• 28 Aprile 1983 Domenico Celiento, Brigadiere dei Carabinieri, viene ucciso in un agguato sulla circonvallazione esterna di Napoli.

    Domenico Celiento, brigadiere dei carabinieri fu ucciso in un agguato, avvenuto sulla Circumvallazione esterna di Napoli, il 28 aprile del 1983. Il giovane carabiniere lasciò la moglie e due figli, Maria di 4 anni e Lucia di appena 12 mesi. Il militare, che prestava servizio presso la compagnia Stella, era da tempo impegnato in una serie di indagini sulle estorsioni ai commercianti.   Tratto da: ancpioltello.blogspot.com Domenico Celiento, il leggendario Brigadiere “Mimmo”, operante nel vasto territorio di competenza, quello della Compagnia Carabinieri di Napoli- Stella, con giurisdizione sui quartieri più sensibili sotto il profilo della sicurezza pubblica, dalla Sanità a Forcella, passando per San Carlo all’Arena e Borgoloreto (con la…

  • 27 Aprile 1983 Palermo. Ucciso Gioacchino Crisafulli, appuntato dei Carabinieri in pensione. “Aveva dedicato 40 anni della sua vita a combattere la mafia e la malavita organizzata”

    27 Aprile 1983 Palermo. Ucciso Gioacchino Crisafulli, appuntato dei Carabinieri in pensione. “Aveva dedicato 40 anni della sua vita a combattere la mafia e la malavita organizzata”. Sembra che il suo fu un omicidio “preventivo”, era “colpevole” di essersi insospettito per le manovre di un camion guidato da un “picciotto” e che trasportava casseforti piene di soldi provenienti dal traffico di droga.       Articolo del Corriere della Sera del 4.07.1998   Il codice di morte dei corleonesi Uccidevano anche per punire un furto a casa del boss o la pedofilia di Giorgio Petta PALERMO – Luce su un quarto di secolo di storia della mafia palermitana. Scandita da cinquanta…

  • 11 Marzo 1983 Palermo. Ucciso l’imprenditore edile Salvatore Pollara, Aveva testimoniato per fare processare i responsabili dell’omicidio del fratello e denunciando le richieste estorsive.

    Salvatore Pollara era un costruttore edile di Palermo. Aveva collaborato con la giustizia per fare processare i responsabili dell’omicidio del fratello Giovanni, scomparso nel 1979, e aveva denunciato i tentativi di richiesta del pizzo. L’11 Marzo 1983 fu assassinato, in Via Montuoro, mentre rientrava a casa a bordo di una Renault guidata da un amico. La vettura fu bloccata da due killer che fecero fuoco ripetutamente. Salvatore Pollara morì sul colpo. Il conducente della vettura rimase ferito.         Si ringrazia per la nota Giovanni Perna di dedicatoallevittimedellemafie 11 Marzo 1983 Palermo. Ucciso il costruttore edile Salvatore Pollara, la cui impresa stava realizzando il restauro della monumentale Cattedrale…

  • 5 Marzo 1983 Santa Maria Capua Vetere (CE) Ucciso Pasquale Mandato, maresciallo degli agenti di custodia presso il carcere locale.

    La mattina del 5 marzo 1983 il maresciallo degli agenti di custodia Pasquale Mandato, 53 anni, viene raggiunto da numerosi colpi di arma da fuoco mentre si sta recando a lavoro alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Viene soccorso prontamente dai suoi colleghi ma ciò nonostante muore poco il ricovero in ospedale. Il maresciallo aveva fatto in modo che alcuni camorristi non potessero beneficiare di “favori” che non spettavano loro e ciò ha scatenato la vendetta degli 8 Killer. A dargli il colpo di grazia è stato Michelangelo d’Agostino, poi diventato collaboratore di giustizia. Il 9 marzo 1983 i sindacati Cigl, Cisl e Uil organizzano uno sciopero contro…

  • 3 Febbraio 1983 Lusciano (Ce). Francesco Brunitto, assessore democristiano responsabile dell’urbanistica, cadde sotto il tiro dei killer della malavita.

    Francesco Brunitto Assessore democristiano al Comune di Lusciano (Ce), si occupava di urbanistica. Fu ucciso il 3 febbraio 1983. Per questo omicidio finirono in carcere i sei fratelli De Cicco, personaggi di spicco della criminalità organizzata. L’assassinio dell’assessore democristiano fu l’ultimo episodio di una catena di intimidazioni contro l’amministrazione comunale di Lusciano. Fonte: Memoria Nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie Ed. Abele 2015 Il libro realizzato da Libera – Associazioni, nomi, e numeri contro le mafie, è curato da Marcello Cozzi, Riccardo Christian Falcone, Iolanda Napolitano, Simona Ottaviani, Peppe Ruggiero   Si ringrazia  amicidilibera.blogspot.it per l’aiuto nella ricerca di nomi e storie da non dimenticare     Articolo…

  • 31 Gennaio 1983 Napoli. Ucciso Nicandro Izzo, appuntato in servizio presso la Casa Circondariale di Poggio Reale.

    Nicandro Izzo, Appuntato del Corpo degli Agenti di Custodia – nato a Calvi Risorta (CE) il 01/12/1944 in servizio presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale. Il 31 gennaio 1983, dopo numerose minacce ricevute, veniva ucciso con un colpo di pistola alla testa da parte di ignoti, a poche decine di metri dall’Istituto. Nel corso delle successive indagini è emerso il chiaro stampo camorristico dell’omicidio. L’Appuntato Izzo è stato riconosciuto “Vittima del Dovere” ai sensi della Legge 466/1980 dal Ministero dell’Interno. A lui è intitolata l’area verde attrezzata per bambini nel Comune di Pignataro Maggiore (CE). Nota di polizia-penitenziaria.it     Articolo da La Stampa del 1 Febbraio 1983 Prendeva…

  • 25 Gennaio 1983 Valderice (TP). Ucciso il Magistrato Gian Giacomo Ciaccio Montalto

    Il 25 Gennaio 1983 a Valderice (TP) venne ucciso il magistrato Gian Giacomo Ciaccio Montalto. Nato a Milano da famiglia trapanese, era entrato in magistratura nel 1970; quando fu ucciso aveva quarant’anni ed era sposato e padre di tre figlie. Nel 1995 le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia (Rosario Spatola, Giacomo Filippello, Vincenzo Calcara e Matteo Litrico) portarono all’identificazione dei responsabili dell’omicidio. Furono condannati all’ergastolo i boss mafiosi Salvatore Riina e Mariano Agate. Il magistrato trapanese venne ucciso su ordine di Totò Riina perché il giudice aveva dato “fastidio” al capo di Cosa nostra. “Fastidi” che erano destinati ad aumentare perché il magistrato stava per essere trasferito, su sua…

  • 6 Gennaio 1983 San Gennariello Vesuviano. Ucciso Michele Iervolino, un bambino di 7 anni, da pallottole destinate, forse, al fratello Giuseppe di 23 anni, rimasto ucciso insieme a lui.

    Michele Iervolino, un ragazzino di appena 7 anni, ed fratello Giuseppe, di 23 anni sono le vittime di un delitto di camorra. I due sono stati assassinati il 6 gennaio del 1983 nella casa dei genitori a San Gennariello Vesuviano, un piccolo comune della provincia di Napoli. Si trovavano in cucina quando nella casa hanno fatto irruzione tre sconosciuti. Probabilmente «obiettivo» degli assassini era Giuseppe Iervolino. Ma nell’inferno di fuoco scatenato le pallottole hanno raggiunto anche il piccolo Michele. Fonte: Dal libro I boss della camorra di Bruno De Stefano       Articolo del 7 Gennaio 1983 da archiviostorico.unita.it Con il fratello vicino a Napoli Bambino di sette anni…

  • 18 Dicembre 1982 Castrolibero (CS). Ucciso l’imprenditore Mario Dodaro.

    Era il 18 dicembre del 1982. Mario Dodaro, che nel 1968 con tre fratelli aveva costituito una società e aveva costruito il Salumificio di Castrolibero dove vengono prodotti i salumi tipici calabresi, tornava a casa dopo alcuni incontri con colleghi industriali e una capatina nella sede del Cosenza Calcio di cui era appassionato dirigente. Un commando di sicari gli stroncò la vita, proprio mentre il figlio Francesco, di 17 anni, apriva il portone di casa. Mario Dodaro era stato l’artefice del successo dell’azienda, dimostrando un approccio innovativo nella gestione delle macellerie e nell’approvvigionamento della carne. Il successo dell’azienda aveva facilitato anche il successo personale: Mario Dodaro era un personaggio in…

  • 10 Dicembre 1982 Locri (RC) ucciso Francesco Panzera, insegnante e Vicepreside al Liceo Scientifico Zaleuco

    Francesco Panzera era un professore di matematica e ricopriva l’incarico di vice preside del liceo scientifico Zaleuco di Locri (RC). Fu ucciso la sera del 10 dicembre del 1982. Si disse che era stato ucciso perché aveva intenzione di denunziare chi cercava di introdurre la droga nella Scuola. Vittima del suo alto senso del dovere e perché non poteva sopportare ingiustizie e soprattutto non tollerava che i “venditori di morte” potessero “minacciare” l’incolumità dei “suoi ragazzi”. Ad oggi non è stata fatta ancora giustizia e la sua morte continua ad essere “ad opera di ignoti”.     Nota tratta dal libro Dimenticati – Vittime della ‘ndrangheta di Danilo Chirico e…