• 2 marzo 1994 Vittoria (RG). Assassinato in un agguato Raffaele Blanco 18 anni. Stava viaggiando in auto con quello che a breve sarebbe dovuto diventare suo cognato.

    Raffaele Blanco, 18 anni è stato assassinato in un agguato il 2 marzo del 1994, a Vittoria (RG), in località Scoglitti, mentre era in auto con quello che, a breve, sarebbe diventato suo cognato. Il cognato, ferito, riuscì a fuggire; il corpo di Raffaele fu ritrovato, dietro segnalazione anonima, dopo qualche giorno in fondo ad un pozzo. Il fidanzato della sorella, 17 anni, ignara della situazione,  era “un uomo legato ai clan criminali della zona che, proprio negli anni dell’adolescenza di Raffaele, stava conducendo una sua guerra personale per conquistarne i vertici. In quegli anni Vittoria usciva da una guerra di mafia violentissima”. Dopo alcuni mesi i colpevoli dell’omicidio sono…

  • 18 febbraio 1994 Rosarno (RC). Ucciso Mourou Sinan Kouakau, immigrato della Costa D’Avorio, bracciante agricolo, con un colpo di fucile.

    Mourou Sinan Kouakau era venuto in Italia per cercar fortuna, vi ha trovato invece la morte sotto i colpi dei sicari mandati da una qualche organizzazione criminale. Arrivato dalla Costa d’Avorio, fa il bracciante agricolo nelle campagne di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, raccoglie arance e ortaggi. La sera del 18 febbraio 1994 è ucciso con una fucilata in pieno petto esplosa da un calibro 12, mentre due immigrati del Burkina Faso che sono con lui – Bama Moussa, 29, e Homade Sare, 31 – restano lievemente feriti. Con la vittima abitavano in contrada Zippone, a Rosarno, in una casa diroccata dove hanno trovato precaria sistemazione una quindicina di…

  • 18 Gennaio 1994 Scilla (RC) I Carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo uccisi in un agguato

      I carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, 36 e 31 anni, furono uccisi il 18 gennaio 1994, mentre, a bordo di un’auto di servizio, stavano scortando un furgone cellulare con a bordo un detenuto. Stavano viaggiando sull’A3 verso Palmi quando l’auto dei sicari si è affiancata alla gazzella dei carabinieri, sulla corsia Sud dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria, a tre chilometri dallo svincolo di Scilla, sparando decine di colpi con una mitraglietta. Una spedizione punitiva in piena regola.     Articolo di Stop’ndrangheta.it  Calabria, agguato ai carabinieri di Pantaleone Sergi – La Repubblica (19 gennaio 1994) Trappola mortale per due carabinieri uccisi ieri sera da un commando mafioso in provincia di…

  • 15 Gennaio 1994 Acquaro (VV). Giuseppe Russo, giovane di 22 anni, scompare. Ucciso perché un boss della ‘ndrangheta non lo voleva come fidanzato di sua cognata.

    Giuseppe Russo era un giovane di 22 anni. Fu rapito e ucciso ad Acquaro, in provincia di Vibo Valentia, il 15 gennaio del 1994. Il suo cadavere fu rivenuto in una fossa solo mesi dopo, il 21 marzo, e solo grazie alle rivelazioni di uno dei suoi assassini, che si decise a collaborare con la giustizia. Le dichiarazioni dell’uomo permisero di appurare che il rapimento e l’omicidio di Giuseppe furono decisi da un boss della ‘ndrangheta che non accettava il fidanzamento del giovane con sua cognata. Nelle sentenze si parla di “visone distorta delle ragioni di onore familiare, tipiche di chi con atteggiamento mafioso vuole dimostrare la supremazia sul territorio”.…

  • 11 Gennaio 1994 Calanna (RC). Uccisi Rosa Versaci, 67 anni, e il figlio Angelo Morena, 41, tornati in vacanza dal Canada dove si erano trasferiti per sfuggire ad una faida familiare iniziata nel 1961.

    11 Gennaio 1994 Calanna (RC). Uccisi Rosa Versaci, 67 anni, e il figlio Angelo Morena, 41, tornati in vacanza dal Canada dove si erano trasferiti per sfuggire ad una faida familiare iniziata nel 1961.     Articolo da L’Unità del 13 Gennaio 1994 Madre e figlio assassinati in Calabria Una vendetta covata per oltre trentanni La faida tra parenti innescata da un delitto nel ’61. Erano tornati dal Canada per Natale di Aldo Varano Una vendetta covata per oltre trent’anni. È questo probabilmente il feroce movente degli omicidi di Rosa Versaci e Angelo Morena, madre e figlio, tornati in Calabria per le vacanze da Toronto, dove si erano rifugiati per…

  • 10 Dicembre 1993 Napoli. Ucciso Vincenzo Vitale, per impedirgli di partecipare ad un’asta pubblica.

    Vincenzo Vitale, commerciante, uomo retto e onesto dedito esclusivamente al lavoro ed alla famiglia, nato a Pimonte il 27 febbraio 1939 e deceduto a Napoli il 10 dicembre 1993 a seguito di ferite da arma da fuoco riportate nell’episodio criminoso del 6 dicembre 1993 per non aver aderito ad una minaccia diretta a farlo astenere dalla partecipazione ad un’asta pubblica indetta dal comune di Pimonte per l’acquisto di un terreno, poi risultato occupato da persone legate ad un noto clan camorristico. L’episodio criminoso avvenne nel giardino di sua proprietà ove si recava tutti i giorni prima di raggiungere il negozio di Pimonte; fu raggiunto da numerosi colpi di arma da…

  • 23 Novembre 1993 Altofonte (PA). Rapito Giuseppe di Matteo, 11 anni, tenuto in ostaggio fino all’11 Gennaio 1996, strangolato ed il corpo sciolto nell’acido. Giovanni Brusca Ordinò: “allibertativi du cagnuleddu”

    Giuseppe Di Matteo (1981-1996) figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo, ex-mafioso, divenne vittima di una vendetta trasversale nel tentativo di far tacere il padre. La sua morte è risaltata grandemente su tutti i giornali perché il cadavere del ragazzo non fu mai trovato, essendo stato disciolto in una vasca di acido nitrico. Fu rapito il 23 novembre 1993, quando aveva 12 anni, al maneggio di Altofonte (PA) da un gruppo di mafiosi che agivano su ordine di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato. Secondo le deposizioni di Gaspare Spatuzza, che prese parte al rapimento, i sequestratori si travestirono da poliziotti ingannando facilmente il bambino,…

  • 31 Ottobre 1993 Parete (CE). Ucciso il medico Gennaro Falco, 69 anni, “colpevole” di non avere assistito adeguatamente la moglie di un camorrista.

    Il 31 ottobre 1993, a Parete, un Comune in provincia di Caserta, il medico Gennaro Falco viene ucciso nel suo ambulatorio da Raffaele Bidognetti, figlio del capoclan Francesco. L’esecuzione del dottore, avvenuta con un colpo di pistola, è legata alla morte, avvenuta nel 1986, della moglie del boss, affetta da un male incurabile. Raffaele ritiene Gennaro Falco colpevole di non aver adeguatamente assistito la madre, cosicché medita vendetta. Così 7 anni dopo si presenta armato nello studio del medico e fa fuoco. Nell’agguato rimane ferita di striscio anche una paziente, alla quale il dottore Falco stava prescrivendo delle medicine. Dodici anni dopo, nel 2005, il collaboratore di giustizia Luigi Diana…

  • 22 settembre 1993 Altofonte (PA) ucciso Antonino Vassallo accusato dai capimafia di avere commesso furti senza autorizzazione.

    Antonino Vassallo fu ucciso il 22 Settembre 1993. Accusato dai capimafia di avere commesso furti senza l’autorizzazione dei boss. (Fonte: vivi.libera.it)     Fonte: ricerca.repubblica.it Articolo del 28 febbraio 2003 Morì per una telefonata alla donna del boss Una telefonata di pochi minuti alla fidanzata di un boss mafioso è costata la vita ad un giovane di San Giuseppe Jato; la decisione di assassinare un pregiudicato a pochi giorni dal suo matrimonio, è stata invece presa dai capimafia per evitare che la futura sposa diventasse subito vedova. Sono i retroscena di due delitti compiuti fra il ’93 e il ’94, raccontati dal pentito Enzo Brusca. Il collaboratore è stato interrogato…

  • 15 Settembre 1993 Palermo. Assassinato Padre Pino Puglisi a causa del suo costante impegno evangelico e sociale.

    Don Giuseppe Puglisi, meglio conosciuto come padre Pino Puglisi (Palermo, 15 settembre 1937 – Palermo, 15 settembre 1993), è stato un presbitero italiano, ucciso da Cosa nostra il giorno del suo 56º compleanno a motivo del suo costante impegno evangelico e sociale. La sua lotta alla mafia inizia il 29 settembre 1990 quando venne nominato parroco a San Gaetano, nel quartiere Brancaccio di Palermo, controllato dalla criminalità organizzata attraverso i fratelli Graviano, capi-mafia legati alla famiglia del boss Leoluca Bagarella. Egli non tentò di portare sulla giusta via coloro che erano già entrati nel vortice della mafia, ma cercò di non farvi entrare i bambini che vivevano per strada e…