Azzardopoli – Dossier di Libera sul gioco d’azzardo in Italia (2012)

12. Le proposte

Il quadro che emerge da questo dossier e prim’ancora dalla ricerche e dalla relazioni sul mercato dei giochi e delle scommesse (da quella della Direzione nazionale antimafia a quella della Commissione parlamentare antimafia) sollecita, insomma, una risposta adeguata da parte di tutti, a cominciare dalle istituzioni e da chi le governa. Senza evocare scenari proibizionistici e senza colpevolizzare chiunque operi in questo settore. Anzi: proprio alle imprese più importanti e significative e a chi gestisce queste attività in maniera lecita è richiesta, oggi, una chiara e netta assunzione di responsabilità. Si tratta d’intervenire insieme e quanto prima possibile su tutti i versanti di questa vera e propria calamità, economica e sociale: quello normativo, per rendere più efficace il sistema delle autorizzazioni, dei controlli e delle sanzioni; quello educativo e d’informazione, rivolto soprattutto ai più giovani; quello di prevenzione e cura delle patologie di dipendenza dal  gioco; quello culturale e formativo, che chiama in causa gli stessi gestori delle attività lecite.
Libera, al riguardo, fa proprie le proposte avanzate al governo e al Parlamento nel dicembre del 2010 dall’Alea (Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio) e dal CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’azzardo). In particolare Libera propone di: definire e approvare una legge quadro sul gioco d’azzardo, affinché lo Stato recuperi il governo e la programmazione politica sulle attività di gioco d’azzardo, ridefinendo le procedure autorizzatorie, di fatto azzerate con la deregulation introdotta attraverso la legge finanziaria approvata il 23 dicembre 2000, e riconducendo in un ambito di gestione e controllo il ruolo e le competenze dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli; limitare i messaggi pubblicitari e di marketing sul gioco d’azzardo e garantire forme di reale e corretta informazione per il pubblico, anche attraverso l’adozione e il rispetto di codici specifici di autoregolamentazione; destinare il 5% degli introiti da gioco, come avviene in Svizzera, e il 5% dei premi non riscossi ad attività di ricerca/prevenzione/cura sul tema del gioco d’azzardo; promuovere iniziative di sensibilizzazione ai rischi collegati al gioco d’azzardo attraverso campagne di informazione alla cittadinanza promuovere iniziative di  formazione per gli esercenti mirate alla prevenzione degli eccessi nel gioco d’azzardo; recepire l’indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che vede nel gioco d’azzardo compulsivo una forma morbosa chiaramente identificata e che, in assenza di misure idonee d’informazione e prevenzione, può rappresentare, a causa della sua diffusione, un’autentica malattia sociale; consentire ai giocatori d’azzardo patologici e ai loro familiari (oggi abbandonati a se stessi), il diritto alla cura, parificando ciò che già vige nel campo delle dipendenze anche a questo tipo di patologia: diritto alla cura, diritto al mantenimento del posto di lavoro, diritto di usufruire dei benefici di legge, diritto a una parificazione tributaria e fiscale emanare un atto di indirizzo che sostenga le iniziative a livello regionale per la messa in atto di misure di prevenzione, cura e riabilitazione della patologia collegata al gioco; avviare studi e ricerche di carattere epidemiologico per monitorare la diffusione delle forme di gioco problematico e patologico in Italia (condotte da enti “senza conflitti di interessi” ad esempio Regioni o Università); realizzare iniziative sperimentali di prevenzione del gioco d’azzardo tra i giovani e di trattamento e cura per chi risulta già dipendente dal gioco.
Per quanto riguarda, invece, la prevenzione e il contrasto dei fenomeni d’illegalità nel mercato dei giochi, potrebbero confluire nella citata legge quadro le norme contenute in due disegni di legge:

a) il disegno di legge 2484 del 6 dicembre 2010, primo firmatario il senatore Luigi Li Gotti, relativo alla modifica dell’art. 88 del Testo unico delle leggi di Pubblica sicurezza, che subordina la concessione di licenze a società estere che organizzano e gestiscono scommesse in Italia ai controlli sulle persone degli amministratori , dei bilanci e delle rendicontazioni contabili, per scoraggiare e prevenire fenomeni di riciclaggio;

b) il disegno di legge 2714 del 4 maggio 2011, primo firmatario il senatore Raffaele Lauro, che prevede “Misure urgenti sul gioco d’azzardo per la tutela dei minori, sul divieto di pubblicità ingannevole, sul riciclaggio e la trasparenza dei flussi finanziari in materia di scommesse” e, in particolare: l’inasprimento delle sanzioni amministrative pecuniarie (fino a 20mila euro e chiusura fino a 30 giorni dell’esercizio) per chi viola il divieto di gioco di minori; l’inasprimento delle sanzioni in funzione antiriciclaggio previste dal decreto 231 per chi gestisce attività di gioco senza autorizzazioni; la previsione di conti correnti dedicati per concorsi pronostici e scommesse; il registro scommesse e requisiti più stringenti per chi gestisce locali e attività di gioco pubblico. Libera, infine, sollecita l’elaborazione di norme tese a rafforzare e rendere più efficaci, anche attraverso la previsione del delitto di gioco d’azzardo:

c) le sanzioni previste dall’art. 718 del Codice penale sullo stesso gioco d’azzardo (che prevede l’arresto fino al massino di 1 anno e un’ammenda non superiore ai 206 euro) e dall’art. 723 del Codice penale sul gioco non d’azzardo senza autorizzazioni (che prevede un’ammenda da euro 5 a euro 103);

d) il quadro sanzionatorio, attualmente solo di carattere amministrativo pecuniario, verso chi produce, importa, distribuisce e installa apparecchi illegali.

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