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23 Dicembre 1984. Strage treno 904 NA-MI – S. Benedetto in Val di Sambro (BO). In quella galleria sono rimasti i corpi di 15 persone e centinaia ne sono usciti feriti in maniera anche gravissima, alcuni morendone a distanza di anni.
Alle 19.08 del 23 dicembre 1984, il treno rapido 904 proveniente da Napoli fu squassato da una esplosione violentissima mentre si trovava all’interno della galleria di San Benedetto Val di Sambro (BO), la “galleria degli Appennini”, nei pressi della quale – dieci anni prima – si era consumata la strage sul treno Italicus. A causare la detonazione fu una carica di esplosivo radiocomandata, collocata su una griglia portabagagli mentre il treno era fermo alla stazione di Firenze. L’esplosione provocò nell’immediato quindici morti e circa trecento feriti. A distanza di qualche tempo e per conseguenza dei traumi allora subiti, i morti saliranno a sedici. Dai processi e dalle relazioni della Commissione…
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7 Dicembre 1984 Palermo. Muore Leonardo Vitale, “il primo vero pentito di mafia per motivi di coscienza”, che non fu creduto dalla magistratura, a seguito dell’attentato avvenuto sette giorni prima ( 2 Dicembre).
Leonardo Vitale, 43 anni, “il primo vero pentito di mafia per motivi di coscienza”, muore il 7 dicembre del 1984 in seguito all’attentato del 2 dicembre. L’attentato di Vitale – aveva spiegato ai magistrati un ex boss, poi collaboratore di giustizia – era una lezione. “Come dire, anche fra 10, 20 anni, noi ti cercheremo sempre”. ” Il suo pentimento fu il frutto di un percorso interiore che, da quando rimase orfano all’età di dodici anni e fu adottato dallo zio Giovanbattista Vitale, uomo d’onore della famiglia di Altarello di Baida, lo travagliò fino al punto che il 29 marzo 1973 si recò spontaneamente in Questura per autoaccusarsi (commissario era…
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7 Dicembre 1984 Bagheria (PA). Assassinato Pietro Busetta, vittima innocente, cognato di Tommaso Buscetta “l’ex boss dei due mondi che con le sue rivelazioni ha messo in ginocchio le cosche della mafia vincente”.
Pietro Busetta aveva 62 anni, era un imprenditore di Palermo. Fu ucciso il 17 dicembre 1984. La sua “colpa” era di essere sposato con la sorella di Tommaso Buscetta, “l’ex boss dei due mondi che con le sue rivelazioni ha messo in ginocchio le cosche della mafia vincente”. Fu ucciso solo per una vendetta trasversale Articolo di La Repubblica dell’8 Dicembre 1984 ASSASSINATO IL COGNATO DI BUSCETTA di Giuseppe Cerasa PALERMO – La vendetta della mafia torna a colpire Tommaso Buscetta, l’ex-boss dei due mondi che con le sue confessioni ha aperto un varco sugli affari e i misteri delle “famiglie” palermitane. Ieri sera poco prima delle venti…
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4 Dicembre 1984 Casoria (NA). Ucciso Crescenzo Casillo, sindaco socialista, ucciso dai clan nel periodo della ricostruzione post-terremoto, probabilmente per la sua opposizione ai loro interessi.
CRESCENZO CASILLO, Sindaco di Casoria (NA), ucciso il 4 dicembre 1984. Come Torre, anche Casillo cade vittima dell’epoca post terremoto dell’Irpinia e credibilmente della NCO. Si instaura infatti un’economia drogata dalla corruzione e dalla collusione politica che frutta alla camorra (e non solo) un’immane ricchezza in zone dapprima non tradizionali. Come Sindaco di Casoria, si oppone alle pressioni e ai tentativi di condizionamento degli appalti e viene ucciso quattro anni dopo Torre. Non si è riusciti a risalire ad informazioni processuali relative a questo caso. Fonte: avvisopubblico.it Fonte: Nota da “Un nome, una storia” – Libera Crescenzo Casillo Era sindaco di Casoria (NA). Con il terremoto del 1981, i…
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18 Ottobre 1984 Palermo. Strage di Piazza Scaffa. Furono uccise 8 persone, per dare un segnale forte della “potenza criminale delle “famiglie” siciliane”.
Strage di Piazza Scaffa, Palermo, 18 ottobre 1984. Una strage simbolo, che doveva servire a punire uno sgarro e a ripristinare il potere di Cosa nostra su una città che aveva accolto con grande soddisfazione la massiccia ondata di arresti seguita alle rivelazioni di Tommaso Buscetta. La notte del 18 ottobre 1984 a Cortile Macello, nel quartiere Ballarò di Palermo, un commando fece irruzione in una stalla massacrando i fratelli Cosimo e Francesco Quattrocchi, il loro cugino, Cosimo Quattrocchi, e il cognato, Marcello Angelini. Salvatore Schimmenti, Giovanni Catalanotti, Antonio Federico e Paolo Canale si trovavano casualmente in compagnia delle vittime designate e furono uccisi per non lasciare testimoni. A far…
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10 Giugno 1984 Marano (NA) Salvatore Squillace, imbianchino di 28 anni, viene colpito da un proiettile alla testa, mentre era con amici davanti ad un bar, durante una sparatoria tra clan rivali.
Salvatore Squillace, 28 anni, nato a Marano in provincia di Napoli, viene ucciso da proiettili vaganti, dopo l’uccisione del boss di Marano, Ciro Nuvoletta. Gli assassini di Nuvoletta, per inquinare le possibili piste, hanno sparato all’impazzata e poi sono fuggiti. Intercettati da una macchina con all’interno persone sconosciute, spinti nel centro di Marano di Napoli, sono coinvolti in un conflitto a fuoco nel quale il povero Squillace resta vittima. Squillace, incensurato, sta parlando con un amico al bar. Viene soccorso e trasportato all’Ospedale Cardarelli di Napoli. Le sue condizioni sono gravissime perché una pallottola gli ha spappolato il cervello. Dopo un’importante intervento chirurgico, muore. Fonte: Fondazione Pol.i.s. …
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1 Maggio 1984 Giffone (RC). Sequestrato Alfredo Sorbara, 35 anni, ruspista, fratello del sindaco del paese
Erano le 14 del primo maggio del 1984 quando Alfredo Sorbara, 35 anni, di Giffone, piccolo paese in provincia di Reggio Calabria ai piedi dell’Aspromonte, venne sequestrato mentre si trovata in compagnia dì un amico, che nell’occasione venne “risparmiato”. Subito gli inquirenti iniziarono le ricerche dopo che l’amico di Sorbara era riuscito a scendere in paese. Tuttavia, il corpo non fu mai ritrovato e sembra essere calato il buio sulla vicenda con i familiari della vittima che non hanno avuto più notizie. Articolo del 1 Maggio 2014 da ntacalabria.it Articolo del 3 Maggio 1984 da L’Unità Sequestro-mistero in Calabria Rapito il fratello di un sindaco comunista di…
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28 Aprile 1984 Selinunte (TP) Vincenzo Vento, ambulante, aveva chiesto un passaggio al vero obiettivo dell’attentanto
Vincenzo Vento, ucciso a Selinunte (TP) il 28 aprile 1984, mentre si trovava a bordo della macchina di un mafioso, vero obiettivo dell’attentato, a cui inconsapevolmente aveva chiesto un passaggio. (Liberanet.org) Articolo di La Repubblica del 30 Agosto 2006 Un cavillo nell’ indulto e il mafioso torna libero di Salvo Palazzolo L’ indulto ha aperto le porte del carcere anche a un killer delle cosche trapanesi, Francesco Luppino. Nonostante la legge vieti esplicitamente lo sconto di tre anni ai mafiosi. Eppure è accaduto. Perché la legge sull’indulto ha dimenticato che l’aggravante per i fatti di mafia è stata introdotta solo nel 1991. Dunque, tutte le condanne arrivate…
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31 Marzo 1984 Nardò (LE). Uccisa Renata Fonte, 33 anni, assessore, la cui unica colpa era di aver creduto nei propri ideali.
Il 31 marzo 1984, Renata Fonte, assessore del comune di Nardò (LE), cadeva assassinata per mano mafiosa. Si era battuta contro la lottizzazione e la speculazione edilizia del Parco naturale di Porto Selvaggio. Attraverso i microfoni della piccola emittente locale, Radio Nardò1, veicolava la sua lotta per la legalità, la democrazia, la giustizia. Quando è caduta sotto i colpi di pistola dei sicari, aveva 33 anni e due figlie piccole, che l’aspettavano a casa. Tra le prime donne in politica nella provincia di Lecce, Renata è stata un personaggio scomodo fin dai primi incarichi istituzionali, assessore alle Finanze nel 1982 e nel 1983 assessore alla Cultura e alla Pubblica Amministrazione.…
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13 Gennaio 1984 Casoria (NA). Ucciso l’agente Agostino Mastrodicasa mentre, insieme a dei colleghi, inseguiva un latitante.
L’agente Agostino Mastrodicasa fu ucciso la sera del 13 Gennaio 1984 a Casoria (NA) mentre cerca di arrestare un latitante. Quella sera l’agente Agostino Mastrodicasa insieme ad altri colleghi della 4^ Sezione della Squadra Mobile della Questura di Napoli era impegnato in una serie di controlli nelle abitazioni di pregiudicati a Casoria, nell’hinterland di Napoli, quando un uomo per evitare di essere fermato dai poliziotti fuggì all’interno di un’ abitazione di Quinto Vicolo Marco Rocco e ne uscì scavalcando una finestra. Inseguito dagli agenti l’uomo aprì il fuoco contro di loro, uccidendo l’agente Mastrodicasa. Gli altri agenti risposero al fuoco, ma l’assassino riuscì a fuggire attraverso i vicoli. L’omicida venne…