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10 gennaio 1984 Mantova. Rapito Bruno Adami, 31 anni, figlio di un industriale. Buttato nel Po, dopo il pagamento del riscatto, con mani e piedi legati, da quella che fu definita “la Banda dei Giostrai”
Negli anni Ottanta la Mala del Brenta ebbe un ruolo anche nel tragico sequestro del geometra di Volta Mantovana Bruno Adami, 31 anni, rapito davanti alla sua abitazione, sotto gli occhi terrorizzati della moglie, la sera del 10 gennaio 1984. La Mala, attraverso un suo componente, gestì la carcerazione, che si concluse con la morte dell’ostaggio. Non sarebbe stato il solo rapito ad essere tenuto incarcerato dall’Organizzazione. A mettere a segno il rapimento fu la Banda dei Giostrai, che aveva il suo quartiere generale nel Veneto, e più precisamente nel Padovano. Banda che, secondo gli investigatori, agiva in talune circostanze in stretto contatto con la Mala del Brenta. Due Organizzazioni…
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6 Gennaio 1984 Pomigliano (NA). Muore in ospedale Aldo Arciuli, 15 anni, colpito alla testa da una pallottola sparata da un’auto che ne inseguiva un’altra.
Aldo Arciuli, studente liceale di 15 anni, precedentemente ricordato come Aldo Arcioni (nome indicato su articoli dell’Unità), ucciso a Pomigliano (NA) da un proiettile vagante il 6 gennaio 1984. Aldo Arciuli stava seduto nell’auto di uno zio, che era andato a fare una commissione, quando, nella strada adiacente, da un’auto, che ne inseguiva un’altra, sono partiti dei colpi di pistola. Uno dei colpi lo ha centrato alla tempia provocandone la morte. Un’altra vittima per caso. Un’altra vittima innocente. Ringraziamo Sandro, compagno di Liceo di Aldo, che ci ha segnalato il nome esatto del ragazzo. Articolo da L’Unità del 7 Gennaio 1984 Camorristi s’inseguono sparando. In fin di…
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5 Gennaio 1984 Catania. Assassinato Giuseppe Fava, giornalista del “Giornale del Sud” , de “I Siciliani” e scrittore
Giuseppe Fava nacque a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. Divenuto giornalista, ricoprì negli anni gli incarichi di caporedattore del quotidiano “Espresso sera”, inviato del settimanale “Tempo Illustrato”, direttore del quotidiano “Il Giornale del Sud”, fondatore e direttore de “I Siciliani”. Denunciò la mafia e i comitati d’affari politici ed economici, che dominavano la Sicilia dagli anni ’70, e si impegnò nella battaglia contro l’installazione dei missili nucleari nella base di Comiso. Le inchieste de “I Siciliani” portarono la mafia catanese alla ribalta nazionale e decretarono il suo assassinio. Alle ore 22.00 del 5 gennaio 1984 Giuseppe Fava si trovava in via dello Stadio e stava andando a prendere la…
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2 Gennaio 1984 Ottaviano (NA). Ucciso Silvio Iervolino, bambino di due anni e mezzo, colpito alla testa da proiettili diretti allo zio con cui stava giocando.
“Tre anni li avrebbe compiuti a maggio, ma la barbara legge della vendetta camorristica non risparmia la vita nemmeno ai bambini. Silvio Iervolino, due anni e mezzo, nipotino di un pregiudicato proposto per la sorveglianza speciale e noto come affiliato all’organizzazione criminale di Raffaele Cutolo, è stato trapassato dagli stessi proiettili che hanno gravemente ferito lo zio durante un agguato di clan avversari.” Fonte: Dal libro I boss della camorra di Bruno De Stefano Articolo del 3 Gennaio 1984 da archiviostorico.unita.it Gli assassini volevano colpire lo zio Agguato della camorra a Ottaviano, ucciso un bambino di due anni di Maddalena Tulanti La vittima designata, un esponente cutoliano,…
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15 Dicembre 1983 Napoli, rione Siberia. Resta ucciso il bambino Luigi Cangiano, 10 anni, in uno scontro tra polizia e gente dei clan.
Il 15 dicembre del 1983 nel Rione Siberia, un quartiere popoloso e fatiscente, non lontano dal carcere di Poggioreale, Luigi Cangiano, dieci anni, rimane ucciso da un proiettile vagante. Stava giocando con un gruppetto di amici, quando la polizia ed una banda di spacciatori si fronteggiano in un conflitto a fuoco. Tre agenti della sezione narcotici della squadra mobile della questura, in abiti civili, bloccano due persone, trovate in possesso di un quantitativo di droga e di una pistola. Mentre gli agenti procedono alla loro identificazione, da un pianerottolo al piano ammezzato di un isolato adiacente, alcuni sconosciuti aprono il fuoco. Gli agenti rispondono con le pistole di ordinanza. Alla…
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2 Dicembre 1983 Napoli. Ucciso Antonio Cristiano, agente penitenziario in servizio presso la Casa Circondariale di Poggio Reale
Antonio Cristiano, agente del Corpo degli Agenti di Custodia – nato a Trentola Ducenta (CE) il 03/02/1956 in servizio presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale. Il 2 dicembre 1983, nei pressi della propria abitazione, rimane vittima di un attentato ad opera di ignoti che, a bordo di una autovettura, sparano numerosi colpi di arma da fuoco. L’Agente Cristiano è stato riconosciuto “Vittima del Dovere” ai sensi della Legge 466/1980 dal Ministero dell’Interno. All’ingresso del corridoio dell’istituto penitenziario di Napoli Poggioreale è presente una targa in memoria dei caduti del Corpo con il nome dell’Agente Cristiano. Nota da polizia-penitenziaria.it Articolo di La Stampa del 3 Dicembre 1983 Il…
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9 Novembre 1983 Prizzi (PA). Scompare il piccolo imprenditore Sebastiano Alongi. La moglie, Anna Pecoraro, costituitasi parte civile nel procedimento contro ignoti, ha denunciato i favoritismi e gli interessi mafiosi nella concessione degli appalti.
A Prizzi (Palermo) scompare il piccolo imprenditore Sebastiano Alongi. La moglie, Anna Pecoraro, costituitasi parte civile nel procedimento contro ignoti, ha denunciato i favoritismi e gli interessi mafiosi nella concessione degli appalti, che avrebbero portato all’isolamento e all’uccisione del marito. Fonte: centroimpastato.it Scheda in aggiornamento. Fonte: archivio.unita.news Articolo del 13 novembre 1983 Il racket aveva già deciso. L’ordine era: «uccideteli» Armellini e la moglie sarebbero stati uccisi se non pagavano di Valeria Parboni Il piano è emerso durante gli interrogatori degli estorsori arrestati in questi ultimi giorni La maxinchiesta sul taglieggiamento condotta dal giudice Infelisi sta per spostarsi in Sicilia – La strana scomparsa di un imprenditore siciliano…
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4 Novembre 1983 San Ferdinando (RC). Uccisi Domenico Cannatà, bambino di 10 anni, e Serafino Trifarò, 15 anni, solo per inviare un messaggio al padre di uno dei due ragazzi.
Domenico Cannatà, undici anni ucciso insieme a Serafino Trifarò, 14 anni in un agguato a San Ferdinando, centro agricolo della Piana di Gioia Tauro, la sera del 4 novembre 1983. I due sono rimasti coinvolti in una sparatoria avvenuta davanti a un locale. Secondo la ricostruzione della sparatoria, l’obiettivo dei sicari, i quali hanno sparato da una macchina in corsa numerosi colpi di pistola e di fucile da caccia caricato a pallettoni, era il padre del piccolo Domenico Cannatà, Vincenzo, di 39 anni, pregiudicato, schedato come mafioso. Vincenzo si trovava accanto al figlio e al ragazzo Serafino Trifarò. I due ragazzi sono stati colpiti al petto e alla testa da…
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12 Ottobre 1983 Lamezia Terme. Rapito Giuseppe Bertolami, florovivaista di 58 anni.
Giuseppe Bertolami, rapito la sera del 12 ottobre 1983, all’età di cinquantotto anni. Originario della Sicilia, viveva da anni in Calabria dove, nella provincia di Lamezia Terme, aveva aperto insieme al fratello l’attività di florovivaista, dando lavoro a qualche centinaio di persone. Non è molto in salute pertanto la famiglia avvia fitti negoziati per cercare di abbassare la cifra, iniziale di quattro miliardi, a cui non possono far fronte. Le trattative proseguono, tra lunghi silenzi e lettere che provano l’esistenza in vita dell’ostaggio, fino ad aprile dell’anno nuovo, poi più nulla. Nonostante i ripetuti appelli della famiglia il corpo non è mai stato ritrovato Articolo del 23…
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11 ottobre 1983 Maddaloni (CE). Ucciso in un agguato Francesco, Franco, Imposimato. Una vendetta trasversale nei confronti del fratello, l´allora giudice istruttore Ferdinando che stava indagando su Cosa nostra e Banda della Magliana.
Francesco (Franco) Imposimato Ucciso a Maddaloni (CE). Una vita normalissima la sua, divisa tra il lavoro, come impiegato della CGIL alla FACE Standard e la vita familiare: Franco è sposato, ha una moglie e due figli, il maggiore Giuseppe e il più piccolo Filiberto. Suo fratello è Ferdinando Imposimato, giudice che conduceva delicate indagini riguardanti la Banda della Magliana. Questo la Camorra non l’ha perdonato. Franco è stato vittima di un attentato trasversale, portato a termine da una connection tra Mafia e Camorra. Lo scopo era quello di intimidire suo fratello, il giudice. L’uccisione avvenne l’11 ottobre del 1983, mentre era in macchina con la moglie e il cane. L’auto…