• 27 Dicembre 1972 Cittanova (RC). Giovanni Ventra, Consigliere comunale del PCI, ucciso da un proiettile vagante. Vittima innocente di una faida familiare.

    Giovanni Ventra era il consigliere comunale del Pci di Cittanova (Reggio Calabria). Il 27 dicembre del 1972 non fu ucciso per le sue attività politiche, fu una vittima innocente in quella conosciuta come prima guerra di faida di Cittanova. Una faida iniziata negli anni sessanta fra i Facchineri-Marvaso-Varone-Monteleone e i Raso-Albanese-Gullace-De Raco (Wikipedia) e di cui furono vittime anche dei bambini. Giovanni Ventra stava uscendo dalla sezione del partito, in cui si recava ogni sera, quando Giuseppe Facchineri, che transitava di li, fu preso di mira da una scarica di fucile caricato a pallettoni. Facchineri fu ferito gravemente ma Giovanni Ventra morì sul colpo. Lasciò moglie e 8 figli (L’Unità).…

  • 27 Ottobre 1972 Ragusa. Assassinato Giovanni Spampinato, giornalista de L’Ora, di Palermo, e de l’Unità.

    Giovanni Spampinato (Ragusa, 1948 – 27 ottobre 1972) è stato un giornalista italiano, vittima della mafia. Fu a partire dagli ultimi anni sessanta corrispondente dalla sua città del giornale L’Ora, di Palermo, e de l’Unità. Giovanni Spampinato venne assassinato il 27 ottobre 1972 da Roberto Campria, figlio dell’allora presidente del tribunale di Ragusa, in un contesto che all’epoca non venne adeguatamente investigato in sede giudiziaria. Spampinato indagava sull’uccisione di un facoltoso ingegnere-imprenditore, Angelo Tumino, che era avvenuta a Ragusa il 25 febbraio dello stesso anno. Giovanni Spampinato era altresì impegnato in una inchiesta sulle attività del neofascismo in Sicilia, in relazione pure a situazioni di contrabbando e di affari illeciti…

  • 16 Aprile 1972 Polistena (RC). Domenico Cannata ucciso “per errore”

    Domenico Cannata di mestiere faceva l’elettricista a Polistena (RC). Era padre di quattro figli. Nella notte del 16 Aprile del 1972 sente uno scoppio, si alza dal letto, controlla che moglie e figli siano tranquilli, si avvicina all’interruttore centrale, prova a staccarlo per evitare un incendio. Un altro scoppio, un ordigno. La famiglia trova il suo corpo dilaniato. Viene riconosciuto vittima innocente della ‘ndrangheta solo nel 2005. Ucciso per errore. (Tratto da Dimenticati – Vittime della ‘ndrangheta – di Danilo Chirico e Alessio Magro)       Articolo da  drive.google.com Fonte Il Quotidiano del Sud Un attentato senza colpevoli Domenico Cannata era nato a Polistena il 15 gennaio del 1925.…

  • 21 Maggio 1971 Delianuova (RC) Ferito gravemente, durante un tentativo di rapimento l’imprenditore Domenico Ietto morirà in ospedale dopo 52 giorni.

      È il 21 maggio del ’71 e Domenico Ietto, imprenditore edile, viaggia in auto in compagnia del fratello Emilio. Ietto ha già subito qualche settimana prima un tentativo di sequestro e ha preso precauzioni: nel cruscotto dell’auto tiene una pistola. Quando i quattro banditi lo bloccano al bivio Brandano, all’altezza di Delianuova, compie il gesto fatale. È una provocazione quella pistola impugnata dal bersaglio, già sfuggito una volta alla banda. Lo feriscono gravemente. Morirà dopo qualche mese in una clinica romana. Saranno indagati uomini del clan Raso di Cittanova. (“Dimenticati – Vittime della ‘ndrangheta” di Danilo Chirico e Alessio Magro pag. 87)       Articolo della Stampa del…

  • 5 Maggio 1971 Palermo. Ucciso in un agguato il magistrato Pietro Scaglione e il suo autista Antonio Lo Russo.

    Pietro Scaglione , 65 anni, da poco Procuratore Generale di Lecce, fu assassinato in via dei Cipressi a Palermo il 5 maggio 1971 mentre era a bordo di una Fiat 1300 nera insieme al suo autista Antonio Lo Russo, 42 anni, originario di Ruvo di Puglia (BA), appuntato del Corpo degli Agenti di Custodia in servizio presso le Carceri Giudiziarie “Ucciardone” di Palermo. Pietro Scaglione può essere considerato il primo omicidio eccellente compiuto in Sicilia dopo quello di Emanuele Notarbartolo del 1893. Dopo la sua morte furono usate le classiche tecniche di delegittimazione dell’ucciso: cioè che fosse colluso, che insabbiasse le inchieste , invece era vero tutto il contrario. Fu…

  • 4 Aprile 1971 Caulonia Marina (RC). Ucciso Vincenzo Scuteri, carpentiere, non voleva lavorare il cemento della mafia.

    Caulonia (RC) – Vincenzo Scuteri, noto per la sua militanza nel Movimento sociale italiano, era detto ‘u camerata. Carpentiere nella vita di tutti i giorni, in pieno centro abitato, lungo la Statale 106 fu colpito da diversi colpi di arma da fuoco e dopo nove giorni di sofferenze, il 4 aprile 1971, si spense in ospedale. L’uomo era un onesto lavoratore. Diceva pubblicamente: “io il ferro dai mafiosi, non lo voglio acquistare”, gesto questo, che gli è costato la vita. Il processo si concluse dopo quasi due anni con l’assoluzione di due indiziati. Nel 2010, un pannello è stato posto proprio dirimpetto al luogo dove l’operaio fu colpito: “Vincenzo Scuteri…

  • 22 ottobre 1970 a Sciacca (AG) muore il Tenente della Guardia di Finanza Cosimo Aleo, ferito in una operazione anticontrabbando il 27 Gennaio 1970 nella zona di Camnago Faloppio (CO)

    Il Tenente della Guardia di Finanza Cosimo Aleo, rimase gravemente ferito in una operazione anticontrabbando il 27 Gennaio 1970 nella zona di Camnago Faloppio (CO). Dopo alcuni segnali di ripresa che facevano ben sperare per la sua vita, morì il 22 ottobre 1970 a Sciacca (AG).   Fonte: assofinanzieri.it Ten. COSIMO ALEO Memoria di Rinaldo Salvatelli Non bisogna mai dimenticare. In occasione del 236° Anniversario di Fondazione della Guardia di Finanza, la Sezione ANFI di Olgiate Comasco, domenica 20 giugno 2010, ha fatto celebrare nella Chiesa di Camnago Faloppio (CO) una Santa Messa in memoria dei militari del Corpo Caduti in servizio al confine.I finanzieri hanno dedicato la cerimonia religiosa…

  • 16 Settembre 1970 Palermo. Scompare Mauro De Mauro, giornalista de “L’Ora”

    Mauro De Mauro è stato un giornalista italiano, venne rapito la sera del 16 settembre del 1970, mentre rientrava nella sua abitazione di Palermo. Fu visto l’ultima volta dalla figlia Franca mentre posteggiava la macchina davanti la sua abitazione di via delle Magnolie. La figlia, nell’attesa che il padre raccogliesse le sue vettovaglie dal sedile della macchina, entrò nell’androne per chiamare l’ascensore, vedendo però che il padre non la raggiungeva uscì nuovamente dal portone e vide suo padre, circondato da due o tre persone, risalire in macchina e ripartire senza voltarsi per salutarla. Ella riuscì a cogliere soltanto la parola «amunì» detta da qualcuno a suo padre poco prima di…

  • 22 Luglio 1970 Gioia Tauro (RC). Strage Direttissimo Palermo-Torino Freccia del Sud. Sei morti, di cui cinque donne, e settantadue feriti, molti dei quali con gravi conseguenze invalidanti.

    Con strage di Gioia Tauro si indica comunemente la conseguenza del procurato deragliamento al treno direttissimo Palermo-Torino (detto treno del Sole) del 22 luglio del 1970, avvenuto a poche centinaia di metri dalla stazione di Gioia Tauro. Il disastro provocò la morte di sei persone – che si stavano recando a Lourdes – e il ferimento di altre 70 circa. Nella prima fase delle indagini, si ritenne che il fatto fosse stato dovuto al cedimento strutturale di un carrello del treno; più tardi, alla negligenza del personale che era alla sua guida. Solo molti anni dopo sentenze definitive accerteranno che si era invece trattato di un attentato dinamitardo, compiuto collocando…

  • 10 Dicembre 1969 Palermo Strage di Via Lazio. 4 morti, tra cui, vittime innocenti, Giovanni Domé, custode del cantiere, e Salvatore Bevilacqua, manovale che stava chiedendo un anticipo.

    Giovanni Domé e Salvatore Bevilacqua furono le vittime innocenti della cosiddetta Strage di Via Lazio a Palermo il 10 dicembre del 1969. La vicenda rappresenta il più alto punto raggiunto dalla prima guerra di mafia e che sancì l’ascesa dei corleonesi dentro Cosa nostra. L’eccidio costò la vita a cinque persone ed avvenne negli uffici del costruttore Moncada, in viale Lazio: vennero ammazzati, oltre a Giovanni Domé, che era il custode dell’immobile, e Salvatore Bevilacqua un manovale che era andato a chiedere lo stipendio, il boss dell’Acquasanta Michele Cavataio, Francesco Tumminiello e Calogero Bagarella, che faceva parte del commando omicida, colpito da Cavataio, ed il cui cadavere non venne mai…