• 4 Maggio 1977 Napoli. Pasquale Polverino, 23 anni, cameriere, viene ucciso durante una rapina nel ristorante in cui prestava servizio..

    Pasquale Polverino, 23 anni, è cameriere presso il ristorante “La Taverna del Ghiotto”, al Corso Vittorio Emanuele, Napoli. La sera del 4 maggio Pasquale sta mettendo a posto i tavoli, quando due uomini a volto scoperto entrano nel ristorante per rapinare i clienti e il proprietario. I due malviventi minacciano con un fucile a canne mozze sia Pasquale che il proprietario del locale e, proprio quando stanno avvicinandosi alla cassa per portare a termine la loro azione criminale, un complice fa irruzione nel locale invitando i due a scappare via velocemente perché sta arrivando qualcuno a disturbare la loro azione. È proprio in quel momento che dal fucile, puntato dietro…

  • 1 Aprile 1977 Razzà di Taurianova (RC). I Carabinieri Stefano Condello e Vincenzo Caruso restarono uccisi in uno scontro a fuoco: avevano interrotto un summit di ‘ndrangheta.

    Le vittime della strage di Razzà (1 aprile 1977) sono: Vincenzo Caruso, 27 anni, carabiniere originario di Niscemi (CL); Stefano Condello, 47 anni, appuntato dei Carabinieri originario di Palmi (RC). Alle 14.30 del 1 aprile 1977 una gazzella dei carabinieri ferma il suo giro di perlustrazione lungo la statale 101 bis in contrada Razzà di Taurianova. L’appuntato Stefano Condello e i militari dell’Arma Vincenzo Caruso e Pasquale Giacoppo hanno notato nei pressi della casa colonica del pregiudicato Francesco Petullà una strana presenza di autovetture. Decidono di approfondire, ignorando che stanno per interrompere un summit di ‘ndrangheta. È l’inferno. Il carabiniere Cacioppo, lasciato a guardia dell’autoradio, inutilmente accorrerà in aiuto dei…

  • 12 Marzo 1977 Gioiosa Ionica (RC). Ucciso il mugnaio Rocco Gatto, un uomo onesto che aveva detto “no” al racket.

    Rocco Gatto, mugnaio di Gioiosa Ionica venne assassinato in un agguato mafioso il 12 marzo 1977. Era un uomo onesto e grande lavoratore, iscritto al Partito Comunista, non aveva mai ceduto ai ricatti e alle minacce subiti , anche l’incendio del mulino non lo piegò. In una trasmissione televisiva aveva detto” Non pagherò mai la mazzetta. Lotterò fino alla morte”. Ma non fu ucciso per questo. “Il 6 novembre 1976 il capoclan Vincenzo Ursini rimane ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri e la ‘ndrina pensa ad un’esecuzione quindi reagisce violentemente e impone il coprifuoco in tutto il paese in onore del boss defunto. Vennero rispediti a casa…

  • 10 dicembre del 1976 a Cittanova (RC) ucciso Francesco Vinci, 18 anni, per un errore, in un episodio legato alla faida di Cittanova.

    Francesco Vinci “Ciccio” aveva 18 anni e viveva a Cittanova (RC). Era un leader studentesco, un attivista politico della Fgci; non molto tempo prima di morire, era intervenuto in un’assemblea studentesca, a nome del liceo scientifico che frequentava, nella sala del consiglio comunale. Il suo era stato un discorso contro la ndrangheta, frasi rivoluzionare per l’epoca, per il luogo e per l’età di chi le pronunciava. Per questo in un primo tempo si pensò che l’omicidio fosse una punizione per le sue attività. Le indagini e il successivo processo fecero chiarezza. Quel 10 dicembre del 1976 Francesco Vinci fu vittima di faida. Una faida iniziata a Cittanova nel ’64, come…

  • 25 Ottobre 1976 Milano. Rapito Mario Ceschina, imprenditore di 65 anni. Di lui si sono ritrovate solo alcune banconote provenienti dal riscatto.

    Il 25 ottobre del ’76 finisce in mano all’Anonima Mario Ceschina. L’imprenditore milanese ha sessantotto anni. Dopo i primi contatti, la famiglia riesce a pagare un riscatto di 400 milioni, nonostante il congelamento di un fondo bancario di un miliardo da parte della magistratura. Ma presto i sequestratori cessano le comunicazioni. E di Ceschina non si sa più nulla. Unica notizia: il ritrovamento di alcune banconote del riscatto, riciclate insieme ai fondi provenienti da altri rapimenti. Ma l’istruttoria, che ha riguardato personaggi calabresi e siciliani, si è conclusa in un nulla di fatto. Tratto dal libro Dimenticati – Vittime della ‘ndrangheta – di Danilo Chirico e Alessio Magro Cap IV…

  • 15 Ottobre 1976 Torino. Adriano Ruscalla, Imprenditore 51enne, rapito non se ne è saputo più nulla.

    Il 15 Ottobre 1976 a Torino viene rapito Adriano Ruscalla, imprenditore 51enne, appartenente a una famiglia di noti costruttori. Quattro banditi hanno fatto irruzione all’interno dell’ufficio vendite di un cantiere in corso Telesio Impresario, pistole in pugno, hanno afferrato la vittima e l’hanno trascinata fuori caricandola su un’Alfetta – Testimoni del rapimento (il quindicesimo in Piemonte) una donna e il titolare di un’officina: hanno visto l’impresario dibattersi e lo hanno sentito urlare. Mai più tornato a casa, nonostante i parenti avessero pagato un riscatto di mezzo miliardo di lire.       Articolo di La Stampa del 16 Ottobre 1976 Impresario sequestrato da quattro armati Alle 18,15, all’interno dell’ufficio vendite…

  • 7 Ottobre 1976 Grotteria (RC). Rapito Vincenzo Macrì, famacista di 76 anni. Il suo corpo non sarà mai ritrovato.

    Il farmacista Vincenzo Macrì (76 anni) viene rapito a Grotteria il 7 ottobre del 1976. Viaggiava a bordo della sua Alfa Romeo Giulietta, insieme alla moglie Iolanda Marvasi e alla figlia Maria Carmela. Lungo la statale 281 si affianca un’auto, a bordo quattro banditi armati di pistola e mitra, c’è l’ordine di fermarsi. I sequestratori prelevano Macrì e poi abbandonano i due mezzi a qualche chilometro di distanza. Arriva la richiesta di riscatto: un miliardo. Dopo poco più di un mese viene individuata la prigione, ma il professionista non c’è. Non sarà più ritrovato. Fonte:  stopndrangheta.it       Fonte:  stopndrangheta.it Vincenzo Macrì, rapito e mai più tornato Chiedono un…

  • 21 Agosto 1976 Palermo. Ucciso Francesco Paolo Chiaramonte, 29 anni, gestiva una macelleria. Vittima del racket.

    Francesco Paolo Chiaramonte, nato a Palermo il 6 marzo del 1947, era un piccolo imprenditore. Gestiva una macelleria in via San Filippo a Palermo, nel quartiere di Borgo Ulivia. Fu ucciso perché non si piegò alle richieste estorsive subite da alcuni mafiosi della zona. Il 21 agosto del 1976 quattro uomini entrarono nella macelleria, armati di pistole e fucili, forse per spaventarlo e indurlo a cedere ai loro ricatti. Chiaramonte stava lavorando al banco e impugnava un coltello. Quando vide entrare i malviventi chiese loro cosa volessero. Ma i quattro lo crivellarono di colpi. Aveva 29 anni. Lasciò moglie e due figli. Mandanti ed esecutori materiali sono stati assicurati alla…

  • 10 Agosto 1976 Siculiana (AG). Muoiono Annalisa Angotti, 4 anni, e la mamma Carmela Milazzo, 36 anni, nell’incendio provocato dall’esplosione di un’auto bomba. Vittime innocenti di una vendetta contro un’altra persona.

    Annalisa Angotti, 4 anni, e la mamma Carmela Milazzo, 36 anni, stavano dormendo, nella casa presa in affitto per le vacanze, presso Siculiana (AG), insieme al papà e ai tre fratellini. Erano circa le due di notte del 10 agosto del 1976 quando una Ford 2000 con targa tedesca, parcheggiata davanti all’abitazione, di proprietà di un emigrato appena rientrato dalla Germania, fu fatta saltare in aria. Si dice per vendetta. La deflagrazione sfondò la porta d’ingresso portandosi dietro pezzi di automobile e anche le fiamme che in un baleno trasformarono quell’abitazione in un inferno. I due genitori, svegliati di soprassalto, ebbero appena il tempo di intuire il pericolo, prendere i…

  • 7 Luglio 1976 Catania. Giovanni La Greca, Riccardo Cristaldi, Lorenzo Pace e Benedetto Zuccaro vennero trucidati come dei boss. Il più grande aveva 15 anni.

    È una afosa mattinata d’estate, il 7 luglio del 1976, e quattro ragazzini di San Cristoforo (Catania) scompaiono misteriosamente. Qualche giorno prima, uno di loro, aveva scippato la borsa alla madre di Benedetto Santapaola. I loro nomi: Giovanni La Greca, Lorenzo Pace, Riccardo Cristaldi e Benedetto Zuccaro. Erano tutti giovanissimi, tra i tredici e quindici anni, erano poco più che bambini. “Ricorda Antonino Calderone: Quando arrivai in quella specie di stalla di Ciccio Cinardo, a Mazzarino, quei quattro ragazzini erano legati come salami in mezzo al fango. Cinardo era arrabbiato perché non voleva tenerli lì… poi nella stalla entrò Salvatore Santapaola e, in quello stesso momento, si prese la decisione…