una piccola impresa edile
Nei primi anni ’90 Vincenzo D’Anna dirigeva dei lavori in diversi cantieri, di cui alcuni nel quartiere Secondigliano di Napoli, principalmente lavori di ristrutturazione di diversi Condomini. Proprio per i lavori effettuati a Secondigliano, aveva ricevuto minacce con le armi, com’era avvenuto per il cantiere Villa Lucia di fronte la propria abitazione, e in più occasioni era stato costretto a sospendere i lavori in seguito alle intimidazioni camorristiche. Le minacce erano puntualmente portate da individui appartenenti al clan camorristico “Licciardi” di Secondigliano, che imponeva una tangente pari al 10% sull’importo dei lavori. Le richieste continue ed esose da parte del clan avevano stancato Vincenzo D’Anna che aveva dilungato il tempo…
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8 Febbraio 1993 Torrette di mercogliano (AV). Ucciso Pasquale Campanello, 33 anni, Sovrintendente Casa Circondariale Poggioreale.
Pasquale Campanello, Sovrintendente Capo del Corpo di Polizia Penitenziaria – nato a Avellino il 14 novembre del 1960, in servizio presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale. L’8 febbraio 1993, a Mercogliano (NA) viene assassinato da un gruppo di killer della camorra davanti la propria abitazione. Il Sovrintendente Campanello è stato riconosciuto “Vittima del Dovere” ai sensi della Legge 466/1980 dal Ministero dell’Interno. A Pasquale Campanello è intestata una targa in memoria presso la Sala Convegni dell’istituto penitenziario di Napoli Poggioreale. Nota di: polizia-penitenziaria.it Articolo di La Stampa del 9 Febbraio 1993 Avellino, assassinata guardia carceraria di Mariella Cirillo Prestava servizio a Poggioreale, ha pagato con la morte…
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22 Gennaio 1993 a Randazzo (Catania) uccisi il pastore Antonino Spartà e i figli Vincenzo e Salvatore
Randazzo (CT). Un padre e due figli, Antonio, 57 anni, Pietro Vincenzo, 27 anni, e Salvatore Spartà, di 20 anni, furono uccisi all’interno del loro ovile il 22 gennaio del ’93. Morirono per aver detto no al pagamento del pizzo e per non essersi piegati allo strapotere della famiglia mafiosa del luogo. Si erano rifiutati di pagare una tangente per rientrare in possesso di un autocarro che avevano loro rubato, Vincenzo aveva picchiato, per tale motivo, nella piazza centrale del paese, il capo della cosca e con una lettera anonima ai carabinieri fece arrestare due di loro, mentre smontavano delle auto rubate, in un luogo nelle vicinanze dell’ovile. La strage…
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8 Gennaio 1993 Barcellona Pozzo di Gotto (ME). Ucciso Giuseppe (Beppe) Alfano, corrispondente del quotidiano “La Sicilia”
Giuseppe (Beppe) Alfano frequentò la facoltà di Economia e Commercio all’Università di Messina dove conobbe Mimma Barbaro, sua futura moglie. Dopo la morte del padre, lasciò gli studi e si trasferì a Cavedine, vicino a Trento, trovando lavoro come insegnante di educazione tecnica alle scuole medie. Ritornò in Sicilia nel 1976. Appassionato di giornalismo e militante di destra (in gioventù fu militante di Ordine Nuovo e poi del MSI), Alfano cominciò a collaborare con alcune radio provinciali, con l’emittente locale Radio Tele Mediterranea e fu corrispondente de La Sicilia di Catania con inchieste sulla mafia e il malaffare in Sicilia. La sua attività giornalistica fu rivolta soprattutto verso uomini d’affari,…
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Lucca Sicula (AG). Il 17 Dicembre 1992 fu ucciso l’imprenditore Giuseppe Borsellino che stava collaborando per l’arresto degli assassini del figlio Paolo, ucciso il 21 Aprile 1992.
Giuseppe Borsellino era un imprenditore. Nacque da una famiglia di origine riberesi, poi trasferitasi stabilmente a Lucca Sicula. Cominciò a lavorare presto. Si sposò a 18 anni con Calogera Pagano, sua coetanea; con cui ebbe tre figli, Antonella, Paolo e Pasquale. Dopo vari lavori si dedicò alla sua definitiva attività di piccolo imprenditore-operaio di una piccola impresa di calcestruzzo che diresse assieme al figlio Paolo. Rifiutò qualsiasi tipo di compromesso o sottomissione al potere ed agli interessi mafiosi e perciò venne ucciso il 17 dicembre 1992 dopo aver rivelato alla magistratura i nomi dei mandanti e degli esecutori dell’omicidio del figlio Paolo (ucciso il 21 aprile 1992). Le sue dichiarazioni…
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10 Novembre 1992 Gela (CL). Ucciso il commerciante Gaetano Giordano. Vittima del racket.
Gaetano Giordano, 55 anni. Dopo il servizio militare, aprì un’attività di parrucchiere per uomo. Nel 1963 conobbe Franca Evangelista, genovese, arrivata a Gela per motivi di lavoro del padre. I due si sposarono, consolidando l’attività economica che nel frattempo si era trasformata in negozi di profumeria (unici per molto tempo nel territorio gelese). Nel 1989, a seguito di una richiesta estorsiva, Gaetano Giordano fece regolare denuncia. Il 10 novembre del 1992 alle ore 20.00 venne ucciso sotto casa con cinque colpi alla schiena mentre con il figlio, ferito nella sparatoria, stava rientrando. vivi.libera.it Fonte: archivio.unita.news Articolo del 13 novembre 1992 La moglie dell’ucciso: «Era rimasto solo»…
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6 Novembre 1992 Foggia. Giovanni Panunzio, imprenditore, ucciso perché aveva denunciato i suoi estorsori.
Giovanni Panunzio era un imprenditore edile, fu ucciso il 6 novembre del 1992 a Foggia mentre tornava a casa dopo aver assistito alla seduta del consiglio comunale che avrebbe poi approvato il nuovo piano regolatore di Foggia. Si trovava in via Napoli, a bordo della sua auto, quando due killer, a bordo di una motocicletta, lo affiancarono e lo crivellarono di colpi. Panunzio non si era piegato alle logiche degli estorsori, del racket. L’imprenditore 51enne, che da muratore era diventato un professionista affermato nel settore dell’edilizia, l’anno prima aveva avuto il coraggio di denunciare i propri estorsori, che gli avevano chiesto 2 miliardi di lire, denunciandoli in un memoriale inviato alla…
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5 Novembre 1992 Seconda strage di Racalmuto (AG). Carmelo Anzalone, 32 anni, vittima innocente in un regolamento di conti.
Carmelo Anzalone era ritornato al paese per la ricorrenza dei morti, come ogni anno. Prendeva il treno a Viterbo, dove era emigrato e dove lavorava ormai da diversi anni. Arrivava una settimana prima della festività dei defunti a Racalmuto. L’aspettava contenta la vecchia madre. Trascorreva la mattinata al cimitero per una visita alla tomba del padre, durante il resto della giornata andava in giro a fare visita ai tanti amici e parenti. Organizzava qualche cenetta in casa della madre per “l’augurio” di stare insieme ai suoi paesani. In quel tardo pomeriggio del cinque novembre del 1992 Carmelo Anzalone era andato in macelleria per comprare il necessario per la cena che…
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25 Ottobre 1992 Casandrino (NA). Ucciso il carabiniere Corrado Nastasi, 19 anni, nel corso di un tentativo di rapina.
Il Carabiniere Corrado Nastasi nato a Noto 18.02.1973, in servizio presso la stazione carabinieri di SANT’ANTIMO, reagendo coraggiosamente ad un tentativo di rapina, venne assassinato proditoriamente da alcuni rapinatori rimasti sconosciuti, il il 25 Ottobre 1992 alla periferia di Casandrino. Intorno a quell’omicidio, a nove anni di distanza, ancora non è stata fatta luce. Gli assassini di Corrado Nastasi, probabilmente, sono ancora in libertà. Di sicuro non hanno ancora saldato il conto con la giustizia per quell’efferato delitto. Fonte: ancispettoratosicilia.it Articolo da La Sicilia del 1 Marzo 2010 Intestazione della sede ANC di Avola al carabiniere Corrado Nastasi di Carmen Orvieto Avola,…
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13 ottobre 1992 Porto Empedocle (AG) . Ucciso Pasquale Di Lorenzo, sovrintendente di Polizia Penitenziaria presso il carcere di Agrigento
Pasquale Di Lorenzo era un sovrintendente di Polizia Penitenziaria, prestava servizio nel carcere di Agrigento e, in assenza del comandante, svolgeva le funzioni di reggente. Di Lorenzo era conosciuto come “persona dotata di forte carattere, non incline a compromessi e considerato dai detenuti un duro”, consapevole della delicatezza che il suo ruolo richiedeva in un istituto penitenziario con una forte presenza di detenuti per reati di mafia. Il 13 ottobre 1992 fu ucciso con quattro colpi d’arma da fuoco mentre si trovava in campagna, in contrada Durruelli di Porto Empedocle, dove possedeva un appezzamento di terra. Il collaboratore di giustizia Alfonso Falzone, autoaccusatosi del delitto, al processo celebrato nel…