• 28 Settembre 1992 Castellammare del Golfo (TP). Ucciso Paolo Ficalora, proprietario di un villaggio turistico. Si era opposto alle prevaricazioni mafiose.

    Paolo Ficalora, capitano di lungo corso, venne ucciso dalla mafia il 28 settembre del 1992 e per lungo tempo la sua morte, rimasta senza colpevoli e movente, lasciò spazio a supposizioni e illazioni. A raccontare i veri motivi del suo assassinio è stato, nel corso del processo, l’ex boss di San Giuseppe Jato, Giovanni Brusca, collaboratore di giustizia. Paolo Ficalora fu vittima innocente di un agguato mafioso, concepito per punirlo per avere ospitato nel residence che gestiva, il superpentito di Cosa Nostra Totuccio Contorno, e per aver ‘osato’ tenere testa alla mafia, non piegandosi dinanzi l’arroganza di chi, sentendosi Dio in terra, si fa padrone della vita e della morte…

  • 14 Agosto 1992 Casalabate (LE). Mauro Maniglio, studente liceale di 18 anni, vittima innocente della guerra tra cosche mafiose.

    Mauro Maniglio, diciottenne brindisino, morì prima di cominciare il quinto ed ultimo anno al Liceo scientifico Monticelli, ucciso da una pallottola che gli tranciò l’aorta poco dopo la mezzanotte tra il 13 ed il 14 agosto 1992. Mauro era assieme al cugino a bordo di una Honda 1000 che percorreva a bassa velocità il lungomare di Casalabate, per divertirsi e incontrare amici e ragazze. Quattro ore prima circa, in un’altra località del Salento, Leverano, un commando armato di fucili d’assalto aveva ammazzato un 19enne appartenente ad un altro clan, e aveva ferito gravemente il ragazzo che era con lui. I killer poi si erano dispersi. Uno di loro si era…

  • 6 Agosto 1992 Villa Literno (CE) Ucciso Antonio Di Bona, agricoltore di 56 anni, vittima innocente, ucciso dalla camorra presso un’officina meccanica dove attendeva la riparazione del proprio trattore.

    Il giorno 6 agosto 1992  quattro sicari con il volto coperto da passamontagna hanno ucciso a Villa Literno Antonio Diana, titolare di un’officina, Nicola Palumbo, anch’egli meccanico, e Antonio Di Bona, un contadino che al momento dell’ agguato si trovava nel locale. All’origine del triplice omicidio vi sarebbe una ”vendetta” nell’ambito dello scontro in atto tra due clan camorristici rivali, quello capeggiato dal ”boss” Francesco Schiavone, soprannominato ”Sandokan”, e quello che fa capo alla famiglia Venosa. La polizia ritiene che il principale obiettivo dei sicari fosse il titolare dell’officina, Antonio Diana, imparentato con il ”boss” Raffaele Diana, a sua volta affiliato al clan Schiavone. Sia il cliente che il dipendente…

  • 31 Luglio 1992 San Marcellino (CE). Ucciso Giorgio Villan, commerciante, vittima del racket.

    Giorgio Villan, commerciante di abbigliamento originario della provincia di Venezia, a San Marcellino aveva trovato moglie e successo nel lavoro: gestiva, infatti, un grande negozio sempre pieno di clienti, lungo la provinciale per Villa Literno. Al Prezzaccio con pochi soldi si vestiva tutta una famiglia. Probabilmente, come molti suoi colleghi, finché operava in Veneto si sarà lamentato delle tasse e del fisco, ma al sud pagava regolarmente il “pizzo”, come fosse una cosa normale, una specie di assicurazione sul negozio e sulla vita. Si è trovato invece stritolato nella guerra tra due bande rivali di taglieggiatori, finendo ucciso nel mese di luglio del 1992. (Storia tratta dal libro Ragazzi della…

  • 27 Luglio 1992 Catania. Ucciso Giovanni Lizzio, 47 anni, Ispettore Capo della Polizia di Stato Questura Catania, per la pressante attività contro il racket delle estorsioni.

      Giovanni Lizzio era ispettore capo della Squadra mobile della questura di Catania – responsabile della sezione anti-racket. Aveva iniziato nella sezione omicidi, per poi passare al nucleo anticrimine e, infine, da qualche anno, era diventato responsabile della sezione anti-racket: una sezione particolarmente importante visto che il 90% dei commercianti catanesi pagava il pizzo. L’ispettore non solo dirigeva la sezione antiestorsioni con grandi risultati, ma era un vero e proprio simbolo della questura etnea. Lizzio, sposato e padre di due figlie, era il poliziotto più conosciuto della città, la memoria storica; era colui che conosceva le dinamiche di Cosa Nostra, le vecchie leve e gli esponenti emergenti. Aveva rapporti con…

  • 26 Luglio 1992 Roma. Si suicida Rita Atria, testimone di giustizia. “Con la morte di Paolo Borsellino era di nuovo orfana di padre e non lo sopportò”.

    Nel 1985, all’età di undici anni Rita Atria perde il padre Vito Atria, mafioso della locale cosca ucciso in un agguato. Alla morte del padre Rita si lega ancora di più al fratello Nicola ed alla cognata Piera Aiello. Da Nicola, anch’egli mafioso, Rita raccoglie le più intime confidenze sugli affari e sulle dinamiche mafiose a Partanna. Nel giugno 1991 Nicola Atria venne ucciso e sua moglie Piera Aiello, che era presente all’omicidio del marito, denuncia i due assassini e collabora con la polizia. Rita Atria, a soli 17 anni, nel novembre 1991, decide di seguire le orme della cognata, cercando, nella magistratura, giustizia per quegli omicidi. Il primo a…

  • 19 Luglio 1992 Palermo. Strage di Via D’Amelio. Un’autobomba uccide il magistrato Paolo Borsellino ed i suoi agenti di scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. Il sesto agente della scorta, Antonio Vullo, ed altre 23 persone rimasero gravemente ferite.

    19 Luglio 1992, Palermo, in Via D’Amelio, un’autobomba uccide il magistrato Paolo Borsellino ed i suoi agenti di scorta: Agostino Catalano – Walter Eddie Cosina  – Vincenzo Li Muli – Claudio Traina – Emanuela Loi I cinque agenti erano, insieme ad un sesto poliziotto, i componenti della scorta del Procuratore Aggiunto di Palermo Paolo Borsellino che stavano accompagnado in visita a casa della madre. Una auto carica di tritolo, posteggiata nella via venne fatta esplodere da uomini della mafia, dilaniando il giudice Borsellino, Catalano, Traina, Li Muli, Cosina e Loi. Il sesto agente della scorta ed altre 23 persone rimasero gravemente ferite. L’attentato fu deciso dalla “Cupola” di Cosa Nostra,…

  • 12 Luglio 1992 Villa di Briano (CE). Restano uccisi Luigi Sapio e Egidio Campaniello, due pensionati, in un raid contro un boss di camorra.

    Egidio Campaniello e Luigi Sapio erano amici di lunga data, entrambi pensionati e residenti nel paesino di Villa di Briano. Il 12 luglio 1992, all’uscita dalla Chiesa di via Sant’Agata, i due amici vengono coinvolti nell’agguato diretto a colpire Nicola Cecoro, uno degli ultimi “sopravvissuti” di quella Camorra che aveva sfidato Francesco Schiavone. Un agguato tra la folla, la macchina di Cecoro bersagliata dai proiettili piomba sulle persone in uscita dalla chiesa. Egidio e Luigi, investiti dall’auto rimasta senza controllo, verranno inoltre colpiti da proiettili alla testa e alle gambe. La storia di Egidio Campaniello e Luigi Sapio è raccontata nel libro di Sabrina Ramacci ed Emanuele Boccianti “Italia giallo…

  • 7 Luglio 1992 Molfetta (BA). Ucciso Giovanni (Gianni) Carnicella, sindaco della città.

    Il 7 Luglio del 1992 a Molfetta veniva ucciso il sindaco Giovanni (Gianni) Carnicella da un “organizzatore di pubblici spettacoli”, tale Cristoforo Brattoli che, reo confesso, fu condannato a 24 anni di carcere. Motivo ufficiale dell’omicidio, scaturito dal dibattimento processuale, fu la mancata concessione dell’autorizzazione comunale all’organizzazione di un concerto del cantante napoletano Nino D’Angelo. Ma le persone che conoscevano il Sindaco Carnicella, i stessi familiari, sono stati sempre convinti che le motivazioni erano ben altre. Il Sindaco Carnicella aveva portato correttezza, rispetto della legalità e trasparenza nell’amministrazione del Comune, e questo, nel paese, non era gradito da molti.       Fonte: Movimento “Liberatorio Politico” Molfetta Articolo del 7…

  • 4 Luglio 1992 Napoli. Ucciso Giorgio Ascolese durante una rapina nel negozio in cui lavorava.

    Giorgio Ascolese lavorava come commesso in un negozio di elettronica in via Calata San Marco a Napoli. Pochi minuti prima delle 14 del 4 luglio del 1992, due malviventi costringono Giorgio e il suo collega Rocco Nutricati a consegnare l’incasso della mattinata. Non ancora soddisfatti di un bottino pari a 4 milioni di lire, i rapinatori cercano di impossessarsi anche di parte della merce. È proprio a questo punto che i due commessi reagiscono. L’esito di questa azione sarà purtroppo la morte di Giorgio Ascolese e il ferimento del suo collega a causa dei colpi esplosi dai killer.       Fonte:  fondazionepolis.regione.campania.it Il giorno 4 luglio 1992 si è…