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«L’omicidio politico» del generale Carlo Alberto dalla Chiesa di Marika Demaria
«L’omicidio politico» del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa di Marika Demaria Il 3 settembre 1982 alle 21.10, la mafia uccideva il prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, il piemontese di Saluzzo tornato in Sicilia per combattere Cosa nostra ma con i poteri “del prefetto di Forlì”. Quattro mesi di insidie, veleni, isolamento che preannunciarono il tragico epilogo. A distanza di trent’anni, il ricordo del figlio Nando. «Tre cose ti avevo promesso dentro di me il pomeriggio di quel 5 settembre a Parma, mentre ti sottraevano per sempre al sole: che avrei gridato al mondo il nome dei tuoi assassini; che avrei difeso la tua memoria dagli assalti degli sciacalli;…
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LA MATTANZA DEGLI INNOCENTI di Sergio Pelaia
LA MATTANZA DEGLI INNOCENTI di Sergio Pelaia articolo da ilvizzarro.it SERRA SAN BRUNO – A 19 anni credi che nulla possa intaccare la tua felicità. Ti senti quasi onnipotente. Sai di avere tutta una vita davanti, e quindi ti godi a pieno la dolcezza di quell’età. È giusto che sia così. E Filippo Ceravolo era così. Stava vivendo la sua giovinezza in un angolo di Calabria in cui nascere, purtroppo, è una sfortuna. Si divideva tra il lavoro, che lo portava in ogni angolo della regione a vendere dolciumi insieme al padre, e la fidanzata. Probabilmente proprio da lei stava andando giovedì sera. Era tranquillo, come al solito, perché a…
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ATTILIO MANCA. APPELLO AL GIP di Luciano Mirone
Fonte linformazione.eu 11 ottobre 2012 Egregio Giudice per le indagini preliminari di Viterbo, Lei tra pochi giorni dovrà decidere se archiviare buona parte dell’indagine sulla misteriosa morte di Attilio Manca, l’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) trovato cadavere a Viterbo il 12 febbraio 2004. E siamo certi che deciderà secondo coscienza, anche perché Lei, in questi otto anni, più che respingere per ben tre volte la richiesta di archiviazione che la Procura di Viterbo Le ha inoltrato, onestamente non avrebbe potuto fare. Adesso siamo alla quarta richiesta: non di archiviazione del caso, ma di archiviazione della parola “mafia”, di legittimazione della parola “droga”, di legittimazione di un assunto molto…
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L’OMBRA DEI DEPISTAGGI SUL PROCESSO ROSTAGNO di Benedetta Tobagi
L’ombra dei depistaggi sul processo Rostagno di Benedetta Tobagi Articolo del 25 Settembre 2012 da word.office.live.com L’odissea delle indagini sull’omicidio Rostagno è stata lunga e perigliosa. Per molti anni non si è parlato di mafia. Certo, pesa il fatto che i collaboratori di giustizia hanno parlato del delitto solo molti anni dopo. Ma non bisogna dimenticare che l’attenzione degli inquirenti è stata allontanata dalla pista mafiosa da omissioni di fatto depistanti che costellano l’inchiesta fin dalle prime battute. Per esempio, basti pensare che adesso, dopo così tanti anni, in aula sono attesi gli esiti di nuove perizie balistiche sull’omicidio, perché solo le ultime indagini hanno evidenziato precise corrispondenze tra delitti…
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L’INDIFFERENZA È ANCORA VIOLENZA “Otto anni senza Massimiliano” di Simona Musco
«L’indifferenza è ancora violenza» di Simona Musco (Locride@calabriaora.it) Otto anni senza Massimiliano L’appello di Liliana Carbone: «Non devono esistere morti di serie A e serie B» Articolo da Calabria Ora del 19 Settembre 2012 si ringrazia Simona Musco per la concessione della riproduzione. «Quando non c’è memoria, quando addirittura c’è indifferenza, allora è ancora violenza». Liliana Esposito Carbone è una donna forte. Una donna piena di dignità, che non vuole star lì a farsi compiangere ma che porta avanti una lotta al posto di suo figlio, di quel figlio che da otto anni attende giustizia. Massimiliano Carbone, un giovane forte, bello come un bronzo di Riace, è stato stroncato da…
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MASSIMILIANO CARBONE – OTTO ANNI SENZA GIUSTIZIA di Simona Musco
Massimiliano Carbone – Otto anni senza giustizia di Simona Musco (Locride@calabriaora.it) Articolo da Calabria Ora del 15 Settembre 2012 si ringrazia Simona Musco per la concessione della riproduzione. Il Cids ricorda la scomparsa del giovane di Locri Il 17 settembre del 2004 fu ucciso con un colpo di fucile vicino casa A otto anni dall’agguato compiuto ai danni del trentenne di Locri Massimiliano Carbone nessuno dei colpevoli è stato assicurato alla giustizia. Lo ricorda Demetrio Costantino, presidente del Comitato Interprovinciale per il diritto alla sicurezza, che a due giorni dal triste anniversario ha voluto spendere un pensiero per la famiglia di Massimiliano. «Egli con entusiasmo, passione, volontà aveva creato una…
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“Un uomo solo contro la mafia” l’ultima intervista al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa
L’ultima intervista al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa di Giorgio Bocca, da La Repubblica del 10 agosto 1982 “Un uomo solo contro la mafia “ PALERMO – La Mafia non fa vacanza, macina ogni giorno i suoi delitti; tre morti ammazzati giovedì 5 fra Bagheria, Casteldaccia e Altavilla Milicia, altri tre venerdì, un morto e un sequestrato sabato, ancora un omicidio domenica notte, sempre lì, alle porte di Palermo, mondo arcaico e feroce che ignora la Sicilia degli svaghi, del turismo internazionale, del “wind surf” nel mare azzurro di Mondello. Ma è soprattutto il modo che offende, il “segno” che esso dà al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e allo…
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Il Maxiprocesso a “cosa nostra”
Documentario sul Maxi Processo a Cosa Nostra Maxiprocesso di Palermo contro “cosa nostra” con 468 imputati. Iniziato il 10 Febbraio 1986, conclusosi il 16 Dicembre 1987, dopo 22 mesi di dibattimento nell’aula bunker, con 19 boss condannati all’ergastolo e 342 condanne a pene detentive. Fonte palermowebnews.it LIBRI: “Il maxiprocesso venticinque anni dopo” di Alfonso Giordano Il maxiprocesso venticinque anni dopo è il titolo del libro appena pubblicato da Bonanno Editore e scritto da un autore d’eccezione: Alfonso Giordano, il magistrato che è stato il presidente del primo, storico, maxiprocesso alla mafia, iniziato a Palermo nel febbraio del 1986 e terminato nel dicembre dell’anno successivo. Un libro…
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La Méhari è un dromedario da corsa di Gennaro Prisco
Questa è la storia di un’automobile, il cui nome è Méhari, e di un giornalista napoletano, il cui nome è Giancarlo Siani, assassinato dalla camorra il 23 settembre 1985. Dove c’era la Méhari, c’era Giancarlo. Una simbiosi. Quando Giancarlo fu ferito a morte, Méhari era pronta a mettersi in moto. Invece restò ammutolita e ferma mentre il sangue bagnava i sedili in quella giornata di settembre del 1985, in piazza Leonardo, a due passi da casa. Paolo Siani, il fratello di Giancarlo, nei giorni della tragedia e del lutto non pensò alla Méhari. A quell’automobile che Giancarlo amava molto e di cui era orgoglioso. Che il giornalista comprò nell’’82. Fu…
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Lettera di Roberto Scarpinato a Paolo Borsellino. Commemorazione del 19 Luglio 2012
Palermo, 19 luglio 2012: Strage di Stato. Intervento del Magistrato Scarpinato Trascrizione da: teleradiosciacca.it Caro Paolo, oggi siamo qui a commemorarti in forma privata perché più trascorrono gli anni e più diventa imbarazzante il 23 maggio ed il 19 luglio partecipare alle cerimonie ufficiali che ricordano le stragi di Capaci e di via D’Amelio. Stringe il cuore a vedere talora tra le prime file, nei posti riservati alle autorità, anche personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione stessa di quei valori di giustizia e di legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere; personaggi dal passato e dal presente equivoco le cui vite – per usare…