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26 Settembre 1988 Valderice (TP). Assassinato Mauro Rostagno, operava presso la comunità per tossicodipendenti Saman. Giornalista in una televisione locale, denunciava le attività mafiose e le complicità di partiti e istituzioni.
Mauro Rostagno, sociologo e giornalista, muore il 26 Settembre del 1988, a 46 anni, a Lenzi di Valderice (TP), all’interno della sua auto, una Fiat Duna DS bianca, vittima di un agguato mafioso commesso da alcuni uomini nascosti ai margini della strada che gli spararono con un fucile a pompa calibro 12, che scoppiò in mano ad uno degli assassini, e una pistola calibro 38. Mauro Rostagno fu uno dei fondatori del movimento politico Lotta Continua e della comunità socioterapeutica Saman e dalla metà degli anni ottanta lavora come giornalista e conduttore anche per l’emittente televisiva locale Radio Tele Cine (RTC). Attraverso la TV denuncia le collusioni tra mafia e…
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25 Settembre 1988 Canicattì (PA). Uccisi in un agguato mafioso il magistrato Antonino Saetta e il figlio Stefano
Antonino Saetta, Presidente della I Sezione della Corte d’appello di Palermo, fu ucciso, insieme al figlio Stefano Saetta, il 25 settembre 1988, sulla strada Agrigento-Caltanissetta, di ritorno a Palermo, dopo avere assistito, a Canicattì, al battesimo di un nipotino. Nel 1985-86, Antonino Saetta fu Presidente della Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta ed è qui che si occupò, per la prima volta nella sua carriera, di un importante processo di mafia, quello relativo alla strage in cui morì il giudice Rocco Chinnici, e i cui imputati erano, tra gli altri, i “Greco” di Ciaculli, vertici indiscussi della mafia di allora, e pur tuttavia incensurati. Il processo si concluse con un aggravamento…
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20 settembre 1988 Baia Domizia (CE). Ucciso Giuseppe Mascolo, farmacista di 61 anni. Si era rifiutato di scendere a patti con la camorra.
Giuseppe Mascolo, titolare di una nota farmacia a Cellole, un piccolo comune vicino a Sessa Aurunca, dove aveva ricoperto vari incarichi politici comunali, viene ammazzato nel 1988 a Baia Domizia, nei pressi della sua abitazione. Sul delitto si susseguono parecchie ipotesi mai confermate. Il caso inizialmente viene archiviato. Il pentito Mancaniello, esponente del clan “Muzzoni”, ascoltato dal procuratore che allora seguiva la diatriba tra casalesi e i clan antagonisti della zona, il dott. Raffale Cantone, riceve una rivelazione da un esponente del clan dei casalesi di Baia Domizia. Questi gli aveva confidato che l’omicidio Mascolo era stato un errore. Beneduce, che all’epoca era ancora alleato dei “Muzzoni”, pretendeva qualcosa dal…
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14 Settembre 1988 Trapani. Ucciso Alberto Giacomelli, magistrato in pensione. Aveva fatto sequestrare la casa del fratello di Totò Riina.
Alberto Giacomelli (Trapani, 28 settembre 1919 – Trapani, 14 settembre 1988) è stato un magistrato italiano, assassinato dalla criminalità organizzata. Nel 1946 entrò in Magistratura, destinato alla Procura di Trapani. Dal 1951 al 1953 fu Pretore di Calatafimi, e a Trapani dal 1953 al 1954. Dal 1971 giudice presso il Tribunale di Trapani, fu dal 1978 Presidente di Sezione dello stesso Tribunale, fin quando andò in pensione il 1º maggio 1987. Un anno dopo, i Carabinieri di Trapani, alle 8 del mattino del 14 settembre 1988 a Locogrande (contrada nelle vicinanze di Trapani) ne rinvenivano il cadavere dietro l’autovettura di proprietà dell’ex-magistrato. Presentava un colpo di arma da fuoco alla…
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12 Settembre 1988 Gela (CL). Resta uccisa Grazia Scimé, casalinga di 56 anni, mentre era a fare la spesa
Piazza Salandra, Gela (CL), sede del mercato rionale, il 12 Settembre 1988 è piena di gente. Due sicari in Vespa hanno un unico obiettivo, uccidere uno stiddaro. Sparano tra la folla e feriscono 4 casalinghe e il vero obiettivo. Tra le vittime della sparatoria c’è Grazia Scimé, ha 56 anni, non è più tornata a casa. Articolo del 13 Settembre 1998 di La Repubblica SPARI TRA LA FOLLA, FERITE 4 DONNE PALERMO Gela come il Far West. Non passa giorno che non ci sia una sparatoria. Dall’ inizio dell’ anno a ieri in questo grande centro di 67 mila abitanti, circondato dalle ciminiere delle raffinerie, ci sono…
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9 Settembre 1988 Gioia Tauro (RC). Ucciso Abed Manyami, marocchino di 30 anni, per “errore”.
Abed Manyami era un cittadino marocchino, venditore ambulante a Gioia Tauro (RC). Viene ucciso per errore il 9 settembre 1988. Si trovava per caso nel luogo della sparatoria, un’officina per la demolizione di automobili, dove era andato per acquistare un motore per la sua auto, con cui voleva tornare nel proprio paese per far visita ai parenti. Fonte: centroimpastato.it A Gioia Tauro (Reggio Calabria) ucciso per errore il marocchino Abed Manyami. Articolo da La Stampa del 10 Settembre 1988 Ancora tre morti in Calabria, mentre il Csm si occuperà delle polemiche fra i magistrati di Locri Strage a Gioia Tauro di Diego Minuti Commando della ‘ndrangheta irrompe…
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2 Settembre 1988 Lamezia Terme. Ucciso Antonio Raffaele Talarico, guardia giurata, venne colpito mortalmente alle spalle presso il cantiere dove svolgeva le proprie mansioni.
Antonio Raffaele Talarico nasce a Sambiase (CZ) il 4 ottobre 1938. Era una Guardia Particolare Giurata, padre di quattro figli, persona dedita alla famiglia e al lavoro che svolgeva da oltre venti anni presso un cantiere edile di solai, sito in località Bagni di Lamezia Terme (CZ). La sera del 2 settembre 1988 mentre si apprestava ad aprire il cancello del cantiere venne colpito mortalmente alle spalle da colpi di arma da fuoco da malviventi appartenenti ad una organizzazione criminale dedita al racket delle estorsioni e guardianie che operava nel territorio di Lamezia Terme. L’ attività investigativa svolta dalle Forze dell’ordine e dalla Magistratura portò al rinvio a giudizio di…
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26 Luglio 1988 Falconara Albanese (CS). Roberta Lanzino, mentre si recava al mare in motorino, viene selvaggiamente aggredita, seviziata, violentata ed uccisa.
Roberta Lanzino ha 19 anni, vive con la sua famiglia a Rende (provincia di Cosenza), è una studentessa universitaria al primo anno, studia Scienze economiche, è bella e ha un Sì della Piaggio di colore blu. È il 26 luglio del 1988 e Roberta, proprio con il suo motorino, va verso la casa al mare. I suoi genitori Franco e Matilde sarebbero partiti pochi minuti dopo a bordo della “Giulietta” di famiglia. Roberta quella mattina indossa dei jeans blu, una maglietta rosa salmone e gli occhiali da sole. Per questioni di sicurezza Roberta imbocca una strada secondaria. Purtroppo perde l’orientamento, si smarrisce. Due uomini con una Fiat 131 le stanno…
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10 Luglio 1988 Gioia Tauro (RC). Ucciso in un agguato Pietro Ragno, giovane carabiniere di 28 anni.
Pietro Ragno era un giovane carabiniere di 28 anni, sposato e padre di una bimba, Vanessa, di appena 11 mesi. Originario di Messina era in servizio a Gioia Tauro da tre anni. Il giovane, il 9 luglio 1988 aveva cenato presto, salutato la moglie Stefania Lopresti, una ragazza di appena 19 anni, e baciato la figlioletta, per effettuare un servizio notturno assieme al commilitone Giuseppe Spera, 32 anni, campano di San Cipriano Picentino, anche lui sposato e padre di due figli. Poco dopo mezzanotte, dallo svincolo di Losarno, i due carabinieri hanno imboccato l’autostrada per fermarsi a fare rifornimento di benzina e quindi rientrare in caserma. Si stavano per immettere…
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2 Marzo 1988 Palermo. Ucciso Donato Boscia, 31 anni, direttore del cantiere dell’impresa romana Ferrocementi.
Aveva 31 anni. Aveva una carriera lunghissima davanti a sé. Era un ingegnere con un cuore grande così e con un’onestà limpida. Si chiamava Donato Maria Boscia e la sera del 2 marzo 1988 fu freddato a Palermo da cinque colpi di pistola. Fu la mafia a decretare il brutale assassinio. Il maxiprocesso, celebrato e conclusosi a Palermo nel 1997 con 22 condanne di cui 14 all’ergastolo, dimostrò che era coinvolto nell’omicidio del giovane ingegnere di Gioia del Colle anche Salvatore Riina. Che Balduccio Di Maggio era implicato nei fatti. Che Donato Maria Boscia morì perché stava costruendo una sezione dell’acquedotto siciliano sul quale la mafia non era riuscita a…