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14 Gennaio 1997 Forcella-Napoli. Augusto Moschetti, 38 anni, guardia giurata viene assassinato per non aver voluto consegnare l’arma in dotazione.
Augusto Moschetti, 38 anni. Augusto Moschetti, guardia giurata, è in servizio presso via Tribunali quando viene avvicinato da alcuni malviventi che gli intimano di consegnargli la pistola d’ordinanza. Al rifiuto di Moschetti, i malviventi uccidono l’uomo. Il fratello della vittima, poliziotto, permette di far luce sui responsabili dell’accaduto, appartenenti al clan di Forcella. Il giudice afferma la responsabilità penale di uno degli esecutori materiali dell’omicidio e decide per questi la pena dell’ergastolo (l’altro al tempo del processo risulterà deceduto). Questa condanna verrà poi ridotta in appello ad anni ventisette di reclusione. La Sentenza diviene definitiva il 7 luglio 2007. Augusto Moschetti viene riconosciuto dal Ministero dell’Interno vittima della criminalità organizzata.…
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4 Gennaio 1997 Partinico (PA). Ucciso Giuseppe La Franca, bancario in pensione, perché non voleva cedere le proprie terre a dei mafiosi.
L’Avvocato Giuseppe La Franca, era un funzionario del Banco di Sicilia in pensione che non voleva cedere le sue terre ai fratelli Vitale, come avevano fatto altri possidenti della zona. I “Fardazza” avevano messo le mani su un caseggiato rurale in possesso di alcuni parenti di Giuseppe La Franca. Quel terreno era suo, quel “caseggiato” occupato prepotentemente dai “fardazza” non era ‘cosa loro’. Mentre tutti gli altri scappavano davanti al pericolo e alle minacce mafiose, mentre le istituzioni e anche certi media locali facevano finta di non vedere e non sapere o erano impotenti, lui continuava a frequentare i suoi terreni affermandone la proprietà. Ma quella sua legittima caparbietà dava…
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20 Dicembre 1996 Gela (CL). Ucciso Rosario Ministeri, proprietario di un bar, sospettato di avere relazioni di amicizia con un pentito.
Rosario Ministeri fu ucciso a Gela il 20 dicembre 1997, all’interno del suo bar denominato “Caposoprano”, in via Palazzi. Secondo la ricostruzione data dall’omicida, ora pentito, Rosario fu ucciso perché continuava ad intrattenere rapporti di amicizia con il fratello del mandante dell’omicidio, che nel frattempo era diventato collaboratore di giustizia. Rosario Ministeri Era un commerciante che non aveva nessun legame con la mafia. Fu ucciso il 20 dicembre del 1996 a Gela. (Fonte: liberanet.org ) Ringraziamo gli AmiciDiLiberaCaravaggio (amicidilibera.blogspot.it) per il prezioso aiuto nella ricerca di nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie. Articolo dell’8 Marzo 2012 da tg10.it Pentito gelese si accusa di due…
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16 Dicembre 1996 Lamezia Terme (Cz). Scompare Gennaro Ventura, 28 anni, fotografo, ex carabiniere, il corpo ritrovato nel 2008. Fu ucciso perché da carabiniere aveva contribuito all’arresto di un esponente di spicco di una cosca mafiosa lametina.
“Da carabiniere, qualche anno prima aveva contribuito a individuare un giovane picciotto del clan come responsabile di una rapina. Era il luglio del ’91 e il giovanissimo Gennaro Ventura era in servizio a Tivoli. Lontano dalla Calabria delle faide, la famiglia lo pensava al sicuro. Eppure, proprio lì, ha incrociato il destino di Raffaele Rao, giovanissimo compaesano, che “studiava” da picciotto. Per ordine del clan, il 15 luglio del ‘91 aveva rapinato un perito chimico del Tribunale di Roma di un importante quantitativo di eroina e cocaina. Ma proprio mentre si allontanava dall’appartamento dell’uomo, Rao si è scontrato con Ventura, la cui testimonianza è stata fondamentale per arrivare all’individuazione e…
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12 dicembre 1996 Gragnano (NA). Michele Cavaliere muore in ospedale, dopo un mese in coma. Piccolo imprenditore si era rifiutato di pagare tangenti alla camorra.
Michele Cavaliere è un piccolo imprenditore caseario di Gragnano. Il 19 novembre del 1996 di primo mattino, Michele esce di casa per recarsi a lavoro, quando viene colpito da un killer in motocicletta; Michele viene trasportato immediatamente in ospedale. La vittima rimane in coma un mese e successivamente muore. Michele si era ribellato a Carfora che, tramite due emissari, gli aveva chiesto una tangente. Presentò denuncia. Pagò con la vita il suo coraggio. Cavaliere era una persona perbene. Uno che si alzava ogni giorno alle quattro del mattino, andava a lavorare nell’azienda messa su con i fratelli, e tornava a casa a notte fonda. Una vita di sacrifici e di…
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29 Novembre 1996 Palizzi (RC). Antonino Moio e Celestino Fava, trucidati senza pietà.
Antonino Moio e Celestino Fava sono stati uccisi la mattina del 29 novembre del 1996 nelle campagne intorno a Palizzi (RC). Antonino (Nino) Moio, 27 anni, era un contadino e ogni giorno andava ad accudire gli animali in contrada Guni. Quella mattina cerca compagnia, suona a casa Fava e chiede di Antonino. Il ragazzo non c’è ma trova Celestino, il fratello gemello, che si offre di accompagnarlo. Celestino Fava era uno studente universitario impegnato nel volontariato. Aveva 22 anni. Antonino Moio era la vittima designata di una vendetta trasversale e, secondo gli inquirenti, Celestino sarebbe stato eliminato proprio perché testimone oculare dell’agguato. Le famiglie attendono ancora giustizia. …
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23 Novembre 1996 Torre Annunziata (NA). Ucciso il commerciante Raffaele Pastore “per aver osato denunciare e fatto imprigionare chi gli chiedeva il pizzo sui suoi onesti guadagni”.
Il 23 novembre 1996 Raffaele Pastore, 35 anni, piccolo commerciante all’ingrosso di prodotti alimentari, venne ucciso nel suo negozio di Torre annunziata (NA) con otto colpi di arma da fuoco da due uomini con il volto coperto da passamontagna perché si era rifiutato di pagare il pizzo ed aveva denunciato i suoi taglieggiatori. Con lui c’era anche la mamma, Antonietta Auricchio di 66 anni, rimasta ferita. I due malviventi scapparono senza lasciare alcuna traccia dopo aver raggiunto il loro obiettivo. Raffaele Pastore, precedentemente, aveva subito continue minacce senza mai cedere e senza mai denunciare nulla fino al giorno in cui un esponente del clan camorristico dei Gionta lo minacciò pesantemente.…
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18 Novembre 1996 Trapani. Maria Antonietta Savona e il suo bambino, di appena 1 mese, Riccardo Salerno, restano uccisi in uno scontro con l’auto di un magistrato.
Maria Antonietta Savona e Riccardo Salerno – Trapani Si può morire a causa della mafia in tanti modi, anche per una banale accidentalità legata alle azioni per combatterla. È il caso di Maria Antonietta Savona, 36 anni, e del suo bambino, Riccardo Salerno, di appena un mese. In un incrocio, lungo la circonvallazione che collega Trapani all’autostrada per Palermo, la donna e suo figlio muoiono in un incidente provocato da un’auto di scorta che passa col rosso. L’auto viene centrata in pieno sulla fiancata dove è seduto Riccardo che resta intrappolato nel seggiolino. A bordo della scorta c’è il procuratore di Sciacca. Maria Antonietta lascia il marito Antonino Salerno e…
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14 novembre 1996 Sant’Anastasia (NA). Luigia Esposito, 27 anni, uccisa con 23 coltellate; testimone di un omicidio.
Luigia Esposito viene trovata senza vita a Sant’Anastasia (NA), uccisa da 23 coltellate. La ragazza è tossicodipendente ed è per questo motivo che le indagini, in un primo momento, sono orientate a trovare un movente e i colpevoli proprio in quell’ambiente. Le confessioni rese da un collaboratore di giustizia permettono successivamente di arrivare alla verità giudiziaria e alla condanna del mandante. La ragazza viene uccisa perché alcuni giorni prima ha assistito all’omicidio di Ciro Rispoli, delitto commesso nell’ambito della faida tra i clan della zona orientale di Napoli. Il boss Cuccaro incarica così il futuro collaboratore di giustizia e suo cognato di uccidere Luigia. Tre giorni dopo l’omicidio di Rispoli,…
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31 ottobre 1996 San Luca (RC). Assassinato Agostino Pedullà, 27 anni; ucciso perché vendeva fiori vicino al cimitero.
Il 31 ottobre 1996 nei pressi del cimitero di San Luca (RC) viene ritrovato il corpo di Agostino Pedullà, 27 anni, un bravo ragazzo di Bovalino, che una volta all’anno con il suo furgone andava a vendere mazzi di crisantemi per arrotondare le sue entrate. Ringraziamo la Sig.a Liliana Esposito Carbone per la segnalazione. Fonte: archiviolastampa.it Articolo del 3 novembre 1996 Massacrato dal racket dei fiori di Diego Minuti Dramma in Calabria, il giovane eliminato per impedirgli di vendere i crisantemi Tre colpi di pistola all’ambulante del cimitero LOCRI. E se l’avessero ucciso perché, con il suo piccolo commercio di fiori (poca roba, solo qualche mazzo di crisantemi,…