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25 agosto 1993 Oria (BR). Decedute Maria Dell’Aquila, Antonia Carbone e Maria Marsella in un incidente; erano in 18 su un furgone omologato per 9 persone.
Maria Dell’Aquila, 31 anni, Antonia Carbone, 39 e Maria Marsella di 25 – erano tutte di Oria, piccolo centro del Brindisino, dove il fenomeno del caporalato è diffusissimo. Quando avvenne l’incidente, albeggiava appena. Il pulmino, stipato di braccianti cui era stata promessa una paga di 23mila lire per lavorare nei campi un’intera giornata, uscì di strada dopo l’urto con il braccio-gru di un camion. Altre dieci donne rimasero ferite e finì in ospedale anche l’autista-caporale, con una prognosi di quindici giorni. Saltò fuori, poi, che il furgone era abilitato al trasporto di nove persone: al momento dell’incidente, invece, ne ospitava diciotto, esattamente il doppio. Fonte: archivio.unita.news Fonte: archivio.unita.news…
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22 Agosto 1993 Cianciana AG. Assassinato Diego Passafiume, piccolo imprenditore nella movimentazione terra. Non si piegò alle richieste estorsive della mafia locale.
Diego Passafiume era un piccolo imprenditore di movimento terra nella zona di Cianciana. Rinomato per la sua bravura, era diventato un concorrente scomodo per i grandi appalti che in quegli anni interessavano tutta la bassa Quisquina, zona delle colline dove nascevano lavori di grande entità. Dal 1993 al 1997 tutta la zona della bassa Quisquina, era assediata da ricatti e richieste di pizzo. In quel periodo vennero uccisi diversi imprenditori di tutta la provincia di Agrigento, perché ritenuti scomodi e nello stesso tempo si rifiutavano di pagare tangenti. Nel luglio 2018, grazie alle dichiarazione di alcuni collaboratori, è stato arrestato il killer dell’imprenditore legato alla famiglia mafiosa di Siculiana e…
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1 agosto 1993 Santa Maria di Licodia (CT). Fabio Garofalo, 18 anni, ucciso perché testimone di una sparatoria
La sera dell’1 agosto 1993 Fabio Garofalo , 18 anni, impegnato in servizi di volontariato a favore degli anziani per conto dell’Azione cattolica del paese, si trovava all’interno della sala giochi Papillon di Santa Maria di Licodia (CT. Fu ucciso perché testimone di una sparatoria per una resa di conti tra due estorsori in cui rimase ferito il figlio del gestore dell’esercizio commerciale, vero obiettivo del killer. Fonte: ricerca.repubblica.it Articolo del 3 agosto 1993 AGGUATO AL BILIARDO DICIOTTENNE UCCISO PER ERRORE CATANIA – Era andato a fare una partita a biliardo nella sala-giochi del paese, ma è stato ucciso dal killer che poco prima aveva sparato ad un…
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30 luglio 1993 Barcellona Pozzo di Gotto (ME). Antonio Mazza, imprenditore, proprietario della Tv locale “Telenews”
Antonio Mazza, ucciso il 30 luglio 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto (ME). Antonio Mazza era un imprenditore, direttore della tv locale “Telenews”, la tv privata in cui il giornalista Beppe Alfano trasmetteva i suoi servizi. Dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo D’Amico nelle fasi del processo Gotha III, l’ordine di uccidere l’ingegner Antonio Mazza fu la famiglia mafiosa dei Barcellonesi. Fu lo stesso D’Amico a eseguire l’efferato crimine, una delle azioni più cruente della mafia. Gli esecutori materiali che entrarono in azione poco prima della mezzanotte di quel tragico 30 luglio del 1993, erano due persone in sella a una moto di grossa cilindrata e indossavano dei caschi…
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27 Luglio 1993 Milano. Strage di Via Palestro. Restano uccisi Driss Moussafir, Alessandro Ferrari, Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno. Un cittadino marocchino, tre Vigili del Fuoco e un Vigile urbano: cinque vittime innocenti.
Strage di Via Palestro. Restano uccisi Alessandro Ferrari, Sergio Pasotto, Carlo La Catena, Stefano Picerno e Moussafir Driss. Un vigile urbano, tre Vigili del Fuoco e un cittadino marocchino. La strage di via Palestro è stato un attentato dinamitardo avvenuto la sera del 27 luglio 1993 tramite l’esplosione di un’autobomba in via Palestro a Milano, presso la Galleria d’arte moderna e il Padiglione di arte contemporanea. La sera del 27 luglio l’agente di Polizia Locale Alessandro Ferrari notò la presenza di una Fiat Uno (che risulterà poi rubata qualche ora prima) parcheggiata in via Palestro, di fronte al Padiglione di arte contemporanea, da cui fuoriusciva un fumo biancastro e quindi richiese l’intervento…
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26 Luglio 1993 Scanzano (MT). Vincenzo De Mare, autotrasportatore, ucciso per aver rifiutato un carico di rifiuti tossici.
Vincenzo De Mare, autotrasportatore di Scanzano (MT), è stato ammazzato con due colpi di fucile mentre era al lavoro nel suo podere in località Terzo Cavone il 26 luglio del 1993. Un efferato omicidio di cui ancora non si conoscono mandanti e autori ma su cui gli inquirenti continuano ad investigare. L’ipotesi più accreditata è che sia stato ucciso perché si rifiutava di trasportare rifiuti tossici. Nel 2004 i Carabinieri trovarono dei bidoni di rifiuti chimici presso una delle aziende, da tempo chiusa, per cui Vincenzo De Mare lavorava. C’è stato un testimone che, ai carabinieri, fece delle rivelazioni in tal senso, facendo anche i nomi di due possibili killer,…
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22 Luglio 1993 Bovalino (RC) Adolfo Cartisano, Lollò, fotografo, rapito, è morto per un colpo mal assestato alla nuca, il suo corpo ritrovato dopo dieci anni, grazie a una lettera anonima
Adolfo Cartisano detto Lollò, fotografo di Bovalino (RC) venne sequestrato il 22 luglio 1993 davanti alla sua casa al mare. I sequestratori sorprendono Cartisano e la moglie Mimma in macchina. La moglie viene stordita con un colpo in fronte e abbandonata, mentre il marito viene sequestrato. Nonostante il pagamento di un riscatto, il fotografo non viene riconsegnato alla famiglia. La famiglia decide allora di mobilitarsi e di far sentire la propria voce, scendendo più volte in piazza. Il clamore porta per la prima volta la Commissione parlamentare Antimafia a recarsi a Bovalino, dove i sequestri della ‘ndrangheta a scopo estorsivo erano stati già 18. Dopo pochi mesi dal rapimento vengono…
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5 Luglio 1993 Ragusa. Assassinato il giovane Andrea Castelli, 23 anni, perché aveva difeso la sorellina.
Andrea Castelli, 24 anni, elettricista di Ragusa, era “colpevole” di essere intervenuto, il giorno prima, in soccorso di alcune ragazzine che venivano molestate, tra cui c’era anche la sorellina di tredici anni, sulla spiaggia di Caucana, presso Santa Croce Camerina (RG), dove erano in villeggiatura. La sera dopo, lunedì 5 Luglio 1993, il molestatore Filippo Belardi, un pericoloso pregiudicato del clan Madonia di Gela, ha bloccato il giovane Castelli sotto casa mentre era in compagnia della fidanzata e di altri conoscenti. Deciso a farsi giustizia ha gridato: “Chi e’ quello s… che ieri mi ha minacciato?”. Quindi lo ha freddato con un colpo di pistola a bruciapelo alla testa. Prima…
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21 giugno 1993 Roma Scompare Domenico Nicitra, bambino di 11 anni, ucciso per vendetta trasversale o perché testimone dell’omicidio dello zio.
Domenico Nicitra, undici anni, era il figlio del boss di Palma di Montechiaro Salvatore Nicitra. Scomparve a Roma il 21 giugno del 1993 insieme allo zio Francesco. Al momento del rapimento, il padre del piccolo, siciliano di nascita ma da quasi sempre a Roma, era già in carcere. Era considerato il re delle bische ed era legato ad ambienti criminali. Il corpo di Domenico non è stato mai ritrovato. Due le ipotesi sulla sua morte: una vendetta trasversale o la sua eliminazione per evitare potessero sopravvivere testimoni dell’omicidio dello zio. (Fonte: memoriaeimpegno.it ) Fonte: ricerca.repubblica.it Articolo del 10 luglio 1993 UN RAPIMENTO DI SERIE B di Guglielmo Pepe…
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18 giugno 1993 Pedara (CT). Assassinato Giuseppe Sapienza, 54 anni, commerciante di mobili; aveva denunciato i suoi estorsori.
Giuseppe Sapienza, titolare di un negozio di mobili a Viagrande (CT) aveva denunciato l’estorsione subita da parte del clan Laudani e fatto condannare, in primo grado, i propri estorsori, poi assolti in appello. Lo stesso clan mafioso per gli stessi motivi aveva decretato l’omicidio di un altro commerciante, tale Licciardello (1989/1990). Fu ucciso a Pedara il 18 giugno 1993. Fonte: vivi.libera.it Fonte: facebook.com/dedicatoallevittimedellemafie Post del 18 giugno 2020 Ricordiamo Giuseppe Sapienza, assassinato a Pedara (Ct) il 18 giugno 1993. Era titolare di un negozio di mobili a Viagrande (Ct) aveva denunciato l’estorsione subita da parte del clan Laudani e fatto condannare, in…