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8 Marzo 1990 Mesagne (BR). Scompare Marcella Di Levrano, 26 anni, mamma di una bimba. Uccisa perché aveva deciso di uscire dal mondo della droga in cui era caduta da adolescente e sospettata di collaborare con le forze dell’ordine
Il corpo martoriato di Marcella Di Levrano, 25 anni, scomparsa l’8 Marzo del 1990 da Mesagne (BR), fu ritrovato il 5 aprile del 1990 in un bosco fra Mesagne e Brindisi, con il volto sfigurato e reso del tutto irriconoscibile dai colpi infertile con un grosso masso trovato accanto. Marcella, madre di una bambina ancora in tenera età, dopo un trascorso di tossicodipendente, frequentazioni di ambienti malavitosi e con pregiudicati appartenenti alla criminalità organizzata brindisina e salentina, aveva deciso di abbandonare quel mondo, cercando di disintossicarsi e iniziando a portare la propria testimonianza alle forze dell’ordine su tutto ciò di cui era venuta a conoscenza nel corso degli anni, fatti…
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23 Febbraio 1990 Vibo Valentia. Saverio Purita, bambino di 11 anni, scompare, lo ritrovano il 27 morto soffocato e bruciato.
Saverio Purita ha solo undici anni quando viene ucciso come il peggiore dei boss. Abita a Vibo, frequenta la scuola e in paese tutti lo conoscono. Non è un ragazzino normale, non si è più ripreso da un incidente stradale che lo ha costretto a una lunga convalescenza. La sera del 23 febbraio 1990 esce di casa per andare a giocare in Piazza Martiri dell’Ungheria nel centro della cittadina. Lo vedono tirare calci al pallone. Poi scompare. Per cinque giorni si teme per la sua vita, e il 27 febbraio le ipotesi degli investigatori sono scavalcate dai fatti. In peggio. Il ragazzo viene ritrovato in una pineta nella zona Mezzapraia…
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7 Febbraio 1990 Villa San Giovanni (RC). Ucciso Giovanni Trecroci, vicesindaco e assessore ai lavori pubblici. Ucciso dalla mafia degli appalti.
Giovanni Trecroci aveva 46 anni, era vicesindaco ed assessore ai Lavori Pubblici nel comune di Villa san Giovanni (RC); fu ucciso il 7 febbraio del 1990; lasciò un bambino, Giuseppe, e la moglie in attesa di un altro figlio, Stefania, nata pochi mesi dopo l’omicidio. Giovanni Trecroci era un uomo onesto ed integerrimo, così chi lo ha conosciuto lo ricorda, che sicuramente non voleva diventare un eroe ma voleva vivere la propria esistenza da persona normale. Era un insegnante di lettere, un educatore degli scout, prestato alla politica. Aveva applicato nella politica quel rigore morale e quella serietà che lo contraddistinguevano. Quella sera aveva appena finito di discutere in consiglio…
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23 Gennaio 1990 Sciara (PA). Assassinato Angelo Selvaggio, bambino di 11 anni, ucciso per aver rubato due pecore.
Angelo Selvaggio venne ucciso a 11 anni. “Selvaggio di nome e di fatto…” borbottavano gli adulti, guardandolo e scuotendo il capo. Eh sì, perché Angelo era un demonietto. Orfano di padre, viveva con la madre a Sciara, il paese di Salvatore Carnevale. Era uno di quei bambini di cui i maestri o i professori dicono: “è intelligente, è furbo, è perspicace, ma ha l’argento vivo addosso!” La madre Santina Rizzo ne aveva denunciato la scomparsa il 23 gennaio 1990. Due giorni dopo venne trovato sotto un cespuglio all’ingresso del paese: era stato ucciso a coltellate per avere rubato due pecore. (Fonte: instoria.it) Articolo da La Repubblica del 26…
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23 Gennaio 1990 Monreale (PA). Ucciso l’imprenditore Vincenzo Miceli. Denunciò le estorsioni e non si piegò al pizzo.
Vincenzo Miceli è stato un imprenditore che si era ribellato alle estorsioni mafiose. Per questo motivo nel gennaio 1990 venne ucciso a Monreale, in provincia di Palermo. Il processo per la sua morte, si è concluso con la sentenza in appello il 2 luglio 2003 con la conferma degli ergastoli per gli appartenenti dal clan mafioso di San Giuseppe Jato (PA), accusati dell’omicidio di Miceli e di altri reati. Al processo hanno preso parte anche i familiari di Miceli, costituiti parte civile. Fonte Liberanet.org Fonte Giornale di Sicilia del 23 Luglio 2004 “Le date della memoria“: Denunciò le estorsioni e non si piegò al pizzo. Vincenzo Miceli lavorava…
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2 Gennaio 1990 Catona (RC) Andrea Bonforte, 15 anni, vittima della guerra di ‘ndrangheta
“Andrea Bonforte, 15 anni, morto in guerra a Reggio Calabria” titola così l’articolo della redazione Stop’ndrangheta. È l’ennesima vittima di quella che viene definita la seconda guerra di ‘ndrangheta, scoppiata tra il 1985 e il 1991 tra molte ‘ndrine calabresi, che ha provocato circa 700 morti (Wikipedia) e ha ridefinito la struttura gerarchica e organizzativa della criminalità organizzata calabrese che si accordò dotandosi di una sorta di cupola, un organo supremo simile a quello di Cosa Nostra. Andrea, nella notte del 2 Gennaio 1990, stava aprendo, con il padre ed i due fratelli, più grandi, il forno di loro proprietà, nel Rione Catona, quando è scattato l’agguato. Hanno sparato in…
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28 Dicembre 1989 Palma di Montechiaro (AG). Ucciso Pietro Giro, titolare di una piccola autolinea, “aveva una sola colpa: essere cugino di uno dei ribelli di Palma”.
Pietro Giro, 38 anni, autonoleggiatore di Palma di Montechiaro (PA), fu assassinato il 28 dicembre dell’ 89 in via Paolo Balsamo, nei pressi della stazione centrale di Palermo. L’ autista faceva ogni giorno la spola fra l’agrigentino e la città: accompagnava studenti e anziani. Mai un guaio con la giustizia. Il delitto fu un giallo anche per i killer di Ciaculli che ebbero l’ordine di eseguirlo. Un pentito, Nino Giuffrè, nel 2003, ha chiarito tutti i retroscena: fu un favore di Riina ai fratelli Ribisi, impegnati in una sanguinosa lotta a Palma di Montechiaro con gli stiddari. «Si sentiva in debito con loro – ha svelato il pentito –…
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21 Dicembre 1989 Bianco (RC). Rapito il florovivaista Vincenzo Medici, 64 anni. Il suo corpo non sarà mai ritrovato.
Vincenzo Medici, 64 anni, proprietario, insieme al fratello Filippo, di un’azienda florovivaistica di Bianco (RC), un’azienda considerata all’avanguardia e che dava lavoro a molte persone della zona, fu rapito il 21 dicembre del 1989, mentre era al lavoro, da quattro uomini armati e mascherati. Con questo rapimento lo Stato inaugurò la linea dura bloccando tutti i beni della famiglia per impedire il pagamento del riscatto, un intervento che forse chiuse ogni spiraglio di trattativa. Di lui la sua famiglia non ha saputo più nulla, il suo corpo non è mai stato ritrovato. Dopo pochi anni l’azienda fu chiusa. Tratto da “Dimenticati Vittime della ‘ndrangheta” di Danilo Chirico…
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23 Novembre 1989 Bagheria (PA). Uccise Leonarda Cosentino, Vincenza Marino Mannoia e Lucia Cosentino, rispettivamente madre, sorella e zia del pentito Francesco Marino Mannoia
Strage di mafia il 23 novembre 1989 a Bagheria (PA): Leonarda Cosentino, Vincenza Marino Mannoia e Lucia Cosentino, rispettivamente madre, sorella e zia del pentito Francesco Marino Mannoia, sono state massacrate da almeno due killer armati di un fucile calibro 12 e di una pistola calibro 38. L’agguato, senza precedenti nella storia di Cosa Nostra, è scattato poco dopo le 21 in via De Spuches, nella parte nuova di Bagheria, a circa un chilometro dallo svincolo autostradale per Palermo. Articolo da L’Unità del 24 Novembre 1989 Trappola mortale a Bagheria di Francesco Vitale La mafia ha superato se stessa. Ieri sera, sulla strada che collega Bagheria a…
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11 Novembre 1989 Ponticelli (Napoli). Strage del Bar Sayonara. Restarono a terra Gaetano De Cicco, Salvatore Benaglia, Domenico Guarracino e Gaetano Di Nocera «Quattro vittime innocenti immolate sull’altare di un onnivoro e spregiudicato disegno di affermazione».
La mattina dell’11 novembre dinanzi al bar Sayonara a Ponticelli si consuma un conflitto a fuoco tra bande rivali. L’agguato è deciso dai Sarno ed attuato da affiliati al clan Aprea per colpire il gruppo rivale capeggiato dal boss Andrea Andreotti. Restano colpite sei persone, due appartenenti alle bande di camorra e quattro completamente estranee agli ambienti e alle dinamiche criminali. Molti i feriti, tra cui una bambina. Le vittime innocenti colpite nell’agguato sono Gaetano De Cicco, Domenico Guarracino, Salvatore Benaglia e Gaetano Di Nocera. Il giorno dei funerali la folla accompagna le bare lungo le strade di Ponticelli fino alla Chiesa Madre. A distanza di più di 20 anni…